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Introduzione

La cardiopatia coronarica è una condizione caratterizzata dall’accumulo di una sostanza di consistenza cerea, la cosiddetta placca, all’interno delle arterie coronarie, i vasi sanguigni che riforniscono di sangue ossigenato il muscolo cardiaco.

L’accumulo di placche all’interno delle arterie è un processo che viene chiamato aterosclerosi e si sviluppa nel corso di svariati anni.

Nel tempo la placca si può indurire o rompere:

  • una volta indurita determina un restringimento delle coronarie, in grado di ridurre significativamente il flusso di sangue ossigenato al cuore;
  • se la placca si spacca sulla sua superficie si può sviluppare un trombo. Un trombo di grosse dimensioni può ostacolare od ostruire completamente il flusso attraverso la coronaria. Nel tempo, anche la placca spaccata si indurisce e restringe le arterie.

La riduzione o il blocco del flusso di sangue ossigenato diretto al muscolo cardiaco possono provocare angina o infarto:

  • Il termine angina indica una condizione di fastidio o dolore toracico. Può dare una sensazione come di oppressione o schiacciamento del torace, ma in alcuni casi arriva ad interessare anche spalle, braccia, collo, mandibola o schiena. Il dolore anginoso può assomigliare a un’indigestione.
  • L’infarto insorge invece quando viene bloccato il flusso di sangue ossigenato a una sezione del muscolo cardiaco. Se il flusso non viene ripristinato rapidamente, questa parte di muscolo inizia a morire. Senza un tempestivo trattamento, l’infarto può avere conseguenze gravi o addirittura portare a morte.

Se protratta nel tempo la progressiva ostruzione delle arterie coronarie può indebolire il muscolo cardiaco, causando insufficienza cardiaca e aritmie:

  • L’insufficienza cardiaca è la condizione in cui il cuore non riesce a pompare una quantità di sangue sufficiente a soddisfare le necessità del corpo.
  • Le aritmie sono alterazioni della frequenza o della ritmicità dei battiti cardiaci.

Cambiamenti dello stile di vita, farmaci e procedure mediche possono aiutare a prevenire o trattare la cardiopatia coronarica, riducendo così i rischi di problemi di salute collegati.

Rappresentazione grafica delle coronarie ostruite

iStock.com/neyro2008

Il cuore

Il cuore è un muscolo grande circa quanto il proprio pugno.

Il suo lavoro consiste nel pompare sangue in tutto il corpo, contraendosi mediamente circa 70 volte al minuto.

Circolazione polmonare

By OpenStax College – Anatomy & Physiology, Connexions Web site. http://cnx.org/content/col11496/1.6/, Jun 19, 2013., CC BY 3.0, Link

Una volta che il sangue lascia il lato destro del cuore, entra nei polmoni dove si arricchisce di ossigeno.

Il sangue ossigenato ritorna al cuore da dove viene pompato agli organi tramite una rete di arterie. Il sangue ritorna al cuore attraverso le vene prima di essere pompato nuovamente ai polmoni. Questo processo si chiama circolazione.

Per funzionare correttamente il cuore riceve il proprio apporto di sangue da un complesso di vasi sanguigni sulla superficie cardiaca, le cosiddette arterie coronarie.

Cause

L’ipotesi attualmente più condivisa è che la cardiopatia coronarica inizi con un danno alle superfici interne delle arterie coronarie, ad esempio a causa di:

L’accumulo di placche potrebbe iniziare laddove le arterie sono danneggiate e la singola placca coronarica potrebbe avere origine già durante l’infanzia.

Nel tempo la placca si può indurire o spaccare:

  • Una volta indurita, la placca restringe le coronarie e ridurre il flusso di sangue ossigenato al cuore. Ciò può causare angina (dolore toracico o fastidio).
  • Se la placca si spacca, le piastrine (corpuscoli di origine cellulare presenti nel sangue) aderiscono al sito della lesione. Possono aggregarsi generando trombi.

Questi trombi possono ulteriormente restringere le arterie coronarie e peggiorare l’angina. Un trombo sufficientemente grosso può occludere del tutto o quasi un’arteria coronaria e causare un infarto.

Fattori di rischio

  • Livelli ematici di colesterolo anomali. Comprendono sia valori alti di colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) che livelli bassi di colesterolo HDL (colesterolo “buono”).
  • Pressione alta. La pressione arteriosa viene definita alta quando supera stabilmente 140/90 mmHg (anche meno secondo alcune recenti linee guida). Nei soggetti diabetici o con malattie renali croniche, il limite è inferiore, 130/80 mmHg (mmHg, cioè millimetri di mercurio, è l’unità di misura della pressione arteriosa).
  • Fumo. Il fumo può danneggiare e restringere i vasi sanguigni, favorire un aumento dei livelli di colesterolo LDL ed aumentare la pressione arteriosa. Il fumo può anche ridurre la quantità di ossigeno che raggiunge i tessuti dell’organismo, agendo già a livello dell’efficienza dei globuli rossi (ovvero mediante una riduzione della saturazione di ossigeno).
  • Resistenza all’insulina. In questa condizione, l’organismo non riesce a utilizzare correttamente l’insulina, un ormone che contribuisce a spostare il glucosio dal sangue alle cellule, dove viene usato come fonte di energia. L’insulino-resistenza può sfociare in diabete.
  • Diabete. In questa malattia, la glicemia (quantità di zucchero nel sangue) è troppo alta perché l’organismo non produce abbastanza insulina o non la utilizza correttamente.
  • Sovrappeso od obesità. I termini “sovrappeso” e “obesità” indicano un peso corporeo maggiore di quanto considerato sano per una data altezza.
  • Sindrome metabolica. L’espressione identifica un gruppo di fattori di rischio che aumentano le probabilità di cardiopatia coronarica e altri problemi di salute, come il diabete e l’ictus.
  • Sedentarietà. L’inattività fisica può peggiorare altri fattori di rischio della cardiopatia coronarica, come i livelli anomali di colesterolo, l’ipertensione arteriosa, il diabete e il sovrappeso o l’obesità.
  • Alimentazione poco sana. Un’alimentazione non adeguata può aumentare il rischio di cardiopatia coronarica. Cibi ricchi di grassi saturi e trans, colesterolo, sale e zucchero, possono esacerbare altri fattori di rischio della cardiopatia coronarica.
  • Età avanzata. Negli uomini, il rischio di cardiopatia coronarica aumenta sensibilmente a partire da 45 anni. Nelle donne, il rischio aumenta a partire da 55 anni.
  • Una storia familiare di cardiopatia coronarica precoce è un fattore di rischio della malattia, in particolare se la cardiopatia è stata diagnosticata nel padre o in un fratello prima di 55 anni, o nella madre o in una sorella prima di 65. Benché l’età avanzata e una storia famigliare di cardiopatia coronarica precoce siano fattori di rischio, nessuna delle due condizioni implica che necessariamente si sviluppi la malattia.

Tenere sotto controllo altri fattori di rischio può spesso ridurre le influenza genetiche e aiutare a prevenire la cardiopatia coronarica, anche nei soggetti anziani.

La ricerca scientifica continua a esplorare possibili fattori di rischio della cardiopatia coronarica e si ipotizzano come possibili fattori di rischio anche:

  • Livelli ematici elevati di una proteina nota come proteina C-reattiva (PCR) possono aumentare il rischio di cardiopatia coronarica e infarto. Livelli alti di PCR segnalano uno stato infiammatorio nell’organismo. Anche altri marker, come l’omocisteina, sono considerati fattori di rischio quando troppo elevati.
  • L’infiammazione è la risposta del corpo a lesioni o infezioni. Lesioni delle pareti interne delle arterie possono attivare un processo infiammatorio e potenziare l’ingrossamento della placca.
  • Anche livelli ematici alti di trigliceridi possono aumentare il rischio di cardiopatia coronarica, specialmente nelle donne. I trigliceridi sono una tipologia di grassi.

Altri rischi correlati alla cardiopatia coronarica

Ci sono altre condizioni che possono contribuire alla cardiopatia coronarica, e in particolare:

  • Apnea notturna. L’apnea notturna è un disordine comune, contrassegnato da una o più sospensioni respiratorie o da respiro superficiale. Se non trattata, può aumentare il rischio di ipertensione arteriosa, diabete e perfino di infarto o ictus.
  • Stress. La ricerca scientifica ha dimostrato che il più comune fattore scatenante di un infarto è un forte evento emozionale, specialmente se causa di rabbia.
  • Alcool. L’abuso significativo di alcolici può danneggiare il muscolo cardiaco e peggiorare gli altri fattori di rischio della cardiopatia coronarica. Un uomo dovrebbe limitarsi a due bevande alcoliche al giorno. Una donna dovrebbe limitarsi a un’unica bevanda alcolica giornaliera.
  • Preeclampsia. È una condizione che può svilupparsi in gravidanza. I due segni caratteristici sono l’aumento della pressione arteriosa e un eccesso di proteine nell’urina. La preeclampsia è collegata a un maggior rischio di cardiopatia per tutta la vita, compresi
    • cardiopatia coronarica,
    • infarto,
    • insufficienza cardiaca
    • e ipertensione arteriosa.

Sintomi

Alcuni soggetti con cardiopatia coronarica non manifestano alcun segno né sintomo; questa condizione viene detta cardiopatia coronarica silente. La malattia può non venir diagnostica fino alla comparsa di segni e sintomi di infarto, insufficienza cardiaca o aritmia (battiti irregolari).

Un sintomo comune è l’angina, ossia un dolore o fastidio toracico originato da un’area del muscolo cardiaco che non riceve più quantità adeguate di sangue arterioso.

Può essere percepita come un’oppressione o un peso sul torace. La sintomatologia può interessare anche spalle, braccia, collo, mandibola o schiena. Il dolore anginoso può assomigliare a un’indigestione. Tende a peggiorare con l’attività e a scomparire con il riposo. Anche uno stress emozionale può scatenare il dolore.

Altro sintomo comune nella cardiopatia coronarica è l’affanno. Questo sintomo insorge se la cardiopatia causa insufficienza cardiaca. In questa condizione, il cuore non riesce a pompare una quantità di sangue sufficiente a soddisfare le necessità del corpo. Si accumulano liquidi nei polmoni, rendendo difficoltoso il respiro.

La gravità dei sintomi è comunque variabile e può aumentare di intensità con il progressivo restringimento delle coronarie conseguente al deposito di placche.

Attacco cardiaco

L’infarto insorge quando il flusso di sangue ossigenato e diretto ad una sezione del muscolo cardiaco viene interrotto, ad esempio nel caso in cui una porzione di placca presente in un’arteria coronaria vada incontro a rottura, oppure semplicemente per un aumento della dimensione della placca.

A prescindere dalla causa, se l’ostruzione non viene prontamente trattata la parte di muscolo cardiaco di pertinenza dell’arteria inizia a morire. Il tessuto cardiaco sano viene così sostituito da tessuto cicatriziale e, a seconda dell’estensione del danno, potrebbe essere privo di sintomi perché compensabile dal cuore, oppure manifestarsi in tutta la sua gravità, fino all’eventuale esito fatale.

Il sintomo più frequente è il dolore o fastidio toracico. La maggioranza degli attacchi cardiaci insorge con fastidio al centro o sul lato sinistro del torace, che si protrae per più di qualche minuto o scompare e ricompare.

Il fastidio può consistere in uno sgradevole senso di oppressione o di peso, schiacciamento o dolore. La sensazione può essere lieve o intensa. Il dolore dell’infarto talvolta sembra un’indigestione o un bruciore di stomaco.

I sintomi dell’angina e quelli dell’infarto possono essere simili, ma nel primo caso in genere dura solo pochi minuti e scompare con il riposo.

Un dolore o un fastidio toracico che non scompaiono o cambiano caratteristiche (per esempio, avvengono più frequentemente o anche a riposo) possono essere segno di infarto. In caso di dubbi, chiamare il 112.

Qualunque dolore toracico dovrebbe essere controllato da personale medico.

Altri segni e sintomi comuni nell’infarto sono:

L’infarto non fatale può comunque causare complicazioni permanenti, tra cui l’nsufficienza cardiaca. Il termine “insufficienza cardiaca” non significa che il cuore sta cessando o è sul punto di cessare di funzionare, ma indica la perdita della capacità di lavorare in modo efficace ed efficiente; tra i sintomi più comuni si annoverano:

  • affanno o difficoltà a respirare,
  • stanchezza
  • e gonfiore di caviglie, piedi, gambe, pancia e vene del collo.

Questi sintomi sono tutti la conseguenza di un accumulo di liquidi nel corpo. Quando compaiono i primi sintomi, ci possono essere stanchezza o affanno dopo attività fisiche abituali, come salire una rampa di scale.

Aritmie

Le aritmie sono alterazioni della frequenza o della ritmicità dei battiti cardiaci. Possono essere percepite come battiti mancanti o battiti troppo rapidi.

Alcuni soggetti riferiscono una sensazione di sfarfallamento nel torace. Queste sensazioni vengono dette palpitazioni.

Alcune aritmie possono causare l’improvviso arresto del battito cardiaco. Questa condizione viene chiamata arresto cardiaco improvviso, fatale se non viene trattato nell’arco di qualche minuto.

Diagnosi

La diagnosi verrà posta sulla base dell’anamnesi personale e famigliare, dei fattori di rischio, dell’esame obiettivo e dei risultati di esami e procedure.

La diagnosi non può essere basata su un singolo test. In caso di sospetta cardiopatia coronarica, il medico può raccomandare uno o più esami:

ECG (Elettrocardiogramma)

Si tratta di un esame semplice e indolore, che rileva e registra l’attività elettrica del cuore. Mostra la velocità dei battiti e la loro ritmicità (costante o irregolare). L’ECG può anche registrare l’intensità e la trasmissione temporale dei segnali elettrici nel cuore.

Può evidenziare segni di danno cardiaco dovuto a cardiopatia coronarica, nonché segni di infarti cardiaci in corso o pregressi.

Prova da sforzo

Questo esame rileva l’attività cardiaca durante l’esercizio, in modo da sollecitare e accelerare l’attività cardiaca. In soggetti che non possono sostenere un’attività fisica, il cuore verrà sollecitato tramite farmaci.

Se il cuore lavora più intensamente e batte più rapidamente, ha bisogno di più sangue e ossigeno. Arterie ristrette dalle placche non riescono a soddisfare le maggiori richieste di sangue ossigenato.

La prova da sforzo può mostrare segni e sintomi di cardiopatia coronarica, in particolare:

  • Variazioni anomale della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa,
  • Affanno o dolore toracico,
  • Anomalie del ritmo cardiaco o dell’attività elettrica del cuore.

È possibile che non si riesca a sostenere un’attività fisica per il tempo considerato normale in funzione della propria età perché il cuore non riceve abbastanza sangue ossigenato. Ci sono però anche altri fattori che possono ridurre la capacità di esercizio (per esempio, malattie polmonari, anemia, scarsa forma fisica).

In alcune prove da sforzo, vengono acquisite immagini del cuore durante l’esercizio e a riposo. Queste prove da sforzo con immagini possono far vedere in movimento la distribuzione del sangue nel cuore e il suo funzionamento come pompa.

Ecocardiografia

L’ecocardiografia usa gli ultrasuoni per generare immagini in movimento del cuore. Le immagini mostrano la dimensione e la forma del cuore, ma anche come stanno lavorando le cavità e le valvole cardiache.

L’ecocardiografia può anche mostrare aree scarsamente vascolarizzate del cuore, aree di muscolo cardiaco che non si contraggono normalmente e lesioni pregresse del muscolo causate da un insufficiente flusso sanguigno.

Radiografia del torace

La tecnica acquisisce immagini degli organi e delle strutture all’interno del torace, come cuore, polmoni e vasi sanguigni.

La radiografia può mostrare segni di insufficienza cardiaca, come pure problemi polmonari e altre cause di sintomi collegati alla cardiopatia coronarica.

Esami del sangue

Gli esami del sangue permettono di controllare i livelli di

  • grassi e colesterolo,
  • glucosio,
  • specifiche proteine del sangue.

Livelli anomali potrebbero segnalare l’esistenza di un rischio di cardiopatia coronarica.

Angiografia coronarica e cateterismo cardiaco

Se gli altri esami e/o fattori indicano un rischio concreto di cardiopatia coronarica, il medico raccomanderà l’angiografia coronarica (o coronarografia). Questo esame si basa sull’iniezione di un mezzo di contrasto e l’esposizione del paziente a raggi X, al fine di studio dell’interno delle coronarie.

Per consentire al mezzo di contrasto di raggiungere le coronarie è necessario ricorrere a una procedura chiamata cateterismo cardiaco, che consiste nell’inserimento di un catetere (tubicino flessibile) in un vaso sanguigno del braccio, dell’inguine o del collo. Il catetere viene diretto nelle arterie coronarie, dove viene iniettato il mezzo di contrasto.

Mediante i raggi X si studierà quindi la modalità con cui contrasto scorre lungo le coronarie.

In genere questa procedura viene svolta in ambito ospedaliero, ma a paziente sveglio. Causa poco o nessun dolore, benché si possa percepire una qualche dolenzia durante l’inserzione del catetere.

Cura

Il trattamento della cardiopatia coronarica comprende adeguamenti dello stile di vita, farmaci, procedure medico-chirurgico e riabilitazione.

Gli obiettivi del trattamento possono consistere in:

  • abbassamento del rischio di formazione di trombi (coaguli ematici che possono causare l’infarto),
  • prevenzione delle complicanze della cardiopatia coronarica,
  • riduzione dei fattori di rischio nel tentativo di rallentare, arrestare o invertire il deposito di placche,
  • alleviamento dei sintomi,
  • dilatazione o bypass di arterie ostruite.

Modifiche dello stile di vita

Il medico può raccomandare l’adozione di uno stile di vita più consono alla cardiopatia coronarica. Le modifiche possono includere:

Adozione di una dieta sana

Una dieta sana per il cuore dovrà basarsi sul consumo di:

  • latticini scremati o parzialmente scremati,
  • pesci ricchi di acidi grassi omega 3, come salmone, tonno e trota, almeno 2-3 volte alla settimana,
  • frutta, come mele, banane, arance, pere e prugne,
  • legumi, come fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave,
  • verdure, come broccoli, cavolo e carote,
  • cereali integrali (pane, pasta e riso integrale, ma anche cereali assunti come zuppe o insalate).

Una dieta sana per il cuore non dovrà includere:

  • eccessi di carne rossa,
  • olio di palma e di cocco,
  • alimenti e bevande ricche di zuccheri.

Due alimenti fanno salire i livelli ematici di colesterolo:

  • grassi saturi, presenti sostanzialmente nel cibo di origine animale,
  • grassi trans (o acidi trans), tipici dei cibi preparati con oli e grassi idrogenati, come margarina, prodotti da forno come biscotti, torte e dolci, cracker, glasse e panna. Alcuni grassi trans si trovano anche all’origine nei grassi animali e nelle carni.

Non tutti i grassi sono nocivi. Di fatto, i grassi mono- e poli-insaturi aiutano ad abbassare i livelli ematici di colesterolo. Sono esempi di alimenti che contengono questi grassi:

  • avocado,
  • olio di mais, girasole e soia,
  • frutta secca e semi, come le noci,
  • olio di oliva, colza, arachidi, cartamo e sesamo,
  • salmone e trota,
  • tofu.

Sodio

Si dovrà cercare di limitare l’introito di sodio. Sarà quindi necessario scegliere e preparare alimenti poveri di sale e sodio. Cercare di usare cibi a basso contenuto di sodio e non aggiungere sale o condimenti a tavola o durante la preparazione. Le etichette alimentari contengono le informazioni necessarie per scegliere alimenti con poco sodio. Cercare di assumere al massimo 2.300 mg di sodio al giorno. Se ipertesi, potrà essere necessario ridurne ulteriormente l’apporto.

Programma DASH

Dall’inglese Dietary Approaches to Stop Hypertension, ossia approcci dietetici per fermare l’ipertensione, il medico può suggerire un piano alimentare come DASH. Questo piano si basa sull’assunzione di frutta, verdura, cereali integrali e altri alimenti sani per il cuore e a basso contenuto di grassi, colesterolo, sodio e sale.
DASH è un buon esempio di piano alimentare sano, anche per chi non soffre di pressione alta.

Alcolici

Cercare di limitare gli alcolici. L’alcool può aumentare la pressione arteriosa e i livelli di trigliceridi, uno dei grassi del sangue. Inoltre, aggiunge calorie che possono contribuire al sovrappeso.

Un uomo dovrebbe limitarsi a due bevande alcoliche al giorno. Una donna dovrebbe limitarsi a un’unica bevanda alcolica giornaliera. Con bevanda alcolica, si intende:

  • 0,350 l di birra
  • 0,150 l di vino
  • 33 – 40 ml di liquore, secondo la gradazione alcolica

Peso corporeo

Il mantenimento di un peso forma è importante per la salute complessiva e può abbassare il rischio di cardiopatia coronarica. Cercare di raggiungere un buon peso forma adottando un piano alimentare sano e praticando attività fisica.

Conoscere il proprio indice di massa corporea (BMI, dall’inglese Body Mass Index) aiuta a scoprire se il peso è adeguato all’altezza e ad avere una stima del grasso corporeo totale.

Un BMI:

  • inferiore a 18,5 indica una condizione di sottopeso,
  • tra 18,5 e 24,9 è normale,
  • tra 25 e 25,9 indica un sovrappeso,
  • a partire da 30, indica uno stato di obesità..

Si dovrà tentare di ottenere un BMI inferiore a 25. Il medico aiuterà a stabilire un obiettivo adeguato.

La misura del giro vita è predittiva dei rischi per la salute. Se la maggior parte del grasso corporeo si distribuisce intorno alla vita invece che sui fianchi, aumenta il rischio di cardiopatia e diabete tipo 2. Il rischio sembra maggiore con un giro vita maggiore di 89 cm nelle donne o di 102 cm negli uomini.

In caso di sovrappeso od obesità, cercare di perdere peso. Una riduzione di appena 3 – 5% del peso corporeo può abbassare i trigliceridi, la glicemia e il rischio di andare incontro a diabete tipo 2. Una perdita del peso maggiore può migliorare i valori di pressione arteriosa, abbassare il colesterolo LDL e aumentare quello HDL.

Stress

La ricerca scientifica ha dimostrato che il più comune fattore scatenante di un infarto è un forte evento emozionale, specialmente se causa di rabbia. Inoltre, alcune risposte individuali allo stress, come bere, fumare o mangiare troppo, non sono sane.

Imparare a gestire lo stress, rilassarsi e interagire con i problemi può migliorare la salute emozionale e fisica. Prendere in considerazione attività di riduzione dello stress, come:

  • meditazione
  • attività fisica
  • terapia rilassante
  • confidarsi con amici o parenti

Attività fisica

Un’attività fisica regolare può abbassare molti fattori di rischio della cardiopatia coronarica, compresi colesterolo LDL, pressione arteriosa e peso. L’esercizio può anche ridurre il rischio di diabete e aumentare i livelli di colesterolo HDL. Quest’ultimo è il colesterolo “buono”, che aiuta a prevenire la cardiopatia coronarica.

Ogni individuo dovrebbe cercare di eseguire esercizi aerobici di intensità moderata per almeno 150 minuti alla settimana, o un’attività vigorosa per 75 minuti alla settimana. L’attività aerobica, come la camminata veloce, è una forma di esercizio che induce il cuore ad accelerare e l’organismo a consumare più ossigeno. Più attivi si è, maggiori saranno i benefici. Eseguire esercizi aerobici per almeno 10 minuti alla volta, più volte alla settimana.

Consultare il medico prima di iniziare un nuovo piano di esercizio. Farsi consigliare dal medico tipo e quantità di esercizio corretti per il proprio stato.

Abolizione del fumo

Smettere di fumare. Il fumo può aumentare il rischio di cardiopatia coronarica e di infarto e peggiorare gli altri fattori di rischio. Farsi consigliare dal medico programmi e prodotti che possono aiutare a smettere. Cercare anche di evitare situazioni di fumo passivo.

Se smettere di fumare da soli risulta difficile, frequentare eventualmente un gruppo di sostegno. Molti ospedali e associazioni offrono servizi per aiutare a disintossicarsi dal fumo.

Farmaci

Talvolta, i cambiamenti dello stile di vita non bastano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Potrebbe per esempio essere necessario assumere statine per controllare o abbassare il colesterolo. L’abbassamento del colesterolo può ridurre il rischio di infarto o di ictus. In genere, le statine vengono prescritte in soggetti con:

  • cardiopatia coronarica, arteriopatia periferica o ictus,
  • diabete,
  • alti livelli di colesterolo LDL.

Il trattamento con statine viene preso in considerazione nei soggetti con elevati rischi di cardiopatia o ictus.

Possono anche essere indicati farmaci per:

  • ridurre il rischio di infarto o morte improvvisa.
  • abbassare la pressione arteriosa.
  • prevenire la formazione di trombi, possibili cause di infarto o ictus.
  • prevenire o ritardare la necessità di uno stent, di un’angioplastica coronarica o di un intervento chirurgico come il bypass coronarico.
  • ridurre il carico di lavoro del cuore e alleviare i sintomi di cardiopatia coronarica.

Assumere i medicinali secondo quanto prescritto, con regolarità. Non modificare le quantità o saltare dosi a meno che non sia il medico a stabilirlo. Anche se in terapia farmacologica, si dovrà comunque osservare uno stile di vita sano e adeguato.

Procedure mediche e chirurgia

Il trattamento della cardiopatia coronarica può richiedere una procedura medica o un intervento chirurgico. Sia l’angioplastica che il bypass vengono usati per trattare arterie coronarie ostruite. Il trattamento verrà stabilito in base alle condizioni del soggetto.

Angioplastica coronarica percutanea

Si tratta di una procedura non chirurgica che apre arterie ostruite o ristrette. In pratica, un tubicino con in punta un palloncino sgonfio viene diretto attraverso i vasi sanguigni fino al collo, in corrispondenza della coronaria ristretta o bloccata. Una volta in posizione, si gonfia il palloncino in modo da forzare la placca contro la parete del vaso. Si ripristina così il flusso di sangue attraverso l’arteria.

Durante questa procedura, può anche essere inserito nell’arteria uno stent (una piccola rete tubolare), che aiuta a prevenire recidive nei mesi e negli anni dopo l’angioplastica.

Bypass coronarico

È un tipo di chirurgica in cui vengono usate arterie o vene di altri distretti del corpo per “girare intorno” alle arterie coronarie ostruite. Il bypass può migliorare il flusso di sangue al cuore, alleviare il dolore toracico ed eventualmente prevenire un infarto.

Riabilitazione cardiaca

La riabilitazione cardiaca viene in genere consigliata in caso di angina o dopo bypass, angioplastica o infarto. Praticamente chiunque soffra di cardiopatia coronarica può trarre benefici dalla riabilitazione. Si tratta di un programma con supervisione medica che può contribuire a migliorare la salute e il benessere di soggetti con problemi cardiaci.

La riabilitazione cardiaca viene gestita da un team che include tipicamente medici, infermieri, specialisti dell’esercizio, fisioterapisti e terapisti occupazionali, dietisti o nutrizionisti, e psicologi o altri esperti di salute mentale.

La riabilitazione si svolge in due parti:

Educazione, consigli e allenamento. Questa parte della riabilitazione aiuta il soggetto a capire le condizioni del proprio cuore e a trovare il modo di ridurre i rischi di nuovi problemi cardiaci. Il team di riabilitazione insegnerà a gestire lo stress di adattarsi a un nuovo stile di vita e a interagire con la paura del futuro.
Allenamento fisico. Questa parte aiuta a fare attività fisica in modo sicuro, rinforzare i muscoli e migliorare il proprio vigore. Il piano di esercizio sarà basato sulle capacità fisiche, i bisogni e gli interessi del soggetto.

Prevenzione

È possibile prevenire e controllare la cardiopatia coronarica mettendo sotto controllo i propri fattori di rischio con adeguamenti dello stile di vita e farmaci. Esempi di fattori di rischio che possono essere messi sotto controllo sono

  • colesterolo,
  • pressione arteriosa,
  • sovrappeso e l’obesità.

Solo pochi fattori, come

  • età,
  • sesso
  • anamnesi famigliare

non possono essere controllati.

Il rischio di cardiopatia coronarica aumenta in funzione del numero dei fattori di rischio del soggetto. Per ridurre il rischio di cardiopatia coronarica e infarto, cercare di tenere sotto controllo ogni singolo fattore di rischio adottando i seguenti cambiamenti dello stile di vita:

  • dieta sana
  • mantenimento di un peso corporeo adeguato
  • contenimento dello stress
  • attività fisica
  • abolizione del fumo
  • conoscenza della propria anamnesi famigliare con riferimento alla cardiopatia coronarica

Ricordarsi di informare il proprio medico se qualcuno in famiglia ne ha sofferto. Se le modifiche dello stile di vita non bastano a tenere sotto controllo i fattori di rischio, possono essere prescritti appositi farmaci.

Fonte principale

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Anonimo

    Per verificare la salute delle coronarie meglio un’angio RM con mezzo di contrasto o un’angio TAC multistrato sempre con mezzo di contrasto?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non si autoprescriva esami, ma si attenga sempre alle prescrizioni del medico.

      Da un punto di vista generale, quando ci si aspetta di trovarne di ostruite, spesso si procede con una coronarografia, che permette allo specialista di intervenire se necessario; quando c’è invece il dubbio si possono prendere in considerazione anche altre ipotesi, che non richiedano l’esposizione del paziente a radiazioni.

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