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Introduzione

Le articolazioni sono strutture anatomiche che mettono in giunzione le ossa del nostro corpo, conferendone sostegno ed in alcuni casi mobilità:

l’artrite è un’infiammazione cronica a carico di una o più articolazioni e ne esistono più di 100 forme se contiamo anche le condizioni correlate.

I sintomi tipici comprendono

  • gonfiore,
  • dolore,
  • rigidità
  • e una riduzione della possibile gamma di movimento.

I disturbi possono andare e venire, possono essere lievi, moderati o gravi, possono rimanere costanti per anni oppure progredire e peggiorare nel tempo.

L’ infiammazione articolare può essere più o meno severa e, nei casi più gravi, provocare delle deformazioni articolari permanenti. L’artrite può quindi avere un risvolto negativo nella vita del paziente, sia per il continuo dolore provocato dall’infiammazione, sia perché, qualora ad essere colpite siano articolazioni come mani e/o piedi, può diventare difficoltoso lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana quali vestirsi, mangiare, camminare, afferrare un oggetto.

Esistono vari tipi di artrite, a seconda delle articolazioni interessate e della causa scatenante, ma in ogni caso si tratta di una condizione patologica molto diffusa, che a seconda della forma può colpire qualsiasi persona di qualsiasi età, bambini compresi (prende in questo caso il nome di artrite giovanile).

Diagnosticare un’artrite potrebbe sembrare semplice, ma in realtà non lo è; oltre alle decine di forme esistenti, la condizione può esordire in molti modi ed essere difficile da riconoscere: può iniziare lentamente ed in modo lieve, oppure comparire improvvisamente con un dolore particolarmente severo. Nonostante queste difficoltà è particolarmente importante giungere a una diagnosi precisa e corretta, al fine di impostare un trattamento mirato ed efficace.

La guarigione spontanea è rara (<10% dei casi) e, anche se non esiste ad oggi una cura definitiva (fanno eccezione le artriti infettive), i trattamenti disponibili sono migliorati notevolmente e, per alcune forme una diagnosi precoce offre un notevole vantaggio in termini di risultati terapeutici; la terapia ha dunque il solo scopo di migliorare i sintomi e rallentare la degenerazione articolare.

Seguire alcune sane abitudini di vita può aiutare nella prevenzione di alcune forme di artrite, come ad esempio

  • attenersi ad un’alimentazione varia con un ridotto consumo di carne e cibi ad alto tasso proteico,
  • smettere di fumare,
  • moderare il consumo di bevande alcoliche,
  • mantenere il proprio peso forma e
  • svolgere una regolare attività fisica.

Cause

L’artrite può essere causata da un processo patologico infiammatorio di natura

  • metabolica,
  • autoimmune,
  • infettiva,
  • oppure avere un’origine sconosciuta (detta idiopatica).

Da un punto di vista generale è un disturbo che colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, in alcuni casi in proporzione particolarmente significativa (come nel caso dell’artrite reumatoide).

Le cause alla base della malattia sono tuttora oggetto di studio; da un punto di vista generale la comunità scientifica è concorde sul fatto che si tratti di condizioni complesse, caratterizzate da diversi fattori di rischio che comprendono risvolti

  • genetici,
  • comportamentali (dieta, attività fisica, …),
  • ambientali.

Fattori di rischio

L’artrite è un disturbo più comune di quanto si possa pensare, tanto che nei Paesi Occidentali le statistiche stimano che circa 1 adulto su 4 soffra di una qualche forma di dolore articolare; è possibile individuare alcuni fattori di rischio, tra abitudini e caratteristiche dell’individuo, che possono aumentare la probabilità di sviluppare artrite, tra cui:

  • Fattori modificabili
    • Sovrappeso e obesità: Le persone in sovrappeso o francamente obese hanno maggiori probabilità di sviluppare artrosi del ginocchio rispetto alle persone con peso ideale, perché i chili in eccesso gravano sulle articolazioni portanti.
    • Infezioni: Molti agenti microbici, come batteri e virus, possono infettare le articolazioni e potenzialmente causare lo sviluppo di alcuni tipi di artrite; si raccomanda quindi di rivolgersi subito al medico se le articolazioni appaiono gonfie, calde o rosse.
    • Lesioni articolari: L’uso eccessivo di specifiche articolazioni e lo stress ripetitivo per ragioni professionali possono danneggiare un’articolazione e contribuire allo sviluppo dell’osteoartrosi, anche se alcune situazioni sono tuttora in fase di studio (per esempio non è chiaro se la corsa predisponga allo sviluppo di disturbi articolari al ginocchio).
    • Fumo: Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di sviluppare artrite reumatoide e può peggiorare la malattia. Può anche ovviamente causare altri disturbi di salute, oltre che rendere più difficile rimanere fisicamente attivi.
  • Fattori non modificabili
    • Età (alcune forme di artrite sono più comuni con il passare degli anni).
    • Sesso (l’artrite è una malattia più comune nelle donne).
    • Famigliarità.

L’artrite è molto più comune tra le persone interessate anche da altre condizioni croniche.

  • il 49% degli adulti con malattie cardiache ha l’artrite,
  • il 47% degli adulti con diabete ha l’artrite,
  • il 31% degli adulti obesi ha l’artrite.

Classificazione

I tipi più comuni sono l’osteoartrosi (con un inciso che vedremo a breve) e l’artrite reumatoide, ma di fatto sotto il termine artrite vengono comprese più 100 condizioni diverse che possono comunemente essere classificate in base a

  • eziologia (cause),
  • presentazione clinica,
  • età di esordio della malattia.

Osteoartrite

L’artrosi (o osteoartriteosteoartrosi) è la forma più comune di artrite ed è tipica degli adulti dai 40 anni in poi (anche se può verificarsi a qualsiasi età in seguito a lesioni o come conseguenza di altre forme di artrite).

Si noti che sarebbe più corretto distinguere l’artrite dall’artrosi, che è una patologia reumatica cronica tipica degli anziani la cui causa non è un processo infiammatorio, bensì la degenerazione articolare legata all’usura.

Differenze tra artrite reumatoide ed osteoartrosi

iStock.com/Bigmouse108

L’osteoartrosi colpisce inizialmente il rivestimento liscio della cartilagine dell’articolazione, rendendo il movimento più difficile e causando dolore e rigidità; con il progredire del danno articolare tendini e legamenti provano a compensare il danno presente con un lavoro eccessivo, che diventa causa di gonfiore e soprattutto della formazione di speroni ossei (osteofiti).

Le articolazioni più comunemente colpite sono quelle di:

La diagnosi avviene in genere attraverso l’esame obiettivo (valutazione dei sintomi e dei segni), radiografie ed eventuali test di laboratorio.

Non esiste una cura per l’osteoartrosi, il cui trattamento si basa quindi sul sollievo dai sintomi attraverso:

  • aumento dell’attività fisica,
  • fisioterapia con esercizi di potenziamento muscolare,
  • perdita di peso se necessario,
  • farmaci,
  • dispositivi di supporto come stampelle.
  • chirurgia (in assenza di risposta ai trattamenti precedenti).

Artrite reumatoide

Comprende 3 forme di artrite:

Interessa le piccole e medie articolazioni del corpo (ad esempio dita della mano, dei piedi o polso) in modo simmetrico e con esordio acuto o progressivo.

I sintomi includono:

  • rigidità al mattino,
  • dolori muscolari diffusi (nella forma LORA),
  • possibile dolenzia alla nuca per interessamento dell’articolazione del tratto cervicale della colonna vertebrale,
  • sindrome del tunnel carpale bilaterale,
  • disturbi associati sistemici quali:
    • febbre,
    • inappetenza,
    • astenia,
    • facile affaticabilità,
  • disturbi a carico di altri organi extra-articolari del corpo:

L’articolazione colpita può presentare con il passare del tempo deformazioni strutturali irreversibili (deviazione ulnare, deformità a collo di cigno, ..).

La diagnosi si basa su

  • ricerca del fattore reumatoide e Anti-CCP positivi nel 70-80% dei casi,
  • indagini di diagnostica per immagini,
  • RX mani o piedi,
  • RMN della colonna vertebrale cervicale,
  • ecografie dei tessuti molli peri-articolari,
  • TAC torace in presenza di un sospetto interessamento del tessuto polmonare.

La cura comprende terapie mediche somministrate da sole o combinate, a seconda del caso, come

  • analgesici,
  • FANS,
  • glucocorticoidi per via orale o per via intra-articolare,
  • antimalarici,
  • sulfasalazina,
  • metotressato,
  • leflunomide,
  • terapie biologiche,
  • terapia radiometabolica.

Artriti da cristalli

Comprendono 3 forme di artrite:

  • artrite urica (gotta),
  • artropatia da depositi di pirofosfato di calcio (pseudogotta),
  • periartropatie calcifiche.

Interessano una o poche articolazioni, generalmente l’articolazione metatarsofalangea dell’alluce, l’articolazione tibio-tarsica o le articolazioni del ginocchio, della mano o della spalla. L’articolazione colpita si presenta in fase acuta di malattia

  • arrossata,
  • tumefatta (tofi gottosi),
  • dolente.

Può esserci febbre.

Le persone più a rischio sono gli adulti (50 anni d’età o più) con uno o più dei seguenti fattori predisponenti:

Nel caso della pseudogotta entrano in gioco i seguenti fattori di rischio:

Gli esami di laboratorio evidenziano un aumento della VES, PCR ed acido urico; in alcuni casi, tuttavia, in un attacco acuto di gotta l’acido urico può essere normale. Nel caso di pseudogotta bisogna valutare anche i valori di calcio, ferritina e TSH. Utile l’esecuzione di indagini radiologiche ed ecografia.

L’esame del puntato articolare consente di distinguere la gotta dalle forma di artrite infettiva, ed inoltre consente in fase acuta l’istillazione di steroidi e lo sgravio dell’articolazione. La cura di base comprende allopurinolo e febuxostat.

Artriti infettive

L’artrite infettiva (o settica) è un’infiammazione articolare che si può manifestare dopo o contemporaneamente ad un’infezione in una qualsiasi parte del corpo, come sistema urogenitale, gastrointestinale, polmonare, … I patogeni di più frequente riscontro sono batteri, virus e raramente funghi, micobatteri o altri agenti patogeni atipici.

Sono più a rischio

  • gli anziani,
  • i portatori di endoprotesi,
  • chi si è sottoposto ad interventi dentali o artroscopie,
  • chi soffre di
    • diabete mellito ,
    • altre malattie articolari infiammatorie,
    • HIV
  • o chi è in terapia immunosoppressiva.

Si tratta di una forma periferica di artrite che solitamente interessa le estremità inferiori, il tendine di Achille, le articolazioni sacro-iliache; nel 50% dei casi è interessata l’articolazione del ginocchio, nel 10-20% dei casi c’è un interessamento di più articolazioni insieme, specie nei soggetti immunodepressi.

L’esordio è acuto con

In alcuni casi si associano disturbi extra-articolari come

Gli esami di laboratorio evidenziano nel puntato articolare presenza di

oltre a VES e PCR sierica (nel sangue).

La cura è a base di antibiotici per via parenterale, FANS, glucocorticoidi e richiede un ricovero ospedaliero. Nella maggior parte dei casi si ha una guarigione completa, solo in un 10-20% dei casi la malattia articolare si cronicizza e raramente si hanno distruzioni articolari.

Un particolare tipo di artrite settica è l’artrite dovuta all’agente patogeno Borrelia (detta anche malattia di Lyme), trasmesso con la puntura di zecche infette. Più comune nei lavoratori forestali, escursionisti, jogger, …

Si manifesta con

  • stadio I:
  • stadio II:
    • sintomi para-influenzali,
    • cefalea e dolori nucali,
    • manifestazioni muscoloscheletriche (artralgie, periartriti e borsiti),
    • manifestazioni neurologiche e cardiache (blocco atrio-ventricolare, possibile miopericardite acuta / pancardite, mai lesioni valvolari),
  • stadio III:
    • manifestazioni neurologiche e mono-oligoartrite recidivante (specie al ginocchio).

La diagnosi è sierologica, con presenza di IgG e IgM e patogeno infettivo nel puntato articolare.

La cura è a base di doxiciclina, amoxicillina nelle donne in gravidanza e nei bambini e ceftriaxone in caso di manifestazioni neurologiche.

Spondiloartriti

Il termine comprende diverse forme di artrite, di cui i più comuni sono:

Si manifesta con dolore alla schiena per interessamento dell’articolazione sacro-iliaca, che si accentua di notte, al risveglio e con il riposo (e riduzione del dolore con il movimento), rigidità mattutina per almeno mezz’ora e altri sintomi associati, quali:

  • stanchezza e facile faticabilità,
  • inappetenza e perdita di peso,
  • afte orali,
  • dolore agli occhi o ipersensibilità alla luce solare,
  • psoriasi cutanea,
  • sintomi mucocutanei nel morbo di Reiter:
    • congiuntivite,
    • uretrite,
    • cheratoderma blenorragico,
  • diarrea nella spondiloartrite in morbo di Crohn e colite ulcerosa.

Talvolta può esserci un interessamento di altre articolazioni periferiche come

  • dita (dattilite o “dita a salsicciotto”),
  • tendine d’Achille (entesite),
  • parete toracica (con dolori alla respirazione).

Il medico può avanzare un sospetto diagnostico in un paziente con mal di schiena cronico da almeno 3 mesi, specie se d’età inferiore ai 45 anni e sesso maschile. La diagnosi di certezza richiede riscontro di:

  • parametri infiammatori aumentati (linfociti, VES, PCR),
  • HLA-B27 positivo nell’80% dei casi di spondilite anchilosante,
  • radiografie ed RMN con evidenza di alterazioni strutturali dell’articolazione del bacino e della colonna vertebrale, come erosioni ossee ed aspetto a “canna di bambù”.

La terapia prevede l’uso di farmaci quali

  • FANS,
  • iniezioni intra-articolari di glucocorticoidi,
  • sulfasalazina, metotressato, leflunomide in caso di interessamento articolare periferico,
  • inibitori TNF (nel caso di insuccesso dei FANS e delle altre terapie mediche).

La fisioterapia e gli esercizi di ginnastica da svolgere in casa favoriscono il movimento della colonna vertebrale e riducono il dolore articolare.

Sintomi

Se un’articolazione è interessata ad un processo infiammatorio (artrite), essa apparirà:

  • arrossata,
  • calda al tatto,
  • dolente,
  • tumefatta,
  • rigida e bloccata nel movimento.

Il dolore articolare può essere accentuato dal movimento oppure, al contrario, migliorare, a seconda della forma sviluppata.

Anche la quantità di articolazioni coinvolte è variabile e viene classificata come:

  • mono-articolare, cioè una sola articolazione colpita,
  • oligo-articolare, cioè più articolazioni, con numero inferiore a 5 oppure,
  • poli-articolare, cioè più articolazioni colpite, con numero maggiore di 5.

Inoltre in alcuni casi possono essere presenti anche manifestazioni sistemiche come

  • malessere generale,
  • febbre,
  • perdita di peso
  • e coinvolgimento di altri organi o tessuti del corpo, come ad esempio:
    • occhi,
    • cute,
    • intestino,
    • apparato urogenitale,
    • reni,
    • polmone,
    • cuore,
    • vasi sanguigni,
    • sistema nervoso.

Artrite nei bambini

Diverse forme di artrite possono interessare la popolazione pediatrica; la forma più comune è l’artrite idiopatica giovanile (JIA), nota anche come artrite infantile o artrite reumatoide giovanile, caratterizzata dai seguenti sintomi:

  • dolori articolari,
  • gonfiore,
  • febbre,
  • rigidità,
  • eruzione cutanea,
  • stanchezza (stanchezza),
  • perdita di appetito,
  • infiammazione dell’occhio,
  • difficoltà con attività quotidiane come camminare, vestirsi e giocare.

L’artrite infantile causa danni permanenti alle articolazioni colpite, ma una diagnosi precoce e un trattamento adeguato sono importanti per prevenire o minimizzare queste conseguenze; non esiste purtroppo una cura per l’artrite infantile, ma alcuni bambini vanno incontro ad una remissione permanente (la malattia non è più attiva).

Quando rivolgersi al medico

Di tanto in tanto è normale lamentare dolori ai muscoli e alle articolazioni, soprattutto nel caso di attività fisica, ma si raccomanda di rivolgersi ad un medico nel caso di comparsa di sintomi tipici dell’artrite e in particolare se:

  • i disturbi durano per più di tre giorni,
  • si verificano diversi episodi in un mese.

Diagnosi

I primi aspetti a cui il medico deve prestare attenzione dinnanzi ad un paziente con sospetta artrite sono:

  • i sintomi riferiti dal paziente stesso o dai familiari (nel caso di bambini piccoli)
  • ed i segni clinici ricavabili dalla visita medica, durante la quale l’articolazione interessata viene osservata e palpata.

Alcuni esami di laboratorio possono aiutare indirizzando verso uno specifico tipo di artrite:

Altri esami di laboratorio includono:

  • emocromo completo,
  • creatinina e azotemia,
  • GOT/GPT,
  • fosfatasi alcalina,
  • acido urico,
  • calcio,
  • CK,
  • TSH
  • ferritina e transferrina,
  • esame delle urine,
  • ricerca di cristalli, patogeni infettivi e/o antigeni.

Il paziente infine può essere sottoposto ad una o più indagine strumentale come:

Il medico deve tener conto di altre malattie reumatiche che possono dare un quadro clinico simile all’artrite oppure associarsi all’artrite stessa. In particolare le artriti vanno distinte (diagnosi differenziale) da

ed altri quadri patologici infiammatori come

  • polimialgia reumatica,
  • sarcoidosi ,
  • emocromatosi ,
  • sindrome RS 3PE (Remitting Seronegative, Symmetric Synovitis with Pitting Edema).

Cura e rimedi

I farmaci utilizzati nella cura dell’artrite comprendono:

  • antiinfiammatori non steroidei (FANS),
  • glucocorticoidi,
  • DMARDs (Disease Modifying Antirheumatic Drugs).

I FANS migliorano i sintomi tipici dell’artrite (dolore, calore, tumefazione) ma non hanno alcun influsso sul decorso clinico della malattia, ad eccezione delle spondiloartriti. Sono gravati da possibili effetti collaterali specie a carico dei reni e del tratto gastro-intestinale. I soggetti più a rischio di sviluppare una tossicità da uso prolungato di anti-infiammatori sono gli anziani o chi soffre di malattie cardiovascolari, della coagulazione del sangue o di pregressa ulcera peptica.

I glucocorticoidi (cortisone) agiscono sui sintomi dell’artrite ma hanno un influenza positiva anche sul decorso clinico della malattia: ricerche recenti, infatti, sono giunte alla conclusione che 7,5 mg al giorno di prednisone determinano una riduzione della distruzione articolare. I glucocorticoidi possono essere somministrati per via orale, sistemica o infiltrazioni locali e tra i possibili effetti avversi da un uso prolungato ci sono:

I DMARDs andrebbero iniziati il più precocemente possibile, per ritardare o addirittura, nei casi più favorevoli, arrestare la distruzione articolare ed organica legata all’artrite. I principali problemi connessi all’uso di questi farmaci sono i possibili effetti collaterali e la collaborazione del paziente che deve essere informato sulla necessità di sottoporsi a controlli periodici.

Altri farmaci utilizzati sono:

  • metotressato,
  • antimalarici,
  • sulfasalazina,
  • leflunomide,
  • micofenolato,
  • sali d’oro,
  • doxiciclina,
  • azatioprina,
  • ciclosporina,
  • ciclofosfamide,
  • colchicina.

Infine ricordiamo le terapie con:

  • anti-citochine come inibitori del TNF -α , antagonisti del recettore dell’IL -1 ed anti-IL -6,
  • anti-linfociti T come abatacept,
  • anti-linfociti B come rituximab o belimumab.

L’uso di farmaci biologici si associa più frequentemente allo sviluppo di infezioni atipiche da Mycobacterium, Pneumocystis, Histoplasma, … In questi pazienti è raccomandata una vaccinazione prima dell’inizio della terapia medica.

La fisioterapia aiuta nelle forme di artrite in cui il movimento riduce il dolore dell’articolazione infiammata.

Infine l’intervento chirurgico può essere indicato nelle forme avanzate di artrite con erosioni ossee ed articolari irreversibili e fortemente invalidanti per il paziente.

Stile di vita

Oltre ai trattamenti medici, esistono diverse possibilità che permettono una più efficace gestione dell’artrite e una regolare pratica di attività fisica è probabilmente la più importante; convivere con queste condizioni non è semplice ed è normale non avere sempre voglia di fare attività fisica (oltre magari a temere di poter peggiorare i sintomi), ma la realtà è che un movimento regolare può migliorare sintomi come dolore e gonfiore.

Il razionale alla base di quest’affermazione poggia su alcune considerazioni legate ai benefici dell’attività sportiva:

  • il rinforzo muscolare permette un miglior sostegno articolare,
  • le articolazioni diventeranno più elastiche e verrà contrastata la naturale tendenza verso la rigidità,
  • mantenimento della gamma di movimenti,
  • mantenimento del peso ideale,
  • rilascio di endorfine, molecole con azione antidolorifica prodotte naturalmente dal corpo,
  • miglioramento della qualità del sonno (durante il quale l’organismo provvede “all’autoriparazione” delle strutture osteo-articolari).

Generalmente i pazienti ottengono i maggiori benefici da attività a basso impatto, come ad esempio:

  • nuoto,
  • ciclismo,
  • camminata veloce,
  • yoga,
  • Tai Chi,
  • pilates.

Si noti in ogni caso che è avvertire dolore, rigidità e gonfiore dopo aver iniziato un nuovo programma di attività fisica; potrebbero essere necessarie da 6 a 8 settimane affinché le articolazioni si abituino al nuovo livello di attività, ma attenersi al programma prestabilito permetterà un sollievo dal dolore sul lungo periodo.

Fonti e bibliografia

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