Disidratazione in adulti e bambini: sintomi, cause e rimedi

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Introduzione

La disidratazione è una condizione caratterizzata da un’insufficiente quantità di liquidi nell’organismo, che perde quindi la capacità di funzionare correttamente.

Mediamente un adulto necessita di quasi tre litri al giorno di acqua, da assumere attraverso bevande e alimenti (per esempio frutta e verdura), ma in caso di caldo le esigenze aumentano di conseguenza.

Quando il contenuto di acqua nell’organismo è insufficiente viene alterato l’equilibrio di sali minerali e zuccheri, che si riflette in squilibri e difficoltà in numerosi processi metabolici e non solo: l’acqua costituisce oltre i due terzi del corpo umano sano e tra le sue funzioni ricordiamo ad esempio:

  • lubrificazione di articolazioni e occhi,
  • contributo nel processo di digestione,
  • eliminazione di scorie e tossine,
  • mantenimento della salute della pelle.

L’organismo è dotato di meccanismi di controllo e regolazione dei liquidi molto sofisticati, ma la popolazione anziana, i bambini (soprattutto i neonati) e alcuni casi specifici (per esempio pazienti in terapia con diuretici) hanno spesso bisogno di bere di più di quanto non suggerirebbe la sete.

I sintomi più comuni di disidratazione negli adulti includono

  • sete,
  • necessità di urinare meno spesso del solito,
  • colore scuro delle urine,
  • pelle secca,
  • stanchezza,
  • vertigini e svenimenti.

I segni e i sintomi di disidratazione nei lattanti e nei bambini possono comprendere in aggiunta anche

  • bocca secca,
  • pianto senza lacrime,
  • nessun pannolino bagnato per 3 o più ore,
  • febbre alta,
  • letargia (eccessiva sonnolenza).

Le prime complicazioni possono verificarsi già con piccole perdite di liquidi, quindi se pensi di essere disidratato è ovviamente necessario bere, ma è raccomandabile farlo gradualmente, per evitare di sovraccaricare lo stomaco rischiando di innescare episodi di vomito.

Tra le cause più frequenti di disidratazione ricordiamo

Ci si può disidratare anche quando non si beve abbastanza in situazioni di clima caldo o di esercizio fisico.

Una curiosità: quando l’acqua non è disponibile (ad esempio, in mare o in un deserto), l’acqua di mare e gli alcolici sono destinati a peggiorare la condizione. L’urina contiene a sua volta una concentrazione del soluto simile all’acqua di mare e, nonostante quanto si pensi, numerose guide ne sconsigliano il consumo in situazioni di grave emergenza.

Primo piano di una donna che si reidrata bevendo da una bottiglietta d'acqua.

iStock.com/chombosan

Cause

Si soffre di disidratazione quando l’acqua introdotta non reintegra quella persa durante la giornata: l’organismo, in parole povere, si secca.

Tra le cause più comuni di disidratazione ricordiamo:

  • Diarrea e vomito. La diarrea grave e acuta (cioè la diarrea violenta che si presenta all’improvviso) può causare un’ingente perdita di acqua ed elettroliti in un breve periodo. Se oltre ad avere la diarrea vomitate, perderete ancor più liquidi e sali minerali. I neonati e i bambini piccoli sono particolarmente a rischio.
  • Febbre. In generale, più la febbre è alta più si corre il rischio di disidratazione. Se oltre ad avere la diarrea e il vomito, avete anche la febbre, perderete quindi una maggior quantità di liquidi.
  • Sudorazione eccessiva. Quando si suda si perdono liquidi. Se durante un’attività fisica intensa non reintegrate i liquidi persi, potrete disidratarvi. Il tempo caldo e umido fa aumentare la sudorazione e quindi la quantità di liquidi persi. Tuttavia è possibile disidratarsi anche d’inverno, se non si reintegrano i liquidi persi. I preadolescenti e gli adolescenti che fanno attività sportiva possono essere particolarmente a rischio, sia per il loro peso, di norma inferiore a quello degli adulti, sia perché, per inesperienza, potrebbero non essere in grado di riconoscere i campanelli d’allarme della disidratazione.
  • Aumento della produzione di urina. Questa situazione, nella maggior parte dei casi, è causata dal diabete mellito non controllato o non diagnosticato. Il diabete è un disturbo che influenza il modo in cui l’organismo usa il glucosio, cioè lo zucchero presente nel sangue (glicemia). Questo tipo di diabete di norma fa aumentare la sete, si beve di più e quindi la quantità di urina prodotta aumenta. Un altro tipo di diabete è quello insipido, anch’esso caratterizzato dalla sete eccessiva e dall’aumento della quantità di urina prodotta, ma in questo caso con alla base un disturbo ormonale che impedisce ai reni di conservare l’acqua. Anche alcuni farmaci come i diuretici, gli antistaminici, i farmaci per la pressione alta e alcuni psicofarmaci, nonché l’alcool, possono indurre disidratazione, di solito perché aumentano la sudorazione e la quantità di urina prodotta.

Fattori di rischio

Chiunque può soffrire di disidratazione, se perde troppi liquidi; tuttavia tra le categorie più a rischio di complicazioni ricordiamo:

  • Neonati e bambini. I neonati e i bambini sono particolarmente vulnerabili, perché pesano relativamente poco e metabolizzano più facilmente l’acqua e gli elettroliti. Sono inoltre la fascia di età che soffre con maggior frequenza di diarrea.
  • Anziani. Invecchiando si diventa maggiormente soggetti alla disidratazione per diversi motivi: l’organismo perde la capacità di conservare l’acqua, la sete si manifesta con minore frequenza e il corpo ha maggiori difficoltà di adattamento alle variazioni di temperatura. Gli anziani, inoltre, specie se vivono in casa di riposo o da soli, tendono a mangiare meno rispetto ai giovani e in alcuni casi possono addirittura dimenticare di mangiare o di bere. La disabilità o le cure insufficienti, inoltre, possono portarli a una cattiva alimentazione. Tutti questi problemi sono aggravati dalle malattie croniche, ad esempio dal diabete, dai cambiamenti ormonali connessi alla menopausa e dall’uso di determinati farmaci.
  • Pazienti affetti da malattie croniche. Chi non cura il diabete o non lo tiene sotto controllo corre un maggior rischio di disidratazione. Tra le altre malattie croniche in grado di aumentare il rischio di soffrire di disidratazione ricordiamo: i disturbi renali, l’alcolismo e i disturbi delle ghiandole surrenali (come il morbo di Addison). Anche un semplice raffreddore o un banale mal di gola possono rendervi più soggetti alla disidratazione, perché probabilmente non avrete voglia di mangiare o di bere. La febbre aggrava in ogni caso la disidratazione.
  • Atleti che praticano sport di resistenza. Chiunque svolga una qualsiasi attività fisica si può disidratare, in particolare se si trova in un ambiente caldo e umido o ad alta quota; tuttavia gli atleti che praticano la maratona, il triathlon, le scalate ad alta quota e le corse ciclistiche a tappe sono particolarmente a rischio. Più l’esercizio fisico si protrae, più è difficile mantenere l’idratazione. Durante l’esercizio l’organismo potrebbe perdere più acqua di quanta ne assorbe. Dopo ogni ora di esercizio, il debito di liquidi cresce. La disidratazione può accumularsi anche per un periodo di più giorni e questo significa che si può disidratare anche quando si pratica un’attività fisica moderata, ma non si beve a sufficienza per reintegrare i liquidi persi ogni giorno.
  • Persone che vivono ad alta quota. Vivere, lavorare e fare attività fisica ad alta quota (cioè a un’altitudine superiore ai 2500 m) può causare diversi problemi di salute. Tra di essi ricordiamo la disidratazione, che di solito si verifica quando l’organismo tenta di adattarsi all’alta quota aumentando la quantità di urina prodotta e respirando più velocemente (più velocemente si respira per mantenere alto il livello d’ossigeno nel sangue, maggiore è la quantità di vapore acqueo espirata).
  • Persone che lavorano o fanno attività fisica all’aria aperta, in climi caldi e umidi. Quando il clima è caldo e umido, aumenta il rischio di disidratazione e disturbi connessi al caldo. Quando l’aria è umida, infatti, il sudore non riesce ad evaporare alla velocità normale, quindi l’organismo si raffredda più lentamente. La temperatura corporea è maggiore del solito e quindi c’è bisogno di assumere più liquidi.

Sintomi

Negli adulti il senso di sete è indicativo di per sé di disidratazione, ma sfortunatamente lo stesso non si può dire per bambini e anziani, che invece potrebbero non avvertirla:

  • Gli anziani perdono la capacità di avvertire il senso di sete
  • i bambini sono spesso troppo impegnati a giocare e correre e possono pericolosamente trascurare la perdita di liquidi.

L’indicatore più obiettivo è il colore delle urine:

  • la produzione di urine trasparenti o chiare indicano che siete ben idratati,
  • mentre urine di colore giallo scuro o ambrato di solito sono un segnale di disidratazione.

Adulti e adolescenti

I sintomi più frequenti della disidratazione lieve o moderata sono:

La disidratazione grave è una situazione di emergenza, in grado di provocare:

Bambini

In neonati e bambini è possibile individuare ulteriori sintomi specifici, oltre a quelli visti per la popolazione adulta:

  • riduzione dei livelli di attività,
  • irritabilità,
  • sonnolenza grave (letargia),
  • fontanella infossata (la fontanella è il punto morbido sulla sommità del capo del neonato),
  • nessuna lacrima durante il pianto,
  • bocca secca,
  • i neonati possono non bagnare il pannolino per più di tre ore oppure i bambini e gli adolescenti possono non urinare per otto ore o più,
  • urina scura,
  • respiro accelerato,
  • manine e piedini freddi.

Quando chiamare il medico

Se siete un adulto sano normalmente potrete curare la disidratazione lieve o moderata assumendo più liquidi, ad esempio acqua o bevande isotoniche (Gatorade®, Powerade® e simili).

Se invece avvertite i sintomi della disidratazione grave, ad esempio una forte sete, scarsità di urina, pelle grinzosa, capogiro e confusione, rivolgetevi immediatamente al medico.

Per quanto riguarda i bambini e gli anziani, invece, occorre un’estrema cautela; chiamate immediatamente il medico se il vostro famigliare:

  • soffre di diarrea grave, con o senza vomito o febbre,
  • emette sangue nelle feci (dissenteria),
  • ha sofferto di diarrea, anche lieve, per tre giorni o più,
  • vomita continuamente e non trattiene i liquidi,
  • è irritabile, disorientato o è molto meno attivo del solito,
  • avverte uno qualsiasi dei sintomi della disidratazione lieve o moderata.

Andate immediatamente al pronto soccorso o chiamate l’ambulanza se avete il dubbio che un bambino o un anziano sia gravemente disidratato.

È possibile evitare che la disidratazione si aggravi controllando attentamente chi è malato e somministrandogli liquidi, ad esempio le soluzioni reidratanti orali (Idravita®, Dicodral® e altre) ai primi segni di diarrea, vomito o febbre, e consigliando ai bambini di bere molto, prima, durante e dopo l’esercizio fisico.

Non cercate di reintegrare i liquidi persi dal bambino solo con l’acqua, perché non è sufficiente per correggere lo squilibrio elettrolitico e anzi potrebbe far peggiorare i sintomi.

Pericoli

Tra le complicazioni gravi della disidratazione ricordiamo:

  • Colpo di calore. Se non si assumono liquidi a sufficienza quando si svolge un’attività fisica intensa e si suda molto, si può avere un colpo di calore, di intensità variabile da crampi di calore lievi al colpo di calore vero e proprio e potenzialmente fatale.
  • Edema cerebrale (rigonfiamento del tessuto cerebrale). In alcuni casi, quando si riprende ad assumere liquidi dopo la disidratazione, l’organismo finisce per dare troppa acqua alle cellule. In questo modo alcune cellule possono gonfiarsi troppo e scoppiare: le conseguenze sono particolarmente gravi quando ad essere colpite sono le cellule cerebrali.
  • Convulsioni. Gli elettroliti, ad esempio il potassio e il sodio, servono per far passare i segnali elettrici tra le cellule. Se si verifica uno squilibrio elettrolitico, i messaggi elettrici normali possono mescolarsi, e quindi si possono originare contrazioni muscolari involontarie e, in alcuni casi, si può anche perdere conoscenza.
  • Shock ipovolemico (dovuto alla scarsità del volume di sangue circolante). Si tratta di una delle complicazioni più gravi, e a volte fatali, della disidratazione. Si verifica quando il volume del sangue circolante è troppo scarso: la pressione cala bruscamente, così come la quantità di ossigeno presente nell’organismo.
  • Insufficienza renale. Questo problema potenzialmente fatale si verifica quando i reni non sono più in grado di espellere i liquidi in eccesso e le sostanze di rifiuto dal sangue.
  • Coma e decesso. Se non curata tempestivamente e in modo adeguato, la disidratazione grave può essere fatale.

Diagnosi

Il medico è in grado di diagnosticare la disidratazione basandosi sui sintomi fisici, ad esempio:

  • sulla scarsità o sull’assenza di urina,
  • sugli occhi infossati,
  • sulla carenza di elasticità e di tono della pelle.

Se siete disidratati, probabilmente

Per confermare la diagnosi e scoprire la gravità della disidratazione, potranno esservi prescritti altri esami, ad esempio:

  • Esami del sangue. Gli esami del sangue possono essere usati per controllare diversi fattori, ad esempio i livelli degli elettroliti (in particolare del sodio e del potassio) ed il funzionamento dei reni.
  • Esame delle urine. Gli esami delle urine possono servire per scoprire se e in che misura siete disidratati.

Se non si riesce a diagnosticare con certezza lo stato di disidratazione, il medico potrà prescrivere ulteriori esami per escludere il diabete oppure i disturbi epatici o renali.

Cura e terapia

L’unica terapia efficace per la disidratazione è reintegrare i liquidi e gli elettroliti persi; l’approccio da scegliere dipende dall’età del paziente, dalla gravità della disidratazione e dalla causa.

Terapia per i bambini

Il pediatra potrà indicarvi nello specifico come curare la disidratazione di vostro figlio, ma tra le regole generali possiamo elencare le seguenti:

  1. Usate una soluzione reidratante orale. A meno che il dottore vi consigli diversamente, usate una soluzione reidratante come Dicodral® od Idravita® per i neonati e i bambini piccoli che hanno la diarrea, vomitano o hanno la febbre. Queste soluzioni contengono acqua e sali in proporzioni ben definite e servono per reintegrare sia i liquidi sia gli elettroliti persi; sono inoltre facilmente digeribili. Le soluzioni reidratanti orali sono in vendita nelle farmacie. Iniziate a somministrarli nei primi stadi della malattia e non aspettate di arrivare in una situazione di emergenza. In caso di emergenza, se non è a disposizione una soluzione reidratante già pronta, potete fabbricarla direttamente voi con:
    • mezzo cucchiaino di sale,
    • sei cucchiaini radi di zucchero,
    • un litro di acqua potabile.

    Ricontrollate bene le quantità, perché, se sbagliate, la soluzione può non essere efficace o addirittura dannosa. Se possibile, fate ricontrollare le quantità da qualcun altro, per essere ancora più precisi. Indipendentemente dall’alternativa che scegliete, cercate di somministrare una quantità sufficiente di soluzione. Il medico potrà suggerirvi la quantità esatta, a seconda dell’età e della gravità della disidratazione di vostro figlio: una regola di massima è quella di continuare a somministrare i liquidi senza alcuna fretta, finché le urine del bambino non diventano trasparenti. Se il bambino vomita, diminuite la quantità e aumentate la frequenza di somministrazione, ad esempio un cucchiaio a intervalli di pochi minuti. Se nemmeno così il bambino smette di vomitare, aspettate mezz’ora o un’ora e riprovate. I liquidi andrebbero serviti a temperatura ambiente.

  2. Continuate ad allattare. Se vostro figlio non si sente bene, non smettete di allattarlo al seno, ma, oltre al latte, dategli anche una soluzione reidratante con il biberon. Se invece usate il latte in polvere, passate a un prodotto senza lattosio finché la diarrea non scompare: il lattosio, infatti, può essere difficile da digerire quando si ha la diarrea e può farla peggiorare. Non diluite mai il latte in polvere più di quanto consigliato dalle istruzioni. Il medico, in alcuni casi, potrà suggerirvi di sostituire il latte artificiale con una soluzione reidratante per 12, 24 ore al massimo.
  3. Evitate alcuni alimenti e bevande. La bevanda migliore per un bambino che non sta bene sono le soluzioni reidratanti: l’acqua naturale non fornisce la quantità necessaria di elettroliti, mentre le bevande isotoniche sono sì ricche di elettroliti, ma reintegrano solo quelli persi con la sudorazione, e non quelli persi a causa della diarrea o del vomito. Non date a vostro figlio latte, bevande gassate, bevande contenenti caffeina, succhi di frutta o frullati che, anziché alleviare i sintomi della disidratazione, potrebbero addirittura farli peggiorare.

Terapia per gli adulti

La maggior parte degli adulti che soffrono di disidratazione da lieve a moderata, causata dalla diarrea, dal vomito o dalla febbre, può far regredire i sintomi bevendo più acqua. L’acqua è la scelta migliore, perché gli altri liquidi, ad esempio i succhi di frutta, le bevande gassate o il caffè, potrebbero far peggiorare la diarrea.

Terapia per gli atleti

Per la disidratazione connessa all’attività fisica, occorre puntare sull’acqua fresca. Anche le bevande isotoniche che contengono elettroliti e le soluzioni saline possono essere utili. Non c’è alcun bisogno, invece, di ricorrere alle tavolette energetiche: troppo sale può causare la disidratazione ipernatriemica, cioè la disidratazione accompagnata dall’eccesso di sodio.

È tuttavia molto importante istruire gli atleti ad evitare anche i rischi dell’iponatriemia, condizione connessa ad un’eccessiva idratazione.

Terapia della disidratazione grave

I bambini e gli adulti gravemente disidratati dovrebbero essere valutati dal personale medico del 118 o del pronto soccorso: i liquidi, nel loro caso, sono somministrati tramite flebo e non per via orale. L’idratazione endovenosa permette all’organismo di assimilare più velocemente l’acqua e le sostanze nutritive rispetto alle semplici soluzioni orali ed è quindi indispensabile nel caso di situazioni di grave emergenza.

Prevenzione

Per prevenire la disidratazione è indispensabile bere molto e consumare alimenti ricchi di acqua, ad esempio la frutta e la verdura. La maggior parte delle persone sane potrà semplicemente farsi guidare dallo stimolo della sete e ricavare tutti i liquidi necessari non solo dall’acqua, ma anche dalle altre bevande e dagli alimenti. Se invece fate attività fisica, non aspettate di avere sete per reintegrare i liquidi persi.

In determinate circostanze è fondamentale assumere più liquidi del normale:

  • Malattia. Ai primi sintomi, iniziate a bere o a somministrare più acqua oppure una soluzione reidratante, e non aspettate che compaia la disidratazione. Non lasciatevi ingannare dalle bevande gassate che sono sì buone, ma potrebbero contenere troppo zucchero e troppo poco sodio per reintegrare gli elettroliti persi.
  • Esercizio fisico. In generale è consigliabile iniziare a idratarsi il giorno prima dell’attività fisica. Produrre una quantità maggiore del solito di urina trasparente è un segnale di ottima idratazione. Prima dell’attività fisica, bevete da uno a tre bicchieri d’acqua. Durante l’attività reintegrate i liquidi a intervalli regolari, e continuate a bere (acqua o altri liquidi) anche dopo la fine dello sforzo. Ricordate, tuttavia, che bere troppo non produce soltanto una sensazione di gonfiore e di disagio, ma può causare un disturbo potenzialmente fatale, in cui i livelli di sodio nel sangue si abbassano troppo (iponatriemia). L’iponatriemia si verifica quando si bevono più liquidi di quanti se ne perdano con la sudorazione.
  • Condizioni ambientali. Quando ci si trova in un ambiente caldo o umido è necessario bere di più per abbassare la temperatura corporea e per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione. Anche nei climi freddi può essere necessario bere di più, se si suda molto e si indossano capi isolanti. L’aria viziata o il riscaldamento possono far perdere umidità alla pelle, aumentando il fabbisogno giornaliero di liquidi; anche vivere e lavorare ad altitudini superiori ai 2500 m può influire sul fabbisogno di liquidi dell’organismo. Se la disidratazione si presenta mentre state facendo attività fisica all’aperto e al caldo, riparatevi all’ombra, sdraiatevi e iniziate a bere dell’acqua o una bevanda sportiva. Gli allenatori dovrebbero consigliare agli atleti più giovani di avvertire in caso di comparsa dei sintomi della disidratazione.

Quanto dovrei bere?

Gli studi hanno cercato di stabilire la quantità di liquidi da assumere giornalmente, ma non può che esserci grande variabilità in base a numerosi fattori quali

  • età,
  • clima,
  • attività fisica.

Una buona regola è quella di bere abbastanza acqua in modo da non avvertire sete e aumentare le quantità durante la stagione calda e in caso di attività fisica.

Un’urina di colore chiaro è un buon indicatore dello stato di idratazione dell’organismo, mentre se il colore diventa più scuro significa che non si beve a sufficienza.

Fonti e bibliografia

Le domande più frequenti

Risposte a cura del Dr. Roberto Gindro

Si può bere l'urina in caso di emergenza?

Nonostante la cinematrografia spesso lo dipinga come un utile rimedio, in realtà nella maggior parte dei casi è controproducente, perché l'urina di un organismo disidratato dal punto di vista della concentrazione dei sali minerali è simile all'acqua di mare.

Esiste una condizione opposta? Ci sono rischi a bere troppo?

Sì, si parla in questi casi di intossicazione acuta da acqua e si verifica quando si beve troppo in poco tempo, senza dare tempo all'organismo di eliminare l'eccesso di liquido; paradossalmente si verificano molti casi tra gli atleti di discipline sportive di resistenza che, preoccupanti dal rischio disidratazione, eccedono nel bere. Sono noti casi addirittura fatali.

Quali sono i sintomi della disidratazione?

Possono comparire uno o più tra i seguenti sintomi: bocca secca e appiccicosa, sonnolenza o stanchezza, sete (talvolta non percepita, soprattutto negli anziani), scarsità di urina, che si presenta di colore scuro, pelle secca, mal di testa, costipazione, vertigini o giramenti di testa. Nei bambini più piccoli è possibile osservare: fontanella infossata (la fontanella è il punto morbido sulla sommità del capo del neonato), nessuna lacrima durante il pianto, pannolini asciutti per più di tre orerespiro accelerato, manine e piedini freddi.

Quali sono le principali cause di disidratazione?

Tra le più comuni si annoverano: diarrea e vomitofebbresudorazione eccessiva (per caldo, attività fisica, ...)eccessiva produzione di urina (a causa ad esempio di un diabete non controllato). Anziani e bambini sono esposti ad un maggior rischio di complicazioni.

Disidratazione nei bambini, quando andare in ospedale?

Si raccomanda di portare un neonato in ospedale in tutti i casi in cui siano presenti sintomi di disidratazione o quando il piccolo paziente non sia in grado di bere (ad esempio in caso di vomito ripetuto). L'NHS inglese, raccomanda inoltre di recarsi in Pronto Soccorso anche in caso di: sonnolenza eccessivarespirazione accelerataassenza di lacrime durante il piantofontanella infossatabocca seccaurine scure o assenza di urina per 12 oremanine e piedini freddi

Perché bere solo acqua durante episodi di diarrea grave è controproducente?

Durante episodi di grave diarrea è essenziale non solo reidratarsi, ma anche introdurre sali minerali. L'assunzione di sola acqua può portare a una carenza di elettroliti, causando ulteriori problemi. È una cautale particolarmente importante per bambini e anziani, ma è raccomandato anche per gli adulti preferire soluzioni reidratanti specifiche (disponibili in farmacia o preparabili in casa).

Quali sono i segni di disidratazione nei bambini e cosa fare?

Nei bambini piccoli i segni di disidratazione includono irritabilità, riduzione della produzione di urine e un aspetto pallido. Se si sospetta disidratazione, è importante farli bere piccoli sorsi frequentemente e, in caso di vomito, attendere prima di forzare l'assunzione di liquidi. Se la situazione non migliora, è consigliabile contattare il pediatra.

È possibile vivere senza bere acqua per più di tre giorni?

Sebbene mediamente si dica che un essere umano possa sopravvivere senza acqua per circa tre giorni, questo tempo può variare in base a diversi fattori, come l'età, le condizioni di salute e l'ambiente. Una corretta idratazione è essenziale per la salute generale e il benessere.
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