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Introduzione

La gotta è un disturbo metabolico che causa l’infiammazione delle articolazioni e che ogni anno colpisce almeno l’1-2% della popolazione italiana, stima probabilmente per difetto e soprattutto con dati in continuo aumento. Chi soffre di gotta manifesta dolore e gonfiore intensi alle articolazioni e, se gli attacchi non vengono curati, gli episodi possono diventare sempre più frequenti e dolorosi.

La causa va cercata nella deposizione di cristalli di acido urico a livello articolare, in seguito a

  • stile di vita errato,
  • farmaci,
  • altre cause (talvolta non individuabili).

Normalmente l’acido urico, una sostanza di rifiuto prodotta dall’organismo, è completamente disciolto nel sangue; la precipitazione in forma di cristalli si verifica quando i livelli circolanti diventano eccessivi e i reni non sono più in grado di smaltirli efficacemente (gli stessi cristalli possono anche causare la comparsa di calcoli renali).

Nella maggior parte dei pazienti il primo episodio acuto si verifica all’alluce (primo dito del piede), ma le articolazioni che possono essere interessate sono numerose:

  • caviglie,
  • talloni,
  • ginocchia,
  • polsi,
  • dita
  • e gomiti.

I primi attacchi in genere migliorano in pochi giorni, ma se trascurata la condizione diventa negli anni causa di episodi sempre più frequenti e dolorosi.

La buona notizia è che attraverso l’uso di farmaci specifici e un miglioramento dello stile di vita è possibile prevenire efficacemente gli attacchi, riducendo così disagio e frustrazione nei pazienti colpiti.

Articolazione infiammata a causa della deposizione di cristalli di acido urico

iStock.com/ttsz

Cause

La causa della gotta è l’eccessiva presenza di acido urico in circolo, che in genere si accumula per

  • cause dietetiche,
  • come effetto collaterale di alcuni farmaci,
  • ridotta capacità di smaltimento da parte dei reni.

Per capire come avviene questo processo è tuttavia necessario fare un passo indietro e spiegare il ruolo dell’acido urico nel nostro organismo.

L’acido urico è una molecola che si forma a partire dalle purine, una classe di composti normalmente presente in ogni cellula umana e contenuta anche in moltissimi cibi di quotidiano consumo.

Quando la quantità di purine diventa eccessiva, l’organismo è in grado di smaltirla trasformandola in acido urico, una sostanza di rifiuto che viene espulsa dall’organismo attraverso l’urina.

Questo procedimento che abbiamo spiegato passo-passo, va in realtà visto come un continuo equilibrio, non come un meccanismo che si accende e si spegne al bisogno; la produzione di acido urico è continua e così anche la sua eliminazione.

È possibile stimare la quantità di acido urico nell’organismo attraverso un esame del sangue (uricemia), perché nel caso di produzione eccessivamente abbondante (iperuricemia) i sistemi di smaltimento possono andare in crisi e causare così un aumento significativo delle quantità circolanti.

L’acido urico in eccesso, oltre una certa soglia, tende a formare dei cristalli, proprio come succede quando si versa troppo sale in un bicchiere d’acqua. All’inizio il sale si scioglie e si disperde nell’acqua (passa in soluzione) ma, aggiungendone ancora un po’, si possono formare cristalli che precipitano sul fondo del bicchiere.

Al microscopio i cristalli di acido urico sono appuntiti e assomigliano a minuscoli aghi. In alcuni soggetti i cristalli di acido urico si depositano nelle articolazioni, mentre in altre si accumulano sottopelle, formando una massa che in certi casi può essere avvertita anche dall’esterno e che prende il nome di tofo. Alcuni pazienti possono infine andare incontro a precipitazione degli urati nelle urine, con formazione di dolorosi calcoli renali.

Il sistema immunitario, che protegge l’organismo dalle malattie, avverte la presenza anomala dei cristalli a livello articolare ed inizia ad attaccarli, con la conseguente comparsa dei sintomi infiammatori tipici della gotta.

Un’alimentazione troppo ricca di purine può indurre l’organismo a produrre una maggiore quantità di acido urico; tra gli alimenti a rischio ricordiamo

  • carne rossa,
  • crostacei,
  • frattaglie e organi animali, (fegato, reni e cervello),
  • fagioli secchi,
  • piselli,
  • acciughe.

Segnaliamo infine che l’alcool riduce sensibilmente la capacità di smaltimento di acido urico dell’organismo.

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio più significativi per la gotta ricordiamo:

  • famigliarità (ossia parenti stretti con problemi di iperuricemia e gotta),
  • gli uomini sono leggermente più a rischio delle donne,
  • gli adulti sono più a rischio dei ragazzi e dei bambini,
  • eccessivo consumo di alcolici, perché l’alcool limita la capacità dell’organismo di smaltire l’acido urico i livelli ematici aumentano,
  • sovrappeso,
  • altri problemi di salute:
  • esposizione prolungata al piombo, che tende a far aumentare i livelli di acido urico nel sangue.

È importante notare che i cosiddetti fattori di rischio modificabili rivestono un ruolo di primo piano nella genesi della malattia; è stato infatti dimostrato che

  • sovrappeso,
  • dieta
  • e consumo di alcolici

sono associati alla probabilità di aumento dei livelli di acidi urici nel sangue (e presumibilmente quindi anche della gotta), addirittura in un rapporto diretto dose-risposta (per esempio più è grave il sovrappeso, maggiore è il rischio).

Anche alcuni farmaci, infine, fanno aumentare il rischio di iperuricemia (livello elevato di acido urico nel sangue):

  • I farmaci diuretici sono la classe più a rischio, perché diminuiscono la capacità dell’organismo di eliminare l’acido urico dal sangue, favorendone l’accumulo.
  • Anche altri farmaci, come la levodopa somministrata ai pazienti affetti dal morbo di Parkinson.
  • I salicilati come l’aspirina, possono far aumentare i livelli di acido urico nel sangue.
  • I pazienti in terapia con ciclosporina (immunosoppressore) presentano un elevato rischio di sviluppare gotta.

Sintomi

I sintomi più comuni della gotta sono:

Fotografia di un piede affetto da gotta e successiva guarigione

iStock.com/MediaProduction

Raramente compaiono anche febbre e stanchezza.

Nella maggior parte dei soggetti la prima articolazione a essere colpita è quella dell’alluce (“ditone del piede”), ma possono venire interessate anche quelle di:

  • collo del piede,
  • caviglie,
  • talloni,
  • ginocchia,
  • polsi,
  • dita delle mani,
  • gomiti.

L’attacco, soprattutto la prima volta, si manifesta in genere nelle ore notturne o verso il mattino, quando la stasi venosa è particolarmente marcata e la temperatura corporea più bassa; l’insorgenza è piuttosto rapida e dura qualche ora, mentre la durata dei sintomi può persistere dai 3 ai 10 giorni.

Quando non trattato il problema può ripresentarsi, magari con ridotta intensità dei sintomi, ma con un progressivo aumento della frequenza degli episodi.

Non è in ogni caso ad oggi possibile prevedere se e quando si verificherà un attacco di gotta, ma solo predirne la possibilità in base ai valori più o meno degli acidi urici nel sangue.

La progressione della gotta passa attraverso quattro fasi:

  1. Iperuricemia asintomatica, quando è possibile rilevare elevati livelli di acido urico nel sangue, ma non è presente alcun sintomo. Non è necessario iniziare alcun trattamento farmacologico, mentre può valere la pena di rivalutare dieta e stile di vita.
  2. Attacco acuto di gotta, quando l’iperuricemia supera la soglia (che può variare nel tempo e tra soggetti diversi) e i cristalli di acido urico vanno a depositarsi nelle articolazioni, causando i sintomi caratteristici dell’infiammazione (dolore, gonfiore, rossore, calore).
  3. Gotta intervallare, che è il periodo privo di sintomi che passa tra un episodio e il successivo.
  4. Gotta tofacea, lo stadio più debilitante che si raggiunge in assenza di trattamento in circa 10 anni. Le articolazioni possono subire danni permanenti e anche i reni possono essere danneggiati in maniera irreversibile.

Livelli elevati per lungo tempo di acido urico possono provocare la formazione di tofi,

Lesione da gotta

Lesione da gotta (https://en.wikipedia.org/wiki/File:ChronicGout.jpg)

depositi duri e dolorosi di cristalli di acido urico. L’entità dipende dalla durata e dal grado dell’iperuricemia, che è a sua volta effetto dell’eventuale interessamento renale.

In genere si localizzano nelle parti cartilaginee delle articolazioni colpite dalla gotta, o anche in corrispondenza del padiglione auricolare.

L’acido urico in eccesso può anche depositarsi nei reni e provocare la formazione di calcoli renali.

Complicazioni

La gotta non provoca solo dolore, soffrire di questa condizione, in particolare se in forma cronica, può condurre a sviluppare gravi problemi di salute nel tempo se non controllata.

  • I tofi formazioni solide di urati che si depositano sotto pelle; possono formarsi sulla maggior parte delle articolazioni (dita, mani, piedi, caviglie, …) e, anche se non causano direttamente dolore, insieme all’infiammazione sostenuta dalla malattia possono portare a danni articolari e deformità permanenti.
  • Aumenta il rischio di sviluppo di calcoli renali, perché i cristalli di urato possono accumularsi anche nel tratto urinario e formare calcoli.
  • Una continua e persistente formazione di calcoli può favorire lo sviluppo di disturbi renali più seri, fino all’insufficienza renale.
  • La gotta cronica provoca dolore persistente, andando ad impattare sulla possibilità di camminare, lavorare e svolgere le normali attività. Vivere in questo modo può diventare emotivamente angosciante e portare allo sviluppo di conseguenze psicologiche come la depressione.
  • Studi recenti hanno mostrato che nei pazienti affetti da gotta si rileva anche un aumento del rischio cardiovascolare (in particolare legato alle coronarie), probabilmente a causa di uno stato infiammatorio in grado di coinvolgere anche il cuore ed altri organi.

Diagnosi

Dopo un’anamnesi e una visita dettagliata il medico probabilmente vi prescriverà un esame del sangue per controllare i livelli di acido urico, anche se purtroppo questo da solo non è sufficiente per la diagnosi di gotta perché:

  • durante l’episodio acuto il valore potrebbe non essere elevato,
  • non esiste un valore soglia oltre il quale si manifestano i sintomi, alcuni soggetti non sviluppano gotta nonostante una severa iperuricemia e ad oggi non si è ancora individuato il motivo.

Se l’articolazione è infiammata il medico potrebbe richiedere il prelievo di un campione di liquido sinoviale (dall’articolazione), ricorrendo ad un’anestesia locale, per l’analisi al microscopio; se non venissero rilevati cristalli di acido urico all’interno del liquido articolare la diagnosi di gotta non sarebbe esclusa al 100%, ma sarebbe comunque meno probabile.

Le radiografie in alcuni casi evidenziano l’acido urico depositato sotto forma di cristalli e gli eventuali danni ossei dovuti alle infiammazioni ricorrenti, ma sono più utili nella gestione della gotta cronica e meno durante la fase acuta.

La risonanza magnetica e l’ecografia possono essere utili nella gestione dell’artropatia gottosa, consentendo l’analisi della composizione e della vascolarizzazione dei tofi.

Si noti che molte persone mostrano alti livelli di acido urico senza che questo sia causa di disturbi evidenti, anche se non è chiaro se possa rappresentare un fattore di rischio per altre condizioni (per esempio renali o cardiovascolari).

Cura e terapia

Gli obiettivi della terapia sono:

  • alleviare il dolore provocato dagli attacchi,
  • ridurre l’infiammazione alle articolazioni,
  • prevenire nuovi attacchi andando a diminuire il livello di acido urico nel sangue.

Attacco acuto di gotta

Durante un episodio acuto è consigliabile:

  • assumere i farmaci prescritti,
  • riposare e sollevare l’articolazione colpita,
  • praticare impacchi di ghiaccio,
  • idratarsi abbondantemente (bere molto).

Tra i farmaci più comunemente usati troviamo gli antinfiammatori (l’indometacina è la molecola di prima scelta, ma possono essere prescritti numerose alternative, come il diclofenac) e il paracetamolo, ad esempio la Tachipirina®, mentre va evitata l’aspirina perché può impedire ai reni di eliminare l’acido urico.

In alternativa può essere prescritto cortisone, da assumere per via orale o intra-articolare.

La colchicina è un altro farmaco efficace per diminuire il gonfiore e il dolore e per far cessare un attacco, particolarmente efficace se assunto entro dodici ore dall’inizio dell’attacco.

Per curare la gotta è anche possibile farsi prescrivere determinati farmaci che diminuiscono il livello di acido urico nel sangue, tra di essi ricordiamo l’allopurinolo (Zyloric®), su cui tuttavia la comunità scientifica si divide nella prescrizione durante la fase acuta; di norma NON viene prescritto durante l’attacco in quanto vengono mobilizzati i depositi tissutali di acido urico che, passando in circolo, potrebbero nuovamente precipitare nelle sedi di infiammazione riattivando la cascata infiammatoria.

Prevenzione

Farmaci

Allopurinolo (Zyloric®) e febuxostat (Adenuric®) sono le due molecole che abbiamo a disposizione per prevenire farmacologicamente nuovi episodi acuti di gotta, prescritti con l’obiettivo di ridurre i livelli circolanti di acido urico.

A differenza del passato, le linee guida attuali invitano ad iniziare la terapia allopurinolo già dopo il primo attacco acuto di gotta, senza attendere il secondo o terzo episodio, con l’obiettivo  non solo di prevenire nuovi attacchi, ma anche di mantenere i livelli circolanti di acido urico sotto la soglia considerata sicura 6 mg/dl in caso di gotta lieve-moderata e 5 mg/dl in caso di gotta severa) e ridurre il rischio di complicazioni cardiovascolari e renali.

Dieta e stile di vita

Soprattutto nei casi di gotta non giustificabili da un effetto collaterale di un altro farmaco, diventa assolutamente indispensabile un attento controllo e modifica dello stile di vita:

  1. evitare il consumo di dolci e zucchero, abitudine associata ad un aumentato rischio di gotta,
  2. recupero e mantenimento del peso-forma,
  3. praticare regolarmente esercizio fisico,
  4. mantenersi sempre ben idratati (cioè bere molto), in quanto la disidratazione riduce il livello soglia della cristallizzazione dell’acido urico,
  5. ridurre il consumo di alcolici,
  6. ridurre drasticamente il consumo di alimenti ricchi di purine, come ad esempio
    • carne rossa,
    • frattaglie,
    • pesce azzurro,
    • frutti di mare.

Per approfondire l’approccio alimentare si rimanda all’articolo dedicato, ma riporto di seguito un estratto di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients che affronta il tema di alcuni alimenti vegetali tradizionalmente sconsigliati negli approcci dietetici alla gotta.

“L’approccio convenzionale alla prevenzione e al trattamento della gotta è incentrato su una dieta povera di purine e più in generale di proteine, oltre ovviamente ad una limitata assunzione di alcol e alla necessaria perdita di peso quando necessario. Tale dieta, tuttavia, offre un’efficacia limitata ed uno scarso controllo del senso di sazietà, in quanto la riduzione del consumo di alimenti proteici può favorire un aumento del consumo di carboidrati da fonti raffinate e da grassi poco sani (grassi saturi ed eventualmente anche trans) in grado di impattare sul rischio cardiovascolare.

Le diete a base vegetale sono incentrate prevalentemente sul consumo cereali integrali, legumi, frutta e verdura e tutti questi alimenti [anche se proteici] devono essere considerati come parte integrante di una dieta sana.

Nonostante alcune linee guida obsolete continuino a promuovere la necessità di rinunciare anche agli alimenti di origine vegetale ad alto contenuto di purine, è importante sottolineare che non esistono dati provenienti da studi trasversali o interventistici a lungo termine che dimostrino che gli alimenti a base vegetale ad alto contenuto di purine siano clinicamente legati ad un significativo aumento del rischio di iperuricemia o sviluppo della gotta.

Sono invece varie le review che hanno confermato che le verdure ad alto contenuto di purine (in contrasto con alimenti ad alto contenuto di purine di origine animale) non hanno mostrato alcuna apparente associazione con iperuricemia o sviluppo della gotta ma piuttosto un’associazione negativa con il rischio di sviluppo della condizione.”

Fonte: Uric Acid and Plant-Based Nutrition (si noti che questa stessa posizione è promossa anche dalla Arthritis Foundation americana)

Fonti e bibliografia

Le domande più frequenti

Cos'è la gotta?

La gotta è una forma di artrite, una malattia in grado di causare l'infiammazione della articolazioni, che può colpire chiunque.

È caratterizzata da improvvisi e gravi attacchi che sono accompagnati da dolore, gonfiore, arrossamento; spesso la prima articolazione ad essere colpita è quella dell'alluce.

Da cosa è causata?

L'infiammazione delle articolazioni è causata dalla deposizione di cristalli di acidi urici che, anzichè rimanere disciolti nel sangue, si depositano in diversi distretti dell'organismo.
Le cause esatte sono in parte ancora sconosciute, ma sono stati individuati numerosi fattori di rischio direttamente collegati all'aumento della probabilità di comparsa, come una dieta poco attenta, il sovrappeso e alcuni farmaci (come i diuretici).

Come si manifesta?

In genere la prima articolazione ad essere colpita è quella dell'alluce, che nel cuore della notte o al risveglio si presenta gonfia, arrossata e dolente.
La gotta può comunque colpire qualsiasi altra articolazione (caviglie, ginocchia, gomiti, polsi, ...).

Come curare la gotta?

La terapia si fonda su una combinazione di stile di vita (recupero del peso forma, alimentazione, attività fisica, idratazione) e, quando non sufficiente, sul ricorso a farmaci (tra cui ad esempio allopurinolo e febuxostat).

Cosa mangiare in caso di gotta?

Sia durante la fase acuta, che in un'ottica di prevenzione, il paziente dovrebbe evitare il consumo di
  • carni grasse, trasformate e derivati (brodo, strutto, ...)
  • frutti di mare
  • formaggi stagionati grassi
  • alcolici
Via libera a
  • frutta, verdura e cereali integrali (e derivati come pane, pasta, ...)
  • pesce magro
  • carni bianche magre
  • latte scremato
  • olio d'oliva
  • caffè, tè e tisane.
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Domande e risposte
  1. Il vino incide sulla gotta?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Non bisogna esagerare, l’alcol porta disidratazione ed è bene evitare e anzi bere molta acqua, per cui l’assunzione di vino e alcolici in genere deve essere limitata.

  2. A 15 anni si può avere la gotta?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si può avere? Sì.
      È probabile? No.

      Raccomando di verificare con il medico in caso di sintomi, ci sono disturbi con sintomatologia simile.

  3. Posso usare Zyloric durante un attacco acuto?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La teoria direbbe di no, in realtà in alcuni casi l’ho visto prescrivere; lo usi solo e soltanto se prescritto espressamente dal medico.

  4. Un bicchiere di vino a pasto si può bere o rischio una recidiva?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non è consigliabile, poi ovviamente il rischio può essere più o meno alto a seconda dei casi; nessuno meglio del suo medico può valutare la sua situazione specifica e consigliarle dosi e frequenza.

    2. Uno alla settimana? 😉

    3. Dr. Roberto Gindro

      Il meno possibile… 😉

    4. Io alla fine ho dovuto eliminarlo completamente dalla dieta, salvo occasioni speciali; la gotta non mi dava tregua e devo dire che con attenzione maniacale alla dieta qualche miglioramento l’ho trovato.

  5. L’allopurinolo può essere prescritto anche in caso di calcoli renali?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, se formati da acido urico e ossalati di calcio.