Introduzione
Il broncospasmo è un restringimento temporaneo dei bronchi, dovuto alla contrazione dei muscoli della loro parete: questo fenomeno porta alla riduzione del calibro bronchiale e, di conseguenza, alla riduzione del volume d’aria che arriva ai polmoni.
Il sintomo principale del broncospasmo è una sensazione di difficoltà nella respirazione (dispnea), che talvolta viene suggestivamente descritta come “fame d’aria”.
Le cause di broncospasmo sono numerose, la costrizione dei bronchi è infatti un meccanismo di difesa che può essere scatenato praticamente da qualsiasi agente irritante. Fortunatamente si tratta di una condizione reversibile, che normalmente si risolve senza conseguenze permanenti. In alcuni soggetti, tuttavia, le crisi possono presentarsi con una certa frequenza o essere particolarmente gravi, fino a costituire un pericolo per la vita: in questi casi è essenziale trattare rapidamente tale condizione o, ancor meglio, prevenirla.
Si tratta di un quadro clinico particolarmente comune nei bambini, dove il broncospasmo è spesso scatenato da infezioni delle alte vie respiratorie, di norma di natura virale, che tendono ad andare incontro a risoluzione spontanea nell’arco di qualche giorno.
Il broncospasmo è un fenomeno che si manifesta generalmente in maniera episodica, risolvendosi di norma senza conseguenze a lungo termine per il paziente.
Lo scopo di questo articolo è fornire in maniera chiara e precisa tutte le informazioni essenziali riguardo al broncospasmo; non è comunque da intendersi come un’alternativa all’assistenza del vostro medico curante.
Cause
Teoricamente ogni fattore che arrechi danno alla mucosa dei bronchi (cioè allo strato di cellule che riveste l’interno della loro parete) può portare alla contrazione della muscolatura bronchiale. Le cause di broncospasmo sono quindi molte e, se presenti contemporaneamente, possono agire in modo sinergico.
Elenchiamo a seguire le più comuni.
Asma
L’asma è una malattia infiammatoria delle vie respiratorie, che reagiscono in maniera esagerata a una serie di stimoli esterni come ad esempio:
- inquinamento,
- fumo di sigaretta,
- pelo di alcuni animali,
- polline
- e altro ancora.
La malattia è caratterizzata da crisi ricorrenti di broncospasmo, che solitamente si manifestano dopo l’esposizione a questi agenti e che si risolvono rapidamente dopo la somministrazione di un’adeguata terapia farmacologica (viene infatti raccomandato ai pazienti di portare sempre con sé il proprio inalatore).
Se la patologia non viene trattata in modo appropriato, nel tempo le vie aeree vanno incontro ad un processo di rimodellamento che le restringe irreversibilmente. Spesso l’asma è dovuta ad un’allergia nei confronti dell’agente scatenante.
Bronchite
L’infiammazione dell’albero bronchiale (solitamente dovuta ad un’infezione virale) è una delle cause più comuni di broncospasmo. Durante una bronchite, oltre alla contrazione della muscolatura bronchiale, contribuisce all’ostruzione delle vie aeree anche la produzione di una quantità di muco più abbondante del normale. In questo caso il quadro clinico sarà dominato dalla tosse (con lo scopo di liberare i bronchi dal fluido in eccesso).
Allergie
Similmente a quanto descritto per l’asma, qualsiasi tipo di allergia è in grado provocare un accesso di broncospasmo. Gli allergeni in questione sono soprattutto quelli che vengono inalati, come peli, polveri, pollini o muffe, ma il fenomeno può essere scatenato anche dall’ingestione di alimenti.
Anche l’ipersensibilità ad alcuni tipi di farmaci (in particolar modo quelli assunti per via inalatoria) è una delle possibili cause di broncospasmo.
Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è un fenomeno caratterizzato dalla risalita di materiale acido a partire dallo stomaco. Anche se, come suggerisce il nome, l’organo maggiormente interessato è l’esofago, parte del materiale può anche raggiungere le vie aeree, danneggiandole.
Attraverso questo meccanismo, quindi, il reflusso gastroesofageo rappresenta una possibile causa di tosse e broncospasmo.
Esercizio fisico
Anche l’attività fisica, soprattutto se particolarmente intensa o se svolta da una persona non adeguatamente allenata, può causare un accesso di broncospasmo.
Chirurgia
Nei bambini alcuni episodi di broncospasmo possono essere associati ad interventi chirurgici otorinolaringoiatrici, principalmente di adenotonsillectomia.
Broncospasmo paradosso
Con il termine broncospasmo paradosso si indica il fenomeno di broncocostrizione indotto dell’inalazione di un farmaco assunto a scopo broncodilatatore (quindi paradosso perché l’effetto ottenuto è opposto a quello atteso).
La causa non è chiara, ma secondo alcuni autori potrebbe essere legata alla presenza di eccipienti specifici presenti nella formulazione (conservanti, propellenti, …).
La reazione in genere è autolimitante, esaurendosi nel giro di 5-10 minuti, ma causando ovviamente preoccupazione e spavento (e inducendo in molti casi alla somministrazione di adrenalina).
Sintomi
Il broncospasmo si manifesta tipicamente con i seguenti sintomi:
- dispnea,
- respiro sibilante,
- tosse,
- senso di oppressione toracica.
Dispnea
In medicina il termine “dispnea” sta ad indicare una generica sensazione di difficoltà nella respirazione. Può essere vissuta in modo diverso a seconda della persona ed è stata descritta come un senso di fatica, di inadeguatezza della respirazione, fiato corto o addirittura come fame d’aria.
È il sintomo più caratteristico del broncospasmo.
Respiro sibilante
In condizioni di normalità il nostro respiro è quasi completamente silenzioso. Quando i bronchi sono contratti, tuttavia, il passaggio dell’aria attraverso un canale ristretto produce un rumore simile a un sibilo o un fischio.
Il suono può essere facilmente avvertito dal paziente o da un eventuale esaminatore esterno.
Tosse
Anche la tosse è un meccanismo di protezione delle vie aeree, il cui scopo è liberarle da eventuale materiale al loro interno (che può essere un corpo estraneo o semplicemente del muco). In presenza di un agente irritante sulla mucosa bronchiale è quindi normale che venga evocato il riflesso della tosse.
Senso di oppressione toracica
Sebbene sia una manifestazione più rara, talvolta il broncospasmo è accompagnato da un senso di oppressione o dolore al torace.
Diagnosi
La presentazione clinica del broncospasmo e le sue modalità di insorgenza sono molto caratteristiche: il paziente solitamente
- lamenta dispnea,
- tossisce,
- presenta un respiro sibilante o fischiante
- e riferisce che l’episodio è stato scatenato da uno specifico evento (ad esempio l’esercizio fisico o l’inalazione di qualche sostanza).
La diagnosi, quindi, è semplice e può essere posta semplicemente sulla base dell’osservazione e della storia clinica.
Esiste comunque una serie di esami che il medico può proporre allo scopo di confermare la diagnosi o escludere la presenza di altre malattie polmonari sottostanti. Di seguito elenchiamo quelli principali:
- Spirometria: Lo spirometro è uno strumento che permette di misurare il volume di aria respirato dal paziente. L’esame è di semplicissima esecuzione e prevede che il soggetto inspiri ed espiri (seguendo le indicazioni del medico) all’interno di un piccolo tubicino: elaborando i dati ottenuti lo strumento darà poi una serie di valori e rappresentazioni grafiche che descrivono la funzionalità della dinamica respiratoria, attraverso i quali lo specialista potrà discriminare l’eventuale presenza di una patologia. Nel caso del broncospasmo risulta particolarmente utile effettuare due spirometrie, una iniziale e una dopo la somministrazione della terapia: poiché infatti questa condizione è reversibile, la seconda spirometria risulterà migliore della prima, confermando così la diagnosi.
- Radiografia: La radiografia è la metodica più comunemente usata per lo studio del torace e si serve di un fascio di radiazioni ionizzanti (raggi-X) che, attraversato il corpo del paziente, sono registrate da uno schermo detettore. Il risultato è un’immagine bidimensionale del torace, in cui solitamente i tessuti più densi (come le ossa) sono rappresentati in bianco e quelli meno densi (come i polmoni) sono rappresentati con toni più scuri. Il suo scopo non è quello di identificare il broncospasmo (questa condizione non dà alcun segno radiografico), ma escludere la presenza altre malattie. Anche se è un esame diffusissimo e di semplice esecuzione non è privo di difetti: la sua efficacia diagnostica è infatti piuttosto limitata e le radiazioni, pur presenti in quantità minime, sono comunque potenzialmente dannose per il paziente.
- TAC: La Tomografia Computerizzata (solitamente abbreviata con la sigla TAC o TC) è invece lo strumento con la miglior accuratezza diagnostica per quel che riguarda lo studio dei polmoni. Essa consente di ottenere immagini stratificate e perfino ricostruzioni 3D attraverso le quali lo specialista può esaminare l’organo nella sua interezza, e viene solitamente riservata ai pazienti in cui la diagnosi sia incerta anche dopo l’esecuzione di una radiografia. Anche la TC non riesce a vedere direttamente il broncospasmo, ma consente di escludere con grande sicurezza la presenza di altre patologie. I suoi svantaggi sono il costo elevato e, come per la radiografia, l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
Prognosi e complicazioni
Il broncospasmo è un fenomeno che si manifesta in maniera episodica e che normalmente si risolve senza conseguenze a lungo termine per il paziente: si tratta quindi di una condizione con una prognosi solitamente buona.
Esistono tuttavia casi particolarmente gravi di broncospasmo, in cui l’apporto di ossigeno è ridotto drasticamente (ipossia). In una situazione simile, se la crisi si protrae troppo a lungo, la sintomatologia può essere severa, fino a comprendere
- tachicardia,
- cianosi (colorazione bluastra della cute)
- e morte per asfissia.
Cura
Farmaci broncodilatatori
Sono i farmaci più comunemente usati per questo tipo di problema, il cui effetto è quello indurre una dilatazione dei bronchi andando ad agire direttamente sulla loro muscolatura.
Attualmente sono disponibili due categorie di molecole:
- i ?2-agonisti (ad esempio il salbutamolo o il salmeterolo)
- e gli anticolinergici (come l’ipratropio o il tiotropio bromuro).
Questi principi attivi sono particolarmente efficaci se usati contemporaneamente, motivo per cui molte delle formulazioni presenti sul mercato sono in realtà un’associazione di due molecole (un β2-agonista e un anticolinergico).
Si utilizzano al bisogno tramite un inalatore che dosa automaticamente la giusta quantità di farmaco (quelli di nuova generazione hanno anche un contatore che permette di monitorare quanto ne è stato erogato), o in alternativa attraverso l’aerosol (modalità di somministrazione molto comune nei bambini).
Cortisonici
I cortisonici sono farmaci antinfiammatori molto efficaci e vengono utilizzati, ovviamente, quando vi sia motivo di credere che il broncospasmo sia indotto da uno stato infiammatorio.
A seconda della via di somministrazione possono agire in modo
- sistemico (cioè in tutto l’organismo) attraverso le formulazioni orali o iniettive,
- o locale (ovvero solo nelle vie respiratorie, attraverso aerosol e spray);
quest’ultima scelta è solitamente preferita per la riduzione del rischio di andare incontro a effetti collaterali.
Anche i cortisonici si possono somministrare tramite inalatore e sono particolarmente efficaci se associati ad un broncodilatatore, strategia terapeutica particolarmente comune nei bambini (ad esempio Clenil o Prontinal associato a Breva o Broncovaleas).
Prevenzione
Le fasi acute del broncospasmo sono solitamente provocate da un agente scatenante, motivo per cui è possibile effettuare una prevenzione efficace. Questo è importante soprattutto per le persone più a rischio, che hanno già avuto episodi in passato o che soffrono di malattie respiratorie.
Le strategie di prevenzione comprendono:
- smettere di fumare,
- evitare il contatto con sostanze irritanti o alle quale siamo ipersensibili,
- utilizzare dispositivi di protezione individuale (ad esempio mascherine) in ambienti a rischio,
- evitare sforzi fisici intensi senza adeguata preparazione.
Fonti e bibliografia
- Fredberg J. J. Bronchospasm and its biophysical basis in airway smooth muscle. Respiratory Research, 2004; 5: 2.
- Conner J. B, Buck P. O. Improving Asthma Management: the case for mandatory inclusion of dose counters on all rescue bronchodilators. Journal of Asthma, 2013; 50: 658-63.
- Caggiano et al. Exercise-Induced Bronchospasm and Allergy. Front Pediatr, 2017; 5: 131.
- Woolnough K. V., Ross K. M. Cough: Bronchospasm or not? Can Fam Physician, 1985; 31: 499-502.
Autore
Dr. Daniele Busatta
Medico ChirurgoIscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Verona n. 9003
Mio figlio ha di nuovo il broncospasmo, è la terza volta da quando è iniziato l’asilo. La pediatra continua a farmi fare solo aerosol oppure puff vari.
Non sarà il caso di dare un antibiotico per risolvere? Augmentin potrebbe andare bene?
Se non prescritto non somministri antibiotico, nei bambini in giovane età in genere il broncospasmo è causato da forme virali che non risponderebbero né ad Augmentin, né ad altri antibiotici.
Io pensavo che venisse solo ai bambini, ma due notti fa l’ho avuto anch’io e mi sono spaventato a tal punto che sono andato in PS; mi hanno diagnosticato broncospasmo dovuto ad una bronchitina trascurata e adesso sto meglio, ma che brutta sensazione!