Antistaminici: effetti collaterali, dosi e consigli

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Cosa sono i farmaci antistaminici?

Gli antistaminici sono una classe di farmaci ad azione

  • antiallergica,
  • antiinfiammatoria,
  • antiacida,

che vengono assunti per contrastare l’attività di una sostanza prodotta dall’organismo chiamata istamina, quando questa viene prodotta ed immessa in circolo in quantità eccessiva rispetto alla norma.

Gli antistaminici agiscono occupando i recettori H dell’istamina ed in tal modo impediscono all’istamina stessa il legame con i propri recettori: questo meccanismo d’azione è tipico dei cosiddetti farmaci antagonisti. Dunque gli antistaminici non bloccano la produzione o la liberazione di istamina, ma ne contrastano gli effetti prodotti dall’attivazione degli specifici recettori.

La scoperta di farmaci ad attività antistaminica si deve allo studioso Bovet nei primi anni ’30, le cui ricerche gli valsero il premio Nobel nel 1957.

Farmaci antistaminici in compresse

Farmaci antistaminici in compresse (iStock.com/SorenP)

Istamina

L’istamina è una sostanza ubiquitaria nel nostro corpo, ma presente in concentrazioni maggiori in

  • polmoni,
  • stomaco
  • e cute.

È contenuta in gran parte in forma di granuli all’interno dei mastociti tessutali, cellule del sistema immunitario coinvolte per esempio nella genesi delle reazioni allergiche.

Da tali cellule l’istamina può essere liberata in seguito a stimoli di diversa natura:

  • contatto con allergeni e sostanze tossiche,
  • processi infiammatori,
  • infezioni,
  • traumi,
  • freddo,
  • assunzione di farmaci.

L’istamina può essere inoltre assunta con la dieta; alcuni cibi ne sono particolarmente ricchi, come ad esempio

  • fragole,
  • agrumi,
  • ananas,
  • cioccolato,
  • noci,
  • tonno,
  • acciughe,
  • aringhe,
  • formaggi stagionati,
  • birra,
  • spumante,
  • vino rosso,
  • spinaci,
  • legumi,
  • pomodori,
  • salumi ed insaccati,
  • uova e
  • latte.

L’istamina, oltre ad essere il principale mediatore della risposta allergica, svolge diverse altre funzioni, quali ad esempio:

  • azione locale in tutti i processi infiammatori.
  • neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale e periferico.
  • regolatore della secrezione acida dello stomaco/intestino-

Per esplicare gli effetti biologici cui è preposta si lega a specifici recettori presenti sulla superficie di alcune cellule. Riconosciamo 4 tipi di recettori dell’istamina:

  • H1
  • H2
  • H3
  • H4

variamente distribuiti al livello di cellule endoteliali, cellule muscolari lisce, cuore, surreni, sistema nervoso centrale, tratto digerente, utero, polmoni, midollo osseo, milza, globuli bianchi e mastociti.

In base al tipo di recettore con cui si lega e alla cellula con cui interagisce, l’istamina è in grado di produrre effetti di

  • aumento del battito del cuore (tachicardia),
  • aumento della secrezione acida dello stomaco,
  • vasodilatazione (aumento della dimensione dei vasi sanguigni),
  • sviluppo dei tipici segni di infiammazione (rossore, gonfiore e dolore),
  • crampi addominali,
  • diarrea,
  • produzione di muco nei bronchi,
  • broncospasmo.

Se in condizioni normali l’istamina è responsabile di effetti utili all’organismo, una sua eccessiva liberazione può avere effetti nocivi anche gravi, come lo sviluppo di una crisi allergica, per questa ragione in specifici pazienti è necessario ridurne la portata.

Focalizzeremo la nostra attenzione sugli antistaminici anti-H1.

Antistaminici anti-H1

Gli antistaminici anti-H1 vengono comunemente distinti in 3 classi:

  • prima,
  • seconda
  • e terza generazione.

Gli antistaminici anti-H1 di prima generazione sono gli antistaminici classici, molecole conosciute ed utilizzate da tempo ma con attività non selettiva, ossia incapaci di legarsi esclusivamente ai recettori H1, ma al contrario bloccando anche altri siti come i recettori

  • dell’acetilcolina,
  • alfa-adrenergici,
  • 5-HT.

Questa mancanza di selettività è il motivo per cui l’assunzione degli antistaminici anti-H1 di prima generazione si associa ad un maggior rischio di sviluppo di effetti collaterali (in particolare sedazione e sonnolenza) rispetto agli antistaminici anti-H1 di seconda e terza generazione.

Questo ne giustifica il loro utilizzo come sonniferi o per chi soffre di “mal d’auto”, tuttavia l’utilizzo non è in genere raccomandato nei bambini con disturbi del sonno.

Tra gli antistaminici anti-H1 di prima generazione ricordiamo:

  • Bromferinamina
  • Clorfeniramina
  • Dexclorfeniramina
  • Dimetindene
  • Feniramina (Inhiston)
  • Tripolidina
  • Carbinoxamina
  • Clemastina
  • Difenidramina (Allergan, Benadryl)
  • Doxilamina
  • Tonzilamina
  • Tripelenamina
  • Dimetotiazina
  • Isotependile
  • Mequetazina
  • Prometazina
  • Idrossizina (Atarax)
  • Cinnarizina (Cinazyn, Stugeron, Toliman)
  • Azatadina
  • Ciproeptadina (Periactin)
  • Ketotifene (Zaditen, Ketoftil)
  • Oxatomide (Tinset)

Gli antistaminici anti-H1 di prima generazione:

  • sono ben assorbiti nel tratto gastrointestinale,
  • vengono eliminati con le urine in forma di metaboliti (prodotti di scarto),
  • bloccano anche altri recettori (ad esempio dell’acetilcolina, della serotonina, ..),
  • possono sviluppare severi effetti indesiderati (sedazione, astenia, vertigini, ipersensibilità ed effetti teratogeni in gravidanza).

Gli antistaminici anti-H1di seconda generazione sono farmaci più selettivi verso i recettori H1 dell’istamina. Questi farmaci si associano meno frequentemente alla comparsa di effetti collaterali, in particolare la sonnolenza.

Tra gli antistaminici di seconda generazione, ricordiamo:

  • Cetirizina (Cerchio, Zirtec)
  • Loratadina (Clarytin, Fristamin)
  • Ebastina (Clever, Kestine)
  • Acrivastina (Benvent, Semprex)
  • Rupatadina (Pafinur, Rupafin)
  • Astemizolo (Hismanal, Histamen)
  • Terfenadina (Allerplus, Terfex)
  • Mizolastina (Mizollen)
  • Azelastina (Allergodil, Allespray)
  • Levocabastina (Levoreact, Levostab)

Gli antistaminici anti-H1 di seconda generazione:

  • sono ben assorbiti nel tratto gastrointestinale,
  • 3 farmaci (loratadina, astemizolo, terfenadina) sono metabolizzati nel fegato dal citocromo P450 in metaboliti attivi,
  • vengono eliminati con le urine,
    hanno una maggiore affinità con i recettori H1 e minore capacità di attraversare la barriera emato-encefalica per causano più raramente sonnolenza.

Gli antistaminici anti-H1di terza generazione sono infine derivati di alcune delle molecole precedenti, dotate di ulteriore selettività (per esempio in forma di metaboliti attivi, per aumentare l’efficacia e ridurre il rischio di effetti collaterali), e comprendono:

  • Levocetirizina (Xyzal)
  • Desloratadina (Aerius, Azomir)
  • Fexofenadina (Telfast, Fexallegra)

Indicazioni

Gli antistaminici sono utilizzati tutte le volte in cui un’eccessiva liberazione di istamina è causa di disturbi, come ad esempio:

Rinite allergica

Gli antistaminici andrebbero idealmente assunti in forma preventiva (per esempio in caso di rinite allergica durante tutto il periodo della fioritura) e/o alla comparsa dei primi sintomi (prurito, starnuti e naso che cola), causati dalla precoce liberazione di istamina da parte dei mastociti in seguito al contatto con un allergene (generalmente pollini, peli degli animali o acari della polvere); a distanza di 4-24 ore, invece, si verifica l’ostruzione nasale, dovuta all’infiammazione causata all’azione delle cellule infiammatorie (come prostaglandine e leucotrieni), durante la quale l’uso di corticosteroidi nasali risulta decisamente più efficace (gli spray nasali cortisonici, in virtù del loro rapporto rischi/benefici, sono ad oggi il trattamento di prima scelta in caso di rinite allergica).

Gli antistaminici anti-H1 possono anche essere utilizzati al bisogno, soprattutto se i sintomi sono occasionali.

Colliri e congiuntivite allergica

Nel caso di congiuntivite allergica è consigliato l’uso di colliri antistaminici anti-H1, caratterizzati da

  • buona efficacia perché agiscono ad elevate concentrazioni nell’organo bersaglio (ossia l’occhio),
  • ottima tollerabilità (perché somministrati solo dove serve), che rende possibile l’applicazione di più somministrazioni al giorno, generalmente 2 volte, senza lo sviluppo di effetti collaterali.
Uomo che mette un collirio antistaminico

Gli antistaminici in collirio garantiscono efficacia e riduzione del rischi di effetti collaterali (Stock.com/Ivan-balvan)

Raffreddore

Negli ultimi decenni gli antistaminici hanno sempre più spesso trovato posto in farmaci da banco per il trattamento del raffreddore; sebbene il razionale sia in qualche modo ragionevole (i sintomi sono sovrapponibili a quelli causati dalle allergie), la ricerca ha per ora dimostrato solo un effetto di sollievo a breve termine.

Orticaria

Gli antistaminici anti-H1 sono efficaci nel caso di orticaria, grazie alla capacità di riduzione del prurito, del numero e delle dimensioni dei pomfi cutanei e dell’eritema, tipici di questa affezione medica.

Dermatite atopica

Nel caso della dermatite atopica l’uso degli antistaminici anti-H1 aiuta i piccoli pazienti a

  • beneficiare di un maggior controllo del prurito,
  • ridurre al contempo lo stato di agitazione,
  • migliorare la qualità di vita (sia di giorno che durante il riposo notturno),
  • evitare le lesioni da grattamento e le possibili infezioni.

Shock anafilattico

In caso di grave reazione allergica, condizione nota come anafilassi, è indicato il trattamento in urgenza con adrenalina e steroidi. L’uso degli antistaminici anti-H1 per via iniettiva è riportato negli interventi di urgenza insieme ad adrenalina e steroidi, ma alcune linee guida non lo consigliano perché si associa ad un alto rischio di sedazione e disturbi cardiaci. Di contro questi farmaci possono trovare uno spazio nel controllo di alcuni sintomi una volta superata la fase acuta dell’anafilassi.

Altre indicazioni

Altri usi degli antistaminici anti-H1 sono il controllo del prurito da mastocitosi, nella dermatite da contatto, nel caso di reazioni allergiche a punture di insetti e nell’allergia al veleno degli imenotteri (in tutti questi casi è spesso sufficiente il ricorso a formulazioni topiche, come creme e geli).

Tali farmaci vengono inoltre utilizzati per il controllo del prurito in corso di varicella.

Alcuni antistaminici anti-H1 di prima generazione (come la difenidramina, la doxepina, la doxilamina e la pirilamina) vengono utilizzate a bassi dosaggi per la profilassi ed il trattamento dell’insonnia, agendo da sonniferi grazie al loro effetti sedativo (che paradossalmente in tutti gli altri casi è considerato un effetto collaterale).

Infine, gli antistaminici possono essere somministrati, eventualmente in associazione ad altre molecole, per la profilassi del “mal d’auto” (chiamato in medicina cinetosi).

Vie di somministrazione

Gli antistaminici anti-H1 di prima generazione possono essere somministrati per via

  • iniettiva (iniezioni),
  • orale (compresse, sciroppo, gocce) ,
  • topica cutanea (creme, gel).

Gli antistaminici anti-H1 di seconda generazione possono essere assunti, oltre che nelle vie orale e topica cutanea già citate, sotto forma di spray nasali e colliri, anche se la via più comune è sicuramente quella orale.

La somministrazione iniettiva è riservata alla prevenzione o al trattamento di gravi e rare evenienze come episodi di anafilassi, emotrasfusioni, reazioni avverse a farmaci.

La via locale (colliri, crema, gel, spray nasale) è riservata a manifestazioni su base allergica che interessino occhi, naso e pelle; l’efficacia è ridotta rispetto alla somministrazione orale, ma quando sufficiente permette un abbattimento del rischio di effetti indesiderati.

Effetti collaterali

Come tutti i farmaci anche gli antistaminici possono causare effetti collaterali, tra cui il più comune è sicuramente la sonnolenza (questa è la ragione per cui tipicamente l’assunzione è consigliabile alla sera, prima del riposo notturno); con i farmaci più recenti questo rischio è tuttavia stato drasticamente ridotto, quando addirittura non eliminato (le molecole di terza generazione sono in genere approvate per l’utilizzo anche per i piloti in aviazione).

Ciascuna molecola, a seconda della selettività di cui è caratterizzata, ha un profilo di sicurezza proprio, ma in generale tra i possibili effetti collaterali si annoverano:

Gli effetti collaterali compaiono con maggior frequenza dopo l’assunzione di antistaminici anti-H1 di prima generazione, in particolare la sonnolenza e gli altri effetti sul sistema nervoso centrale quali

  • riduzione dei livelli di attenzione, apprendimento e memoria
  • sedazione,

perché più facilmente in grado di di attraversare la barriera emato-encefalica del cervello; inoltre, in virtù della loro capacità di legarsi anche ad altri recettori (oltre i recettori H1 dell’istamina) come ad esempio i recettori di tipo colinergico, serotoninergico e alfa-adrenergico, possono causare con maggior frequenza disturbi gastro-intestinali, urinari e cardiaci.

Un’assunzione errata del farmaco (sovradosaggio) può causare effetti gravi, quali alterazioni della conduzione e del ritmo cardiaco e/o coinvolgimento neurologico in particolare convulsioni fino a stati di coma, anche irreversibile.

Se compaiono effetti collaterali è bene parlarne con il proprio medico curante che valuterà, a seconda della gravità dei disturbi, se continuare o sospendere la terapia antistaminica.

Interazioni con altri farmaci

Il medico che prescrive un antistaminico anti-H1 deve valutare la possibile interazione con altri farmaci assunti dal paziente, in particolare con:

  • antidepressivi (ad esempio inibitori MAO)
  • antipsicotici
  • miorilassanti
  • anticonvulsivanti
  • sedativi
  • tranquillanti
  • antidiabetici orali
  • anticoagulanti
  • broncodilatatori
  • antibiotici (in particolare macrolidi)
  • altri medicinali contro il raffreddore

Assumere antistaminici insieme ai farmaci sopracitati può infatti esporre ad un aumento del rischio di effetti collaterali.

Durante il trattamento con antistaminici, inoltre, andrebbe evitato il consumo di alcool, principalmente a causa dell’aumento dell’effetto sedativo sul sistema nervoso centrale.

Controindicazioni

Gli antistaminici anti-H1 non devono essere assunti

  • nei casi accertati di allergia al principio attivo o uno dei suoi eccipienti,
  • nei pazienti con insufficienza renale grave,
  • nei bambini di età inferiore ad un anno,
  • prima di mettersi alla guida o prima di utilizzare macchinari pericolosi.

Una certa cautela è raccomandata nel caso di

  • pazienti epilettici o a rischio di convulsioni
  • pazienti con insufficienza epatica o renale (lieve/moderata) per cui è indicato un adattamento della posologia
  • pazienti con ipertrofia prostatica (ingrossamento della prostata)
  • pazienti ipertesi (pressione alta)
  • pazienti con disturbi cardiaci
  • pazienti con disturbi respiratori (BPCO e asma a causa dell’effetto di rendere più dense le secrezioni bronchiali, anche se in realtà l’effetto collaterale è poco comune e negli USA la controindicazioni per pazienti asmatici è stata rimossa)
  • pazienti con disturbi della tiroide
  • pazienti con porfiria
  • pazienti con glaucoma
  • pazienti con difficoltà di minzione

A causa della maggiore frequenza di possibili effetti collaterali, gli antistaminici anti-H1 di prima generazione non dovrebbero essere prescritti, se possibile, per la cura della rinite allergica stagionale o dell’orticaria (specie nei bambini).

Nei bambini, inoltre, l’utilizzo degli antistaminici deve essere condizionato ad un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio e della tollerabilità al trattamento da parte del piccolo paziente.

Gravidanza e allattamento

In gravidanza è raccomandata estrema cautela nell’assunzione degli antistaminici nel corso del primo trimestre.

Diversi studi hanno dimostrato che tutti gli antistaminici anti-H1 passano nel latte materno: alcuni farmaci, tuttavia, come la loratadina e la cetirizina in compresse oppure l’azelastina o la levocabastina in spray nasali, sono stati riscontrati in concentrazioni più basse e sarebbero quindi più sicuri per le donne durante l’allattamento. E’ bene tuttavia consultare il proprio medico se si è incinte o si sta allattando, prima di assumere antistaminici, anche se da banco.

Fonti e bibliografia

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