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Significato

Delirio è un termine utilizzato nell’ambito di psichiatria/psicologia clinica che indica un disturbo del pensiero che si manifesta in forma di convincimento errato ma incorreggibile: il paziente matura un giudizio o un pensiero oggettivamente sbagliato, ma si dimostra incapace di correggerlo nonostante l’evidenza della realtà e le prove contrarie portate da chi interagisce. Al contrario, decisioni e comportamenti messi in pratica servono a perpetuare questo autoconvincimento.

È importante notare che, a differenza di condizioni come confabulazione e allucinazioni dove il paziente posto di fronte alla realtà dei fatti o messo al corrente dell’insieme delle informazioni disponibili è disponibile a cambiare o riadattare le proprie convinzioni, il paziente delirante non è capace di accettare l’idea che il proprio pensiero sia sbagliato.

Immagine concettuale di donna di fronte a vari specchi con immagini differenti

Shutterstock/Ground Picture

Delirio o delirium?

Delirio e delirium sono due termini spesso usati come sinonimi per descrivere uno stato mentale alterato caratterizzato da sintomi quali confusione, agitazione, allucinazioni e disorientamento, tuttavia ci sono alcune importanti differenze tra i due termini:

  • Il termine “delirio” si riferisce a un sintomo di un disturbo psichiatrico tipicamente cronico e caratterizzato da un insieme di manifestazioni che includono allucinazioni e costruzioni mentali sconnesse dalla realtà, ma sostenute tuttavia da una granitica certezza del paziente. È associato a un aumentato rischio di declino cognitivo e funzionale. Il delirio può essere causato da una varietà di fattori, tra cui anche l’abuso di droghe, l’alcolismo, il disturbo bipolare o la schizofrenia.
  • D’altra parte, il termine “delirium” si riferisce invece a uno stato di confusione mentale acuto e temporaneo (e che tuttavia può avere andamento fluttuante) che può verificarsi ad esempio a seguito di una malattia o di un intervento chirurgico. Il delirium è spesso associato a una riduzione dell’attività cerebrale e può causare disorientamento, allucinazioni, agitazione e cambiamenti nel comportamento. Non deve essere confuso con demenza, soprattutto nel paziente anziano.

Da un diverso punto di vista è infine possibile dire che, in alcuni casi, il delirio può diventare uno dei sintomi di delirium.

Cause

Nonostante la ricerca, ad oggi persistono ancora numerosi aspetti poco chiari sulle cause di sviluppo del delirio, anche se si ritiene che possa spesso essere il risultato di una combinazione di concause

  • psicologiche,
  • neurobiologiche (genetiche e non),
  • cognitive
  • ed emotive.

Tra i possibili fattori di rischio sono ad esempio stati individuati:

  • problemi di udito o vista,
  • eventi e situazioni stressanti, come immigrazione e ridotto status socioeconomico.

Più in generale i deliri possono manifestarsi come

  • fenomeni psichiatrici primari (ad esempio le forme croniche di delirio possono in alcuni pazienti essere l’unico sintomo di una patologia psichica, come il disturbo delirante cronico),
  • o conseguenze di altre condizioni mediche, mentali o meno.

Ad esempio i deliri di grandezza (vedi dopo) sono spesso osservati nel disturbo bipolare, mentre i deliri di colpa sono spesso osservati in pazienti affetti da depressione psicotica; i deliri persecutori sono comuni a molte patologie, ma particolarmente frequenti in caso di schizofrenia.

I deliri si verificano anche in caso di demenza, tra cui:

Classificazione

Le numerose forme di delirio possono essere classificate in base a numerosi criteri, tra cui la tipologia di pensiero maturato, ad esempio (fonte Wikipedia):

  • delirio da collasso: condizione temporanea che può verificarsi con la risoluzione della febbre in numerosi condizioni acute;
  • delirio di influenzamento o delirio di riferimento: il paziente attribuisce un significato speciale a oggetti, eventi o persone a lui prossime;
  • delirio da toccamento: consiste nella necessità eccessiva (mania) di toccare alcuni oggetti;
  • delirio nichilista: si riscontra nelle depressioni melanconiche, ed è costituito da un ammasso incoerente di idee negative;
  • delirio onirico: consiste in un perturbamento della coscienza che conduce a emozioni simili a quelle tipiche dei sogni; il paziente diventa incapace di distinguere realtà e fase onirica;
  • delirio professionale o di occupazione: consiste nel desiderio di ricreare condizioni e luoghi abituali di lavoro;
  • delirio residuale: rappresentato dal perdurare di rappresentazioni deliranti a livello del pensiero, anche dopo la cessazione del perturbamento;
  • delirio interpretativo: il paziente ritiene di essere sempre parte attiva di quanto succede, anche in caso di eventi del tutto casuali;
  • delirio di persecuzione: il paziente ritiene di essere oggetto di una costante persecuzione, che si può manifestare in forma di cospirazioni, attacchi e molestie personali, addirittura avvelenamenti, nel perseguimento di obiettivi a lungo termine;
  • delirio bizzarro: il paziente fa suo un sistema di credenze profondamente slegato dalla propria cultura di riferimento nonché dalla realtà: si può ad esempio trattare di un fenomeno impossibile, non comprensibile e non correlato alla quotidianità;
  • delirio di controllo: il paziente è convinto che i propri pensieri o le proprie emozioni siano sotto il controllo di qualche forza esterna;
  • delirio di inserimento: il paziente si convince che i pensieri gli vengano in qualche modo imposti da una forza esterna;
  • delirio erotomanico: il paziente si convince che una certa persona (spesso una persona famosa) sia segretamente innamorata di lui;
  • delirio di gelosia: il paziente matura la convinzione infondata e ossessiva di venire tradito dal/dalla proprio/a partner (sindrome di Otello);
  • delirio di grandezza (megalomania): il paziente è sicuro di essere estremamente importante, fino ad esempio ad essere una divinità o il prescelto da Dio per il compimento di una qualche missione di fondamentale importanza, oppure di essere l’unico depositario di conoscenze o poteri straordinari;
  • delirio somatico (o ipocondriaco): il paziente si convince di essere affetto da una qualche malattia rara,  un parassita, un forte odore sgradevole, …
    • delirio da infestazione (o parassitosi): disturbo psicotico raro caratterizzato da una ferma e falsa convinzione di soffrire di un’infestazione parassitaria della pelle;
  • delirio di colpa: il soggetto prova sentimenti di colpa non giustificati o sproporzionati;
  • delirio religioso: il paziente è convinto che forze di natura mistico-religiosa lo proteggano da malattie o altre condizioni pericolose;
  • delirio di identità: il paziente crede di essere un’altra persona (tipicamente importante, come nobili e personaggi politici);
  • delirio da da errata identificazione:
    • Disturbo di Cotard: convinzione di essere morto o che propri organi siano in putrefazione o siano stati rimossi;
    • Sindrome di Fregoli: convinzione delirante che persone diverse siano in realtà una sola persona travestita;
    • Disturbo di Capgras: convinzione che una persona/luogo familiare sia stato scambiato con un sosia.

Complicazioni

Il paziente che manifesti deliri è purtroppo fortemente esposto al rischio di gravi complicazioni legate al proprio comportamento, frutto della solidità del suo (errato) pensiero; sono stati descritti casi di violenza, stalking e addirittura omicidio associati, ad esempio, a deliri di gelosia, ma anche a episodi di aggressività nei confronti di familiari (sindrome di Capgras, ovvero quando si ritiene che si tratti in realtà di un sosia).

In rare ma drammatiche risposte ai deliri somatici, i pazienti possono tentare gesti estremi come amputarsi gli arti.

Cura

Il paziente che sviluppa delirio in genere NON cerca autonomamente assistenza medica, ma sono in genere spinti da familiari o amici preoccupati per i disturbi di pensiero o per le conseguenze sociali e lavorative.

È purtroppo improbabile che i tentativi diretti di affrontare i deliri abbiano successo, al contrario sono tipicamente fonte di ulteriore e significativo disagio del paziente; è comunque necessario un approccio psichiatrico che possa prendere in considerazione tanto gli aspetti biologici quanto quelli psicologici, rispettivamente con farmaci (variabili in base alla patologia diagnosticata, ma tipicamente antipsicotici) e psicoterapia (tra le più studiate, spicca l’approccio cognitivo comportamentale).

Fonti e bibliografia

  • Delusions – Kamron A. Fariba; Fatma Fawzy
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