Sodio basso, alto e valori normali nel sangue: quando preoccuparsi?

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Cos’è il sodio

Il sodio è un elemento di centrale importanza nel mantenimento della normale distribuzione dell’acqua e della pressione osmotica nell’organismo umano; oltre a questo è coinvolto, tra l’altro, nel controllo dei valori della pressione sanguigna e nei meccanismi di funzionamento di nervi e muscoli.

Disponibile in forma ionica (Na+, privato cioè di un elettrone e dotato di carica positiva), la maggior parte del sodio nel corpo (circa l’85%) si trova disciolto nel sangue e nel fluido linfatico e la sua concentrazione è strettamente regolata da numerosi meccanismi, tra cui l’azione dell’ormone aldosterone, prodotto dalle ghiandole surrenali. I livelli di aldosterone modulano i processi di riassorbimento renale del sodio, variando quindi la quantità escreta nelle urine a seconda delle necessità. Piccole quantità di sodio vengono inoltre perse anche attraverso la pelle con la sudorazione (sebbene in quantità minore a quanto normalmente si pensi).

L’introduzione del sodio nell’organismo avviene invece attraverso la dieta, principalmente in forma di sale da cucina (NaCl, ovvero cloruro di sodio); nei Paesi occidentali in genere l’assunzione di sodio eccede il fabbisogno, determinando un grave aumento del rischio di aumento della pressione del sangue. Quest’azione viene in parte controbilanciata dal potassio.

Provetta di sangue con la scritta sodio

Shutterstock/Jarun Ontakrai

Valori normali

135-145 mmol/L

Fonte: MayoLab (i valori di riferimento possono variare a seconda del laboratorio, si raccomanda di fare sempre riferimento a quelli presenti sul proprio referto)

Quando viene richiesto

La valutazione della concentrazione del sodio nel sangue viene in genere richiesta insieme a quella degli altri elettroliti (potassio, magnesio, calcio, fosfati, bicarbonati, …) non tanto per formulare una diagnosi, quanto più per farsi un’idea più precisa della condizione del paziente e ricavare preziose indicazioni per un eventuale trattamento di supporto.

Può inoltre essere utile per monitorare l’appropriatezza della terapia diuretica prescritta.

Sodio alto (ipernatriemia)

Una concentrazione più elevata del normale di sodio nel sangue si definisce ipernatriemia ed è spesso conseguenza di un’eccessiva perdita di liquidi corporei poveri di sodio; è frequentemente associata ad un eccesso di calcio ed una carenza di potassio e tra le cause più comuni si annoverano

Tra le altre possibili cause sono comprese:

Spesso sottovalutata, infine, è la situazione in cui si verifichi un’eccessiva assunzione di sodio (tipicamente mediante consumo di sale da cucina) senza un’adeguata e corrispettiva assunzione di liquidi, o più banalmente in caso di disidratazione.

Sintomi

Quando la concentrazione di sodio sia particolarmente elevata il paziente potrebbe manifestare (a seconda della gravità):

Sodio basso (iponatriemia)

L’iponatriemia, ovvero una concentrazione insufficiente di sodio nel sangue, è una conseguenza prevedibile della ridotta assunzione di sodio, tipicamente causata da perdite imprevedibili o non adeguatamente corrette, come nel caso di

  • vomito e diarrea,
  • eccessiva sudorazione,
  • eccessiva escrezione nelle urine, che può essere causata da
    • eccessiva produzione di urina (poliuria grave, come nel caso di insufficienza renale e acidosi metabolica, ma anche come effetto collaterale di alcuni farmaci),
    • errori di utilizzo di diuretici,
    • carenza primaria o secondaria di aldosterone ed altri ormoni mineralcorticoidi (ad esempio nel morbo di Addison).

Può inoltre verificarsi in caso di

Un caso particolare in cui si sviluppa iponatriemia è la sete eccessiva, che induce il paziente a bere quantità smodate di acqua che causano di conseguenza un’ingestibile riduzione della concentrazione di sodio (come quando si aggiunge acqua in un brodo troppo salato, per ridurre la concentrazione di sale). Si verifica talvolta durante gare podistiche particolarmente dure, quando si assuma un’eccessiva quantità di acqua in poco tempo.

Sintomi

Quando il livello di sodio nel sangue è troppo basso si osserva un eccessivo ingresso di acqua nelle cellule, che ne aumenta il volume; questo è particolarmente evidente e soprattutto pericoloso a livello cerebrale, perché a causa della presenza della scatola cranica (ossa) il cervello non ha praticamente alcun margine di movimento. I sintomi dell’iponatriemia sono quindi la manifestazione del progressivo gonfiore cerebrale e, a seconda della gravità, possono comprendere

È interessante notare come i sintomi dipendano soprattutto dalla velocità con cui i valori diminuiscono, più che dalla concentrazione in senso assoluto.

Cura

Il trattamento si basa sulla causa e sulla gravità della condizione, riducendo l’apporto di acqua o modificando la terapia diuretica nei casi più lievi, oppure intervenendo in modo più urgente:

  • Somministrazione di soluzioni saline (contenenti sodio) per endovena
  • Somministrazione di medicinali che trattengono il sodio, aumentando al contempo l’escrezione di acqua
  • Dialisi, in caso di malfunzionamento dei reni.

Pseudoiponatriemia

La cosiddetta pseudoiponatriemia è una condizione che si verifica quando l’esame rileva una concentrazione bassa di sodio, seppure questa sia nella norma o addirittura elevata, tipicamente in caso di:

  • iponatriemia ipertonica (apparentemente sodio basso, in realtà troppo alto): iperglicemia e  diabete, somministrazione di mannitolo in endovena. In questo scenario è presente una grande concentrazione di glucosio nel sangue che tende a richiamare liquidi, ma l’acqua in entrata diluisce anche la concentrazione di sodio all’interno del plasma, determinando una iponatriemia relativa e “falsa”.
  • iponatriemia isotonica (apparentemente sodio basso, in realtà corretto): si verifica un errore di misurazione dovuto ad un eccesso di trigliceridi nel sangue od in caso di paraproteinemia (presenza nel sangue di paraproteine). In questo caso l’alterazione è legata al volume occupato dai trigliceridi nel sangue.

Più correttamente è definita come anomalia di laboratorio in cui si rilevi una concentrazione sierica di sodio inferiore a 135 mEq/L, ma in presenza di una normale osmolalità sierica (da 280 a 300 mOsm/kg)

Se non riconosciuta può condurre a trattamenti inappropriati e pericolosi per il paziente.

Fonti e bibliografia

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