Tendine d’Achille e tendinite: dolore e infiammazione

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Introduzione

La tendinite d’Achille (tendinopatia achillea) è l’infiammazione del tendine che collega i muscoli del polpaccio (la parte inferiore e posteriore della gamba) all’osso del tallone e che ha la funzione di garantire una una riserva di energia elastica nel salto, nel cammino e nella corsa, riducendone al contempo il dispendio energetico.

La condizione è caratterizzata da due sintomi in particolare:

  • dolore,
    • avvertito poco sopra il tallone,
    • più o meno intenso,
    • inizia e aumenta quando si compiono movimenti che richiedono l’utilizzo del tendine,
    • viene accentuato in caso di pressione sulla zona interessata;
  • gonfiore.

La tendinite d’Achille di norma è provocata da una lesione avvenuta durante la corsa o la pratica sportiva, che può essere dovuta ad un eccessivo stress del tendine, tipicamente in seguito a

  • esercizio fisico intenso,
  • salti,
  • o altre attività che sforzano il tendine e i muscoli del polpaccio.

La causa esatta dell’infortunio non è ancora del tutto compresa, ma si pensa che possa svilupparsi in seguito a microtraumi ripetuti che conducono a una progressiva degenerazione e danneggiamento delle fibre che compongono il tendine d’Achille.

All’infiammazione possono occasionalmente contribuire anche traumi importanti (ad esempio uno stiramento) od il mantenimento di posture non corrette.

In molti casi è possibile ricorrere a un trattamento conservativo con prognosi generalmente positiva, mentre infortuni più seri possono comportare la rottura del tendine e richiedere quindi un intervento chirurgico per riparare i tessuti danneggiati.

Dove si trova il tendine d’Achille?

Il tendine di Achille è un resistente insieme di fibre elastiche che collegano i muscoli della parte posteriore del polpaccio all’osso del tallone; si tratta del tendine più grosso e resistente del corpo umano.

Anatomia semplificata del tendine d'Achille

iStock.com/medicalstocks

Il nome dato al tendine deriva ovviamente dalla mitologia greca, che racconta di come Achille fu immerso da sua madre Teti nel fiume Stegi per proteggerlo dai pericoli della guerra; per immergere il più possibile il suo corpo lo tenne con la mano proprio al suo tendine, quindi l’acqua non toccò questa parte del suo corpo che rimase vulnerabile. Durante la guerra di Troia Achille fu effettivamente colpito da una freccia avvelenata sul tendine in questione, che quindi lo uccise.

Achille tenuto da sua madre Teti durante l'immersione

Di Antoine Borel (1743-1810) – Antoine Borel, 18th-century, Pubblico dominio, Collegamento

Cause

Anche detto tendine calcaneale, il tendine d’Achille viene usato quando si cammina, si corre, si salta, … al fine di aumentare la velocità di marcia e ridurre il dispendio energetico.

La tendinite d’Achille è generalmente causata da uno sforzo ripetitivo e/o troppo intenso del tendine:

  • rapido aumento della distanza o della velocità delle corse d’allenamento,
  • corsa in salita o scale fatte a forte velocità, se non si è allenati o dopo un periodo di inattività fisica,
  • attività sportive che richiedono salti e ripartenze improvvise, come il basket o il tennis,
  • esercizio fisico effettuato senza riscaldamento,
  • programma di attività fisica nuovo o troppo intenso, dopo un periodo in cui non ci si è allenati regolarmente,
  • scarsa flessibilità dei muscoli del polpaccio,
  • corsa su superfici dure o irregolari,
  • scarpe consumate o non adatte per l’attività sportiva,
  • piede piatto, che fa aumentare lo sforzo richiesto dal tendine d’Achille,
  • altre malformazioni, anche lievi, del piede, della caviglia o della gamba, che possono far sforzare il tendine più del normale,
  • lesioni traumatiche del tendine.

Solo raramente viene invece favorito da eventi traumatici.

Fattori di rischio

  • Gli atleti di sesso maschile in genere soffrono più spesso di questo disturbo rispetto al sesso femminile.
  • Con il passare degli anni il flusso sanguigno verso il tendine diminuisce e con esso l’elasticità e la resistenza tipici degli anni precedenti, l’età diventa quindi un fattore di rischio una volta superati i 30 anni circa.
  • Sovrappeso.
  • Utilizzo di scarpe non adatte o di cattiva qualità.
  • L’utilizzo di specifici antibiotici (fluorchinoloni, come la levofloxacina) aumentano il rischio di lesioni tendinee.
  • Diabete e altre malattie in grado di causare problemi di circolazione.
  • Errori di allenamento, ad esempio a causa di mancanza di variazioni o aumentando troppo rapidamente:
    • durata,
    • intensità,
    • distanze coperte dalla corsa,
    • dislivello coperto.

Sintomi

Il sintomo più frequente della tendinite d’Achille è il dolore, che insorge gradualmente e peggiora con il passare del tempo:

  • Al mattino, al risveglio, il dolore può essere particolarmente intenso, per poi diminuire gradualmente dopo i primi passi.
  • può essere accompagnato da un dolore lieve nella parte posteriore della gamba e sopra il tallone dopo una corsa o altre attività fisiche,
  • si verificano episodi di dolore più forte quando si corre per più tempo, si fanno le scale o si fanno esercizi fisici più intensi, come la corsa veloce o gli scatti,
  • dolore o rigidità del tendine, che compare soprattutto al mattino e di norma migliora dopo un’attività fisica poco intensa.

Tra gli altri sintomi ricordiamo:

  • lieve gonfiore in corrispondenza del tendine,
  • schiocchi o scricchiolii quando si tocca o si muove il tendine,
  • debolezza o fiacchezza nella parte inferiore della gamba.

Rottura del tendine

Anatomia semplificata del tendine rotto

iStock.com/paveugra

La tendinite d’Achille può progredire e trasformarsi in un disturbo degenerativo detto tendinosi d’Achille: La struttura del tendine cambia: il tendine si indebolisce e corre un rischio maggiore di subire lesioni gravi, come una vera e propria rottura; sebbene non tutti manifestino sintomi specifici, possono essere avvertiti:

  • un suono simile ad uno schiocco durante l’effettiva rottura del tendine,
  • dolore, talvolta molto intenso, e gonfiore,
  • incapacità di piegare il piede verso il basso,
  • incapacità di caricare il peso sul piede infortunato.

Questo tipo di lesione in genere richiede l’intervento chirurgico per riparare il tendine danneggiato.

Quando chiamare il medico

Se avete male al tendine d’Achille o al calcagno, andate dal medico. Il dolore potrebbe essere causato dalla tendinite d’Achille, da un’infiammazione o da una lesione di un tessuto vicino, quindi è fondamentale ottenere una diagnosi tempestiva e curarsi nella maniera più appropriata.

In attesa della visita, potete alleviare il dolore con questi semplici accorgimenti:

  • diminuite l’intensità dell’attività fisica,
  • sospendete temporaneamente gli allenamenti,
  • dopo l’esercizio o quando sentite male mettete la borsa del ghiaccio sulla zona dolorante,
  • assumete un antinfiammatorio non steroideo in vendita in farmacia senza ricetta, come l’ibuprofene (Moment®, Moment Act®)  o il naprossene (Momendol®, Aleve®). Seguite sempre le indicazioni riportate nella confezione.

Se il dolore è grave e invalidante, andate immediatamente al pronto soccorso. Con ogni probabilità il tendine d’Achille è rotto, soprattutto se:

  • il dolore è intenso e compare all’improvviso,
  • non riuscite a piegare il piede verso il basso o a camminare sulla punta dei piedi,
  • non riuscite a scaricare il peso sul piede o a camminare normalmente.

Diagnosi

La diagnosi di tendinite d’Achille si basa sulla risposta alle domande del medico, sul risultato della visita e, se necessario, sugli esiti degli esami di imaging.

Visita

Il medico tocca delicatamente la zona colpita, per capire

  • la localizzazione del dolore,
  • l’intensità,
  • se aumenta in seguito a pressione,
  • se sono presenti gonfiori,
  • se è presente un eventuale ispessimento del tendine di Achille,
  • se è presente dolore a metà del tendine,
  • se siano insorte delle limitazioni nella gamma dei movimenti possibili alla caviglia o una ridotta capacità di flettere il piede.

Esami di imaging

Gli esami di imaging possono essere utili per escludere altre possibili cause dei sintomi e scoprire le lesioni al tendine. Il medico con ogni probabilità prescriverà uno o più degli esami seguenti:

  • La radiografia produce immagini dei tessuti duri e può essere utile per escludere altre possibili cause dei sintomi; in particolare può mostrare se la parte inferiore del tendine di Achille si sia calcificata o indurita (tendinite inserzionale).
  • L’ecografia usa le onde sonore per produrre immagini dei tessuti molli e può essere utile per rivelare segni di infiammazione e lesioni al tendine d’Achille. L’ecografia può anche produrre immagini in tempo reale del tendine in movimento.
  • La risonanza magnetica (MRI) usa un campo magnetico e le onde radio per produrre immagini in sezione o a tre dimensioni, in grado di visualizzare i dettagli dei tessuti degenerati e del tendine rotto; più che per la diagnosi è utile in fase di pianificazione dell’intervento chirurgico, perché può mostrare la gravità del danno e permetterà così al chirurgo la scelta dell’approccio migliore.

Cura e terapia

Di solito è possibile curare la tendinite con provvedimenti relativamente semplici ma, per avere successo, la terapia richiede molta pazienza e ci si deve attenere scrupolosamente alle indicazioni fornite dal medico.

In genere viene consigliato un approccio combinato che integra:

  • rimedi pratici,
  • farmaci antinfiammatori ed antidolorifici,
  • stretching ed esercizio fisico.

Nella maggior parte dei casi un trattamento conservativo permetterà un rapido sollievo dal dolore (qualche settimana o mese), anche se potrebbero essere necessari alcuni mesi per guarire completamente; se il dolore è stato trascurato possono invece servire fino a 6 mesi di pazienza e applicazione.

Rimedi pratici

Tra i rimedi pratici per la tendinite d’Achille viene spesso consigliato il protocollo RICE, dall’inglese Rest-Ice-Compression-Elevation:

  • Riposo. Il riposo è fondamentale per la guarigione dei tessuti. A seconda della gravità dei sintomi, con la parola riposo possiamo intendere:
    • astensione dall’esercizio fisico per diversi giorni,
    • diminuzione della durata e dell’intensità dell’allenamento,
    • cambiamento di attività e passaggio a uno sport che non faccia sforzare il tendine d’Achille, ad esempio al nuoto.

    Probabilmente, se avete molto male e non riuscite a scaricare il peso sul piede, dovrete indossare una scarpa ortopedica e usare le stampelle. Il vostro medico vi consiglierà quale tipo di riposo è più adatto nelle vostre condizioni.

  • Ghiaccio. Applicare il ghiaccio avvolto in un panno sulla pelle, tenendolo in posizione 15-20 minuti, seguiti da una pausa di 10-15 e poi ripetere; questo permette di ridurre rapidamente infiammazione e gonfiore. Il trattamento può essere ripetuto più volte al giorno.
  • Compressione.Un bendaggio può dare sollievo, anche se non tutti gli specialisti lo ritengono necessario.
  • Sollevamento. Sollevare il piede al di sopra del livello del cuore durante il riposo notturno permette di favorire il ritorno venoso e linfatico, aiutando quindi il drenaggio dei liquidi e la riduzione del gonfiore.

Antidolorifici

Per diminuire l’infiammazione e alleviare il dolore, il medico probabilmente vi prescriverà o vi consiglierà un antinfiammatorio non steroideo (FANS), come l’ibuprofene, il ketoprofene o il diclofenac.

L’uso prolungato dei FANS può causare tra l’altro

Chiedete al medico per quanto tempo dovrete assumere il farmaco e quali controlli dovrete effettuare per evitare gli effetti collaterali. In rari casi l’uso prolungato può causare alterazioni della funzionalità renale mentre,se avete problemi epatici, chiedete consiglio al vostro medico prima di usare prodotti che contengano il paracetamolo (ad esempio Tachipirina).

Stretching ed esercizio fisico

Lo stretching e l’esercizio fisico corretti possono facilitare la guarigione e prevenire le ricadute. Il medico può insegnarvi in prima persona le tecniche corrette, oppure consigliarvi un fisioterapista o un esperto di medicina dello sport. Tra le tecniche consigliate ricordiamo:

  • Stretching con ginocchia rigide. Seduti a terra, con la schiena appoggiata al muro: tenete le ginocchia diritte e i talloni a contatto con il terreno. In questo modo riuscirete ad allungare la parte superiore dei muscoli del polpaccio.
  • Stretching con ginocchia piegate. Piegate il piede in avanti e flettete il ginocchio e la caviglia con il tallone a contatto col suolo: in questo modo allungherete la parte inferiore dei muscoli del polpaccio.
  • Esercizi per i muscoli del polpaccio. Sollevare le dita dei piedi o usare una macchina per rinforzare i muscoli del polpaccio può essere utile per rinforzare il tendine d’Achille e curarne i problemi. Uno particolare tipo di esercizi di rinforzo (esercizio eccentrico) si è dimostrato particolarmente efficace per la cura dei problemi cronici del tendine: un esempio di esercizio di questo tipo è la discesa lenta al suolo, dopo essersi messi in punta di piedi.

Altre terapie

Tra le altre terapie possibili possiamo ricordare le seguenti:

  • Un fisioterapista può essere di grande aiuto nella gestione del paziente colpito da tendinite d’Achille, attraverso tecniche di manipolazione, esercizi specifici e trattamenti come onde d’urto e tecarterapia.
  • I dispositivi ortopedici proteggono o modificano la posizione del piede e della caviglia per facilitarne la guarigione. I cunei o i plantari che sollevano leggermente il calcagno possono alleviare lo sforzo a carico del tendine e fare da cuscinetto, diminuendo così la forza che si scarica sul tendine.
  • Le infiltrazioni di corticosteroidi (cortisone) possono essere usate con prudenza per diminuire l’infiammazione nella zona del tendine con infiammazione cronica. Con questa terapia, però, si è osservato un aumento del rischio di rottura del tendine: per diminuirlo, il medico può usare l’ecografia per essere sicuro di iniettare il corticosteroide vicino alla zona da curare, evitando l’iniezione diretta nel tendine.
  • Le iniezioni di plasma ricco di piastrine (PRP) sono una terapia più recente, in parte ancora oggetto di studio, per la cura della tendinosi d’Achille (la degenerazione cronica e apparentemente incurabile del tendine d’Achille) e di altri problemi cronici ai tendini. Consiste nell’iniezione nella zona infiammata del plasma ricavato dal sangue dello stesso paziente (il plasma contiene fattori in grado di facilitare la guarigione).

Chirurgia

L’intervento chirurgico per riparare i tessuti danneggiati e migliorare la funzionalità tendinea viene preso in considerazione solo se una terapia più conservativa durata diversi mesi non è stata efficace o se l’infiammazione ha provocato la rottura parziale o totale del tendine.

Sono utilizzati vari metodi, tra i più comuni ricordiamo:

  • Riparazione a cielo aperto. Con questo approccio il chirurgo pratica un’incisione per aprire la gamba appena sopra l’osso del tallone, procede poi cucendo i due lembi del tendine rotto e sutura l’incisione.
  • È possibile procedere incidendo a cielo chiuso che utilizzano sistemi di sutura percutanei, ma con inconvenienti legati alla difficoltà allineare perfettamente i due capi del tendine.

Esistono poi approcci ancora diversi, che cercano di trovare il compromesso migliore tra i vantaggi offerti dalle diverse tecniche.

Prevenzione

In certi casi può essere impossibile prevenire la tendinite d’Achille mentre in altri, invece, si può modificare il proprio stile di vita per diminuire il rischio:

  1. Aumentate il livello di attività fisica gradualmente.
  2. Se praticate un’attività fisica molto intensa, riscaldatevi con la dovuta calma prima di iniziare e praticate esercizi di allungamento anche al termine.
  3. Se avvertite dolore durante un certo esercizio, fermatevi per riposarvi.
  4. Quando possibile alternate sport con un’intensità di impatto più o meno importante, per esempio rispettivamente basket e nuoto, per ridurre lo stress cui il tendive viene sottoposto.
  5. Utilizzate solo scarpe di buona qualità che offrano un adeguato supporto per attutire gli urti al calcagno e un corretto sostegno plantare.
  6. Rinforzate i muscoli del polpaccio, per affrontare con maggior resistenza gli stress dovuti all’attività sportiva.

Stile di vita e rimedi pratici

Se pensate di soffrire di tendinite d’Achille, potete velocizzare la guarigione e prevenire ulteriori problemi adottando questi semplici rimedi pratici:

  • Riposo. Evitate le attività che fanno aumentare il dolore o il gonfiore. Non cercate di lavorare o giocare quando sentite dolore. Il riposo è fondamentale per la guarigione dei tessuti, ma non significa che dovete mettervi a letto e non alzarvi finché non sarete guariti. Potete dedicarvi ad attività ed esercizi che non sollecitano il tendine ammalato, ad esempio ad attività a basso impatto, come la cyclette o il ciclismo.
  • Ghiaccio. Per diminuire il dolore, gli spasmi muscolari e il gonfiore, mettete la borsa del ghiaccio sulla zona dolorante per 20 minuti al massimo, diverse volte al giorno. La borsa del ghiaccio ferma sulla zona, i massaggi con la borsa del ghiaccio o i pediluvi nell’acqua ghiacciata sono rimedi ugualmente efficaci. Per il massaggio con la borsa del ghiaccio, potete mettere nel congelatore un contenitore di plastica pieno d’acqua fino all’orlo, che terrete in mano appoggiando la parte ghiacciata direttamente sulla pelle.
  • Compressione. Il gonfiore può far perdere la mobilità dell’articolazione, quindi vi consigliamo di comprimere la zona finché non è cessato, usando le bende o le bende elastiche.
  • Sollevamento. Sollevate la caviglia malata sopra il livello del cuore, per far diminuire il gonfiore. È particolarmente importante usare questa posizione durante la notte.
  • Continuate a muovervi: Anche se il riposo è fondamentale per la cura della tendinite, l’inattività prolungata può irrigidire l’articolazione. Muovete la caviglia finché riuscite e allungate delicatamente il tendine d’Achille per mantenere la flessibilità articolare.
  • Farmaci antinfiammatori: Per diminuire il dolore dovuto alla tendinite, potete provare a usare gli antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina e l’ibuprofene, oppure prodotti a base di paracetamolo.

Se pensate di aver bisogno degli antinfiammatori per un lungo periodo, parlate con il vostro medico, perché alcuni di essi dovrebbero essere usati solo per periodi brevi (dai sette ai dieci giorni) per evitare le complicazioni.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Come si cura la tendinite d'Achille
Tra i rimedi di automedicazione è consigliabile adottare fin da subito il protocollo RICE, che consiste in
  • Riposo
  • Applicazione di impacchi di ghiaccio
  • Fasciatura compressiva
  • Sollevamento del tendine oltre il livello del cuore
Da un punto di vista medico le opzioni terapeutiche consistono in:
  • farmaci antinfiammatori
  • fisioterapia
  • plantari ed altri dispositivi sanitari
  • infiltrazioni di cortisone o di plasma.
Quando è possibile riprendere l'attività sportiva?
Il ritorno alla pratica verrà consigliato dall'ortopedico in base ai sintomi e al tipo di sport; in genere si consiglia una ripresa graduale, anche perché se la pausa è stata lunga è possibile che si sia persa almeno in parte la condizione fisica (può essere utile dal punto di vista cardiovascolare compensare durante la convalescenza con nuoto e/o cyclette). È molto importante ricordare che in genere la causa dell'infortunio è il sovrallenamento e/o la presenza di errori, aspetti che andranno quindi accuratamente verificati.
È possibile correre durante la riabilitazione?
Si valuta caso per caso, in considerazione di sintomi (dolore) ed entità dell'infiammazione; può essere preferibile la pratica di sport non traumatici, come nuoto o bici.
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Domande e risposte
  1. Salve, sono un runner da qualche mese ed è da qualche giorno che al mattino al risveglio ho un dolore sempre più forte sul tallone, che poi tende a migliorare nell’arco della giornata. Cosa devo fare? Cosa posso applicare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Mi dispiace, ma non posso consigliare farmaci.

      Raccomando di sospendere la corsa, è invece necessario fare il punto con il medico.

  2. Meglio una crema all’arnia o all’artiglio del diavolo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’efficacia è paragonabile e la risposta spesso soggettiva, può quindi provarle entrambe e poi continuare con quella che ritiene più utile nel suo caso specifico.