Neuropatia periferica e/o diabetica: sintomi, cause e cura

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Introduzione

Il sistema nervoso periferico è un’ampia rete di comunicazione su cui viaggia lo scambio di informazioni tra il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e ogni altra parte del corpo.

Una neuropatia è una malattia (od una qualche forma di lesione) di un nervo, una condizione poco nota ma in realtà molto più comune di quanto si possa pensare.

I possibili sintomi della neuropatia periferica comprendono:

I nervi periferici inviano informazioni sensitive al cervello e al midollo spinale, per esempio il messaggio che i piedi sono freddi. Trasportano anche dal cervello e dal midollo spinale segnali per i muscoli che generano i movimenti. I danni al sistema nervoso periferico interferiscono con queste connessioni vitali. Una neuropatia periferica distorce e talvolta interrompe i messaggi tra cervello e midollo spinale e resto del corpo, come i disturbi statici su una linea telefonica.

Le neuropatie periferiche possono presentarsi in una varietà di forme e avere molteplici evoluzioni:, con i sintomi che possono svilupparsi nell’arco di giorni, settimane o anni. Possono essere acute o croniche:

  • Nelle forme acute, come nella sindrome di Guillain-Barré (in cui il sistema immunitario attacca parte del sistema nervoso periferico e danneggia l’invio e la ricezione di impulsi nervosi), i sintomi compaiono improvvisamente, progrediscono rapidamente e si risolvono lentamente parallelamente alla guarigione dei nervi.
  • Nelle forme croniche, i sintomi iniziano in maniera subdola e progrediscono lentamente. Alcuni soggetti possono avere periodi asintomatici seguiti da ricadute. Altri possono raggiungere una condizione di equilibrio in cui i sintomi rimangono costanti per molti mesi o anni.  Molte neuropatie croniche peggiorano nel tempo.

Benché la neuropatia possa essere dolorosa ed eventualmente debilitante, le forme fatali sono molto poche.

Nella neuropatia diabetica, una delle forme più frequenti, il danno nervoso segue un decorso ascendente. I malfunzionamenti riguardano inizialmente le fibre nervose più lontane dal cervello e dal midollo spinale. Dolore e insensibilità sono spesso percepiti simmetricamente in ambedue i piedi, seguiti da una graduale progressione lungo le gambe. Successivamente possono essere interessate dita, mani e braccia.

I principali sintomi in caso di neuropatia diabetica quindi sono:

  • intorpidimento a mani, gambe o piedi,
  • dolori lancinanti, bruciore o formicolio,
  • nausea, vomito, stitichezza o diarrea,
  • problemi relativi alla sfera sessuale,
  • disturbi urinari (ad esempio difficoltà a percepire quando la vescica è piena, oppure difficoltà a svuotarla completamente),
  • vertigini in caso di rapidi cambiamenti di posizione.

Classificazione delle neuropatie periferiche

Sono state identificate oltre 100 tipologie di neuropatie periferiche, ciascuna con sintomi e prognosi propri. In generale, le neuropatie vengono classificate secondo il tipo di danno ai nervi:

  • Quando colpiscono un solo nervo sono dette mononeuropatie.
  • Più di frequente sono invece interessati più nervi (polineuropatie).

Alcune neuropatie periferiche sono dovute a danni degli assoni (la parte allungata, filiforme della cellula nervosa), altre sono conseguenti ad alterazioni della guaina mielinica, la lipoproteina che riveste e isola l’assone. I due danni, a carico dell’assone e la demielinizzazione, possono anche coesistere. Studi elettrodiagnostici possono essere di aiuto nel determinare il tipo di danno in atto.

Neuropatia periferica e tipo di danno (assone e/o guaina)

iStock.com/TefiM

Sintomi

I sintomi variano in funzione del tipo di nervo danneggiato:

  • I nervi motori controllano i movimenti muscolari volontari, per esempio quelli necessari per camminare, prendere oggetti o parlare.
  • I nervi sensitivi trasmettono informazioni sulle sensazioni, come un tocco leggero o il dolore di un taglio.
  • I nervi autonomi controllano le attività di organi che sono regolati automaticamente, come la respirazione, la digestione, il battito cardiaco e le funzioni ghiandolari.

Ci sono neuropatie che possono colpire tutti e tre i tipi di nervi, altre che ne interessano prevalentemente uno o due tipi. Il medico può usare termini come neuropatia principalmente motoria, sensitiva, sensitiva-motoria, oppure neuropatia autonomica per descrivere la tipologia dei nervi interessati.

Nervi motori

I danni a nervi motori sono perlopiù associati a debolezza muscolare, ma ci possono essere altri sintomi, come ad esempio

  • crampi dolorosi,
  • fascicolazioni (contrazioni muscolari involontarie visibili sotto la pelle),
  • atrofia muscolare (grave riduzione delle dimensioni di un muscolo),
  • riduzione dei riflessi.

Nervi sensitivi

I danni a nervi sensitivi possono essere causa di una notevole varietà di sintomi, perché hanno funzioni più ampie. Le fibre sensitive più grosse racchiuse nella mielina registrano le vibrazioni, i tocchi leggeri e il senso di posizione. Danni di queste fibre alterano il senso del tatto, con una generale diminuzione delle sensazioni. Poiché il tatto è soprattutto a carico di mani e piedi, il soggetto può avere la sensazione di indossare guanti e calze anche in loro assenza.

Questo danno alle fibre sensitive più grosse può contribuire alla perdita di riflessi. La perdita del senso di posizione spesso impedisce di coordinare movimenti complessi come

  • camminare,
  • abbottonarsi,
  • mantenere l’equilibrio con gli occhi chiusi.

Le fibre sensitive più sottili, non ricoperte di mielina, trasmettono le sensazioni di temperatura e dolore. Danni di queste fibre possono interferire con la capacità di percepire il dolore o le variazioni termiche.

Un soggetto può non accorgersi di essersi tagliato o che una ferita si sta infettando. Altri pazienti possono non percepire il dolore che annuncia un attacco cardiaco o altra condizione acuta. L’incapacità a sentire il dolore è un problema particolarmente grave nei soggetti diabetici, che contribuisce all’alta percentuale di amputazioni degli arti inferiori tipica di questa popolazione.

Medico che verifica la sensibilità cutanea di un piede attraverso una punta

iStock.com/an-Otto

Il dolore neuropatico è un sintomo comune, spesso difficilmente controllabile, di danno ai nervi sensitivi; apparentemente inspiegabile (non si apprezza nulla visivamente, né ferite né ematomi o altro segno), può tuttavia incidere seriamente sullo stato di benessere e sulla qualità di vita, in quanto potenzialmente molto doloroso.

Spesso più intenso di notte, il dolore neuropatico disturba notevolmente il sonno, peggiorando l’impatto emotivo di avere danni nervosi sensitivi. Il dolore neuropatico si accompagna frequentemente a un’ipersensibilità dei recettori del dolore sulla pelle, per cui il soggetto riferirà dolori sproporzionati in risposta a stimoli in genere non dolorosi (allodinia). Per esempio, in alcuni individui le lenzuola lievemente rincalzate sul corpo potranno risultare dolorose.

Nell’arco del tempo, la neuropatia sensitiva può determinare variazioni di pelle e apparato pilifero, danni articolari e ossei. La mancata identificazione di lesioni per la scarsa sensibilità contribuisce a queste variazioni; è quindi importante che i soggetti neuropatici controllino l’integrità delle aree intorpidite.

Nervi autonomi

I sintomi a carico dei nervi autonomi sono vari, perché i nervi parasimpatici e simpatici del sistema nervoso periferico controllano pressoché ogni organo del corpo. Sintomi tipici di neuropatia autonomica sono

La neuropatia autonomica può dare sintomi gastrointestinali. Il malfunzionamento dei nervi che controllano le contrazioni dei muscoli intestinali può dare

In molti soggetti, ci possono essere disturbi nell’alimentarsi o durante la deglutizione se sono coinvolti i nervi autonomi preposti al controllo di queste funzioni.

Cause

Una neuropatia periferica può essere ereditaria o conseguente a malattie o traumi. In molti casi, comunque, non si riesce a stabilire una causa specifica e in questi casi le neuropatie senza causa apparente vengono in genere dette idiopatiche.

Le cause alla base dello sviluppo di neuropatie periferiche acquisite possono invece essere classificate in:

  • traumi,
  • malattie o altre condizioni,
  • esposizione a tossine,
  • altro.

Traumi fisici

Sono la causa più frequente di lesione nervosa acquisita.

  • Lesioni o traumi improvvisi, come un incidente automobilistico, cadute, attività sportive e procedure chirurgiche possono ferire, schiacciare, comprimere o stirare nervi, completamente o parzialmente, così forte da staccarli parzialmente o completamente dal midollo spinale. Anche traumi meno intensi possono causare seri danni nervosi. Ossa rotta o dislocate possono esercitare pressioni dannose sui nervi vicini.
  • Sollecitazioni ripetute portano spesso a neuropatie da intrappolamento, una forma di lesione da compressione. Attività ripetitive e innaturali e/o sforzi che richiedono il movimento dello stesso gruppo di articolazioni per periodi prolungati possono sommarsi nel tempo e diventare nocive. La conseguente irritazione può causare infiammazione e gonfiore di legamenti, tendini e muscoli, restringendo lo stretto passaggio attraversato da alcuni nervi. La neuropatia ulnare, la sindrome del tunnel carpale e la sindrome del canale di Guyon sono esempi dei tipi più frequenti di neuropatia da intrappolamento o compressione, rispettivamente a livello di gomito, polso e dita.

Malattie o disturbi

È possibile individuare alcune condizioni che, a causa delle complicazioni collegate, possono favorire o causare la comparsa di neuropatie periferiche.

  • Disturbi metabolici ed endocrini alterano la capacità dell’organismo di trasformare nutrienti in energia ed elaborare i prodotti di scarto e ciò può condurre a sofferenze nervose. Il diabete mellito, caratterizzato da livelli glicemici cronicamente alti, è una delle principali cause di neuropatia periferica. Il 60-70% circa dei pazienti diabetici ha una qualche forma di danno nervoso periferico che può colpire i nervi sensitivi, motori e autonomi e presentarsi con una molteplicità di sintomi. Anche alcuni disturbi metabolici proprio del fegato possono causare neuropatie come conseguenza degli squilibri chimici. I disturbi endocrini che alterano gli equilibri ormonali possono interferire con i normali processi metabolici e causare neuropatie. Per esempio, una produzione insufficiente di ormoni tiroidei rallenta il metabolismo, determinando ritenzione idrica e gonfiore dei tessuti, che possono comprimere i nervi periferici. Un eccesso di ormone della crescita può determinare acromegalia, condizione caratterizzata da un ingrossamento anomalo di molte parti dello scheletro, incluse alcune articolazioni. I nervi che decorrono in queste articolazioni spesso rimangono intrappolati, causando dolore.
  • Malattie dei piccoli vasi sanguigni possono ridurre l’apporto di ossigeno ai nervi periferici e causare gravi danni al tessuto nervoso. Il diabete spesso altera il flusso di sangue ai nervi. Varie forme di vasculite (infiammazione dei vasi sanguigni) comportano l’indurimento e l’ispessimento delle pareti vascolari e lo sviluppo di tessuto cicatriziale, riducendo il calibro dei vasi e ostacolando il passaggio del sangue. Le vasculiti possono generare le cosiddette mononeuriti multifocali, in cui sono danneggiati singoli nervi in due o più aree.
  • I disturbi autoimmuni, condizioni in cui il sistema immunitario attacca il proprio organismo, possono determinare lesioni nervose. La sindrome di Sjögren, il lupus e l’artrite reumatoide sono i disturbi immunitari più spesso associati a neuropatie periferiche. Se si infiammano i tessuti intorno a un nervo, l’infiammazione può diffondersi direttamente alle fibre nervose. Nel tempo, queste condizioni autoimmuni croniche possono distruggere articolazioni, organi e tessuto connettivo, rendendo le fibre nervose più vulnerabili a danni da compressione e intrappolamento. Condizioni croniche possono alternare remissioni e ricadute. La neuropatia demielinizzante infiammatoria acuta, più conosciuta come sindrome di Guillain-Barré, può danneggiare le fibre nervose motorie, sensitive e autonome.
    La maggior parte dei pazienti guarisce da questa sindrome autoimmune, ma in alcuni casi la malattia può mettere a rischio la vita. La polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP, dall’inglese Chronic Inflammatory Demyelinating Polyneuropathy) in genere danneggia nervi sensitivi e motori, lasciando integri i nervi autonomi. La neuropatia motoria multifocale è una forma di neuropatia infiammatoria che interessa i soli nervi motori. Può essere acuta o cronica.
  • I disturbi renali possono causare neuropatie. L’insufficienza renale può determinare accumuli nel sangue di sostanze tossiche che possono danneggiare i tessuti nervosi, Una gran parte dei soggetti con insufficienza renale necessitano di dialisi perché ha sviluppato una polineuropatia.
  • Il cancro può infiltrare o comprimere le fibre nervose. Un tumore può anche direttamente svilupparsi dalle cellule nervose. Le sindromi paraneoplastiche, un gruppo di rari disturbi degenerativi attivati dalla risposta immunitaria a un tumore maligno, sono un’altra causa indiretta di danni nervosi diffusi. Una neuropatia periferica può anche dipendere dalla tossicità dei farmaci chemioterapici e delle radiazioni usati nel trattamento del cancro. Si stima che circa 30-40% dei soggetti sottoposti a chemioterapia sviluppi una neuropatia periferica; è una delle cause principali di interruzione precoce della chemioterapia in soggetti con cancro. La gravità della neuropatia indotta da chemioterapia varia da soggetto a soggetto. In alcuni casi, è possibile alleviare i sintomi abbassando le dosi dei chemioterapici o interrompendo temporaneamente la terapia. In altri può persistere a lungo anche dopo l’interruzione della chemioterapia.
  • I neuromi sono noduli benigni causati da una crescita eccessiva di tessuto nervoso, conseguente a una lesione penetrante che leda fibre nervose (come ad esempio il neuroma di Morton). Spesso i neuromi sono associati a intensi dolori; talvolta, inglobano nervi adiacenti determinando ulteriori danni e dolore ancora più intenso. La formazione di neuromi può essere un elemento di una condizione di dolore neuropatico più diffusa, detta sindrome dolorosa regionale complessa o distrofia simpatica riflessa, che può dipendere da lesioni traumatiche o da traumi chirurgici. Una polineuropatia diffusa è spesso associata alla neurofibromatosi, un disturbo genetico in cui tumori benigni multipli si sviluppano su tessuto nervoso.
  • Le infezioni possono causare neuropatie periferiche. Virus e batteri che possono attaccare il tessuto nervoso includono l’herpes varicella-zoster, il virus di Epstein-Barr, il virus West Nile, il citomegalovirus e altri virus della famiglia degli herpes simplex umani. Questi virus possono danneggiare gravemente i nervi sensitivi, causando attacchi dolorosi lancinanti. La nevralgia posterpetica dura a lungo, specialmente il dolore intenso che spesso segue un attacco di herpes zoster (fuoco di S.Antonio). La sindrome di Lyme, la difterite e la lebbra sono malattie batteriche caratterizzate da danni estesi dei nervi periferici. Negli Stati Uniti, difterite e lebbra sono rare, ma l’incidenza della sindrome di Lyme è in aumento. L’infezione, originata dal morso di una zecca infetta, può generare una serie di disordini neuropatici, inclusa una polineuropatia dolorosa, a rapido sviluppo, spesso entro poche settimane dall’infezione. Il virus West Nile è diffuso dalle zanzare ed è associato a una grave neuropatia motoria. L’infiammazione scatenata dall’infezione talvolta si manifesta con varie forme di neuropatie infiammatorie, a evoluzione rapida o lenta. Il virus HIV, la causa dell’AIDS, è associato a varie forme diverse di neuropatia, secondo i nervi interessati e lo stadio specifico di immunodeficienza. Una polineuropatia dolorosa, rapidamente evolutiva, a carico di piedi e mani può essere il primo sintomo clinico di infezione da HIV. Circa il 30% dei soggetti HIV positivi sviluppano neuropatia periferica; il 20% soffre di dolori neuropatici distali.

Esposizione a tossine

  • Molti farmaci, oltre a quelli adoperati per il cancro, possono risultare neurotossici. Agenti che comunemente causano una neuropatia periferica come effetto collaterale sono per esempio gli antiretrovirali usati per combattere l’HIV. Anche farmaci anticonvulsivanti e alcune medicine per il cuore e la pressione arteriosa possono causare neuropatie periferiche. Nella maggior parte dei casi, la neuropatia si risolve quando il farmaco viene interrotto o la sua dose rivista.
  • Tossine ambientali o industriali, come il piombo, il mercurio e l’arsenico, possono determinare neuropatie periferiche. Alcuni insetticidi e solventi sono altre possibili cause di neuropatia.
  • L’alcolismo spinto è una causa frequente di neuropatia periferica. Il danno neurologico associato all’abuso prolungato di alcol può non essere reversibile, anche se smettere di bere può attenuare i sintomi e impedire ulteriori danni. L’abuso cronico di alcol spesso si associa anche a carenze nutrizionali (B12, tiamina, folati) che favoriscono lo sviluppo di neuropatie periferiche.

Altro

  • Le mutazioni genetiche possono essere ereditarie o sviluppate ex novo, ossia insorte nell’individuo e non ereditate da un genitore. Alcune mutazioni genetiche generano lievi neuropatie con sintomi che iniziano nel giovane adulto, che danno disturbi minimi, o addirittura nessuno. Neuropatie ereditarie più gravi spesso si manifestano nei lattanti o in età infantile.

Nelle ultime decadi, i progressi della diagnostica genetica hanno fatto fare passi da gigante nell’identificazione delle cause genetiche alla base delle neuropatie. Per esempio, è stato riscontrato che vari geni hanno un ruolo nei diversi tipi di sindrome di Charcot-Marie-Tooth, un gruppo di disturbi tra i più frequenti nelle neuropatie periferiche ereditarie. Queste neuropatie derivano dalle mutazioni di geni responsabili del mantenimento della salute della guaina mielinica e degli stessi assoni. Elementi chiave dei disturbi di Charcot- Marie-Tooth sono l’indebolimento e il deperimento estremo dei muscoli di gambe e piedi, anomalie nel camminare, perdita dei riflessi tendinei e insensibilità degli arti inferiori.

Diagnosi

Poiché Le neuropatie periferiche originano sintomi estremamente variabili, la diagnosi di una neuropatia è caratterizzata da un iter diagnostico che inizialmente prevede:

  • Un attento esame neurologico, necessario per stabilire la causa dei sintomi, che si basa su di una dettagliata anamnesi (sintomi, ambiente di lavoro, abitudini, esposizione a tossine, consumo di alcolici, rischio di HIV o altre patologie infettive, storia famigliare di disturbi neurologici). In genere, inoltre, vengono eseguiti degli esami per identificare la causa della neuropatia come pure l’estensione e il tipo di danno nervoso.
  • Esame obiettivo e vari test neurologici ambulatoriali possono rivelare la presenza di una malattia sistemica, alla base dei danni nervosi. I test di forza muscolare, come pure l’evidenza di fascicolazioni o crampi, indicano l’interessamento di fibre motorie. La valutazione della capacità di percepire vibrazioni, tocchi leggeri, la posizione del corpo, la temperatura e il dolore serve per valutare i danni nervosi sensitivi e può indicare se sono interessate fibre nervose grandi o piccole.
  • Gli esami del sangue servono a rilevare diabete, carenze vitaminiche, disfunzioni epatiche o renali, altri disturbi metabolici e segni di attività anomala del sistema immunitario. L’esame del liquido cerebrospinale (il liquido che circonda il cervello e il midollo spinale) può evidenziare anticorpi legati ad alcune neuropatie immuno-mediate. Test più specialistici possono determinare malattie del sangue o cardiovascolari, disordini del tessuto connettivo o tumori maligni. Cominciano a essere disponibili test genetici per varie neuropatie ereditarie.

Sulla base dei risultati dell’esame neurologico, dell’esame obiettivo, dell’anamnesi e di eventuali test già eseguiti, possono essere richiesti ulteriori esami per capire natura ed estensione della neuropatia.

  • I test di velocità di conduzione nervosa misurano il grado di danno delle grosse fibre nervose, evidenziando se i sintomi sono causati da degenerazione della guaina mielinica o dell’assone. Il rivestimento mielinico assicura l’elevata velocità della conduzione nervosa. Durante questo test, una sonda stimola elettricamente una fibra nervosa, che risponde generando un impulso elettrico. Un elettrodo posto a distanza lungo il percorso del nervo misura la velocità di trasmissione dell’impulso lungo l’assone. Basse velocità di trasmissione e blocco dell’impulso indicano tendenzialmente danni alla guaina mielinica, mentre una riduzione di intensità degli impulsi con velocità normale è segno di degenerazione assonica.
  • L’elettromiografia (EMG) comporta l’introduzione di un sottile ago in un muscolo per registrare l’attività elettrica a riposo e durante la contrazione. I test EMG identificano attività elettriche anomale nelle neuropatie motorie e aiutano a distinguere i disturbi nervosi da quelli muscolari.
  • La risonanza magnetica (RM) mostra qualità e dimensione dei muscoli, rivela la sostituzione del tessuto muscolare con depositi di grasso e aiuta a escludere tumori, ernie discali o altre anomalie che possono causare una neuropatia.
  • La biopsia consiste nel prelievo e nell’esame di un campione di tessuto nervoso, perlopiù da un nervo della gamba. Benché questo esame possa fornire valide informazioni sul grado di danno, è una procedura invasiva difficile da eseguire e che può a sua volta causare danni neuropatici.
  • Nella biopsia cutanea, il medico preleva piuttosto un sottile campione di pelle, di cui esamina le terminazioni nervose. Quest’analisi ha qualche specifico vantaggio sui test di velocità di conduzione e sulla biopsia di un nervo. Rispetto alla misura della velocità di conduzione, può mostrare danni delle fibre sottili; rispetto alla biopsia convenzionale di un nervo, è meno invasiva, ha meno effetti collaterali ed è più facile da eseguire.

Cura e rimedi

Cura delle condizioni sottostanti

Il primo passo nel trattamento di una neuropatia periferica prevede la cura di qualunque possibile causa ne sia alla base, come

  • un’infezione,
  • l’esposizione a tossine (ambientali, professionali, …),
  • tossicità legate a farmaci,
  • carenze vitaminiche,
  • carenze ormonali,
  • disturbi autoimmuni,
  • fattori compressivi.

I nervi periferici hanno la capacità di rigenerare gli assoni dal momento che la cellula di per sé non è morta; questo può portare nel tempo al recupero funzionale. La correzione di condizioni sottostanti spesso può essere risolutiva, visto che i nervi recuperano o si rigenerano.

L’adozione di stili di vita sani, come

può ridurre l’entità della neuropatia periferica. L’attività fisica può ridurre i crampi, migliorare la forza dei muscoli e prevenirne il deperimento. Varie strategie alimentari possono migliorare i sintomi gastrointestinali. Il trattamento tempestivo di lesioni può evitare l’insorgenza di danni permanenti.

Smettere di fumare è particolarmente importante perché il fumo restringe i vasi sanguigni che alimentano i nervi periferici e può così peggiorare i sintomi neuropatici.

La cura di sé, come una meticolosa attenzione ai piedi e alle ferite, può alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita di soggetti diabetici o con ridotta capacità di sentire il dolore. Questi cambiamenti creano frequentemente condizioni favorevoli alla rigenerazione nervosa.

Le malattie sistemiche in genere richiedono trattamenti più complessi. È stato dimostrato che il mantenimento della glicemia sotto stretto controllo riduce i sintomi neuropatici e aiuta i pazienti con neuropatia diabetica a evitare ulteriori danni nervosi.

Condizioni infiammatorie e autoimmuni associate a neuropatia possono essere controllate in vari modi. Possono essere utili farmaci immunosoppressori, come prednisone, ciclosporina e azatioprina. La plasmaferesi, procedura in cui il sangue viene rimosso, ripulito dalle cellule del sistema immunitario e dagli anticorpi e infine reimmesso, può ridurre lo stato infiammatorio o sopprimere l’attività del sistema immunitario. Anche la somministrazione endovenosa di immunoglobuline (anticorpi che alterano il sistema immunitario, e agenti come il rituximab, che attacca specifiche cellule infiammatorie) in dosi massicce può sopprimere attività anomale del sistema immunitario.

Controllo dei sintomi

Il dolore neuropatico, o il dolore causato dalla lesione di uno o più nervi, spesso risulta difficile da controllare. Un dolore lieve può talvolta rispondere ad analgesici da banco, come i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).

Dolori tendenzialmente cronici e fastidiosi potranno richiedere l’intervento del medico. I farmaci usati per il dolore neuropatico cronico rientrano in varie classi farmacologiche:

I farmaci antidepressivi e anticonvulsivanti modulano il dolore tramite il loro meccanismo d’azione sui nervi periferici, sul midollo spinale o sul cervello, e tendono a essere i più efficaci nel controllare il dolore neuropatico. I farmaci antidepressivi comprendono gli antidepressivi triciclici come l’amitriptilina o inibitori della ricaptazione di serotonina-norepinefrina come la duloxetina cloridrato o la venlafaxina. I farmaci anticonvulsivanti usati più di frequente sono gabapentin, pregabalin, topiramato e carbamazepina, anche se possono risultare utili anche altri composti usati nel trattamento dell’epilessia. La mexiletina è un antiaritmico che può essere impiegato nelle neuropatie croniche dolorose.

Nei casi in cui il dolore non risponda a questi farmaci, possono essere presi in considerazione i farmaci narcotici (oppioidi ed oppiacei). Poiché l’assunzione di antidolorifici a base di oppiacei può generare dipendenza e assuefazione, il loro impiego va limitato a casi in cui gli altri mezzi di controllo del dolore sono risultati inefficaci. Il tapentadolo, un farmaco che agisce sia come oppioide che come antidepressivo inibendo la ricaptazione di norepinefrina, è uno dei più recenti narcotici approvati per il trattamento della neuropatia diabetica.

Un altro possibile trattamento del dolore neuropatico consiste nella somministrazione topica di farmaci. Due farmaci usati sono la lidocaina, un anestetico locale, e la capsaicina, una sostanza estratta dai peperoni piccanti che modifica i recettori periferici del dolore. Gli agenti topici sono in genere appropriati per il trattamento del dolore cronico localizzato, come la neuralgia da herpes zoster (fuoco di S.Antonio). La loro utilità nel trattamento della neuropatia diabetica cronica diffusa è più limitata.

La TENS (dall’inglese Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, ossia elettrostimolazione nervosa transcutanea) è una tecnica non invasiva usata per alleviare il dolore in una varietà di situazioni; vari studi ne hanno descritto l’uso nel dolore neuropatico. La terapia comporta l’attacco di elettrodi sulla pelle nel sito del dolore o in prossimità dei nervi interessati e l’erogazione di una piccola corrente elettrica. Nonostante non ci siano stati studi clinici controllati per stabilire la reale efficacia nelle neuropatie periferiche, alcuni studi hanno mostrato che la TENS migliora i sintomi della neuropatia periferica associata al diabete.

Altri approcci complementari possono essere di aiuto e di sollievo. Per esempio, ausili meccanici come polsiere o cavigliere possono ridurre il dolore e la disabilità fisica compensando la debolezza muscolare o alleviando la compressione nervosa. Le scarpe ortopediche possono migliorare i disturbi deambulatori e aiutare a prevenire lesioni ai piedi in soggetti con una perdita della sensibilità al dolore. Anche agopuntura, massaggi e fitofarmaci vengono impiegati nel trattamento del dolore neuropatico.

Per alcuni tipi di neuropatie, può essere indicata la chirurgia. Lesioni a un singolo nervo causate da compressione focale, come la sindrome del tunnel carpale del polso, o altre neuropatie da intrappolamento, possono rispondere bene a interventi chirurgici che liberano il nervo dal tessuto che lo sta schiacciando.

Alcune procedure chirurgiche riducono il dolore distruggendo il nervo; questo approccio è giustificato solo in dolori causati da un solo nervo e quando le altre modalità di trattamento sono risultate vane.

Le neuropatie periferiche che interessano più diffusamente i nervi, come la neuropatia diabetica, non hanno soluzioni chirurgiche.

Fonti e bibliografia

Fonte principale: NIH

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Funziona l’acido lipoico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Alcuni pazienti ne traggono beneficio, altri meno; purtroppo spesso le dosi necessarie a manifestare un effetto tangibile sono particolarmente elevate e, il costo non propriamente accessibile, rende complicato seguire una terapia per il tempo necessario.

      In caso di pazienti diabetici serve poi particolare attenzione alla glicemia, che potrebbe venire influenzata dall’integratore.