Introduzione
Il Virus Respiratorio Sinciziale, spesso abbreviato come RSV, è un virus respiratorio molto comune ed in grado di provocare infezioni a carico dei polmoni e delle vie aeree in genere.
È uno dei virus responsabili del raffreddore, ma qualora riesca a raggiungere ed invadere le vie aeree inferiori può diventare causa di infezioni più serie, come la bronchiolite o la polmonite. Probabilmente a causa dell’immaturità del sistema immunitario i neonati sono i soggetti a maggior rischio di forme gravi.
La risposta immunitaria contro il virus respiratorio sinciziale non consente l’acquisizione di immunità, nemmeno nell’adulto, si rimane quindi soggetti a nuovi contagi, seppure si osservi una riduzione della gravità grazie agli anticorpi già circolanti.

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Cause
Il virus respiratorio sinciziale è un virus a RNA (classificato come pneumovirus); è molto diffuso, tanto che quasi tutti i bambini vengono ne vengono a contatto entro il quarto anno di vita, anche grazie ad un’elevata contagiosità.
La maggior diffusione si osserva nei mesi invernali od all’inizio della primavera (in Italia il periodo epidemico intercorre tra ottobre e marzo, con un picco in gennaio-febbraio.).
Può colpire chiunque, ma risulta particolarmente rilevante nei bambini al di sotto dei 5 anni a causa di un sistema immunitario ancora non sufficientemente maturo e quindi più esposto allo sviluppo di forme complicate.
Contagio e trasmissione
Il virus si diffonde da persona a persona attraverso
- contagio diretto
- starnuti, colpi di tosse ed emissioni di droplet di saliva in genere (parlando, ridendo, baci, …)
- contagio indiretto
- toccando superfici contaminate dalla saliva di soggetti infetti e poi portando alla bocca (o a contatto con altre mucose) le mani non lavate.
Un soggetto infetto è in genere contagioso per 3-8 giorni, ma neonati, anziani e soggetti immunodepressi possono continuare a diffondere il virus fino a 4 settimane.
L’RSV può sopravvivere per diverse ore su superfici dure come tavoli e maniglie, per tempi più ridotti su superfici morbide come tessuti e mani.
Fattori di rischio
Chiunque può venire contagiato dal virus respiratorio sinciziale, adulti e bambini, ma sviluppando in genere forme leggere e prive di complicazioni (tipicamente un raffreddore); sono invece a maggior rischio di interessamento delle vie aeree inferiori soggetti con sistema immunitario più debole, come ad esempio:
- neonati prematuri
- neonati e bambini con meno di 5 anni
- anziani (oltre i 65 anni)
- malati cronici (cardiopatici, disturbi renali, …)
- soggetti immunodepressi.
Sintomi
I soggetti colpiti dal virus respiratorio sinciziale in genere mostrano i primi sintomi entro 4-6 giorni dall’infezione (tempo d’incubazione), manifestando i classici disturbi del raffreddore:
- Rinorrea (naso chiuso e che cola)
- Senso di malessere
- Mal di testa
- Diminuzione dell’appetito
- Tosse
- Starnuti
- Febbre leggera
Questi sintomi di solito compaiono progressivamente, non necessariamente tutti e soprattutto non insieme; nei neonati è possibile osservare invece
- irritabilità,
- ridotta attività fisica
- difficoltà respiratorie.
Complicazioni
L’RSV può anche causare infezioni più gravi come la bronchiolite, un’infiammazione delle vie aeree inferiori, e la polmonite, un’infezione dei polmoni (è la causa più comune di bronchiolite e polmonite nei bambini di età inferiore a 1 anno).
In questi casi i sintomi sono decisamente più severi:
- Febbre più elevata
- Tosse più intensa
- Respiro sibilante
- Difficoltà respiratoria (dispnea, in genere il paziente avverte beneficio dalla posizione seduta rispetto a quella distesa)
- Aumento della frequenza respiratoria (tachipnea)
- Colorazione blu di dita e labbra (cianosi)
- Eccessiva sonnolenza (letargia, soprattutto nei neonati, che tendono anche a rifiutare il seno per l’allattamento materno)
Quando rivolgersi al medico
Si raccomanda di rivolgersi tempestivamente al medico/pediatra in caso di sintomi in peggioramento, al Pronto Soccorso in caso di
- difficoltà respiratorie,
- colorazione bluastra delle dita e delle labbra (segnale di scarsa ossigenazione),
- importanti segni di disidratazione, soprattutto nel neonato (labbra asciutte,
pianto senza lacrime, pannolino asciutto) e nell’anziano.
Virus sinciziale e COVID
Poiché l’RSV e la COVID-19 sono entrambi virus respiratori, alcuni sintomi sono sovrapponibili; nei bambini in genere il COVID-19 è causa di sintomi lievi come febbre, naso che cola e tosse, mentre negli adulti (soprattutto se non vaccinati) l’evoluzione può essere più severa.
È importante notare che contrarre un virus respiratorio come il sinciziale può ridurre la capacità di risposta immunitaria dell’organismo esponendolo quindi ad un aumento del rischio di contrarre altre infezioni, come la COVID-19
Fonte: Mayo
Diagnosi
In genere gli episodi di infezione da RSV non vengono diagnosticati come tali, ma genericamente come sindromi parainfluenzali (che possono essere causate anche da virus di tipo diverso); quando necessario è possibile ottenere una diagnosi di certezza mediante analisi di laboratorio del muco o di altri campioni biologici come l’espettorato.
In caso di complicazioni è possibile che vengano richiesti esami di imaging per indagare la salute delle vie respiratorie, come radiografia ed esami del sangue.
Cura
La maggior parte delle infezioni non complicate è destinata a risolversi spontaneamente entro 1-2 settimane; non esistono farmaci specifici per la cura del virus respiratorio sinciziale, che si affronta quindi con obiettivi sintomatici di supporto al malato:
- farmaci per malessere e febbre (paracetamolo e/o antinfiammatori)
- adeguata reidratazione (bere molto)
Soprattutto i neonati potrebbero quindi necessitare del ricovero ospedaliero (in genere a causa di disidratazione e/o difficoltà respiratorie) per poter ricevere liquidi endovena (flebo) ed essere eventualmente ossigenati o addirittura intubati e sottoposti a ventilazione meccanica.
Nella maggior parte dei casi il ricovero è comunque limitato a pochi giorni.
Prevenzione
Per ridurre il rischio di contagio/trasmissione/diffusione del virus si consiglia di:
- Coprirsi la bocca durante tosse/starnuti con un fazzoletto o con l’interno del braccio
- Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi
- Evitare il contatto ravvicinato, come baciarsi, stringere la mano e condividere tazze e posate con terzi
- Pulire le superfici toccate di frequente come le maniglie delle porte e le superfici di tavoli e di lavoro.
- Autoisolamento per i soggetti adulti ed autosufficienti.
Idealmente un soggetto che manifesti sintomi da raffreddamento dovrebbe evitare l’interazione con bambini, anziani ed adulti immunodepressi.
Ad oggi non esiste vaccino, mentre nei bambini di età inferiore ai 2 anni e considerati ad alto rischio di complicazioni è possibile valutare di ricorrere a mensili iniezioni di un anticorpo monoclonale (palivizumab, nome commerciale Synagis) durante la stagione fredda. Ha solo scopo preventivo, mentre non è purtroppo utile a trattare l’infezione una volta contratta.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.