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Cosa significa edema

L’edema è una tumefazione di una parte del corpo, dovuta ad un aumento del contenuto idrico (acqua) al suo interno chiamato trasudato; il termine deriva dalla parola greca οἴδημα (pronuncia oidema) che significa gonfiore.

Il trasudato si forma a causa di un’anomala tendenza dell’organismo a trattenere sodio ed acqua.

In un organismo sano l’acqua totale rappresenta circa il 60% del peso corporeo (in un soggetto maschio), ciò significa che in un uomo adulto di 70 Kg, il contenuto di acqua è di circa 40 Kg, rappresentando quantitativamente il costituente principale del corpo.

La percentuale d’acqua è

  • lievemente più bassa nelle donne, circa il 50% del peso corporeo, per la maggiore presenza di grasso, notoriamente povero di acqua,
  • sale al 75% nei neonati e nei bambini
  • ed è più bassa negli anziani

L’acqua presente nel corpo umano tende a mantenere un valore piuttosto costante, con variazioni giornaliere che non superano lo 0,2% del peso corporeo: questo significa che fisiologicamente c’è un bilanciamento tra entrate ed uscite di acqua nel corpo.

Normalmente

  • l’acqua assunta con bevande e alimenti o prodotta all’interno dell’organismo a seguito di processi metabolici detti ossidativi,

è bilanciata

  • dalle perdite di acqua attraverso l’urina e, in misura minore, con le feci, attraverso pelle e i polmoni.

Ma dove è distribuita tutta quest’acqua?

Si possono distinguere due compartimenti, uno intracellulare ed uno extracellulare. Il primo corrisponde all’interno delle cellule e raccoglie circa i 2/3 del contenuto di acqua corporea, mentre il secondo comprende l’acqua “mobile” cioè

  • plasma (la frazione liquida del sangue),
  • linfa,
  • liquido interstiziale (l’acqua presente tra le cellule),
  • e due speciali liquidi, cioè l’umor acqueo e il liquido cefalorachidiano, prodotti rispettivamente dagli occhi e dal cervello.

La formazione di edema è essenzialmente dovuta ad un eccesso di liquido interstiziale in una parte confinata dell’organismo.

Sinonimi

Poiché la parola “edema” indica genericamente un accumulo di liquidi, è possibile ricorrere a un vocabolario più preciso per indicare la localizzazione esatta del disturbo:

Altro nome dell’edema

Dove si trova

idrope

cavità sierosa

idrotorace

cavo pleurico

ascite

peritoneo

idrocele

testicolo

idrarto

cavità articolare

idrocefalo

ventricoli del cervello

Quando l’edema è esteso a tutto il corpo, si parlerà di anasarca.

Liquido interstiziale

Il liquido interstiziale è una soluzione acquosa presente tra le cellule di un tessuto, in piccoli spazi chiamati spazi interstiziali o interstizio. La sua funzione è di favorire gli scambi tra le cellule dei vasi sanguigni e le cellule dei tessuti.

Le cellule di un tessuto, infatti, non sono direttamente a contatto con i capillari sanguigni che provvedono alla loro vascolarizzazione, è invece attraverso il liquido interstiziale, posto in mezzo, che può avvenire lo scambio tra sangue e cellule, e quindi il passaggio di elettroliti, ormoni, sostanze nutritive e di scarto, indispensabile all’organismo per vivere e funzionare adeguatamente.

La dinamica alla base di questo scambio è stata studiata oltre 90 anni fa, da un medico di nome Starling, il quale affermò che la parete dei vasi capillari si comporta come una membrana semipermeabile, ossia, trattiene gran parte delle proteine all’interno del vaso e lascia passare liberamente nei due sensi l’acqua e le sostanze più piccole.

Il tutto è regolato da due pressioni, agenti in direzioni opposte lungo la parete semipermeabile dei capillari, cioè:

  • la pressione idrostatica e
  • la pressione colloido-osmotica.

La prima determina la fuoriuscita di liquido dai capillari verso l’interstizio, mentre la seconda esercita una pressione del liquido dall’interstizio verso l’interno del vaso capillare.

In condizioni normali un’uguale quantità di liquido interstiziale viene prodotto e riassorbito, mantenendo quindi una costante idratazione a livello interstiziale.

Il liquido interstiziale in eccesso viene succhiato all’interno dei capillari linfatici, che scorrono in prossimità dei capillari sanguigni, diventando linfa; la linfa arriva ai linfonodi, dove viene depurata da eventuali batteri e si arricchisce di linfociti ed anticorpi, diventando più densa, e quindi viene reimmessa nel circolo sanguigno attraverso una grossa vena del corpo, chiamata vena cava superiore.

Meccanismo di formazione dell’edema

Fino a quando viene mantenuto un equilibrio tra la pressione idrostatica e la pressione colloido-osmotica l’interstizio sarà correttamente idratato; quando questo equilibrio per una qualche causa viene meno, il liquido interstiziale comincerà ad accumularsi fuori dai capillari, innescando la formazione dell’edema.

Un edema si forma quando si verifica una o più di queste tre condizioni:

  • aumenta la pressione idrostatica all’interno dei capillari,
  • diminuisce la pressione colloido-osmotica,
  • si riduce la capacità dei capillari linfatici di assorbire il liquido interstiziale presente in eccesso a livello dell’interstizio.

In altre parole, un edema si forma quando la produzione di liquido interstiziale, sul lato arterioso del capillare sanguigno, non è più bilanciata da un uguale assorbimento di liquido interstiziale sul lato venoso del capillare sanguigno e dall’attività assorbente dei capillari linfatici, accumulandosi quindi a livello dell’interstizio.

Cause

Generalmente gli edemi possono essere classificati in due grandi gruppi, in base alla causa che ne ha determinato l’insorgenza e al quadro clinico generale:

  • localizzati,
  • generalizzati.

Gli edemi localizzati interessano principalmente gli arti inferiori, le mani e/o il viso. Possono essere causati da ristagno di sangue o di linfa per un’ostruzione a carico del vaso che ne impedisce il normale deflusso. In genere sono associati a:

Raramente l’edema è dovuto a malformazioni congenite del sistema linfatico, mentre una causa più comune di edema linfatico è il cosiddetto linfedema, causato da

  • mancanza di uno o più linfonodi per rimozione chirurgica, generalmente in presenza di tumori,
  • crescita di tessuto fibroso attorno ai linfonodi con ostruzione linfatica, conseguente a radioterapia.

Gli edemi generalizzati riconoscono invece un meccanismo di formazione più complesso, che determina sempre una ritenzione di acqua e sodio da parte del corpo, e riguardano principalmente i seguenti organi:

  • polmone,
  • cervello,
  • occhi,
  • fegato,
  • cuore,
  • reni.

Si sviluppano come conseguenza di specifiche malattie o situazioni particolari, quali:

Un caso particolare di edema è quello noto come edema idiopatico: si tratta di una condizione, esclusiva delle donne, caratterizzata da ritenzione idrica con conseguente aumento del peso corporeo, in assenza di una malattia che notoriamente dà edema. Generalmente si associano altri sintomi come

che si presentano qualche giorno prima del ciclo mestruale (sindrome premestruale).

Sintomi

Il sintomo più caratteristico dell’edema è il gonfiore, che può interessare qualsiasi parte del corpo.

L’edema localizzato alle gambe o braccia, per ristagno di sangue o linfa, è particolarmente comune e in questi casi al gonfiore si possono associare altri sintomi, quali

  • senso di tensione o pesantezza dell’arto colpito,
  • dolore,
  • difficoltà nel movimento,
  • elefantiasi (nei casi più rari e severi) con edema duro ed irreversibile.
Fotografia di un paziente con un chiaro edema alla gamba

iStock.com/vchal

Una rapida diagnosi è possibile comprimendo con un dito la tumefazione:

  • se si forma una fossetta, chiamata fovea, siamo in presenza di un edema,
  • se il gonfiore è provocato da un trauma o si tratta di un mixedema (ossia di una tumefazione per accumulo di particolari sostanze dette mucopolisaccaridi, ad esempio in corso d’ipotiroidismo) la fossetta non si forma ed il tessuto compresso ritorna subito alla sua forma originale.

Se l’edema è conseguente ad un trauma comparirà prima il dolore, seguito dal gonfiore e dalla colorazione bluastra della pelle per la presenza di un ematoma.

La presenza di arrossamento o senso di calore, insieme alla comparsa di una tumefazione dolente potrebbero essere sintomi di edema su base infettiva o infiammatoria.

In caso di allergia può invece svilupparsi edema improvviso alle mani e al volto, in particolare con

  • gonfiore delle palpebre, occhi, labbra, lingua e laringe, noto come angioedema,
  • associato a prurito e/o bruciore.

si tratta di un’emergenza medica, a causa del rischio di soffocamento.

L’aumento di peso corporeo, infine, è il primo segno della presenza di edema generalizzato, a causa dell’elevata quantità di liquidi accumulati: a questo si associano altri sintomi e segni specifici della malattia che ne ha causato la formazione.

Come si cura l’edema?

L’edema di per sé non è una malattia ma un sintomo, per cui la cura si basa sul trattamento della patologia o condizione da cui ha avuto origine.

Alcune forme di edema lieve semplicemente non richiedono alcuna cura e tendono regredire spontaneamente.

Per l’edema localizzato alle gambe, molto frequente, oltre alla cura della malattia di base il medico potrebbe valutare di suggerire uno o più dei seguenti consigli:

  • bendaggi compressivi,
  • dieta a basso contenuto di sale,
  • calze elastiche,
  • uso di cuscini sotto le gambe, durante il riposo notturno,
  • massaggi drenanti,
  • uso di farmaci diuretici,
  • preparati naturali a base di aloe vera, arnica, bromelina ed escina, utili a combattere l’infiammazione, il dolore e consentire il riassorbimento dei liquidi in eccesso.

In presenza di edema generalizzato, causato da malattie organiche, potrebbe essere richiesto il ricovero ospedaliero, è quindi sempre bene rivolgersi al medico per una valutazione corretta e cure adeguate.

Caviglie gonfie e gravidanza

Avere piedi e gambe gonfi è un evento comune durante i nove mesi di gravidanza, in particolare dal quinto mese in poi, quando a causa dell’aumento di peso dell’utero si crea una maggiore compressione delle vene, con ostacolo al normale ritorno del sangue al cuore.

A parte questo fattore meccanico, l’edema in gravidanza si forma perché:

  • i tessuti trattengono più acqua in conseguenza dei maggiori ormoni in circolo (soprattutto estrogeno e progesterone),
  • il sangue contiene più liquidi che proteine,
  • i vasi del sangue sono più permeabili e dilatati.

Il medico fornirà alla donna in stato interessante alcuni consigli utili per ridurre il gonfiore, tra cui:

  1. ridurre l’apporto di sale con la dieta (ad esempio evitare gli insaccati, gli snack confezionati ed i formaggi stagionati),
  2. sollevare le gambe con dei cuscini durante il riposo notturno e possibilmente anche più volte nell’arco della giornata,
  3. non stare in piedi per più di 10-20 minuti alla volta,
  4. stare in luoghi freschi, soprattutto d’estate,
  5. praticare applicazioni con una borsa del ghiaccio su piedi e caviglie per 10-15 minuti, eventualmente ripetibili,
  6. camminare, se è estate è particolarmente utile fare passeggiate sul bagnasciuga,
  7. nuotare,
  8. indossare abiti e scarpe comodi,
  9. mangiare molta frutta e verdura, ricchi di potassio,
  10. rivolgersi a personale competente per massaggi linfodrenanti,
  11. applicare sulle gambe creme o gel ad azione vaso-protettiva e rinfrescante,
  12. fare pediluvi, sciogliendo nell’acqua qualche manciata di sale grosso.

ed infine, anche se potrebbe apparire un controsenso,

  • bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno (corrispondenti a circa 2 litri), perché l’acqua favorisce la diuresi ed evita la ritenzione idrica.

I farmaci diuretici in gravidanza sono controindicati.

Un eccessivo gonfiore alle gambe, o alle mani e al viso, potrebbe celare una condizione grave chiamata preeclampsia (un tempo nota con il termine gestosi); è quindi molto importante, se si nota un forte aumento dell’edema, consultare subito il ginecologo per un controllo.

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