Cos’è il virus intestinale?
La gastroenterite virale è un’infezione intestinale che spesso viene definita erroneamente “influenza intestinale” o virus intestinale:
- il termine gastroenterite indica un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino,
- tipicamente risultante da un’infezione virale, batterica o, meno comunemente, da parassiti. I virus più frequentemente associati alla gastroenterite nei paesi occidentali sono il Norovirus e il Rotavirus, con il primo che è la causa più comune negli adulti e il secondo nei bambini.
I sintomi caratteristici della gastroenterite, che possono comparire tutti o solo in parte, sono:
- vomito,
- dolore addominale,
- diarrea,
- malessere generale
- mal di testa.
Alcune forme particolarmente severe potrebbero essere causa dello sviluppo di febbre, segno della guerra in corso tra virus ed organismo; in questi casi è comune avvertire anche brividi e talvolta dolori diffusi.
L’influenza intestinale dura in genere pochi giorni, tipicamente 2-3, ma a seconda del virus responsabile i sintomi potrebbero persistere anche più a lungo.
In pazienti altrimenti sani la prognosi è ottima e il recupero avviene senza necessità di trattamento; la maggior parte dei casi di gastroenterite ha infatti un decorso autolimitante e si risolve spontaneamente, sebbene l’idratazione sia fondamentale per prevenire la disidratazione, soprattutto nei bambini piccoli e negli anziani.
Cause
Le gastroenteriti virali sono infezioni causate da vari tipi di virus che infettano il tratto gastrointestinale, danneggiando le cellule che formano le pareti dell’intestino tenue e provocando così la fuoriuscita dei fluidi dalle cellule colpite e relativa diarrea acquosa.
In altre parole compromettono la capacità delle cellule intestinali di mantenere l’equilibrio idrico, portando a una perdita di liquidi che è responsabile dei sintomi tipici, come diarrea e la conseguente disidratazione.
Sebbene sia particolarmente diffusa nei mesi freddi, è una delle malattie di più frequente diagnosi durante tutto l’anno e per questa ragione è importante mantenere alta l’attenzione soprattutto dal punto di vista dell’igiene delle mani, la chiave di prevenzione più efficace di cui disponiamo (e che vale anche per infezioni respiratorie invernali come influenza e COVID).
Il virus intestinale in genere si trasmette infatti per
- contatto con una persona infetta,
- contatto con oggetti contaminati,
- ingestione di alimenti o acqua contaminati.
I virus intestinali
Alla base della maggior parte delle gastroenteriti virali troviamo quattro famiglie di virus:
- I calicivirus possono provocare infezioni nelle persone di qualsiasi fascia d’età. Questa famiglia di virus comprende quattro tipi diversi: i norovirus sono i più comuni in assoluto e principali responsabili delle infezioni della specie umana, di solito provocano le epidemie di gastroenterite virale che si verificano con maggior frequenza nel periodo compreso tra ottobre e aprile. I sintomi più comuni dell’infezione sono: vomito e diarrea, affaticamento, mal di testa e in alcuni casi anche dolori muscolari. I sintomi compaiono da uno a tre giorni dall’esposizione.
- Il rotavirus è la causa primaria tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 15 mesi e la causa più comune della diarrea nei bambini di età inferiore ai 5 anni. I sintomi dell’infezione da rotavirus compaiono uno o due giorni dopo l’esposizione (tempo d’incubazione): il rotavirus di solito provoca vomito e scariche di diarrea acquosa per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni, oltre a febbre e dolore addominale. Può anche infettare gli adulti che vivono a stretto contatto con i bambini infetti, ma in genere in forma più lieve.
- L’adenovirus colpisce soprattutto i bambini di età inferiore a due anni; ne esistono 49 tipi diversi, ma solo una specie infetta l’apparato gastrointestinale provocando vomito e diarrea. I sintomi di solito compaiono a una settimana dall’esposizione. Le infezioni da adenovirus possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
- Gli astrovirus infettano soprattutto i neonati, i bambini piccoli e gli anziani. I virus di questo tipo sono maggiormente attivi nei mesi invernali. Il vomito e la diarrea compaiono da uno a tre giorni dopo l’esposizione.
Come si trasmette? Il contagio
La gastroenterite virale è una condizione altamente contagiosa e purtroppo non si acquisisce immunità dopo averla contratta (se non verso quello specifico ceppo virale e comunque limitatamente nel tempo).
I casi di influenza intestinale sono più comuni in inverno, ma le epidemie possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
La più comune via di contagio è oro-fecale, quindi è possibile contrarre norovirus ed altre infezioni portando accidentalmente alla bocca o a contatto con altre mucose minuscole particelle fecali o provenienti da vomito di soggetti infetti; questo avviene in genere mediante una delle seguenti modalità:
- consumo di cibo o bevande contaminate,
- toccando superfici o oggetti contaminati (fomiti) da norovirus e poi portando le dita alla bocca
- contatto diretto e stretto con un soggetto infetto (vomito/feci).
I norovirus, in particolare, si diffondono mediante contatto con le feci o il vomito di persone infette o attraverso l’acqua o gli alimenti contaminati (soprattutto ostriche o molluschi provenienti da acque contaminate).
È possibile che ci si possa contagiare anche respirando particelle virali emesse da un paziente che abbia vomitato, ma si tratta ad oggi ancora di un’ipotesi.
Per quanto si è contagiosi?
- Un paziente con gastroenterite inizia a essere contagioso dalla comparsa dei sintomi (o poco prima) e fino a 48 ore dopo la loro scomparsa.
- Il virus può sopravvivere nelle feci per fino a due settimane dopo la guarigione, soprattutto nei bambini.
- Anche chi non presenta sintomi può comunque essere contagioso.
Fattori di rischio
Ogni virus del tratto gastrointestinale manifesta un periodo di maggiore attività: per esempio, coloro che risiedono nell’emisfero settentrionale (come l’Italia) hanno una maggiore probabilità di contrarre il Rotavirus o il virus Norwalk tra ottobre e aprile. Tuttavia, è possibile essere esposti al contagio durante tutto il corso dell’anno.
Si tratta di patologie che trovano un fertile terreno di diffusione in dormitori, caserme, asili, scuole, navi da crociera, … ovvero in tutti i luoghi dove si registra un’alta concentrazione di persone.
I soggetti immunodepressi sono poi ovviamente ad alto rischio di contagio (neonati, persone anziani, pazienti sieropositivi, trapiantati, …) e a maggior rischio di complicazioni.
Incubazione
I sintomi dei virus intestinali compaiono in genere da 12 a 48 ore dopo il contagio (tempo d’incubazione), variabili a seconda del ceppo responsabile dell’infezione.
Sintomi
La gastroenterite spesso è definita influenza intestinale, ma non ha nulla a che vedere con l’influenza vera e propria, che colpisce primariamente l’apparato respiratorio (naso, gola e polmoni).
La gastroenterite (virus intestinale) colpisce l’intestino, provocando sintomi come:
- diarrea acquosa, di solito senza presenza di sangue (il sangue, generalmente, indica un’infezione di natura diversa e più grave e il sintomo prende il nome di dissenteria),
- crampi e dolore addominali,
- nausea e/o vomito,
- dolori muscolari o mal di testa sporadici,
- eventualmente febbre lieve e brividi.
Secondo alcuni autori non è raro che i sintomi peggiorino nelle ore serali e durante la notte, a causa di variazioni circadiane di tipo ormonale e metabolico.
Quanto dura?
I sintomi persistono mediamente per un periodo compreso tra 1 e 3 giorni; la variabilità è dettata dalla reattività del sistema immunitario dell’ospite e dal virus responsabile del contagio (alcuni ceppi virali sono causa di malesseri in grado di persistere fino a 10 giorni e più).
Fa venire la febbre?
Sì, è possibile che si sviluppi una leggera febbre, ma in genere se presente tende a risolversi in modo relativamente rapido.
Pericoli
La disidratazione è la complicanza più comune della gastroenterite virale, che si verifica quando non è possibile reidratarsi per supplire alle perdite di liquidi causate da vomito e diarrea.
Un organismo disidratato non ha sufficienti liquidi per mantenere il giusto equilibrio di sali minerali necessari al buon funzionamento di organi e apparati (elettroliti).
I neonati, i bambini piccoli, gli adulti più anziani e le persone con sistema immunitario indebolito sono i soggetti che presentano il rischio maggiore di incorrere in questo problema.
I sintomi e i segni più comuni di disidratazione nell’adulto sono:
- sete eccessiva,
- minzione insufficiente (con l’urina di colore scuro),
- pelle secca,
- letargia, vertigini o debolezza.
In neonati e bambini è invece possibile verificare la presenza di:
- bocca e lingua secca,
- assenza di lacrime durante il pianto,
- pannolino asciutto per tre o più ore,
- febbre alta,
- irritabilità o eccessiva sonnolenza,
- guance scavate e/o fontanella eccessivamente evidente nei neonati.
Può essere inoltre utile verificare, su adulti e bambini, pizzicando delicatamente la pelle; in caso di disidratazione questa non si distende normalmente quando viene rilasciata.
Nei casi più gravi, soprattutto nei Paesi poveri, la disidratazione può anche causare morte.
Quando chiamare il medico
Normalmente la gastroenterite virale non richiede assistenza medica, in quanto patologia autolimitante e destinata quindi a risolversi nel giro di qualche giorno; è invece indispensabile contattare un medico nel caso di adulto con:
- severi sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine, vertigini persistenti o la perdita di conoscenza,
- presenza di sangue nelle feci (potrebbe essere segno di infezione batterica),
- vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
- febbre oltre i 38°,
- sintomi che non migliorano dopo qualche giorno,
- sintomi comparsi al ritorno da un viaggio un Paese a rischio,
- patologie pre-esistenti come malattie renali, malattie infiammatorie intestinali o un sistema immunitario indebolito da altre cause.
Nel caso di bambini tendenzialmente è possibile gestire la situazione in casa, ma si raccomanda di rivolgersi al Pronto Soccorso in caso di:
- sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine (pannolino asciutto), pianto senza lacrime, irritabilità, letargia, mani e piedi freddi, …
- sangue nelle feci o vomito di colore verde,
- vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
- diarrea per più di una settimana,
- vomito per tre giorni o più,
- sintomi anomali legati a patologie più gravi:
- febbre alta,
- respiro accelerato, affannoso o mancanza di fiato,
- collo rigido,
- fontanella molto marcata nei neonati,
- sistema immunitario indebolito per altre cause.
Diagnosi
In genere la diagnosi di gastroenterite virale viene formulata in base ai soli sintomi (diagnosi clinica) e solo nel caso di sintomatologia grave che persista per più di 2-3 giorni potrebbero essere necessari ulteriori test; in questi il curante potrebbe voler richiedere un esame delle feci per poter per esempio escludere infezioni batteriche o parassitarie.
In molti casi i medici curanti sono facilitati nella diagnosi dall’osservazione della situazione nella comunità, in questi casi è infatti frequente che i casi diventino improvvisamente numerosi e con sintomi paragonabili tra loro.
Farmaci, cosa prendere?
La maggior parte dei casi di gastroenterite virale si risolve spontaneamente senza necessità di alcun farmaco (e ricordiamo che gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali); l’obiettivo principale del trattamento è quindi quello di ridurre i sintomi e prevenire le complicazioni.
Tra i farmaci più comunemente usati ricordiamo:
- antidiarroici (ad esempio la loperamide oppure sostanze adsorbenti come la diosmectite, vide infra),
- antivomito (ad esempio domperidone, metoclopramide, …),
- paracetamolo (Tachipirina®) in caso di febbre e/o malessere.
I farmaci antidiarroici, in grado quindi di bloccare la diarrea, impediscono all’organismo di eliminare dall’intestino i virus responsabili dei sintomi stessi, mentre nel caso di farmaci antiemetici (contro il vomito) il profilo di rischio dei principi attivi più efficaci in realtà non sempre ne giustifica l’utilizzo (entrambe le molecole nominate sono generalmente controindicate nei bambini).
Si raccomanda di NON associare farmaci antidiarroici come loperamide e procinetici come Plasil o Peridon (hanno effetto opposto sulla muscolatura gastrointestinale); per la diarrea possono essere utili fermenti lattici.
Si raccomanda quindi di fare sempre riferimento al medico prima di assumere farmaci, soprattutto nel caso pazienti bambini, perché in questi casi si rivelano spesso un’arma a doppio taglio.
In buona sostanza serve quindi un po’ di paziente attesa che l’infezione faccia il suo corso, ma è possibile ad esempio ricorrere a medicinali a base di diosmectite, sostanza che non riduce il numero di scariche favorendo la formazione di feci più compatte (il farmaco è tuttavia controindicato al di sotto dei due anni, in gravidanza e allattamento). Il meccanismo d’azione è legato alla capacità di assorbire batteri, virus e tossine eventualmente presenti a livello intestinale, permettendone la successiva evacuazione.
Nel caso dei bambini più piccoli, quando il vomito fosse persistente, potrebbe rendersi necessario ricorrere all’idratazione per via endovenosa (flebo).
Dieta: cosa mangiare?
A differenza del passato non è più ritenuto strettamente necessario ricorrere ad una dieta in bianco; in caso di vomito severo è possibile senza timori sospendere il consumo di alimenti e liquidi per qualche ora, mentre quando possibile si consiglia di riprendere gradualmente la reidratazione per prevenire il rischio di disidratazione.
Per evitare i problemi e prevenire la disidratazione in fase di guarigione, si consiglia di:
- Bere abbondantemente, possibilmente soluzioni reidratanti specifiche, oppure in alternativa bibite frizzanti al limone (Sprite®, 7UP®) non fredde da frigo, brodi o bevande energetiche senza caffeina, come il Gatorade® e simili. Nei casi di disidratazione più severa l’acqua naturale va sempre integrata con sali minerali. Utile anche cercare di mangiare lentamente un ghiacciolo e in generale bere poco per volta, per evitare di innescare episodi di vomito (in questi casi è utile lasciar sciogliere in bocca piccoli cubetti di ghiaccio).
- Reintrodurre molto gradualmente il cibo solido, partendo da alimenti facilmente digeribili come riso, patate, pane bianco, carne bianca, banane, … In caso di ricomparsa di vomito sospendere nuovamente.
- Evitare per qualche tempo e comunque almeno fino a completo recupero cibi grassi, dolci, latte e latticini nel caso degli adulti, caffeina e alcolici.
- Riposare.
Pazienti anziani o soggetti immunocompromessi necessitano di attenzioni quasi quanto i bambini, dato l’organismo più fragile e soggetto a disidratazione.
Bambini
I bambini richiedono invece qualche attenzione e precauzione aggiuntiva; a causa della loro dimensione corporea più piccola, neonati e bambini sono maggiormente esposti al rischio di disidratazione quando la gastroenterite virale diventa causa di diarrea e vomito e l’aspetto più importante è quindi reintegrare liquidi e sali minerali.
Si consiglia quindi di:
- Somministrare soluzioni reidratanti orali, come Dicodral® o Humana Idravita®. Si raccomanda di non usare l’acqua, in quanto nei bambini affetti da gastroenterite l’acqua priva di sali minerali non viene assorbita correttamente e non è in grado di reintegrare liquidi e sali. Le soluzioni reidratanti orali sono in vendita in tutte le farmacie, ma rivolgetevi comunque al medico se non siete sicuri su come usarle. Non cercate di reidratare vostro figlio usando succhi di frutta o altre bevande dolci, perché potrebbero far peggiorare la diarrea.
- Proporre al bambini alimenti solidi di facile digestione in caso di richiesta, come biscotti, pane, riso, banane e patate.
- In caso di neonato allattato al seno continuare regolarmente, così come in caso di allattamento con il latte artificiale, eventualmente associato alle soluzioni reidratanti se prescritte.
- Riposo.
Dieta BRAT
In passato veniva talvolta suggerita la dieta BRAT, acronimo inglese di:
- Banane: facilmente digeribili e ricche di potassio, che può essere perso a causa della diarrea.
- Riso: fonte di carboidrati complessi facilmente digeribili, che fornisce calorie senza irritare lo stomaco o l’intestino.
- Mela: Le mele, preferibilmente cotte o in purea, sono sono incluse per la presenza di pectina (una fibra che migliora l’infiammazione intestinale).
- Toast: Le fette di pane tostato sono un’alternativa secca al riso.
In realtà ad oggi NON è più consigliata perché eccessivamente e soprattutto inutilmente restrittiva; i singoli alimenti rimangono comunque ottime opzioni come singoli componenti di una normale dieta leggera.
Prevenzione
Per ridurre il rischio di contrarre la gastroenterite virale si consiglia di:
- Lavare accuratamente le mani con acqua calda e sapone, fregando bene per almeno 20 secondi; è particolarmente importante soprattutto dopo aver usato il bagno, cambiato un pannolino e in generale prima di maneggiare o consumare del cibo.
- Disinfettare le superfici potenzialmente contaminate come il tavolo, i tavolini da gioco dei bambini, le superfici di preparazione del cibo, … e in generale gli oggetti utilizzati da famigliari affetti dall’infezione. Particolare attenzione va posta nella disinfezione dei sanitari.
- Evitare la condivisione di asciugamani, posate, bicchieri, cuscini, … con pazienti colpiti da sintomi.
- Evitare cibi e bevande che potrebbero essere contaminati, soprattutto in viaggio in Paesi con condizione igieniche precarie.
Ricordiamo l’esistenza di uno specifico vaccino contro il rotavirus; se nei Paesi del terzo mondo si tratta di una forma di prevenzione in grado di salvare delle vite, in Italia e nei Paesi con sistemi sanitari più avanzati è di fatto una possibilità che può prevenire un ricovero ospedaliero per reidratare i bambini che ne vengono colpiti.
Fonti e bibliografia
Le domande più frequenti
La gastroenterite può manifestarsi senza diarrea?
Come capire se è un virus intestinale?
Quanto dura la gastroenterite?
È possibile contagiare altre persone dopo aver avuto la gastroenterite?
Quali sono i sintomi della gastroenterite e cosa si può fare per alleviarli?
Cosa fare se un bambino vomita e ha diarrea?
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.