Introduzione
Il disturbo delirante (in passato chiamato psicosi paranoide) è una malattia psicotica, in altre parole una malattia compresa in un più ampio gruppo di disturbi chiamati psicosi, caratterizzate dalla
perdita della capacità di riconoscere ciò che è reale da ciò che invece non lo è.
La caratteristica principale del disturbo delirante è la presenza dei deliri che sono
- idee fisse, chiaramente non possibili e non comprensibili;
- basate su sensazioni errate;
- non derivanti da un sistema condiviso di credenze culturali.
Per essere definito tale, il delirio deve avere delle conseguenze pratiche nella vita quotidiana della persona, conseguenze che dipendono dal tipo e dalla gravità del delirio (ad esempio l’individuo può perdere il lavoro, può venire perseguito legalmente o può nuocere se stesso e gli altri).
Il contenuto del delirio può variare fra i diversi pazienti e anche nello stesso paziente nel corso della malattia.
Esistono diversi tipi di delirio; possono essere
- bizzarri (chiaramente stravaganti, non plausibili e comprensibili)
- e non bizzarri.
Cause e fattori di rischio
Il disturbo esordisce prevalentemente in età adulta, anche se un’insorgenza nell’età più giovane non è da escludere.
Purtroppo, così come per altri disturbi psicotici, non è conosciuta l’esatta causa della malattia, anche se i ricercatori stanno indagando il ruolo di alcuni fattori:
- Genetici. Il disturbo è più comune nelle famiglie in cui uno o più membri sono affetti da altre psicosi (ad esempio schizofrenia, disturbo schizotipico di personalità e lo stesso disturbo delirante). Questa forte relazione familiare ha portato i ricercatori a pensare che esistano dei fattori genetici responsabili della trasmissione dai genitori ai figli. Ulteriori ricerche si stanno svolgendo nel campo delle psicosi.
- Biologici. Le anomalie in alcune aree del cervello e nel funzionamento della dopamina e della serotonina, potrebbero essere coinvolte nella comparsa dei sintomi provocando uno squilibrio della chimica cerebrale.
- Sociali/Psicologici. Stress, alcol e abuso di sostanze potrebbero scatenare gli episodi deliranti. Le persone con una tendenza all’isolamento sono le più vulnerabili.
Sintomi
Secondo il DSM V, il Manale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, si parla di disturbo delirante in presenza di:
- uno o più deliri, non attribuibili ad altre condizioni mediche (ad esempio Alzheimer), all’abuso di sostanze o ad altri disturbi mentali (ad esempio schizofrenia);
- presenti per almeno 1 mese.
La presenza del delirio è il sintomo più eclatante, ma questo può essere accompagnato da altri sintomi quali:
- modifica dell’umore, attraverso la comparsa di sentimenti come irritabilità, rabbia, depressione, episodi maniacali. La durata di questi però è minore rispetto a quella del delirio;
- disturbi del sonno;
- allucinazioni: percezioni vivide e chiare (ad esempio vedere, sentire o percepire qualcosa che non esiste) che si manifestano:
- senza uno stimolo esterno reale,
- senza il controllo volontario di chi la sperimenta,
- nel contesto di un apparato sensoriale sano (ad esempio l’udito è normale).
I deliri possono riguardare differenti temi; in base alle convinzioni della persona malata si distinguono in:
- Deliri bizzarri. Sono generalmente forme cui vi sia la convinzione di aver perso il controllo sulla propria mente e sul proprio corpo a causa di forze esterne. Alcuni esempi possono essere:
- Una forza esterna ha rimosso gli organi interni dal corpo della persona e li ha sostituiti con gli organi di qualcun altro, senza lasciare ferite o cicatrici;
- “Furto/inserzione/diffusione di pensiero”: i pensieri sono stati sottratti o inseriti nella mente da una forza estranea, oppure possono essere ascoltati dall’esterno;
- “Controllo”: le proprie azioni e i pensieri sono sotto il controllo di persone o forze esterne.
- I deliri non bizzarri possono essere:
- Di Sospettosità/Persecuzione (i più frequenti): convinzione di essere la vittima di una cospirazione, di essere spiato, inseguito, avvelenato, molestato. In questo caso piccoli sgarbi, parole o sguardi possono diventare il fulcro del delirio; sono presenti rabbia e rancore e la persona può ricorrere a vie legali o alla violenza.
- Di Grandezza: certezza della propria superiorità rispetto agli altri per quanto riguarda fama e ricchezza; si possiedono particolari doti o intuizioni speciali o si è giunti a una grande scoperta; essere una persona importante (e considerare il personaggio reale come un impostore); avere una relazione speciale con una persona celebre; essere “il prescelto;
- Di Riferimento: il soggetto attribuisce a banali eventi, stimoli e persone a lui prossime dei significati del tutto personali, speciali o addirittura magici, credendo che tutto sia riferito a se stesso;
- Somatici: preoccupazione riguardante gli odori sgradevoli emanati dal proprio corpo, avere un’infestazione da insetti, avere parti del corpo deformi o una malattia grave.
- Erotomanico: un’altra persona (spesso famosa o appartenente a uno status più elevato, ma anche del tutto sconosciuta) è innamorata dell’individuo.
- Di Gelosia (il più comune fra i maschi): il partner è infedele e la convinzione deriva da piccoli indizi male interpretati (es. abiti in disordine).
- Nichilistico: l’idea che si debbano verificare degli eventi catastrofici.
- Misto: quando non predomina nessun altro tema.
- Senza specificazione: non è possibile chiarire il tipo di delirio.
Diagnosi
Non esistono test di laboratorio specifici per la diagnosi del disturbo delirante. Il medico, come per le altre psicosi, attuerà una valutazione globale dell’individuo, anche per escludere le malattie non psichiatriche che potrebbero causare i sintomi (ad esempio Alzheimer, demenze o abuso di sostanze).
Una volta escluse le cause organiche che potrebbero sottendere il disturbo, il medico invierà la persona allo psichiatra per una valutazione specialistica basata su interviste e questionari che andranno a indagare i sintomi riferiti dal paziente e i comportamenti osservati dallo specialista.
Diagnosi differenziale
Alcune malattie mentali che condividono gli stessi sintomi del disturbo sono:
- disturbo ossessivo-compulsivo;
- disturbo psicotico dovuto ad altre condizioni mediche o a farmaci/droghe;
- schizofrenia e disturbo schizofreniforme;
- disturbi depressivi e bipolari:
- disturbo schizoaffettivo.
Complicazioni e prognosi
Il disturbo delirante è una malattia tipicamente cronica, cioè a lungo termine, ma che se opportunamente trattata e riconosciuta rende possibile aiutare la persona a trovare sollievo.
L’impatto della malattia sulla vita di tutti i giorni è meno grave rispetto a quello osservato in altri disturbi psicotici come la schizofrenia, e il comportamento non è così stravagante o bizzarro.
Lo sviluppo e la prognosi dipendono
- dall’individuo in questione,
- dal tipo di delirio,
- dall’età d’insorgenza,
- dai sintomi associati
- e dalle condizioni di vita del paziente, inclusi il supporto familiare e della comunità e la volontà della persona di volersi curare.
Mentre per alcuni è possibile una guarigione completa, sfortunatamente in altri casi la malattia diventa intermittente, cioè si presentano i sintomi in un momento e in seguito si ha una fase di cosiddetta remissione (in assenza di sintomi).
Purtroppo molte persone colpite non cercano l’aiuto necessario e questo perché
- È difficile per chi soffre di una malattia mentale riuscire a riconoscere che c’è qualcosa nei propri pensieri e nelle proprie azioni che “non va”. Infatti, quando i deliri non sono messi in discussione dai familiari/amici/colleghi, è caratteristica l’apparente normalità del comportamento di chi ne è affetto. Quando invece vi è un tentativo di mettere di fronte la persona all’irrazionalità del delirio, essa dimostra una totale mancanza d’introspezione.
- Le persone colpite potrebbero essere imbarazzate e, a buon ragione, sentire lo stigma sociale della malattia mentale e avere paura di chiedere l’aiuto che spetta loro di diritto.
È importante riconoscere che, senza un adeguato trattamento, la malattia potrebbe durare per tutta la vita e compromettere in maniera rilevante la vita del paziente causando
- diminuzione del rendimento lavorativo fino alla perdita dello stesso, con tutte le problematiche conseguenti;
- isolamento sociale;
- comportamenti violenti e di rivalsa e problemi legali associati, prevalentemente nel delirio di persecuzione, di gelosia ed erotomanico per cui il soggetto potrebbe arrivare allo stalking o alla molestia;
- gravi disturbi dell’umore come depressione e ansia.
Cura
Il trattamento della malattia si avvale della combinazione di farmaci e di psicoterapia, perché un approccio esclusivamente farmacologico spesso risulta insufficiente.
Per gli individui con deliri severi o a rischio di nuocere se stessi o gli altri è necessario il ricovero in ospedale.
La psicoterapia è essenziale poiché fornisce ai pazienti gli strumenti e lo stato d’animo adeguati per valutare in maniera critica le proprie credenze irrazionali, e per creare nuovi comportamenti e pensieri più sani.
Attraverso la psicoterapia i pazienti possono imparare a
- controllare i sintomi;
- riconoscere in tempo i segnali d’allarme di una possibile ricaduta;
- instaurare un piano d’azione per gestire la ricaduta.
Esistono diversi indirizzi di psicoterapia per la malattia, alcuni esempi:
- Cognitivo-comportamentale e altre terapie individuali: aiutano a riconoscere e correggere in maniera consapevole i pensieri sottostanti al delirio e le azioni conseguenti.
- Terapia familiare: psicoterapia non solo sul soggetto ma svolta insieme al nucleo familiare al fine di aiutare la famiglia a gestire il proprio caro durante gli episodi, riconoscere i segnali precoci di ricaduta e modificare i modelli d’interazione familiare che non aiutano la persona a trovare il proprio equilibrio.
La terapia farmacologica è utilizzata per controllare il delirio e i sintomi associati come depressione, ansia, insonnia e così via:
- Antipsicotici: agiscono bloccando i recettori per la dopamina e la serotonina nel cervello, i neurotrasmettitori responsabili dello sviluppo dei deliri;
- Altri farmaci: antidepressivi, ipnotici e tranquillanti per i problemi connessi.
Fonti e bibliografia
- Cleveland Clinic
- DSM V Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – quinta edizione
- NAMI – National Alliance of Mental Illness
- NIH – National Instute of Mental Health
- Shinn AK, et al (2013) The special treatment of first rank auditory hallucinations and bizarre delusions in the diagnosis of schizophrenia. Schizophr Res, 146, 17-21
Autore
Dr.ssa Roberta Kayed
Medico ChirurgoSpecializzanda in Psicoterapia e Medical Writer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bologna n. 17114.