Calze elastiche contenitive e a compressione graduata, cosa devi sapere

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Introduzione

Il mercato degli indumenti compressivi è cresciuto enormemente negli ultimi anni, in parte in ragione di effettive evidenze mediche, in parte a scopo di comfort.

Il razionale di fondo è che, grazie alla spiccata forza di compressione che sono in grado di esercitare sulle gambe, migliorano il flusso sanguigno venoso (ricco di anidrite carbonica e di ritorno verso il cuore). Gli obiettivi per cui vengono consigliate (quando non addirittura prescritte) sono:

  • sensazione di sollievo dal disturbi quali pesantezza ed affaticamento, anche in ambito sportivo;
  • riduzione del dolore e del gonfiore alle gambe (ad esempio in caso di insufficienza venosa);
  • riduzione del rischio di sviluppo di trombosi venosa profonda.
Calze elastiche ed insufficienza venosa

Shutterstock/Annie Sintsova

Le differenze tra le diverse calze in commercio

Gambaletti elastici e calze elastiche preventive

Spesso indicate come calze da riposo o preventive, si tratta di calze in molti casi di lunghezza inferiore al ginocchio, in grado di favorire il ritorno venoso; sono utilizzate anche in ambito sportivo, con caratteristiche dedicate.

La forza compressiva può essere misurata in denari (dan), crescente da 40 a 140, corrispondenti a:

  • 40 denari corrispondono a 6-10 mmHg
  • 70 denari corrispondono a 12-15 mmHg
  • 100 denari corrispondono a 14-16 mmHg
  • 140 denari corrispondono a 18 mmHg circa.

Possono essere considerati facenti parte di questa categoria anche gli indumenti compressivi sportivi.

Calze antitrombo

Sono in genere prescritte a pazienti allettati (ad esempio in fase post-operatoria) per ridurre il rischio di formazione di trombi (coaguli di sangue in grado di occludere vasi sanguigni innescando una trombosi venosa profonda che potenzialmente può evolvere in embolia polmonare).

È una calza terapeutica pensata per essere tollerata in condizione di riposo (pressione alla caviglia massima di 18 mmHg e alla coscia di 8mmHg), ad esempio nel paziente allettato.

Calze a compressione graduata

Chiamate anche calze contenitive o calze elastiche, si tratta di dispositivi terapeutici utili a chi soffre di insufficienza venosa perché in grado di favorire il ritorno del sangue venoso dalla periferia più lontana (gambe e piedi) fino al cuore, contro la forza di gravità. L’aggettivo “graduato” fa riferimento al fatto che al momento dell’acquisto la forza di compressione esercitata sulla gamba (a patto di acquistarle della misura corretta) è standardizzata e garantita (e superiore alle categorie precedenti). Sono disponibili in quattro diverse classi di compressione (pressione esercitata) e vengono prescritte dallo specialista in base alla severità della patologia.

  • Classe di compressione I (compressione alla caviglia di 15-21 mmHg);
  • Classe di compressione II (compressione alla caviglia di 23-32 mmHg);
  • Classe di compressione III (compressione alla caviglia di 33-46 mmHg);
  • Classe di compressione IV (compressione alla caviglia superiore a 49 mmHg).

La compressione risulta essere massima a livello della caviglia per poi diminuire gradualmente al verso l’alto (fino al ginocchio o alla coscia, a seconda del tipo di calza impiegata) ed è proprio la graduale riduzione di pressione esercitata dal basso verso l’alto a favorire il ritorno del sangue al cuore, migliorando la circolazione venosa.

Calze a compressione graduata

Shutterstock/Annie Sintsova

Sono in genere prescritte per le donne ed è possibile trovarle sia in forma di collant che autoreggenti, ma sono disponibili in commercio anche modelli maschili.

Ne esistono anche modelli sportivi (vedi dopo per considerazioni relative all’efficacia).

Consigli per l’uso delle calze compressive

Un corretto utilizzo delle calze a compressione graduata prevede (fonte: UpToDate):

  • A meno che non sia diversamente indicato sulla confezione, lava le nuove calze compressive prima di indossarle per ridurne la rigidità e renderle più facili da vestire.
  • Indossa le calze il prima possibile al mattino, perché con il passare delle ore si osserva un fisiologico aumento del gonfiore; se non indossate immediatamente al risveglio può essere consigliabile tenere le gambe sollevate per 20-30 minuti prima di metterle.
  • Per indossarle siediti su una sedia con un solido supporto per la schiena (non sul letto).
  • Le calze che arrivano al ginocchio possono essere indossate come segue:
    1. Alcuni pazienti trovano utile indossare guanti di gomma per vestire le calze, in modo da farlo scorrere con più facilità sulla gamba; si raccomanda inoltre di rimuovere eventuali anelli che potrebbe rovinare la calza durante le successive operazioni.
    2. Capovolgi la la calza fino al tallone (a partire dall’estremità in cui si introduce la gamba).
    3. Infila il ​​piede nella calza tenendo il bordo piegato ricoprendo il piede fino alla caviglia.
    4. Alza con dolce fermezza il bordo per l’intera lunghezza del polpaccio.
    5. Una volta indossata la calza, controlla che le cuciture scorrano dritte lungo la gamba e che non ci siano arricciature o grinze, soprattutto alle caviglie dove la compressione è massima.
  • Le calze a compressione più rilevante possono essere indossate più facilmente se si indossano collant di seta leggeri sotto le calze a compressione (oppure ricoprendo le gambe per la prima volta con un sottile strato di talco a ridurre l’attrito). Assicurati che la pelle sia asciutta, soprattutto dopo aver applicato eventuali creme idratanti od altro (l’umidità rende più difficile indossare le calze).

È molto importante che, una volta indossata, la calza risulti perfettamente distesa e priva di pieghe.

In genere non c’è differenza destra/sinistra.

Le calze possono in genere essere lavate a mano in acqua fredda (ma si raccomanda di verificare le indicazioni del produttore sulla confezione) per poi farle asciugare naturalmente (evitando l’asciugatrice) su un piano orizzontale e lontano da fonti di calore. Si consiglia per questo l’acquisto di almeno due paia di calze, che consentano una continua rotazione.

In caso di disabilità e difficoltà nell’indossare le calze valutare l’acquisto di dispositivi specifici.

Quali pazienti possono beneficiare di calze preventive?

Gambaletti elastici, sportivi e calze riposanti sono in genere usati da:

  • sportivi
  • soggetti che debbano rimanere per numerose ore in stazione eretta (in piedi)
  • donne in gravidanza
  • piloti e personale aereo in genere (in quota la pressione è inferiore).

Funzionano in ambito sportivo?

Calze a compressione sportive

Shutterstock/Maridav

Alcuni atleti (runner, triatleti, basket, …) sono soliti indossare calze (ed anche manicotti a compressione) con l’idea che, durante l’attività, un migliore flusso sanguigno aiuterà a portare ossigeno ai muscoli e il supporto fornito aiuterà a prevenire danni ai tessuti, riducendo anche i tempi di recupero e l’eventuale rischio di DOMS.

In realtà in letteratura non si dimostra un effetto reale sulla prestazione atletica, nonostante ciò non si può escludere un vantaggio derivante dall’effetto placebo; esiste qualche evidenza in più in termini di velocità di recupero, seppure tutt’altro che definitiva.

Funzionano in caso di viaggi aerei?

Negli ultimi anni si è osservata un’attenzione crescente sull’utilizzo di calze compressive nei soggetti a rischio di trombosi venosa profonda ed altri problemi circolatori nei passeggeri di voli aerei; applicando una leggera pressione, in particolare sulla caviglia, le calze compressive aiutano il sangue a fluire facilmente prevenendo eventuali ristagni.

La pressione esercitata, combinata con il regolare movimento delle gambe, aiuta il sangue presente nelle vene superficiali a defluire verso quelle profonde e tornare al cuore, riducendo il rischio di formazione di coaguli da stasi.

Una recente revisione condotta dalla Cochrane rileva l’esistenza di evidenze affidabili relative ad una sostanziale riduzione dell’incidenza di trombosi e più limitate in termini di prevenzione di edema (gonfiore), soprattutto per ragioni metodologiche.

Si possono tenere anche la notte?

Con l’esclusione dei pazienti allettati, che in genere indossano le calze antitrombo 24h, non è in genere considerato necessario tenere le calze compressive anche la notte, quando viene meno l’effetto di stasi mediato dalla forza di gravità (che rende più difficile il ritorno del sangue verso l’alto). Non è comunque necessario rimuoverle in caso di sonnellini pomeridiani.

Le stesse considerazioni valgono anche in caso di utilizzo sportivo, mentre a giudizio medico potrebbero fare eccezione i pazienti a rischio di sviluppo di ulcere venose.

Quali patologie possono beneficiare dell’uso di calze compressive?

Tra le malattie con sintomi circolatori che possono beneficiare dell’uso di calze a compressione graduata si annoverano:

  • Edema: Gonfiore di gambe, caviglie e piedi dovuto al ristagno di liquidi e all’insufficienza venosa.
  • Insufficienza venosa cronica: difficoltà del ritorno venoso al cuore.
  • Vene varicose: vene dilatate che si presentano ingrossate e tortuose.
  • Trombosi venosa profonda: coagulo di sangue che ha occluso la vena in cui si è formato.
  • Linfedema: condizione che consiste nell’accumulo di liquidi nei tessuti molli dell’organismo, a causa di danni od ostruzioni del sistema linfatico.
  • Flebite: infiammazione di una vena, tipicamente dovuta ad un coagulo; si differenzia dalla trombosi venosa profonda perché può riguardare anche vene superficiali ed essere causata anche da altri fattori.
  • Ulcere venose che si formano sulle gambe
  • Gravidanza: Gli ormoni rilasciati durante la gravidanza, nonché l’effetto di pressione esercitato dall’espansione dell’utero sulla vena cava inferiore, possono influenzare le vene delle gambe.
  • Ipotensione ortostatica: Condizione caratterizzata da un improvviso abbassamento della pressione alzandosi in piedi, con rischio di caduta; le calze alla coscia (o alla vita) possono ridurre l’entità del disturbo.

Serve ricetta medica?

Sebbene non serva ricetta medica per l’acquisto, per tipologie diverse dalle calze riposanti/sportive si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni del medico o dello specialista (chirurgo vascolare, angiologo, flebologo, …).

Come scegliere la calza

Gli aspetti più rilevanti nella scelta della calza sono essenzialmente due:

  • Tipologia: Pazienti altrimenti sani possono acquistare in autonomia modelli preventivi (sportivi o meno), mentre in caso di patologie specifiche (come il diabete o malattie circolatorie) è raccomandata la prescrizione medica (per tipo e classe di compressione).
  • Lunghezza: Solo polpaccio (gambaletti), fino alla coscia (autoreggenti), fino alla vita (collant).
  • Misura: Affinché la pressione esercitata sia quella prevista è indispensabile che la misura si corretta e, per la scelta, si raccomanda di fare riferimento alle indicazioni del produttore (in genere basate su parametri quali altezza, peso, circonferenze di caviglia, polpaccio e coscia). La misura della circonferenza dovrebbe essere raccolta al mattino, quando il gonfiore è minimo.
Altezza delle calze a compressione graduata

Shutterstock/Annie Sintsova

Tra gli altri fattori da tenere in considerazione si annoverano:

  • Punta chiusa/aperta: Esistono calze a punta aperta in cui le dita “spuntano fuori”.
  • Colore: fattore privo di effetti sull’efficacia, ma in grado di favorire la compliance in pazienti giovani
  • Prezzo (si raccomanda di evitare modelli inspiegabilmente economici, per il rischio di una ridotta garanzia in termini di standardizzazione dell’effetto compressivo e durata dello stesso nel tempo a seguito di numerosi lavaggi).
Calze antitrombo a punta aperta

Calze antitrombo a punta aperta (Shutterstock/Joeprachatree)

Controindicazioni

Si raccomanda il preventivo parere del medico o dello specialista in pazienti affetti da:

Effetti indesiderati e rischi

Una pressione eccessiva e distribuita in modo non uniforme, ad esempio in caso di modello inadatto, misura troppo piccola o vestizione errata (ad esempio se la calza non fosse perfettamente distesa) può causare lesioni della pelle, specialmente nei pazienti più anziani, malnutriti e più in generale in quelli con pelle sottile e fragile (fonte).

Un utilizzo prolungato potrebbe indurre la formazione di reazioni infiammatorie, una delle ragioni per cui si consiglia di non indossarle la notte.

Contattare immediatamente il medico in caso di insorgenza di:

  • Sensazioni di intorpidimento, formicolio, dolore o indolenzimento al piede o alla gamba;
  • alterazioni del colore/temperatura di gamba o piede, ovvero se dovessero diventare pallidi, freddi o bluastre (cianotiche);
  • Eruzione cutanea, che potrebbe significare un’allergia alle fibre elastiche delle calze.
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