Occhio secco: sintomi, cause e rimedi

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Introduzione

La secchezza oculare, anche detta sindrome dell’occhio secco quando persistente nel tempo, si verifica quando la produzione di lacrime è inadeguata o quando queste hanno una consistenza anomala e quindi evaporano troppo rapidamente.

La secchezza può essere di breve durata oppure persistere nel tempo (condizione cronica); può interessare chiunque, ma è sicuramente più comune all’aumentare dell’età, quando arriva ad interessare fino a un soggetto su tre nella popolazione anziana.

Può combinarsi a una serie di sintomi di accompagnamento, quali fastidio e dolore, e può essere associata all’infiammazione della superficie dell’occhio; se non trattata questa condizione può determinare la comparsa di dolore, ulcere, cicatrici corneali e la perdita parziale della vista. La perdita permanente della vista a seguito della secchezza oculare è comunque poco frequente.

L’occhio secco può rendere difficili alcune attività, come l’utilizzo del PC o la lettura per periodi prolungati; può anche ridurre la tollerabilità di ambienti secchi, per esempio l’aeroplano.

Nell’ambito della secchezza oculare troviamo diverse possibili condizioni:

  • cheratocongiuntivite secca,
  • sindrome da disfunzione lacrimale,
  • cheratocongiuntivite lacrimale,
  • deficit lacrimale evaporativo,
  • deficit lacrimale acquoso,
  • epiteliopatia neurotropa post-LASIK.

La secchezza oculare può inoltre essere associata a:

  • infiammazione della superficie oculare, delle ghiandole lacrimali o della congiuntiva;
  • qualunque processo patologico che alteri le componenti della lacrimazione;
  • aumento della superficie degli occhi, come nell’ipertiroidismo in cui il globo oculare protrude all’esterno;
  • chirurgia estetica, se le palpebre vengono aperte eccessivamente.
Fotografia di donna che applica una goccia di collirio

iStock.com/choja

Composizione e ruolo delle lacrime nella secchezza oculare

Le lacrime, prodotte dalle ghiandole lacrimali, sono necessarie per la salute complessiva dell’occhio ed una vista nitida. Bagnano la superficie dell’occhio, mantenendolo umido, e portano via polveri e residui. Hanno anche una funzione protettiva rispetto alle infezioni batteriche e da altri germi.

Sono composte da tre elementi fondamentali:

  1. uno strato esterno oleoso (lipidico) prodotto dalle ghiandole del Meibomio;
  2. uno strato intermedio acquoso (lacrimale) prodotto dalle ghiandole lacrimali;
  3. uno strato interno mucoso (mucina) prodotto da cellule caliciformi poste all’interno di un sottile strato trasparente sulla parte bianca dell’occhio e sulla superficie interna della palpebra.

Le lacrime contengono proteine (inclusi fattori della crescita), elettroliti e vitamine, fondamentali per mantenere in salute la superficie dell’occhio e prevenire infezioni.

Sono prodotte continuamente in modo da bagnare, nutrire e proteggere la superficie oculare. Vengono secrete anche in risposta a situazioni di emergenza, come in caso di ingresso di particelle di polvere nell’occhio, infezione o irritazione, o anche a fronte di forti emozioni. Una insufficiente produzione di lacrime da parte delle ghiandole lacrimali può determinare secchezza oculare.

Qualunque malattia che alteri le componenti delle lacrime può renderle inefficaci e causare la secchezza.

Cause

La secchezza oculare può essere una condizione temporanea o cronica e individuiamo principalmente due tipi di occhio secco:

  1. Da deficit del film lacrimale, quando ghiandole lacrimali non riescono a produrre una quantità di componente lacrimale acquosa sufficiente a mantenere una superficie oculare sana.
  2. Da evaporazione in conseguenza a stati infiammatori delle ghiandole del Meibomio, ubicate anche nelle palpebre. Queste ghiandole producono la componente lipidica (oleosa) delle lacrime che rallenta l’evaporazione e mantiene le lacrime stabili.

Vediamo ora le principali condizioni che portano allo sviluppo di questa sindrome.

Farmaci

La secchezza oculare può essere un effetto collaterale di alcuni farmaci, come

Disordini della funzione palpebrale

  • Malattie della pelle, in particolare se riguardano le palpebre;
  • Malattie delle ghiandole palpebrali, come le disfunzioni delle ghiandole del Meibomio;
  • ustioni chimiche e termiche che causino cicatrici della membrana che ricopre le palpebre e copre i bulbi oculari;
  • ammiccamento poco frequente, legato all’osservazione prolungata di schermi (TV o computer);
  • Infiammazione cronica della congiuntiva, la membrana che riveste la palpebra e la parte anteriore dell’occhio, o delle ghiandole lacrimali. La congiuntivite cronica può essere causata da alcune malattie oculari, da infezioni, dall’esposizione ad agenti irritanti come esalazioni chimiche e fumo di sigaretta, o da spifferi provenienti da condizionatori d’aria o termoventilatori;
  • Cheratite da esposizione, condizione in cui le palpebre non si chiudono completamente durante il sonno.

Malattie sistemiche

Interventi chirurgici

Alcuni tipi di intervento chirurgico possono essere causa di occhio secco, ad esempio può essere una conseguenza della chirurgia refrattiva (LASIK), in cui i sintomi durano in genere da 3 a 6 mesi (anche se in alcuni casi possono protrarsi più a lungo).

Può verificarsi anche a seguito di chirurgia estetica quando si allargano eccessivamente le palpebre aumentando così la superficie dell’occhio esposta all’ambiente.

Fattori di rischio

Le persone anziane soffrono spesso di secchezza oculare, ma questa condizione può insorgere a qualunque età. Negli Stati Uniti si stima che, a partire da 50 anni, quasi 5 milioni di persone abbiano gli occhi secchi. Di questi, oltre 3 milioni sono donne, mentre gli uomini sono più di 1,5 milioni. Decine di milioni di americani hanno inoltre una qualche sintomatologia.

Uomini e donne ne sono ugualmente colpiti, ma una condizione di occhio secco è più comune nel sesso femminile dopo la menopausa. Le donne con menopausa precoce hanno maggiori probabilità di riportare danni della superficie oculare a seguito di secchezza.

La gravidanza e le alterazioni ormonali che ne conseguono possono talvolta essere causa di questo disturbo, così come la presenza di allergie e l’utilizzo eccessivo di lenti a contatto.

Tra gli altri fattori di rischio ricordiamo infine:

  • tempo meteorologico ventoso o comunque secco,
  • insufficiente umidità ambientale (per esempio in ambienti con aria condizionata o presenza di deumidificatori),
  • ridotta frequenza di chiusura delle palpebre, anche ma non solo in caso di lavoro al PC, lunghe sessioni di lettura, …

Sintomi

In caso di occhio secco i sintomi possono consistere in:

  • pizzicore o bruciore;
  • sensazione di sabbia o prurito come se ci fosse qualcosa di abrasivo nell’occhio;
  • episodi di lacrimazione eccessiva seguiti da periodi di secchezza estrema;
  • scolo oculare viscoso;
  • dolore e rossore dell’occhio;
  • episodi di visione offuscata;
  • senso di palpebre pesanti;
  • incapacità di piangere in caso di forti emozioni;
  • senso di persistente fastidio con le lenti a contatto;
  • ridotta tolleranza alla lettura, al lavoro al computer o a qualunque altra attività che richieda un’attenzione visiva prolungata;
  • percezione di stanchezza oculare.

Le complicazioni gravi sono rare e più probabili in presenza di una condizione medica sottostante e soggiorno in ambienti particolarmente secchi; è possibile sviluppare un’infiammazione della congiuntiva (congiuntivite) o della cornea nella parte anteriore dell’occhio (cheratite), che possono predisporre alla formazione di piccole ulcere.

Se i sintomi persistono è quindi necessario consultare un oculista per una diagnosi accurata e per avviare un trattamento che eviti danni permanenti.

Cura

In base alle cause l’oculista consiglierà il trattamento più adatto per alleviare i sintomi.

Da un punto di vista generale e a prescindere dalla causa è consigliabile innanzi tutto:

  • controllare l’umidità dell’aria negli ambienti, soprattutto dove si passa molto tempo (camera da letto, lavoro, …),
  • evitare ambienti in presenza di fumo e polvere,
  • bere molta acqua,
  • attenersi a una dieta ricca di frutta e verdura (ricche di liquidi, minerali e sostanze antiossidanti).

La secchezza oculare può essere gestita come una condizione evolutiva. L’elemento prioritario è la determinazione di eventuali malattie alla base della secchezza (come la sindrome di Sjögren o una disfunzione delle ghiandole lacrimali o del Meibomio). In questi casi, è necessario trattare la malattia sottostante.

Se la secchezza oculare è causata da un farmaco, il medico può suggerire un’alternativa che non generi il disturbo.

Se il problema origina dalle lenti a contatto, l’ottico può raccomandare l’adozione di tipi di lenti diverse o la riduzione del numero di ore in cui vengono portate. In caso di secchezza grave, potrebbe essere necessario interromperne completamente l’uso.

Un’altra possibilità è l’inserimento di tappi nei dotti lacrimali, piccole aperture circolari negli angoli interni delle palpebre che drenano le lacrime dall’occhio al naso. Questi tappi, noti anche come “punctum plug”, possono essere inseriti da un oculista senza causare dolore. In genere, il soggetto non si accorge di averli. I tappi possono essere di silicone o di collagene, sono rimovibili e rappresentano una misura temporanea. In casi gravi, possono essere presi in considerazioni tappi permanenti.

Talvolta, è indicato un intervento chirurgico semplice, la cauterizzazione, per chiudere in modo permanente i dotti lacrimali. La procedura aiuta a mantenere le poche lacrime prodotte nell’occhio per più tempo.

Si pensa che in alcuni pazienti colpiti da secchezza oculare, integratori o fonti alimentari (come il tonno) di acidi grassi omega 3 (specialmente DHA ed EPA) possano ridurre i sintomi, ma in realtà la letteratura più recente non ne supporta l’utilizzo. Molti medici oculisti ne raccomandano l’assunzione per cercare di sfruttarne le proprietà anti-infiammatorie ed è possibile provare senza temere particolari controindicazioni, ma è probabilmente auspicabile un aumento del consumo in forma alimentare.

Uso e dosi di integratori e vitamine andrà in ogni caso discusso con il proprio medico curante.

Automedicazione

Un primo modo di fronteggiare i sintomi consiste nell’usare lacrime artificiali in forma di colliri, unguenti e geli, disponibili come prodotti da banco. Queste formulazioni danno un sollievo temporaneo e sopperiscono alla produzione naturale di lacrime in pazienti con carenza lacrimale acquosa.

  • Evitare lacrime artificiali con conservanti se è necessario usarle più di 4 volte al giorno o se contengono agenti vasocostrittori.
  • Indossare occhiali o occhiali da sole che si adattino al viso o con schermi laterali può aiutare a rallentare l’evaporazione delle lacrime dalle superfici oculari.
  • Può essere di ausilio anche un umidificatore.
  • Evitare condizioni ambientali secche e consentire agli occhi di riposare quando si praticano attività che richiedono l’uso prolungato degli occhi. Applicare gocce oculari lubrificanti nell’eseguire tali attività.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Esistono colliri lubrificanti mutuabili?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Che io sappia l’unico è Siccafluid, disponibili sia come flaconcino che in monodose, ma la rimborsabilità è limitata ai pazienti affetti da sindrome di Sjögren.

  2. Tetramil si può mettere con le lenti a contatto applicate? Me l’ha prescritto il medico per un po’ di rossore, ma mi sono dimenticato di chiederglielo.

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, altrimenti andrebbe incontro a midriasi (dilatazione della pupilla), provato personalmente a 16 anni. 🙂