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Cosa sono i diverticoli
Un diverticolo è una piccola sacca che si forma nel rivestimento del colon, rigonfiandosi verso l’esterno attraverso punti deboli della parete intestinale.
La condizione in cui si rilevano diverticoli prende il nome di diverticolosi e si stima che possa interessare circa il 10 per cento della popolazione di età superiore ai 40 anni, percentuale che cresce all’aumentare dell’età considerata, arrivando a colpire circa la metà di tutte le persone di età superiore a 60 anni.
I diverticoli sono più comuni nella parte inferiore dell’intestino crasso (o colon), chiamato colon sigmoideo (sigma), ma nella maggior parte dei pazienti non sono causa di disturbi, se non occasionalmente in forma di crampi e gonfiore addominale; quando invece i diverticoli si infiammano si parla di diverticolite, una condizione più pericolosa e causa di sintomi severi.
Dal 10% al 25% delle persone con diverticolosi manifesta più o meno occasionalmente sintomi di diverticolite, come ad esempio:
- distensione addominale, di solito nella parte inferiore sinistra dell’addome,
- gonfiore o eccessiva presenza di gas,
- febbre e brividi,
- nausea e vomito,
- inappetenza (calo dell’appetito).
La diverticolosi viene spesso diagnosticata casualmente, durante l’esecuzione di esami prescritti con altri scopi; è per esempio comune la scoperta durante l’esecuzione di una colonscopia effettuata a scopo di screening per il tumore al colon-retto.
In presenza di sintomi leggeri è spesso sufficiente adottare una dieta ricca di fibre e assumere al bisogno un leggero antidolorifico, mentre in caso di infiammazione più severa è talvolta necessario ricorrere ad antibiotici. Solo nei pazienti che sviluppino gravi forme di diverticolite è eventualmente preso in considerazione l’intervento chirurgico.
Perché vengono?
Anche se non provata, la teoria dominante è che una dieta a basso apporto di fibre sia la causa della malattia diverticolare (evidenze recenti hanno messo in dubbio questa ipotesi, che rimane tuttavia anche la più comunemente accettata). La malattia è stata notata nei primi anni del 900 negli Stati Uniti, nel momento in cui specifici alimenti vennero introdotti nella dieta americana, riducendo notevolmente l’assunzione di fibra da parte della popolazione americana .
La malattia diverticolare è
- comune nei Paesi industrializzati e in particolare in quelli dove vigono diete a basso apporto di fibra (Stati Uniti, Inghilterra, Australia, …),
- rara in Asia e in Africa, dove la maggior parte delle persone segue diete ad alto apporto di fibra.
La fibra si trova nella frutta, nella verdura e in cereali non raffinati (integrali) ed è una sostanza che il corpo non è in grado di digerire completamente.
- Alcune fibre, chiamate fibre solubili, si sciolgono facilmente in acqua creando un materiale soffice e gelatinoso nell’intestino,
- mentre la fibra insolubile passa quasi immutata attraverso gli intestini.
Entrambi i tipi di fibra aiutano a prevenire la costipazione favorendo la formazione di feci morbide e facili da espellere.
La stipsi si manifesta obbligando il paziente a compiere notevoli sforzi per defecare; lo sforzo può causare un aumento della pressione nel colon che a sua volta può causare il rigonfiamento del rivestimento del colon attraverso punti deboli nella parete del colon. Queste tasche sono i diverticoli.
La mancanza di esercizio fisico può aumentare il rischio di formazione di diverticoli, anche se questo aspetto non è considerato determinante.
I medici non sono certi sul perché i diverticoli si infiammino, si ipotizza che la causa siano batteri o feci che ristagnano all’interno.
Un attacco di diverticolite può quindi svilupparsi improvvisamente e senza preavviso.
Fattori di rischio
Altro punto poco chiaro è la ragione per cui solo alcuni pazienti manifestino i sintomi connessi alla presenza di diverticoli, ma in questo senso sono stati individuati alcuni importanti fattori di rischio:
- fumo,
- sovrappeso e obesità,
- stitichezza,
- abuso di antinfiammatori,
- familiarità.
Sintomi
Diverticolosi
La maggior parte delle persone con diverticolosi non presenta alcun disagio; occasionalmente i sintomi che possono comparire comprendono:
- dolore addominale,
- crampi,
- senso di bruciore,
- gonfiore
- e costipazione nel basso addome.
Gli stessi sintomi sono propri anche di altre patologie, come il colon irritabile e ulcere allo stomaco, per cui considerando solo la sintomatologia non sempre è possibile fare con certezza una diagnosi di diverticolosi.
Le persone con sintomi cronici (cioè che non passano) dovrebbero consultare il loro medico.
Diverticolite
I sintomi possibile in caso di diverticolite sono:
Il sintomo più comune è il dolore addominale, mentre il segno caratteristico rilevato durante la visita medica è la flaccidità in basso a sinistra del ventre. Il dolore di norma è forte e si manifesta all’improvviso, ma può anche essere in principio lieve e peggiorare gradualmente nell’arco di diversi giorni, aumentando quindi d’intensità.
Per approfondire la diverticolite acuta è possibile fare riferimento all’articolo dedicato.
Pericoli
La diverticolite (non la sola presenza di diverticoli, ma la loro infiammazione, ovvero la diverticolite) può portare a:
- emorragie,
- infezioni,
- perforazioni intestinali,
- ostruzioni nel colon.
Queste problematiche richiedono sempre trattamento medico per impedire che progrediscano causando problemi più gravi.
Il sanguinamento rettale provocato dai diverticoli è una complicazione rara; si ritiene che sia causato da un piccolo vaso sanguigno in un diverticolo che si indebolisce fino a scoppiare. Quando i diverticoli sanguinano il paziente lo vede di norma nelle feci e nei sanitari in seguito a defecazione; il sanguinamento può essere abbondante e, nonostante si risolva spontaneamente senza richiedere trattamento, si consiglia comunque di valutare l’accaduto con il proprio medico. Spesso la colonscopia viene utilizzata per identificare il sito di sanguinamento e arrestare l’emorragia che non si cicatrizza spontaneamente. Se nonostante tutto l’emorragia non si ferma può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere le zone del colon coinvolte.
La diverticolite può essere causa d’infezione, che scompare dopo pochi giorni di trattamento con antibiotici. Se l’infezione peggiora si può formare un ascesso nella parete del colon, ossia una raccolta di pus localizzato che può provocare gonfiore ed arrivare a distruggere il tessuto: se l’ascesso è piccolo e resta nella parete del colon in seguito a trattamento con antibiotici tende a scomparire, se non scompare può essere necessario drenare la zona con un catetere e un piccolo tubo immessi nell’ascesso attraverso la pelle. Questo trattamento richiede sedazione del paziente.
I diverticoli infetti possono sviluppare delle perforazioni, a volte con fuoriuscita di pus dal colon causa di un grande ascesso nella cavità addominale, situazione che viene chiamata peritonite. Una persona con la peritonite è estremamente debilitata e accusa nausea, vomito, febbre, grave flaccidità addominale. La situazione richiede un immediato intervento chirurgico per pulire la cavità addominale e rimuovere la parte danneggiata del colon. Senza trattamento, la peritonite può essere fatale.
Una fistola è una connessione anomala del tessuto tra due organi o tra un organo e la pelle. Quando i tessuti danneggiati entrano in contatto gli uni con gli altri durante l’infezione, alcune volte si ammalano ed il processo di successiva riparazione può formare una fistola. Quando la diverticolite è relazionata ad un’infezione, l’infezione si diffonde al di fuori del colon con la possibilità di infettare i tessuti vicini, di solito vescica, piccolo intestino e la pelle. Il tipo più comune di fistola si verifica tra la vescica e colon, questo tipo di fistola colpisce più spesso gli uomini rispetto alle donne e può trasformarsi in una grave infezione di lunga durata del tratto urinario. Il problema può essere risolto con un intervento chirurgico per rimuovere la fistola e la parte interessata del colon.
Le cicatrici causate da infezione possono portare ad un parziale o totale blocco intestinale chiamato ostruzione intestinale. Quando l’intestino è bloccato il colon non è più in grado di spostare il contenuto intestinale normalmente. Se l’intestino è completamente bloccato è necessario un intervento chirurgico di emergenza, mentre il blocco parziale non richiede di norma chirurgia.
Diagnosi
Per diagnosticare la malattia diverticolare il medico ricostruisce la storia clinica del paziente attraverso un’accurata e scrupolosa serie di domande, prosegue con un’approfondita visita medica e può se necessario avvalersi di uno o più test diagnostici.
Poiché la maggior parte delle persone non manifesta sintomi, la diverticolosi si diagnostica spesso attraverso test ordinati per un altro disturbo. Può ad esempio essere scoperta nel corso di una colonscopia effettuata per la ricerca di polipi, o per valutare le cause del dolore o del sanguinamento rettale.
Considerando la storia clinica il medico può informarsi sulle abitudini intestinali, sul dolore, su altri sintomi, sulla dieta e sui farmaci assunti dal paziente. L’esame fisico di solito comporta un esame rettale digitale: il medico inserisce un dito lubrificato e inguantato nel retto per rilevare la flaccidità, il blocco o il sanguinamento. È possibile verificare le feci per vedere se ci sono segni di sanguinamento e l’esame del sangue per rilevare segni di infezione.
Se si sospetta una diverticolite, il medico può ordinare uno dei seguenti esami radiologici:
- Ecografia addominale. Onde sonore vengono inviate verso il colon attraverso un dispositivo palmare che viene fatto scivolare da un tecnico nell’addome. Le onde sonore rimbalzano nel colon e negli altri organi e la loro eco crea impulsi elettrici in grado di creare un’immagine, chiamata sonogramma, su un monitor. Se i diverticoli sono infiammati le onde del suono rimbalzano mostrando la loro ubicazione.
- Tomografia computerizzata. È una fotografia non invasiva a raggi X che produce sezioni di immagini del corpo. Il medico può iniettare in vena una tintura o può richiedere al paziente di ingerire la sostanza mentre giace su un tavolo che scorre all’interno di una macchina a forma di conchiglia. Il colorante aiuta a mostrare le complicazioni da diverticolite, come perforazioni e ascessi.
Cura e dieta
Cosa mangiare con i diverticoli?
Una dieta ad alto apporto di fibra e l’uso di antidolorifici contribuiscono ad alleviare il dolore nella maggior parte dei casi di diverticolosi.
Aumentando la quantità di fibre nella dieta, si possono ridurre i sintomi della diverticolosi e prevenire le complicazioni quali la diverticolite: le fibre mantengono la morbidezza delle feci e abbassano la pressione all’interno del colon in modo che il contenuto intestinale possa muoversi facilmente. Si raccomanda un consumo di almeo 20-35 grammi di fibra al giorno ed eventualmente il medico può consigliare anche di assumere un integratore a base di fibra da accompagnare sempre ad abbondante acqua.
Mangiare cibi ad alto contenuto di fibra è l’unico requisito fortemente sottolineato in tutta la letteratura medica e, anche se lavori recenti sembrano mettere in dubbio i benefici in termini di prevenzione dello sviluppo di diverticolosi, si tratta di un consiglio ancora condiviso per la prevenzione dei sintomi connessi e delle complicazioni.
Cosa NON mangiare?
A differenza di quanto si crede comunemente non è necessario eliminare alimenti specifici: i semi di pomodori, zucchine, cetrioli, fragole, lamponi, così come semi di papavero e altri, sono generalmente innocui.
È invece consigliabile ridurre il consumo di carne rossa, che sembra essere legata alla probabilità di andare incontro a diverticolite.
Le decisioni in merito alla dieta devono essere prese considerando le differenze soggettive, mantenere un diario alimentare può contribuire a individuare alimenti causa di problemi.
Terapia farmacologica
La diverticolosi (presenza di diverticoli) in genere non richiede nulla più che un occasionale ricorso ad antidolorifici in caso di fastidio, mentre la diverticolite semplice con sintomi lievi richiede riposo, assunzione di antibiotici per via orale (ad esempio rifaximina) e una dieta liquida per un certo periodo di tempo. In alcuni casi l’attacco di diverticolite è invece abbastanza grave da richiedere un ricovero ospedaliero, antibiotici per via endovenosa ed eventualmente un intervento chirurgico.
Alcuni lavori hanno dimostrato una potenziale utilità relativa alla somministrazione di fermenti lattici, in termini di prevenzione verso i sintomi della diverticolosi e sviluppo di infezioni.
Se si accusano crampi, gonfiore, costipazione e altri sintomi il medico può prescrivere un breve ciclo di antinfiammatori, anche se alcuni farmaci antidolorifici causano costipazione.
Gravi casi di diverticolite con dolore acuto e complicazioni potrebbero richiedere una degenza ospedaliera, ma la maggior parte dei pazienti sono trattati con antibiotici e un paio di giorni di digiuno (o l’assunzione di bevande) per aiutare il riposo del colon. Solo raramente può essere necessario un intervento chirurgico.
Quando è necessario un intervento chirurgico per la diverticolite?
Se i sintomi della diverticolite sono frequenti o se il paziente non risponde agli antibiotici ed al riposo del colon, il medico può consigliare un intervento chirurgico. Il chirurgo rimuove la parte del colon interessata e unisce le restanti sezioni.
Questo tipo di intervento chirurgico, chiamato resezione del colon, va a prevenire le complicazioni e la diverticolite. Il medico può anche raccomandare la chirurgia per complicazioni come una fistola o la parziale ostruzione intestinale.
Un intervento chirurgico immediato può essere necessario quando il paziente ha altre complicazioni, come perforazione, un grande ascesso, peritonite, completa ostruzione intestinale o gravi emorragie. In questi casi possono essere necessari due interventi chirurgici in quanto non è certo che il colon si ricongiunga subito. Durante il primo intervento il chirurgo pulisce la cavità addominale infetta, rimuove la parte interessata del colon e svolge una colostomia temporanea, la creazione di un ano artificiale, nell’addome. L’estremità del colon è collegata all’apertura per consentire al paziente di mangiare normalmente durante il processo di guarigione. Diversi mesi dopo, nel secondo intervento chirurgico, il chirurgo ricongiunge le estremità del colon e chiude lo stoma.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.