Introduzione
I diverticoli sono piccole sacche che si formano lungo il colon, ovvero la parte finale dell’intestino. Nella maggior parte dei casi la loro presenza non causa nessun disagio, mentre alcuni pazienti possono manifestare
- dolori e bruciori,
- stitichezza,
- gonfiori.
Nel caso in cui non ci sia infiammazione, quindi in assenza di sintomi o con disturbi lievi, si parla di diverticolosi (condizione di per sé non patologica, in quanto semplice alterazione anatomica: sono presenti diverticoli). Se invece è presente un’infiammazione attiva si parla di diverticolite, una condizione potenzialmente molto grave che può portare anche a peritonite, un’infiammazione diffusa dell’addome che se non trattata chirurgicamente diventare rapidamente fatale.
Benché non siano ancora state definitivamente chiarite le cause alla base dell’insorgenza dei diverticoli, l’ipotesi ad oggi più accreditata prevede che sia un aumento della pressione all’interno dell’intestino (condizione ovviamente diversa dall’ipertensione sanguigna) a favorire la formazione di estroflessioni della parete: una dieta povera di fibre, se protratta nel tempo, porta alla formazione di materia fecale dura, compatta, con la conseguenza che l’intestino fatica di più a contrarsi, i muscoli che lo circondano si sforzano maggiormente e così la pressione all’interno del lume aumenta.
Il risultato iniziale è la stipsi, mentre con la cronica mancanza di fibre c’è la possibilità di sviluppare diverticoli.
Tra i principali fattori di rischio si riconoscono inoltre
- obesità,
- mancanza di esercizio fisico,
- fumo,
- famigliarità,
- abuso di antinfiammatori.
In questo contesto appare chiara l’importanza di una corretta pianificazione alimentare sia in termini di prevenzione che di trattamento della patologia.
Dieta
La fibra è l’elemento chiave attorno a cui costruire un regime alimentare di prevenzione/trattamento della malattia diverticolare; esistono due tipi di fibre:
- Le fibre solubili sono quelle normalmente presenti in verdura e frutta, hanno la capacità di assorbire l’acqua e sono considerate prebiotiche, vengono cioè fermentate dai batteri dell’intestino tenue (il primo tratto dell’intestino). Questo porta a sviluppare una flora intestinale favorevole alla salute umana.
- La fibra insolubile deriva principalmente dai cereali integrali; al contrario della fibra solubile trattiene meno acqua nel tenue, ma non venendo fermentata si porta questo carico idrico fino all’intestino crasso (colon), rendendo le feci più voluminose e morbide e, di fatto, favorendo quindi il transito intestinale.
È evidente come i due tipi di fibra vadano a interagire positivamente su una condizione di diverticolosi: una migliore flora intestinale causa meno gonfiori e un più veloce transito intestinale, ma soprattutto
- consente un abbassamento della pressione all’interno dell’organo,
- contrasta la stitichezza,
- previene la formazione e l’infiammazione dei diverticoli.
A tal proposito è bene sottolineare che durante la fase dell’infiammazione la dieta deve essere diversa: esagerare con le fibre potrebbe peggiorare la situazione e quindi, finché la situazione non si sia stabilizzata (ovvero si è passati dalla diverticolite alla diverticolosi), la quantità di frutta, verdura, cereali integrali e legumi va ridotta e secondo alcuni medici azzerata (in caso di diverticolite acuta si passa in genere ad una dieta prettamente liquida, gestendo spesso il paziente a livello ospedaliero).
La dieta per la diverticolosi quindi deve essere ricca di fibra per favorire il transito intestinale.
Tra i cibi ad alto contenuto di fibre possiamo ricordare, ad esempio:
- pasta e riso integrali,
- altri cereali integrali come l’avena,
- pere,
- fagioli,
- ceci,
- fave,
- mandorle,
- soia,
- carciofi,
- cavoletti di bruxelles,
- broccoli,
- cavolfiori.
Si noti che, se al momento si segue una dieta povera di fibra, è consigliabile aumentarne il consumo gradualmente, per evitare il rischio di sviluppare gonfiore e disagio addominale; l’obiettivo a cui tendere è il consumo di almeno 25-30 grammi di fibra al giorno, sommando tutte le diverse fonti. Si raccomanda infine di associare un’abbondante idratazione (bere molto), per contribuire a formare feci morbide e lubrificate.
Riassumendo
- Poiché quasi ogni alimento vegetale contiene fibre, la chiave per assumerne sufficienti quantità è la varietà della dieta.
- Mentre in passato si avvertiva il paziente di avere come unica accortezza l’evitare i semi, per timore che se non ben masticati e digeriti potessero andare ad annidarsi all’interno di un diverticolo causando infiammazione, ad oggi è stato dimostrato che questo dubbio non è in realtà supportato da evidenze scientifiche. Il cibo va comunque sempre masticato adeguatamente, non fosse altro che per favorire il processo digestivo.
- Bere abbondante acqua aiuta il lavoro delle fibre nel facilitare la funzionalità intestinale, da limitare invece le bevande eccitanti, che potrebbero avere effetti avversi.
- Non ci sono limitazioni per alimenti carnei (carne, pesce, formaggi, uova, latte…) né per pasta e pane, tranne quelle date da una dieta varia ed equilibrata.
- Ovviamente, anche lo stile di vita incide sullo sviluppo dei diverticoli: una vita attiva porta a un migliore funzionamento dell’intestino, con meno possibilità di sviluppare la malattia.
- Infine, salvo diversa disposizione medica sarebbe meglio evitare i lassativi, che abituano l’intestino a lavorare poco, con la conseguenza di innescare stitichezza nel momento in cui venissero sospesi.
Le domande più frequenti
Qual è la dieta raccomandata per chi soffre di diverticolosi?
Posso mangiare semi in caso di diverticolosi?
Cosa fare in caso di stitichezza severa con diverticolosi?
Posso continuare a fare attività fisica durante la cura per diverticolite?
Autore
Dr. Giuliano Parpaglioni
Biologo NutrizionistaMaster internazionale di II livello in nutrizione e dietetica
Riceve a Brescia, Leno e Toscolano Maderno
https://www.nutrizionistabrescia.com
g.parpaglioni@gmail.com
(Data la necessità di un approccio personalizzato, non è possibile offrire consulenze via mail)