Caviglie e piedi gonfi: cause, rimedi e quando preoccuparsi

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Introduzione

Prima o poi capita a tutti, arrivare alla sera e scoprire di avere caviglie e magari anche piedi molto gonfi, spesso anche un po’ doloranti.

Il tuo medico lo definirebbe edema periferico, nome come sempre un po’ criptico per indicare molto più banalmente

  • un gonfiore da accumulo di liquidi (edema),
  • che si sviluppa alle estremità del corpo (ovvero in periferia).

Se ti capita occasionalmente, in assenza di altri sintomi evidenti, probabilmente non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma poiché in alcuni casi è invece indicativo di problemi anche gravi che potrebbero riguardare cuore e/o reni, vale sempre la pena segnalarlo al medico in caso di dubbi.

Caviglie gonfie

Shutterstock/ARZTSAMUI

Cause

Una percentuale variabile dal 50 al 60% del tuo peso corporeo è legata all’acqua presente nell’organismo: se pesi 60 kg, almeno una trentina (anche di più se sei un ometto) sono o dovrebbero essere di acqua; di questo una parte è contenuto all’interno delle cellule, ed una parte si trova nel cosiddetto spazio extracellulare, che comprende ad esempio anche il sangue.

Tutto ciò che non è all’interno delle cellule e non è sangue si chiama liquido interstiziale e non è solo un riempimento per fare volume, al contrario, rappresenta un’importantissima risorsa per l’organismo che lo sfrutta per regolare il passaggio di sostanze dal sangue alle cellule e viceversa. C’è quindi un delicato equilibrio dinamico tra liquidi nel sangue e liquidi che circondano le cellule, equilibrio che è finemente regolato dal cervello in base alle necessità del momento.

Il liquido interstiziale in eccesso viene poi drenato dal sistema linfatico, ma non è necessario scendere in ulteriori dettagli, è solo importante capire che si tratta di un equilibrio molto delicato, ma in continuo divenire, che può essere semplificato immaginandolo come un laghetto alpino, in cui

  • il sangue apporta liquidi ed altre sostanze come un torrente che arriva dalla cima,
  • le cellule prendono quello che serve loro e rilasciano gli scarti come piccoli pescatori sulla riva,
  • ed infine vene ed eventualmente sistema linfatico portano a valle parte dei liquidi.

Qualsiasi disturbo in grado di perturbare questo equilibrio, in particolare ostacolando il ritorno di liquido per mezzo dei vasi linfatici, porta all’accumulo di liquido nello spazio interstiziale, lo spazio che c’è tra le cellule. Questo accumulo si chiama edema e lo puoi vedere visivamente in forma di gonfiore.

Gambe, caviglie e piedi sono tra i primi distretti ad evidenziare questo fenomeno per un semplice fatto di posizione: a causa della forza esercitata dalla gravità è il punto in cui più comunemente si accumulano liquidi (mentre al risveglio è comune osservarlo anche in altri distretti, come mani e palpebre ad esempio).

La causa più comune di edema periferico nei pazienti di età superiore ai 50 anni è l’insufficienza venosa, una condizione caratterizzata da una progressiva degenerazione dei meccanismi interni alle vene che dovrebbero favorire il ritorno del sangue venoso al cuore.

Esemplificazione grafica del malfunzionamento delle valvole venose in caso di vene varicose

iStock.com/Marina113

È tuttavia importante, soprattutto nei pazienti che presentino eventuali fattori di rischio specifici, escludere patologie sistemiche, tra cui:

In caso di insufficienza cardiaca il cuore non è più in grado di esercitare con efficacia il suo effetto di pompa, con la conseguenza che il sangue tende ad accumularsi nella periferia del corpo, dove la forza del sangue è più debole.

In caso di insufficienza renale può succedere che la quantità relativa di sodio, proteine e acqua da recuperare e/o eliminare attraverso i reni non venga più gestita correttamente, causando alterazioni nell’equilibrio globale dei liquidi.

In caso di insufficienza epatica il fegato, responsabile della produzione e gestione logistica di numerose proteine (tra cui spicca per importanza l’albumina), non è più in grado di farlo con la consueta efficacia, portando anche in questo caso a perturbazioni del delicato equilibrio generale.

Tra le altre cause che seppure con meccanismi diversi possono spiegare la comparsa di gonfiore alle caviglie si annoverano tra l’altro:

Farmaci

Tra i farmaci che potrebbero fa gonfiare le caviglie si annoverano:

Quando si gonfia una sola caviglia

La presenza di edema limitato ad una sola caviglia (unilaterale) è in genere legato a evidenti localizzati a quella gamba, tipicamente:

Caviglie gonfie alla sera e sgonfie al mattino?

Durante la giornata l’acqua in eccesso tende a raccogliersi nelle parti più basse del corpo, soprattutto nelle stagioni calde e quando si sta in piedi per lungo tempo; è per questa ragione piuttosto comune che il sintomo peggiora nelle ore serali, a prescindere dalla causa (la più comune rimane l’insufficienza venosa, spesso peggiorata da una dieta troppo ricca di sale).

Anziani

Negli anziani è molto comune osservare un evidente gonfiore alle caviglie; sebbene le cause possibili siano le stesse viste finora, in molti casi si tratta di una sovrapposizione di diverse condizioni, ad esempio insufficienza venosa, difficoltà cardiache, renali, assunzione di numerosi farmaci, … che potrebbero combinarsi in vario modo.

Altri sintomi

La presenza di edema di per sé non è causa frequente di altri sintomi, salvo eventualmente un’occasionale percezione di tensione o leggera dolorabilità, che a volte viene descritta come sensazione di gambe e caviglie stanche e pesanti.

Quando preoccuparsi

Il gonfiore a caviglie, piedi o gambe spesso scompare da solo, ma si raccomanda di segnalarlo al medico in assenza di una completa risoluzione in pochi giorni.

Rappresentano inoltre motivo per una valutazione immediata:

  • gonfiore unilaterale (una singola caviglia/piede/gamba) senza causa ovvia, come ad esempio un infortunio,
  • gonfiore particolarmente severo, doloroso o ad insorgenza improvvisa,
  • presenza di rossore/calore al tatto,
  • febbre/brividi,
  • diabete o gravidanza.

Gravidanza

Un leggero gonfiore durante la gestazione, in particolare alle gambe, alle caviglie, ai piedi e alle dita delle mani, è piuttosto comune e prevedibile, soprattutto verso sera e nelle settimane più avanzate.

Nella maggior parte dei casi si tratta solo di un fastidio per la futura mamma e non un motivo di preoccupazione, tuttavia un aumento improvviso del gonfiore, oppure una presenza particolarmente severa, potrebbe essere segno di pre-eclampsia, una condizione che richiede l’immediata attenzione del ginecologo.

Si raccomanda di rivolgersi in Pronto Soccorso in caso di:

  • improvviso aumento del gonfiore del viso, delle mani o dei piedi,
  • mal di testa molto forte,
  • disturbi della vista,
  • dolore appena sotto le costole.
  • pressione alta,
  • schiuma nelle urine.

Per ridurre il fastidio legato alla normale ritenzione idrica si consiglia di:

  • evitare di stare in piedi per lunghi periodi
  • indossare scarpe e calzini comodi, non troppo stretti
  • riposare con i piedi in posizione elevata
  • bere molta acqua
  • praticare attività fisica.

Esami da fare

Il primo passo in caso di preoccupazione relativa allo sviluppo di caviglie gonfie è sempre rivolgersi al medico, perché gli eventuali esami necessari verranno prescritti solo a seguito di un’attenta anamnesi ed esame obiettivo.

L’anamnesi comprende la raccolta d’informazioni relative non solo alle condizioni d’insorgenza del sintomo, ma anche dello stato di salute del soggetto e di eventuale familiarità per malattie cardiache, renali, epatiche, …

Ad esempio:

  • un gonfiore improvviso, insorto in 2-3 giorni, induce a pensare trombosi venosa profonda (TVP), infezioni e traumi localizzati, recente assunzione di nuovi farmaci;
  • un accumulo cronico, più lento e graduale, è solitamente dovuto a condizioni sistemiche sottostanti, come insufficienza cardiaca, malattie del fegato e malattie renali;
  • l’edema da insufficienza venosa in genere risponde molto bene a semplici rimedi come alzare le gambe durante la notte, al contrario di quando sia causato da malassorbimento, insufficienza epatica o sindrome nefrosica.
  • La presenza di specifici fattori di rischio può inoltre orientare il medico in direzioni ben precise, ad esempio familiarità per malattie cardiache o diabete, ma anche una professione che richieda di restare a lungo in piedi, alimentazione non corretta, abuso di alcolici, …

Un approfondito esame obiettivo (quello che spesso consideriamo il cuore della visita medica, ovvero la valutazione fisica) può evidenziare sintomi suggestivi di specifiche patologie cardiache (ad esempio mancanza di fiato), renali (pressione alta) o epatiche (ad esempio ittero, la colorazione gialla della pelle).

In base a quanto emerso, potrebbero venire prescritti diversi esami di laboratorio o strumentali, ad esempio:

Rimedi: cosa fare?

Il trattamento non può che dipendere strettamente dalla causa del gonfiore, ad esempio:

  • Insufficienza venosa cronica: risponde molto bene alle terapie meccaniche, tra cui il rialzo delle gambe e l’utilizzo di calze compressive, che risultano spesso sufficientemente efficaci nella gestione dei sintomi (è purtroppo poco probabile una regressione della condizione).
  • Insufficienza cardiaca, malattie del fegato o renali: I diuretici sono il trattamento di prima scelta, ma è consigliabile associare (a giudizio medico) anche i consigli utili per l’insufficienza venosa cronica.
  • Trombosi venosa profonda: si ricorre alla terapia anticoagulante con eparina o con i cosiddetti nuovi anticoagulanti orali (NAO), come rivaroxaban o apixaban.
  • Linfedema: il trattamento prevede una fisioterapia decongestionante che si compone di massaggio linfatico manuale e bendaggi multistrato, associati all’uso di calze compressive.
  • Farmaci (edema iatrogeno): la terapia responsabile dovrebbe essere rivalutata e modificata se possibile.

Rimedi della nonna

A prescindere dalla causa, vengono tipicamente consigliati ai pazienti una serie di suggerimenti mirati al contrasto del sintomo e a prevenirne un nuovo peggioramento; tra i più efficaci figurano:

  • alimentazione varia e sana, in particolare attraverso una dieta a basso contenuto di sale, una delle strategie più efficaci,
  • mantenersi idratati (bere molta acqua, anche se può sembrare controproducente),
  • attività fisica compatibile con il proprio stato di salute (favorisce la circolazione ed il tono muscolare delle gambe),
  • sollevare le gambe di notte (ad esempio attraverso coperte o cuscini inseriti sotto al materasso all’altezza dei piedi),
  • perdere peso se necessario,
  • evitare di rimanere troppo a lungo nella stessa posizione (in piedi o seduti),
  • indossare scarpe non eccessivamente strette.

Per ulteriori suggerimenti fare riferimento al seguente video (in caso di patologia fare sempre riferimento preventivo al medico):

Fonti e bibliografia

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