Deltacortene 5 e 25 mg: a cosa serve? Per il COVID è efficace?

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A cosa serve Deltacortene?

Deltacortene è il nome commerciale di un farmaco a base di prednisone, un medicinale di sintesi che appartiene ai cortisonici, ormoni in grado di esercitare una spiccata azione antinfiammatoria.

Il farmaco è registrato in Italia per l’utilizzo in caso di:

In altre parole è quindi un forte infiammatorio utilizzato in casi selezionati, quando antinfiammatori tradizionali (FANS) o antistaminici (nel caso di patologie allergiche) non siano sufficienti, come nel caso di infiammazione cronica, reazioni allergiche gravi e malattie autoimmuni (in questo caso anche in considerazione dell’effetto di soppressione sul sistema immunitario).

È considerato doping?

In quanto cortisone l’assunzione di Deltacortene rientra tra le cause di positività in caso di controllo anti-doping nello sportivo.

Deltacortene e COVID

Il ricorso a farmaci cortisonici nel trattamento di infiammazioni delle vie respiratori inferiori è tuttora controverso, perché

  • se razionale ne appare l’utilità nello spegnimento della reazione infiammatoria (ad esempio nel caso della tempesta da citochine, responsabile di gravi complicazioni nel caso della COVID-19),
  • più difficile è trovarne una giustificazione verso il loro effetto di riduzione delle difese immunitarie, nei confronti ad esempio del virus responsabile.

Spesso la scelta di ricorrere a questi farmaci è frutto di un compromesso, ad esempio fondato sulla necessità di ridurre l’infiammazione a qualsiasi costo in un paziente a rischio di complicazioni.

L’AIFA nella scheda di discussione dell’utilizzo dei cortisonici per il trattamento delle infezioni da COVID rileva inoltre la difficoltà di estrarre dalla letteratura dati coerenti ed adeguati in termini di quantità, anche a causa delle numerose molecole utilizzate e dei diversi dosaggio, ma scrive anche che “è probabile inoltre che l’effetto benefico dei corticosteroidi in queste malattie [virali] dipenda dalla tempistica del trattamento, dalla gravità della condizione clinica e dallo stadio
della malattia, nonché dalla dose somministrata e da eventuali caratteristiche individuali dei pazienti.”

Per la stessa ragione, ad esempio, non si applicano creme cortisoniche sull’herpes labiale (febbre del labbro), perché dopo un primo apparente miglioramento dei segni d’infiammazione (meno rossore, meno gonfiore), la soppressione delle difese immunitarie si rivelerebbe controproducente (oltre che visibilmente, con un rapido peggioramento dell’evoluzione delle lesioni).

In altre parole, una somministrazione massiva a tutti i COVID-positivi potrebbe non solo essere inutile, ma addirittura controproducente, perché in grado di ridurre la naturale e regolata risposta infiammatoria dell’organismo utile a far fronte all’infezione, senza quindi benefici per il paziente.

L’assunzione di Deltacortene ed altri farmaci cortisonici è quindi ad oggi raccomandato da tutte le principali linee guida solo nel caso di “soggetti ospedalizzati con malattia COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno, in presenza o meno di ventilazione meccanica (invasiva o non invasiva)”. In questa categoria di pazienti il ricorso ai cortisonici è considerato una scelta d’elezione, perché è stato dimostrato che garantisca una riduzione della mortalità.

La stessa OMS sottolinea inoltre come l’utilizzo non sia raccomandato nei soggetti con
patologia non-grave, sebbene le prove ad oggi disponibili in questo senso sia ancora oggetto di dibattito e di studio. Si noti che viene considerato paziente grave il soggetto affetto da polmonite, grave distress respiratorio e ridotto livello di ossigeno nel sangue. Un paziente è considerato critico quando vi sia la necessità di supporto vitale, in presenza di di sindrome da distress respiratorio acuto o shock settico.

Le stesse conclusioni sono sovrapponibili ad altre molecole appartenenti alla stessa classe, come ad esempio desametasone (spesso la prima scelta), metilprednisolone o idrocortisone.

È peraltro interessante notare come sul foglietto illustrativo venga riportata la seguente avvertenza:

DELTACORTENE può avere un effetto sul sistema immunitario. Questo compromette la sua capacità di combattere le infezioni. Se il suo sistema immunitario è alterato:
– le vaccinazioni potrebbero non essere efficaci, durante il trattamento con DELTACORTENE;
– potrebbe esserci un rischio maggiore di infezioni gravi. Il trattamento con DELTACORTENE
potrebbe aumentare la probabilità di sviluppare un’infezione. Se si sta sviluppando
un’infezione, potrebbe essere più difficile rilevarla durante il trattamento con
DELTACORTENE.

Questa è una chiara conferma del fatto che l’utilizzo in caso di infezione moderata o lieve l’assunzione del farmaco potrebbe non solo essere inutile, ma addirittura controproducente, potenzialmente anche nell’ottica dell’acquisizione di un’efficace immunità.

Prezzo

Deltacortene è un farmaco commercializzato dalla Bruno Farmaceutici e disponibile in Italia in 3 diverse formulazioni (prezzi rilevati in data 18 gennaio 2022).

  • Deltacortene 25 mg 10 compresse, € 5,87
  • Deltacortene 5 mg 10 compresse, € 1,62
  • Deltacortene 5 mg 20 compresse, € 3,25

A giudizio del medico può essere prescritto mediante il Servizio Sanitario Nazionale (mutua); sono inoltre disponibili farmaci equivalenti (generici e non).

Controindicazioni

Le controindicazioni all’assunzione del prednisone sono quelle caratteristiche di ogni cortisonico, ovvero:

Serve particolare cautela, ovvero un’attenta valutazione del rapporto rischio beneficio da parte del medico, in caso di presenza o storia clinica di:

Si segnala infine la presenza di lattosio nella compressa, che potrebbe creare fastidi gastrointestinali ai soggetti intolleranti.

Gravidanza

Deltacortene può essere usato in gravidanza, ma solo a seguito di espressa prescrizione medica.

Dosaggio e posologia

La dose di Deltacortene viene personalizzata in base alla gravità della malattia.

A giudizio medico può prevedere una dose di attacco elevata, per passare poi ad una dose di mantenimento minore, tipicamente attorno ai 10-15 mg di prednisone al giorno.

A stomaco pieno o vuoto?

Il prednisone viene solitamente assunto con il cibo.

È necessario scalare il dosaggio?

Come per tutti i cortisonici può essere utile procedere ad una graduale riduzione della dose, fino alla sospensione, nel caso di terapie prolungate; nel caso di una terapia limitata a pochi giorni il medico potrebbe invece non ritenerlo indispensabile.

Interazioni

Tra le possibili interazioni con altri farmaci si segnala:

  • alcuni medicinali per il trattamento dell’HIV
  • Riduzione dell’effetto di:
    • medicinali per il diabete
    • medicinali contenenti salicilato.
  • Riduzione dell’effetto di Deltacortene in caso di contemporanea assunzione di:
    • medicinali usati per il trattamento dell’epilessia
    • antibiotici come la rifampicina, usati per il trattamento delle infezioni
    • broncodilatatori come l’efedrina, usati per il trattamento dell’asma
  • Aumento dell’effetto di Deltacortene in caso di contemporanea assunzione di:
    • diltiazem, usato per il trattamento di malattie cardiache
    • macrolidi (una classe di antibiotici)
    • estrogeni (ormoni sessuali femminili).

Più in generale infine:

  • aumenta il rischio di emorragia gastrointestinale associato all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, compresi gli antinfiammatori da banca come aspirina, diclofenac e ibuprofene),
  • aumenta o diminuisce, a seconda del soggetto, gli effetti di fluidificazione del sangue dei
    farmaci anticoagulanti (aumenta ad esempio l’effetto anticoagulante di Coumadin®).

Effetti collaterali

Tra gli effetti indesiderati più comuni (più di una persona su 10) di Deltacortene il foglietto illustrativo segnala:

È importante notare che probabilità di sviluppo e severità degli effetti indesiderati dipendono strettamente anche da dose e durata della terapia, oltre ovviamente alla sensibilità individuale.

Si rimanda al foglietto illustrativo per gli altri effetti collaterali e all’articolo dedicato per una panoramica generale si possibili effetti a lungo termine (osteoporosi, diabete, ritenzione idrica, …).

Fonti e bibliografia

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