Farmaci diuretici: indicazioni ed effetti collaterali

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Introduzione

I diuretici sono farmaci largamente utilizzati nella terapia anti-ipertensiva (contro la pressione alta); il loro effetto principale, infatti, è quello di favorire la produzione e l’eliminazione dell’urina, aumentando la diuresi e contribuendo in questo modo a ridurre i valori di pressione sanguigna.

Questi farmaci agiscono attraverso diversi meccanismi, ma molti di essi, hanno in comune anche la capacità di determinare anche una riduzione del riassorbimento di sodio e di altri sali a livello dei reni, favorendo, così, una maggiore concentrazione di elettroliti nelle urine (si verifica, quindi, una riduzione della quantità di liquido che scorre attraverso i vasi sanguigni e, conseguenzialmente, una diminuzione della pressione esercitata dal flusso sulle pareti vasali).

Varie compresse e capsule e la scritta "Diuretici" al centro

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È possibile somministrare questi medicinali per bocca (compresse, capsule, sciroppi, …) o per via iniettiva, a seconda di fattori quali

  • età del paziente (le forme in sciroppo sono dedicate in genere ai bambini)
  • ambiente (le fiale iniettabili sono usate esclusivamente da personale medico)
  • condizione (in situazione d’urgenza l’iniezione garantisce un effetto molto più rapido).

Si tratta di farmaci che richiedono ricetta medica, perché è assolutamente indispensabile che l’assunzione avvenga attenendosi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal proprio medico relativamente a

  • dose,
  • modalità,
  • frequenza di somministrazione.

Cenni di funzionalità renale

I reni sono organi di colore rosso scuro che, insieme alla vescica e alle vie urinarie, costituiscono l’apparato urinario. Hanno una lunghezza di circa 13 cm e sono localizzati ai lati della colonna vertebrale, tra le vertebre T12 ed L3.

I reni, attraverso la formazione di urina, svolgono due funzioni:

  • funzione omeostatica: regolazione del volume e della composizione ionica dei liquidi dell’organismo;
  • funzione escretiva: escrezione di prodotti metabolici (urea, acido urico, creatinina), farmaci e loro metaboliti, sostanze endogene tossiche e loro metaboliti.

Inoltre il rene ha funzione endocrina, producendo eritropoietina, renina, vitamina D attivata e, ad azione locale, prostaglandine.

Il nefrone è l’unità costitutiva del rene; è costituito da:

  • un glomerulo, dove avviene il processo di filtrazione;
  • un tubulo renale (a sua volta suddivisibile in una porzione prossimale, in un’ansa di Henle, una porzione distale e un dotto collettore) dove avvengono i processi di riassorbimento e di secrezione.
Anatomia semplificata del rene e diuresi

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È proprio a questo livello che agisce la gran parte dei diuretici; i reni filtrano acqua, sali e prodotti di scarto dal sangue, ma la maggior parte dell’acqua e dei sali viene riassorbita nel flusso sanguigno in ottica di risparmio ed economia delle sostanze potenzialmente ancora utili all’organismo.

I farmaci diuretici agiscono impedendo il riassorbimento di sali e acqua, che quindi vengono lasciati nelle urine per essere eliminati.

Quali sono i principali diuretici e come funzionano?

I diuretici possono essere suddivisi in diverse categorie a seconda dell’azione esercitata sulle strutture renali e, poiché gli effetti collaterali di questi farmaci sono molteplici, la scelta del principio attivo da utilizzare dipende dal tipo di malattia e dallo stato di salute di ogni singolo paziente.

Diuretici tiazidici

Questa classe di medicinali, che comprende ad esempio idroclorotiazide (Esidrex®), clorotiazide, clortalidone (Igroton®) e indapamide (Natrilix®), è in assoluto la più usata, trovando indicazione nel trattamento cronico dell’ipertensione lieve o moderata; il meccanismo d’azione consiste nell’inibizione del riassorbimento di sodio e di acqua a livello del tubulo contorto distale, determinando così una riduzione della ritenzione idro-salina che si traduce in un aumento della diuresi e in una riduzione della gittata cardiaca e delle resistenze periferiche.

Sono considerati dei farmaci anti-ipertensivi molto efficaci, ma in virtù del loro meccanismo d’azione possono determinare importanti squilibri ionici, come ipercalcemia (aumento del calcio circolante) e ipopotassemia (riduzione del potassio circolante), pericolosi in particolare per anziani con problemi cardiaci ed in terapia digitalica.

Questi farmaci sono caratterizzati da un effetto dose-dipendente, tuttavia esiste un “valore soglia” oltre il quale l’effetto dei diuretici non può essere potenziato, a prescindere dalla dose.

Sono metabolizzati per via renale e non risultano efficaci se il filtrato glomerulare è inferiore a 40 mlmin o se vengono assunti in concomitanza con antinfiammatori FANS, che comprendono tra l’altro i più comuni antidolorifici da banco. Parte dell’effetto di questi diuretici, infatti, è mediato dalle prostaglandine, molecole la cui azione viene limitata dai FANS per interferenza con la sintesi).

Diuretici dell’ansia

I diuretici dell’ansa, come furosemide (Lasix®), acido etacrinico e torasemide (Diuresix®), sono i più potenti e possono essere utilizzati anche in presenza di filtrato glomerulare ridotto (inferiore a 25 mlmin). Agiscono a livello del segmento ascendente dell’ansa di Henle, determinando un’inibizione del riassorbimento di sodio, potassio e cloro.

Sono farmaci molto rapidi ed efficaci, ma possono creare gravi squilibri di potassio, magnesio e calcio (per cui, in caso di assunzione di questi farmaci è consigliabile integrare questi minerali), nonché risultare tossici per i nervi dell’apparato acustico.

L’uso di questi diuretici è comunque da preferire qualora sia necessario agire rapidamente in condizioni di emergenza (come, per esempio, nel caso edemi cardiaci, epatici o renali).

Diuretici risparmiatori di potassio

Sono gli unici diuretici che non causano un aumento dell’escrezione di potassio e svolgono la propria azione a livello del tubulo distale e del dotto collettore. Sono a loro volta suddivisi in:

  • Antagonisti dell’aldosterone: spironolattone (Aldactone), canreonato di potassio (Kanrenol®);
  • Inibitori del trasporto sodiopotassio: amiloride, triamterene.

Rispetto agli altri diuretici questi farmaci inibiscono il riassorbimento di sodio e di acqua senza causare squilibri ionici e perdita di potassio; tuttavia, poiché sono considerati meno efficaci dei precedenti, vengono spesso utilizzati in associazione ai diuretici tiazidici e ai diuretici dell’ansa, per ridurre l’ipopotassemia.

Gli antagonisti dell’aldosterone possono essere impiegati anche in caso di iperaldosteronismo.

Diuretici inibitori dell’anidrasi carbonica

Molecole come l’acetazolamide agiscono su un enzima che è situato a livello renale e oculare ed è responsabile della trasformazione reversibile dell’anidride carbonica in acido carbonico; questa azione inibitrice a livello renale determina un effetto diuretico.

Venivano utilizzati, soprattutto in passato, per trattare gli edemi di origine cardiaca in associazione a diuretici mercuriali (di cui potenziano l’azione e riducono gli effetti collaterali), ma oggi il loro uso risulta molto limitato.

Trovano invece impiego nella cura del glaucoma, in quanto l’inibizione dell’enzima a questo livello consente di diminuire la produzione dell’umor acqueo e di conseguenza la pressione endoculare.

Diuretici osmotici

I diuretici osmotici come il mannitolo agiscono sull’intero tubulo renale, incrementando la produzione di urina; possono essere somministrati per via parenterale ed orale, per ridurre la pressione intracranica e oculare, nonché per favorire l’eliminazione di tossine a livello renale.

Quando vengono utilizzati i diuretici?

Questi farmaci trovano indicazione nel trattamento di:

  • Stati ipertensivi: l’azione dei diuretici consente di ridurre il volume del sangue e, conseguenzialmente, determina una riduzione della pressione sanguigna;
  • Insufficienza cardiaca: si verifica quando vi è incapacità del cuore di pompare sufficiente sangue nelle arterie; l’utilizzo dei diuretici consente di ridurre il sovraccarico cardiaco;
  • Edemi: un edema è un anomalo accumulo di liquido a livello tissutale che può determinare disturbi di vario tipo, tra cui soprattutto gonfiore;
  • Rimozione di scorie e sostanze tossiche presenti nell’organismo.

A seconda dei casi, potrebbe essere preferito l’impiego di un sottotipo di diuretico, piuttosto che di un altro. Per esempio:

  • In caso di ipertensione arteriosa i farmaci di prima scelta sono i diuretici tiazidici;
  • In caso di insufficienza cardiaca i farmaci di prima scelta sono i diuretici dell’ansa;
  • In caso di ipercalciuria sono da preferire i diuretici tiazidici (in quanto favoriranno l’ipercalcemia);
  • In caso di ipercalcemia, sono da preferire i diuretici dell’ansa.

Quali sono gli effetti collaterali?

La maggior parte dei pazienti che assume diuretici si vede prescrivere farmaci in compresse/capsule; tipicamente questi medicinali iniziano ad agire entro poche ore dalla somministrazione, inducendo un aumento della frequenza di minzione. Si consiglia quindi di valutare con il medico quale sia il momento migliore della giornata in virtù di questa considerazione, in modo che impattino il meno possibile sulla qualità di vita del paziente (ed evitare ad esempio di doversi alzare la notte per urinare).

L’aumento della diuresi e la perdita di sali minerali attraverso le urine sono gli effetti collaterali più comuni; altri effetti indesiderati possono essere:

Alcuni diuretici potrebbero aumentare il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2 e/o di gotta.

Cosa fare in caso di mancata somministrazione?

Se si dimentica di assumere una dose del farmaco è consigliabile consultare il foglietto illustrativo presente nella confezione per verificare come comportarsi; qualora non sia presente, è importante rivolgersi al medico o al proprio farmacista per avere indicazioni su come intervenire.

Di norma se ci si accorge della dimenticanza al momento della dose successiva questa NON dovrà essere doppia.

Cosa fare in caso di sovradosaggio?

Si raccomanda di contattare il proprio medico od un centro antiveleni per avere indicazioni su come comportarsi.

Esistono diuretici naturali?

Esistono principi attivi naturali con effetto diuretico, per una disamina si rimanda all’articolo dedicato.

Diuretici ed alimentazione

Chiunque dovrebbe ridurre la quantità di sale consumato con la dieta, ma quest’indicazione vale a maggior ragione per i pazienti in terapia diuretica, perché un eccesso di sale nella dieta può contrastare gli effetti dei farmaci.

I pazienti in terapia con diuretici risparmiatori di potassio dovrebbe evitare inoltre gli alimenti troppo ricchi di questo minerale, per evitare pericolosi accumuli; per la stessa ragione si raccomanda attenzione con integratori di sali minerali.

Si ricorda infine che sia alcolici che bevande a base si caffeina possono esplicare effetto diuretico, che per grandi quantità potrebbe sommarsi pericolosamente a quello dei farmaci.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
I diuretici possono essere utili per dimagrire?
I diuretici inducono un aumento della perdita di liquidi che, se non rimpiazzati, si traducono in una diminuzione di peso; questo tuttavia significa costringere l'organismo in uno stato di pericolosa disidratazione, che richiede di essere corretta per evitare lo sviluppo di complicazioni anche severe.
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