Introduzione
Il dolore al seno, chiamato anche in termini tecnici mastodinia (o mastalgia), è uno sintomi più comuni che le donne possono sperimentare in riferimento alla regione mammaria.
La sua origine può essere di natura molto variabile e solo in una percentuale di casi molto piccola è originato da una neoplasia: il tumore al seno inizialmente non si manifesta quasi mai con dolore. Nonostante questo, a causa della grande attenzione pubblica verso questo tipo di tumore, il dolore mammario può portare la donna che lo sperimenti a sviluppare comprensibili preoccupazioni e ansia correlate al sintomo, che possono peggiorare non poco la qualità della vita.
È quindi molto importante rivolgersi al proprio medico al fine di escludere con ragionevole sicurezza un’origine neoplastica alla base del dolore o delle fitte avvertite, senza però cedere ad inutili e controproducenti allarmismi.
Classificazione
La mastodinia viene classificata, a seconda delle sue caratteristiche, in:
- Ciclica, legata cioè al ciclo mestruale; si tratta della forma più comune di dolore al seno e risente dei cambiamenti ormonali che il ciclo ovulatorio comporta nei tessuti mammari. Si ripresenta mensilmente con una certa ciclicità: inizia a comparire 5-10 giorni prima dell’inizio delle mestruazioni e tende a scomparire con l’inizio del flusso mestruale. Colpisce in genere entrambi i seni.
- Non ciclica: si manifesta in maniera indipendente dal ciclo mestruale, oppure in periodo menopausale o post-menopausale.
- Extra-mammaria: può derivare da patologie della parete toracica, ad esempio di origine reumatica o muscolare, e si irradia sotto il seno.
Vediamo ora, per ognuna di queste categorie, quali solo le cause principali e i sintomi di accompagnamento più comuni.
Dolore ciclico
Un senso di fastidio e tensione mammaria di grado lieve e moderato, che si presenta qualche giorno prima del ciclo mestruale, è considerato un sintomo assolutamente fisiologico.
Alcune donne, tuttavia, sperimentano questi sintomi in maniera molto più intensa del normale, al punto che il dolore può arrivare ad interferire negativamente sulle normali attività della vita quotidiana.
Il dolore generalmente coinvolge la parte superiore esterna del seno, irradiandosi all’ascella e alla radice del braccio. Nella maggior parte dei casi è bilaterale, interessa cioè entrambe le mammelle, ma talvolta può essere più intenso in uno dei due seni (destro o sinistro).
Questo tipo di dolore va spesso in remissione in corrispondenza di eventi che comportano cambiamenti ormonali importanti nel corpo di una donna, come una gravidanza o la menopausa.
Cause
Nonostante siano stati condotti numerosi studi al fine di identificare le precise cause alla base del dolore mammario ciclico, di fatto sono emersi pochi risultati consistenti.
Per molti anni la manifestazione clinica del dolore mammario è stata associata alla mastopatia fibrocistica, una condizione benigna caratterizzata dalla presenza di aree fibrose nel tessuto mammario con noduli e cisti di varie dimensioni, apprezzabili anche alla palpazione della mammella. Nonostante questo ci sono opinioni contrastanti riguardo alla reale associazione causale tra queste due condizioni; i cambiamenti in senso fibrocistico del tessuto mammario si riscontrano infatti sia in donne sintomatiche che non, e sono considerati parte del normale processo di involuzione del seno.
Sicuramente i cambiamenti ormonali che seguono l’andamento del ciclo ovulatorio hanno un ruolo essenziale nel determinare l’insorgenza di questo tipo di dolore mammario, che appare peraltro più accentuato in quelle donne che sperimentano maggiormente anche altri sintomi premestruali come
- ritenzione idrica,
- difficoltà di concentrazione
- e alterazioni dell’umore.
Dolore non ciclico
Il dolore mammario non ciclico si può manifestare in modo costante o intermittente, ma non presenta associazioni con il ciclo mestruale. È meno comune del dolore mammario ciclico, tende ad essere monolaterale (interessa cioè un solo seno, destro o sinistro) e ad essere localizzato in uno specifico quadrante della mammella.
Viene spesso descritto come un senso di
- tensione,
- bruciore,
- pizzicore
- e dolenzia.
Si presenta di solito nel periodo menopausale o dopo la menopausa, spesso in donne di età compresa tra i 50 e i 60 anni.
Cause
Alcune cause ben definite del dolore mammario non ciclico sono:
- mastite,
- trauma,
- tromboflebite,
- cisti mammarie,
- ectasie duttali,
- tumori benigni,
- pregressi interventi chirurgici in regione mammaria,
- farmaci come contraccettivi orali o terapia ormonale,
- cancro.
Di fatto nella maggior parte dei casi la mastodinia non ciclica non è invece spiegata da nessuna delle precedenti condizioni, ma è piuttosto legata a particolari condizioni anatomiche delle mammelle, piuttosto che ad influenze ormonali come nel caso del dolore ciclico.
Un’eccezione è rappresentata dai casi di dolore mammario provocato dall’uso di terapie ormonali come le terapie ormonali sostitutive che possono essere intraprese in menopausa. Alcuni studi hanno dimostrato la presenza di una correlazione tra il riscontro di ectasie duttali (dilatazioni dei dotti galattofori) e il dolore al seno: in particolare l’intensità del dolore aumenta con l’aumentare della dilatazione del dotto.
Come ci si può facilmente aspettare l’incidenza del dolore è maggiore in presenza di un pregresso intervento chirurgico al seno; alcune delle cause più comuni di dolore post-chirurgico comprendono lesioni nervose locali, effetti della cicatrizzazione dei tessuti, eventuale radioterapia associata, linfedema e l’impianto di protesi.
Tumore
Classicamente il dolore associato ad un cancro al seno si presenta unilaterale (interessa un’unica mammella), appare costante ed intenso.
Diversi studi hanno cercato di identificare la correlazione tra il dolore al seno e il cancro: ciò che è emerso è che soltanto in una percentuale inferiore al 7% di donne con dolore unilaterale al seno che si sono recate in centri specialistici è stato poi diagnosticato un tumore maligno.
Dolore extra-mammario
Esistono numerose condizioni extra-mammarie che si possono presentare con un dolore al seno, nella maggior parte dei casi si può trattare di
o di altre sindromi che interessano la gabbia toracica come patologie muscolo-scheletriche o artriti.
In questi casi l’approccio terapeutico si basa sul riposo, utilizzo di farmaci anti-infiammatori non steroidei e sulla rassicurazione della paziente.
Diagnosi e valutazione clinica
Nel processo diagnostico per cercare di identificare la causa del dolore al seno vengono considerati diversi aspetti:
- Storia clinica ed anamnesi ginecologica:
- tempi e modalità di insorgenza del dolore,
- correlazione con attività fisica ed altre attività della vita quotidiana,
- relazioni con il ciclo mestruale.
Vengono inoltre indagati l’uso di farmaci (in particolare di contraccettivi e terapie ormonali) e pregresse gravidanze.
- Sintomi e segni associati:
- caratteristiche del dolore,
- presenza di masse o di infiammazioni della mammella,
- alterazioni del capezzolo.
Per fare questo è necessario sottoporsi ad una visita senologica che permetta di effettuare una completa ispezione e palpazione del seno e delle regioni linfonodali loco-regionali.
- Esami strumentali: mammografia ed ecografia mammaria vengono usate comunemente per ottenere delle immagini che mostrino la composizione e la struttura delle mammelle. L’ecografia è in genere più indicata per donne giovani che mostrino dolore mammario ciclico, in cui, ad eccezione di casi particolari, solitamente non è richiesta la mammografia. L’ecografia può venire comunque utilizzata come complemento diagnostico alla mammografia anche in donne di età più avanzata.
Cura e rimedi
Il dolore al seno spinge molte donne a rivolgersi al medico a causa della preoccupazione per un possibile tumore al seno, ma si stima che la reale presenza di un tumore maligno in tutti i casi di mastodinia (ciclica e non) sia inferiore all’1%; per questo motivo è importante rassicurare la paziente sulla non gravità della situazione. In molti casi infatti, dopo l’esecuzione delle indagini più appropriate, la semplice presa di coscienza della non malignità del problema è sufficiente ad eliminare la richiesta di eventuali approcci terapeutici.
Nei casi in cui il dolore sia più severo è richiesto un intervento per alleviare i sintomi.
Interventi non farmacologici
Nonostante ci sia poca ricerca scientifica che abbia studiato l’efficacia di questo tipo di interventi, l’assenza di controindicazioni e la loro frequente efficacia nella pratica clinica giustificano un tentativo nel loro utilizzo.
- Molto spesso la biancheria intima utilizzata non è adatta alla conformazione fisica e alle necessità della paziente e questo può contribuire a generare o ad aumentare il dolore al seno. L’utilizzo di un reggiseno morbido, che offra un adeguato sostegno meccanico al seno, e di reggiseni appositi durante la pratica dell’attività sportiva, possono aiutare a migliorare i sintomi.
- La termoterapia con caldo o freddo e un delicato massaggio possono ridurre il dolore, in particolare quando i sintomi sono ciclici e di breve durata.
- Tecniche di rilassamento muscolare e di controllo dell’ansia possono rivelarsi efficaci nel controllo della mastodinia e dei sintomi della sindrome premestruale.
- Alcuni studi hanno dimostrato come una dieta povera di grassi possa ridurre la presenza di mastodinia. Questo regime alimentare è in genere accompagnato da una riduzione del peso corporeo e del colesterolo che potrebbero quindi avere un ruolo nel contribuire a determinare la riduzione del dolore. Inoltre riducendo l’apporto di grassi alimentari diminuiscono anche i livelli di estrogeni circolanti e la densità mammaria.
Farmaci analgesici e anti-infiammatori
L’applicazione topica di farmaci anti-infiammatori come il diclofenac o l’assunzione di paracetamolo (Tachipirina) per via orale porta molto spesso alla riduzione o alla risoluzione dei sintomi. Questi farmaci vengono indicati soprattutto nella gestione del dolore post-operatorio, successivo ad un intervento al seno.
Gestione di terapie ormonali o contraccettivi orali
È ragionevole procedere, quando possibile, ad un aggiustamento posologico o ad una sospensione di una terapia farmacologica che determini l’insorgenza del dolore mammario o ne possa incrementare l’intensità. Questo si verifica spesso con l’inizio dell’assunzione di farmaci come i contraccettivi orali e le terapia ormonale sostitutiva. I contraccettivi a basse dosi di estrogeni si sono dimostrati meno a rischio di determinare mastodinia in confronto ai farmaci di vecchia generazione.
In alcuni casi l’assunzione del farmaco contraccettivo ha al contrario portato ad un miglioramento dei sintomi; questo avviene probabilmente a causa della regolazione dei livelli ormonali, precedentemente alterati, che avviene grazie all’assunzione del farmaco.
Nel caso in cui sia presente un processo infettivo a carico della mammella o dei tessuti circostanti è indicato un trattamento antibiotico.
La somministrazione di altri tipi di terapie per la gestione del dolore al seno grave e persistente può essere prescritta da uno specialista ginecologo o senologo una volta valutate le specifiche condizioni cliniche della paziente in esame.
Conclusioni
Il dolore al seno è solo raramente causato da un cancro, ma nonostante questo la preoccupazione di essere affette da una patologia neoplastica è la principale ragione per cui molte donne che presentano questo disturbo cercano una valutazione medica.
Dopo un esame che mostri dei reperti normali molte donne rispondono alle rassicurazioni e soltanto poche richiedono ulteriori trattamenti. Nei casi resistenti è possibile intraprendere terapie specifiche di natura farmacologica e non sotto la supervisione di un medico specialista in questo tipo di disturbi.
Fonti e bibliografia
- Smith RL., Pruthi S., Fitzpatrick LA. Evaluation and management of breast pain. Mayo Clin Proc. 2004 Mar;79(3):353-72.
Autore
Dr.ssa Giulia Grotto
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Treviso n. 5639