Cos’è il BNP?
Il BNP (insieme al NT-proBNP) è una proteina prodotta dal cuore quando eccessivamente affaticato.
- Un risultato superiore ai valori di riferimento suggerisce la presenza di scompenso cardiaco (condizione anche note come insufficienza cardiaca);
- tanto maggiore è il valore, tanto più grave è la patologia.
L’insufficienza cardiaca è una condizione caratterizzata dall’incapacità del cuore di rifornire l’organismo di una quantità adeguata di sangue rispetto alle effettive necessità; per cercare di rispondere alle richieste non più soddisfatte il cuore viene sottoposto ad una quantità di lavoro che non è più in grado di sostenere e che lo conduce giocoforza a diversi adattamenti sia nella struttura che nella funzione.
Tra queste conseguenze troviamo un aumento della quantità di sangue che si accumula nel cuore, incapace di pomparlo nel resto del corpo; quando le pareti del cuore si distendono più del normale a causa dell’eccessiva quantità di sangue presente al loro interno, vengono immesse nel sangue quantità crescenti di una molecola chiamata proBNP.
Questa molecola è di per sé inattiva, ma nel sangue viene “tagliata” in due diversi frammenti:
- BNP: Il peptide natriuretico cerebrale (spesso indicato come BNP, dall’inglese Brain natriuretic peptide) è un ormone in grado di svolgere diverse funzioni, ma che hanno in comune lo scopo ultimo della riduzione della pressione arteriosa per dare sollievo al cuore, per esempio
- rilassando i vasi sanguigni (vasodilatazione),
- favorendo l’eliminazione dei liquidi (aumento della diuresi).
- NT-proBNP, è una proteina inattiva (cioè priva di funzioni biologiche note); ne viene comunque richiesta la misurazione perché chimicamente più stabile rispetto al BNP e capace quindi di rimanere nel sangue per più tempo.
La presenza nel sangue di quantità superiori alla norma di queste due molecole è quindi indicativa della presenza di insufficienza cardiaca.
Poiché BNP e NT-proBNP sono i due frammenti che derivano dal taglio effettuato sul pro-BNP, inizialmente le concentrazioni nel sangue sono identiche; tuttavia, poiché il NT-proBNP, la frazione inattiva, è decisamente più stabile, le quantità realmente presenti in circolo tendono ben presto a differenziarsi in modo rilevante e questo ha principalmente due conseguenze:
- i due esami non sono liberamente sostituibili uno con l’altro,
- il dosaggio del NT-proBNP si rivela in genere un marker più affidabile.
Fatta questa premessa, è utile notare che in una trattazione semplificata come questa l’interpretazione di un risultato elevato sia sostanzialmente identica per entrambe le molecole.
Si noti infine che l’aggettivo cerebrale presente nel nome della proteina è semplicemente legato al fatto che la molecola è stata per la prima isolata in estratti di cervello di suino, ma nell’organismo l’umano la produzione avviene quasi esclusivamente a livello cardiaco.
Valori normali
BNP
- Inferiore a 100 pg/ml: valore normale, è poco probabile che il paziente soffra di insufficienza cardiaca;
- tra 100 e 400 pg/ml: è possibile che il paziente soffra di insufficienza cardiaca;
- superiore a 400 pg/ml: è probabile che il paziente soffra di insufficienza cardiaca.
NT-proBNP
- Pazienti con meno di 70 anni
- Uomini: inferiore a 100 pg/mL
- Donne: inferiore a 150 pg/mL
- Pazienti con 70 anni o più: inferiore a 300 pg/mL
I pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico possono andare incontro a fasi di instabilizzazione della malattia per numerose cause, non ultima il mancato rispetto della terapia prescritta; in caso di pazienti con pregressa diagnosi di insufficienza cardiaca, l’ NT-proBNP indica instabilità quando superiore a:
- 450 pg/mL in pazienti di età inferiore a 50 anni
- 900 pg/mLin pazienti di età pari o superiore a 50 anni
Fonte: NHS (Si noti che i valori di riferimento possono cambiare da un laboratorio all’altro e s’invita quindi a fare sempre riferimento al proprio referto)
Interpretazione
Soggetti con valori bassi di BNP ed NT-proBNP hanno una bassa probabilità di avere un’insufficienza cardiaca, l’esame ha quindi un basso rischio di falsi positivi.
Al contrario, il rischio di falsi positivi è più alto, questo vuol dire che livelli elevati di BNP ed NT-proBNP non danno la certezza della presenza di malattia.
In altre parole:
- livelli bassi di BNP esclusono con buona certezza la presenza di scompenso cardiaco,
- livelli elevati di BNP possono essere dovuti a scompenso cardiaco o ad altra condizione (vedi sezione “Fattori in grado d’influenzare l’esame” ).
Qualora il paziente soffra effettivamente d’insufficienza cardiaca, i valori di BNP ed NT-proBNP sono proporzionali alla gravità della condizione, tanto più alto è il risultato, quanto più grave è la condizione.
I livelli circolanti aumentano inoltre con il peggioramento dei sintomi (paziente instabile), ma il soggetto con scompenso cardiaco stabile presenta comunque risultati superiori rispetto a pazienti sani, a causa dei danni ormai irreversibili presenti nel cuore.
Cause d’insufficienza cardiaca
Se piccole quantità vengono costantemente prodotte dall’organismo, le cause alla base di un riscontro di valori elevati di BNP ed NT-proBNP comprendono tutte quelle patologie in grado di condurre ad insufficienza cardiaca, tra cui:
- Infarto acuto del miocardio. In caso d’infarto un’area del cuore non viene più perfusa dal sangue ricco di ossigeno e nutrienti e va incontro a morte, questo significa che la porzione di muscolo cardiaco danneggiato non sarà più in grado di contrarsi. Il cuore di un paziente sopravvissuto ad infarto, dunque, pompa meno sangue rispetto a quanto è in grado di fare un cuore sano, e come conseguenza di ciò il sangue si accumulerà al suo interno. L’eccessiva quantità di sangue presente nelle camere cardiache causa un’eccessiva dilatazione delle pareti e questo stimola la produzione di pro-BNP.
- Stenosi dei vasi arteriosi. In questo caso i vasi arteriosi presentano un lume ridotto a causa, per esempio, della presenza di placche aterosclerotiche (accumuli di colesterolo). Dovendo pompare il sangue all’interno di un canale di dimensioni ridotte, il cuore deve contrarsi con più forza, ma questo nel corso degli anni può portare ad un progressivo affaticamento e successivo sviluppo d’insufficienza cardiaca.
- Disfunzioni delle valvole cardiache. La presenza di stenosi (cioè restringimenti) o insufficienza (cioè l’incapacità di chiudersi) delle valvole cardiache porta ad un accumulo di sangue all’interno delle camere del cuore e ad una dilatazione delle loro pareti.
- Patologie congenite, ovvero condizioni presenti fin dalla nascita, in cui le pareti del cuore risultano alterate.
Fattori in grado d’influenzare l’esame
I livelli di BNP ed NT-proBNP aumentano fisiologicamente con l’avanzare dell’età e sono normalmente più elevati nelle donne rispetto agli uomini.
Inoltre i loro valori possono essere aumentati anche in pazienti con
Al contrario i soggetti obesi possono presentare valori ridotti.
Quando viene richiesto l’esame
La misurazione di BNP o dell’NT-proBNP viene richiesta dal medico quando un soggetto presenta sintomi di insufficienza cardiaca, come ad esempio:
- dispnea (respiro affannoso),
- palpitazioni,
- piedi e caviglie gonfie.
Molti dei sintomi tipici dello scompenso cardiaco sono comuni anche a patologie dell’apparato respiratorio, valutare quindi i livelli di BNP ed NT-proBNP contribuisce ad orientare la diagnosi nella giusta direzione.
A seguito della diagnosi e dell’impostazione della terapia, un periodico dosaggio risulta utile a monitorarne gli effetti.
Può inoltre risultare utile anche in un contesto di Pronto Soccorso, quando si renda necessario determinare con urgenza l’eventuale condizione di scompenso cardiaco.
Preparazione
La valutazione di BNP ed NT-proBNP viene effettuata attraverso un tradizionale prelievo di sangue venoso, generalmente da una delle vene dell’avambraccio.
Per questo esame non è necessario nessun tipo di preparazione né digiuno, è tuttavia importante ricordarsi di informare il medico o l’infermiere che si accingono ad effettuare il prelievo di sangue venoso, dell’eventuale assunzione di anticoagulanti; non è necessario sospendere la terapia, ma al termine del prelievo la compressione del vaso venoso dovrà durare leggermente più a lungo.
Rischi
Dopo il prelievo è necessario comprimere la vena sede del prelievo per alcuni minuti per evitare la formazione di un ematoma, ma al di là di questo il prelievo di sangue venoso è una procedura non invasiva e generalmente scevra da rischi degni di nota.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr.ssa Maria Teresa Bitonti
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma n. 65044