Afte in bocca e sulla lingua (stomatite): sintomi, cause e rimedi

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Introduzione

La stomatite aftosa è una affezione piuttosto comune caratterizzata dalla comparsa di formazioni ulcerose benigne e non contagiose (afte) nella bocca di soggetti altrimenti sani; si stima che circa 1 persona su 5 sviluppi regolarmente una o più afte in bocca.

Il termine origina dal Greco αφθα (afta) e significa “ulcera della bocca”; sono conosciute anche come stomatiti e si presentano come piccole piaghe in grado di comparire all’interno di

  • bocca,
  • guance,
  • labbra,
  • gola,
  • lingua.

Non sono da confondere con le vesciche da herpes labialis, piaghe altrettanto dolorose ma provocate dal virus herpes simplex e che generalmente compaiono al di fuori della bocca intorno alle labbra, sulle guance, sul mento o all’interno delle narici. Mentre le vesciche da herpes sono contagiose, le ulcere orali non possono essere trasmesse, quindi baci e scambi di bicchieri non sono rappresentano un veicolo di trasmissione.

È curioso notare che i fumatori soffrono di afte con minore frequenza, forse perché il fumo rende inadatta la mucosa orale all’instaurarsi di infezioni (per un processo di cheratinizzazione), oppure per una qualche azione protettiva svolta dalla nicotina. È piuttosto comune infatti che chi smette di fumare soffra per qualche mese di afte, che scompaiono immediatamente in caso di ripresa del vizio.

Non esiste ad oggi una cura realmente efficace, i trattamenti sono quindi tesi semplicemente ad

  • alleviare il dolore,
  • accelerare la guarigione,
  • diminuire la frequenza degli episodi (quando possibile).

Foto

Afta sulla parte interna del labbro inferiore

Shutterstock/C.PIPAT

Primo piano di un'afta sulla lingua

iStock.com/trumzz

Cause

La stomatite è un disturbo molto frequente che colpisce in una qualche forma circa una persona su cinque. Le prime manifestazioni esordiscono spesso durante l’infanzia o l’adolescenza, ma la condizione in genere si protrae per diversi anni prima di scomparire gradualmente.

La causa non è del tutto nota, ma sono coinvolte risposte immunitarie mediate dai linfociti T attivati da una molteplicità di fattori.

Individui diversi sperimentano fattori scatenanti differenti, tra cui

  • deficit nutrizionali (per esempio acido folico, vitamina B12, zinco e ferro),
  • traumi locali,
  • stress,
  • alterazioni ormonali (per esempio legate al ciclo mestruale),
  • allergie,
  • sensibilità alimentari, ad esempio a cioccolato, caffè, fragole, uova, noci, formaggio e cibi piccanti o acidi
  • sensibilità a laurilsolfato di sodio (ingrediente di alcuni dentifrici, che può avere effetto irritante)
  • predisposizione genetica

e molto altro.

Lesioni della bocca dovute ad un morso involontario, oppure ad un lavaggio dei denti eccessivamente vigoroso, vanno a danneggiare la delicata mucosa interna della bocca e si ritiene che possano essere un’ulteriore possibile fattore in grado di favorire la comparsa di ulcere orali. Anche lo stress emotivo sembra essere un fattore in grado promuoverne lo sviluppo.

Uno studio effettuato su studenti universitari ha rilevato una maggior incidenza di afte durante periodi di stress, come ad esempio all’avvicinarsi di un esame, rispetto a fasi di maggior tranquillità come la pausa estiva.

Anche se chiunque può manifestarle, i giovani e gli adolescenti sembrano avere più spesso problemi di stomatiti e le donne hanno il doppio delle probabilità di svilupparle rispetto agli uomini. Alcune di esse manifestano ulcere orali all’inizio del loro periodo mestruale.

Sono più soggetti i pazienti affetti da:

Tra le patologie in grado di causare direttamente la comparsa di afte ricordiamo:

Sintomi

Queste ulcere si manifestano in modo periodico e guariscono completamente tra un attacco e l’altro. Nella maggior parte dei casi le singole ulcere durano circa 7 – 10 giorni, mentre le recidive avvengono 3 – 6 volte l’anno.

La maggioranza si sviluppa sulle superfici epiteliali prive di cheratina della bocca (ossia, dappertutto fuorché base gengivale, palato duro e dorso della lingua), anche se le forme più gravi, meno comuni, possono colpire anche le superfici cheratinizzate.

Le afte appaiono di norma come piaghe rosse e dolorose che possono essere estese complessivamente fino a 2,5 centimetri, anche se la maggior parte di esse sono molto più piccole. Talvolta l’area della mucosa inizia a formicolare o si infiamma prima che compaia l’afta vera e propria, l’ulcerazione appare in circa 24 ore.

Le ulcere aperte possono mostrare un rivestimento bianco o giallo, oltre ad un “alone” che le circonda. Nella maggior parte dei casi si presentano da sole, ma non è raro riscontrarne anche in piccoli gruppi.

I sintomi vanno da un lieve fastidio fino a un dolore tale da interferire con l’assunzione di cibo e liquidi.

Non sono invece presenti sintomi sistemici, che coinvolgano cioè l’organismo nel suo insieme, se escludiamo alcuni rari casi in cui forme particolarmente gravi possono essere così debilitanti da causare anche una perdita di peso per la malnutrizione indotta dalle difficoltà ad alimentarsi normalmente.

Trasmissione

Sebbene le afte non siano contagiose, è possibile rilevare un’aumentata predisposizione all’interno di alcuni nuclei familiari; secondo alcuni autori, se si è soggetti ad ulcere orali, eventuali figli avranno a loro volta un’elevata probabilità di svilupparle regolarmente, ovviamente per ragioni genetiche.

Durata

Possono essere necessarie fino a due settimane perché guariscano; durante quest’arco di tempo possono essere dolorose, anche se sono soprattutto i primi 3-4 giorni a causare i fastidi maggiori.

Quando chiamare il medico

Se sviluppate stomatiti che durano più di 2 settimane, o non siete in grado di mangiare o bere a causa del dolore, rivolgetevi al medico.

Discutetene con il medico anche nel caso in cui le afte si manifestino più di due o tre volte l’anno o in presenza di una lesione particolarmente estesa.

Cura e rimedi

Il disturbo in genere si risolve spontaneamente senza necessità di trattamento, ma ci sono alcuni suggerimenti che possono aiutare a perseguire i 3 obiettivi della terapia:

  • diminuire il dolore,
  • accelerare la guarigione
  • e prevenire le recidive.

Ad oggi non esiste la terapia migliore in assoluta, in grado di soddisfare tutti questi obiettivi, ma si consiglia di agire anche sullo stile di vita attraverso:

  1. una regolare e scrupolosa igiene orale, che sembra essere utile a prevenire sovra-infezioni batteriche;
  2. l’evitamento di cibi piccanti che possono essere causa di bruciore e di ritardo nella guarigione;
  3. secondo alcune fonti il consumo di latte, yogurt o gelati potrebbe ridurre il dolore, ma non si trovano fonti realmente autorevoli a conferma.

Proprio il dolore a volte rende necessario l’uso di prodotti da automedicazione e le afte possono essere facilmente trattate con farmaci da banco, eventualmente indicati dal medico o dal farmacista. Sono disponibili un gran numero di prodotti, la cui modalità di somministrazione può essere topica, sistemica o una combinazione di entrambe. La terapia più adatta dipende dalla sede della lesione/i, dall’accessibilità al trattamento, dalla gravità, dalla durata e dal successo con i regimi di trattamento precedenti.

Nel caso la prescrizione preveda un’applicazione locale, in primo luogo asciugate l’area con un panno. Usate quindi un cotton-fioc per applicare una piccola quantità di farmaco, avendo cura di non reimmergere il bastoncino nella soluzione dopo aver toccato l’afta.

Infine evitate di mangiare o bere per almeno 30 minuti, per essere sicuri che il medicinale non venga immediatamente lavato via e abbia il tempo per agire.

L’integrazione alimentare con ferro, zinco o vitamine B1, B2, B6, B12 o C può essere utile in soggetti con accertate o possibili carenze, mentre una dieta priva di glutine è necessaria solo per gli individui con diagnosi di celiachia.

In rari casi possono essere prescritti farmaci più importanti (antivirali, cortisone, …), da assumere solo e soltanto quando prescritto dal medico.

Prevenzione

Potrebbe non essere possibile prevenire sempre afte e stomatiti, perchè spesso sono causate da fattori al di là del nostro controllo (e spesso sconosciuti); possiamo tuttavia individuare alcune piccole cautele in grado di ridurre la frequenza di comparsa del disturbo:

  1. evitare alimenti piccanti e irritanti se si sospetta che possa aumentare la possibilità di nuovi episodi,
  2. evitare cibi eccessivamente duri e potenzialmente taglienti (ad esempio patatine e arachidi) per prevenire lo sviluppo di lacerazioni gengivali,
  3. evitare le gomme da masticare,
  4. usare solo spazzolini da denti con setole morbide per evitare di irritare le gengive, importante anche che sia della giusta dimensione e non troppo grande,
  5. utilizzare dentifrici che non contengano sodio lauril-solfato,
  6. ridurre stress e ansia,
  7. alimentarsi in modo corretto, vario e completo, in modo da evitare il rischio di carenze vitaminiche e di altri nutrienti.
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