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Cosa sono le LDL?

LDL è un acronimo inglese che può essere tradotto come “lipoproteine a bassa densità”, ossia quel gruppo di proteine coinvolte nel metabolismo del colesterolo e conosciute per la loro influenza negativa sulla patogenesi dell’aterosclerosi. Nel linguaggio comune esse sono addirittura chiamate “colesterolo cattivo”, ma occorre specificare fin da subito che tale dicitura è estremamente fuorviante in quanto tali proteine assolvono a funzioni essenziali per il metabolismo lipidico.

Da un punto di vista chimico le lipoproteine sono composti organici formati dall’unione di una proteina con una porzione lipidica (grasso), e quelle a bassa densità nello specifico (LDL) sono caratterizzate da una densità specifica compresa tra 1,006 e 1,063 g/ml.

Nel nostro organismo le lipoproteine sono organizzate come aggregati ad alto peso molecolare e grandi dimensioni, in quanto oltre alla porzione strutturale proteica e a quella lipidica contengono una serie di altre molecole come il colesterolo libero, il colesterolo esterificato e i trigliceridi. La loro struttura è di tipo micellare, in quanto costituite da uno strato esterno di natura idrofila (contenente la parte proteica) e da uno strato interno di natura idrofoba (contenente la parte lipidica).

Differenza tra vaso sanguigno affetto da aterosclerosi e vaso pervio

iStock.com/ttsz

Perché misurarne la quantità nel sangue?

La concentrazione ematica delle lipoproteine a bassa densità (LDL) è correlata in maniera diretta al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari sia acute che croniche; costituiscono cioè un fattore di rischio e la loro valutazione è fondamentale in un contesto di prevenzione:

  • primaria (studio della patologia finalizzato ad evitare un evento acuto);
  • secondaria (studio della patologia finalizzato alla diagnosi precoce);
  • terziaria (studio della patologia finalizzato ad evitare la ripetizione dell’evento).

Elevate quantità di LDL (ipercolesterolemia) facilitano quindi il processo di formazione delle placche aterosclerotiche, ossia lesioni vascolari caratterizzate dal deposito di colesterolo a livello della parete interna dei vasi sanguigni e che sono fortemente implicate nella patogenesi di patologie quali:

Peculiarità delle lipoproteine a bassa densità è che non esiste un vero e proprio valore-soglia inferiore, sotto al quale la loro concentrazione risulta eccessivamente bassa: secondo i dati presenti in letteratura non sussiste alcun rischio per la salute, ed anzi bassi livelli di LDL sono assolutamente auspicabili al fine di contenere il rischio cardiovascolare. In questo senso l’interpretazione dei risultati dell’esame è diametralmente opposta a quelli delle HDL, che non hanno un limite superiore e per cui invece livelli elevati garantiscono un profilo di rischio minore.

Ricapitolando:

  • il colesterolo LDL è volgarmente chiamato “cattivo” ed è meglio limitarne i valori;
  • il colesterolo HDL, detto “buono”, va al contrario mantenuto a livelli elevati.

Valori normali

Nella valutazione del profilo lipidico il concetto di “valori normali” può risultare improprio e generare confusione: a differenza del passato non esistono più valori considerati normali ed in particolare per le LDL non esistono limiti inferiori.

Valori alti

Secondo le più recenti linee guida della società europea di cardiologia (ESC2019) sono da considerarsi patologici valori di LDL:

  • superiori a 160 mg/dl — francamente elevati
  • compresi tra 100 e 159 mg/dl — valori borderline

Valori auspicabili

Secondo le più recenti linee guida della società europea di cardiologia (ESC2019) sono da considerarsi desiderabili valori di LDL inferiori a:

  • 116 mg/dl nei soggetti privi di fattori di rischio
  • 100 mg/dl nei soggetti aventi rischio cardiovascolare moderato
  • 70 mg/dl e comunque riduzione pari al 50% dei valori baseline nei soggetti aventi rischio cardiovascolare elevato
  • 55 mg/dl e comunque riduzione pari al 50% dei valori baseline nei soggetti aventi rischio cardiovascolare molto elevato

Tra i principali fattori di rischio ricordiamo:

  • Fattori non modificabili
    • età avanzata,
    • sesso maschile,
    • storia famigliare.
  • Stile di vita
    • dieta sbilanciata ed ipercalorica — il contenuto in colesterolo di alcuni cibi tipicamente grassi può renderli nocivi in senso di rischio cardiovascolare;
    • insufficiente attività fisica o sedentarietà — influisce in maniera significativa sui livelli circolanti di LDL e trigliceridi;
    • obesità — il soggetto obeso consuma tipicamente cibi ipercalorici e ricchi in lipidi, che determinano un aumento di LDL e trigliceridi;
    • consumo cronico di alcol — anche in dosi appena superiori alle due unità giornaliere, l’alcol causa interferenze metaboliche che esitano nell’aumento dei livelli circolanti di colesterolo e trigliceridi;
    • abitudine al fumo di sigaretta — l’acroleina contenuta nel fumo della sigaretta inibisce l’attività delle HDL).
  • Altre patologie

Nota: in realtà la questione dietetica è tuttora oggetto di dibattito nella comunità scientifica; su JAMA è stato pubblicato un interessante approfondimento di Zhong, Cornelis et al. che approfondisce la tematica in maniera significativa (Associations of Dietary Cholesterol or Egg Consumption With Incident Cardiovascular Disease and Mortality).

Valori bassi

Secondo i dati ad oggi presenti in letteratura non esiste un vero e proprio limite inferiore; il concetto fondamentale in questo senso è che soggetti aventi molteplici fattori di rischio dovrebbero ridurre il più possibile la concentrazione ematica delle LDL: the lower, the better (più è basso, meglio è).

Fattori che influenzano l’esame

L’assunzione di alcolici nelle 24 ore precedenti al prelievo del campione può inficiare i risultati dell’esame; è pertanto consigliabile sospenderne il consumo in previsione del prelievo.

Alcuni farmaci possono influire sui risultati dell’esame a causa di un metabolita della loro degradazione chiamato N-acetil-p-benzochinone immina; tra questi, i più utilizzati sono:

  • paracetamolo (Tachipirina),
  • N-acetilcisteina (Fluimucil mucolitico),
  • metamizolo (Novalgina).

È inoltre preferibile, ma non strettamente necessario, che il paziente digiuni dalle 12 alle 14 ore precedenti al prelievo ematico. L’assunzione di acqua e della regolare terapia, invece, può continuare regolarmente.

Quando viene richiesto l’esame

La grandissima importanza ricoperta dalle lipoproteine a basso peso molecolare nella patogenesi di aterosclerosi e in generale di patologie cardiovascolari rende il loro studio utile nell’ottica della prevenzione. In particolare, l’esame risulta specialmente utile in quei pazienti che presentano molteplici fattori di rischio cardiovascolare (vide supra).

Preparazione richiesta

Per quest’esame non è necessaria alcuna preparazione specifica.

Fonti e bibliografia

Le domande più frequenti

Come si calcola il colesterolo LDL?

La quantità di colesterolo LDL può essere stimata attraverso la formula di formula di Friedewald:

Colesterolo LDL = Colesterolo Totale - Colesterolo HDL - Trigliceridi / 5

Cos'è il colesterolo LDL?

Il colesterolo LDL è una forma di grasso circolante nel sangue costituito dall'unione di un proteina di trasporto e lipidi; viene talvolta definito colesterolo cattivo perché, quando presente in quantità eccessive nel sangue, tende a depositarsi sulle parerti dei vasi sanguigni (aterosclerosi).

Cosa vuol dire un valore di colesterolo LDL basso?

È tendenzialmente un'ottima notizia, in quanto le linee guida più recenti suggeriscono che più il valore è basso e meglio è dal punto di vista di prevenzione cardiovascolare.

Come abbassare il colesterolo LDL?

Farmaci a parte, il modo migliore per abbassare i valori è perseguire un miglior stile di vita ed in particolare:
  • perdere peso se necessario
  • privilegiare una dieta a basso contenuto di grassi animali (fa eccezione il pesce)
  • smettere di fumare
  • ridurre o evitare gli alcolici
  • praticare regolarmente attività fisica.
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