Prurito della pelle e al corpo: cause e rimedi

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Introduzione

Il prurito è una sensazione fastidiosa, localizzata a livello cutaneo, che provoca il forte desiderio di grattarsi al fine di alleviare il disturbo.

È un sintomo estremamente comune che può presentarsi nei modi più svariati:

  • può essere localizzato, dovuto ad esempio ad una puntura di insetto, o diffuso in tutto il corpo;
  • può essere associato a lesioni cutanee, come nel caso di molte malattie dermatologiche,
  • può avere una durata limitata o persistere nel tempo.

L’aspetto così variegato del sintomo prurito dipende dalla causa che l’ha provocato: sono moltissime infatti le patologie che possono portare a questa sensazione spiacevole, alcune molto comuni, come le reazioni allergiche, e altre più complesse e meno frequenti.

La sensazione soggettiva di prurito viene percepita in seguito all’attivazione di fibre nervose sensitive e può essere scatenata da diverse situazioni. I mediatori chimici coinvolti nell’insorgenza del prurito sono infatti molteplici, ma un ruolo fondamentale è svolto dall’istamina: questa sostanza, prodotta e immagazzinata a livello di specifiche cellule (mastociti), viene rilasciata in risposta a diversi stimoli e situazioni, come ad esempio avviene in corso di una reazione allergica, ed è causa diretta della maggior parte dei sintomi caratteristici, tra cui il prurito.

Se chi soffre di prurito segue l’istinto di grattarsi, la cute può andare incontro allo sviluppo di lesioni da grattamento, come graffi ed escoriazioni e, infine, lichenificazione, cioè un indurimento ed ispessimento cutaneo che si verifica quando lo stimolo irritativo perdura in maniera cronica.

Donna che si gratta il braccio

iStock.com/Tharakorn

Cause

Le cause di prurito sono svariate ma è possibile ricondurle all’interno di alcune grandi categorie:

  • malattie dermatologiche,
  • malattie infettive,
  • disordini del fegato e delle vie biliari,
  • malattie ematologiche,
  • insufficienza renale,
  • disordini metabolici,
  • malattie neurologiche,
  • prurito in gravidanza,
  • prurito psicogeno,
  • farmaci.

Malattie dermatologiche

Le malattie dermatologiche sono tra le più frequenti cause di prurito, comprendendo peraltro condizioni più o meno comuni:

La secchezza cutanea è sicuramente un’origine molto frequente di prurito e può essere trattata con l’utilizzo di creme emollienti ed idratanti.

Quando il prurito si manifesta in seguito ad una malattia dermatologica sono generalmente presenti anche altre manifestazioni come

  • edema,
  • vescicole,
  • croste,
  • eczema,
  • pomfi orticarioidi,
  • noduli o squame,

che aiutano nella diagnosi.

Molte di queste malattie hanno origine allergica o autoimmune e vengono spesso trattate con farmaci antistaminici o cortisonici topici.

In alcuni casi può essere utile eseguire un patch test cutaneo, che permette di identificare reazioni di ipersensibilità ritardata, o un prick test in cui si verifica invece la presenza di una risposta allergica immediata agli antigeni testati.

Malattie infettive

Tra le malattie infettive che normalmente causano prurito troviamo le dermatofitosi: sono provocate da funghi molto diffusi, che colonizzano cute e capelli, e vengono comunemente indicate con il termine tinea seguito dal nome latino della parte del corpo interessata (ad esempio tinea capitis per la micosi del cuoio capelluto o tinea corporis per quella del corpo).

Alcune parassitosi, prime fra tutte la scabbia e le pediculosi (i comuni pidocchi) si manifestano con prurito molto intenso: nella scabbia il prurito è soprattutto notturno (a causa dei ritmi circadiani di cortisolo e istamina), si verifica prevalentemente a livello delle pieghe del corpo (ascelle, gomito, inguine, piega intraglutea) o a livello dei polsi ed è accompagnato da una lesione tipica che è il cunicolo, ossia un piccolo tunnel scavato all’interno della cute, nel quale la femmina adulta dell’acaro della scabbia depone le uova.

In caso di infestazione da pidocchi, invece, è possibile identificare uova o lendini attaccate alla base del fusto del capello o del pelo; una volta schiuse, circa 8 giorni dopo la loro deposizione, le lendini risultano essere più visibili in quanto assumono un aspetto biancastro.

Le malattie esantematiche, tipiche dell’infanzia, sono spesso accompagnate dal prurito: è il caso di

L’herpes zoster, invece, è una condizione dovuta alla riattivazione del virus della varicella che si verifica anche molti anni dopo la prima infezione, di solito in età adulta-anziana. Esso si presenta con un esantema vescicolare, il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”, che è spesso preceduto da prurito.

Disordini del fegato e delle vie biliari

Le malattie epato-biliari possono causare prurito diffuso quando determinano colestasi, cioè un ostacolo al deflusso e all’escrezione della bile. Questo si può verificare ad esempio in caso di calcoli delle vie biliari o di epatite; i sali biliari tendono ad accumularsi nel circolo sanguigno e sembrano essere i responsabili dell’insorgenza del prurito.

In queste condizioni gli esami ematici possono presentare un aumento dei livelli di fosfatasi alcalina e di gamma glutammil-transpeptidasi (GGT).

La terapia dovrebbe cercare di risolvere la causa all’origine della colestasi ma, qualora non sia possibile, si può ricorrere ad un trattamento sintomatico del prurito.

La colestiramina è una resina a scambio ionico che viene assunta per via orale ed impedisce il riassorbimento intestinale dei sali biliari; può portare quindi ad una diminuzione del prurito dovuto ai calcoli delle vie biliari ma la sua assunzione è indicata solo quando l’ostruzione che essi determinano è parziale, in quanto il farmaco non viene assorbito, ma agisce all’interno del lume intestinale.

In alternativa si può ricorrere ad un trattamento con la rifampicina, un antibiotico antitubercolare in grado di promuovere il metabolismo di fattori implicati nella genesi del prurito, o ad antagonisti degli oppioidi; si è visto, infatti, che il prurito da colestasi è determinato da un’aumentata trasmissione oppioidergica, per cui questi farmaci possono aiutare a ridurlo.

Malattie ematologiche

L’anemia sideropenica, dovuta cioè a carenza di ferro, è una causa molto frequente di prurito diffuso, chi ne soffre

La carenza di ferro può dipendere da un deficit alimentare o, più frequentemente, da condizioni di sanguinamento cronico; le perdite ematiche derivano nella maggior parte dei casi dal tratto gastro-intestinale o da un flusso mestruale abbondante. Per questo motivo l’anemia sideropenica è più frequente nelle donne in età fertile e negli anziani.

La correzione dell’anemia mediante la somministrazione di ferro permette la risoluzione del prurito.

Diverse altre malattie ematologiche, come linfomi e leucemie, tendono a manifestarsi con il prurito: nei linfomi esso è soprattutto notturno ed associato ad intensa sudorazione. Nella policitemia vera, una malattia mieloproliferativa cronica, esso tende a comparire di più dopo un bagno caldo.

Insufficienza renale

L’incidenza del prurito nei pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale (uremia) è piuttosto alta e, sebbene non siano ancora noti con certezza tutti i meccanismi responsabili, è verosimile che il venire meno della funzione di filtro depurativo del rene determini un accumulo di metaboliti e squilibri elettrolitici che sarebbero responsabili dello sviluppo del prurito.

Inoltre chi si trova in questa situazione soffre spesso di anemia e di secchezza cutanea che possono contribuire all’insorgenza del prurito.

Disordini metabolici

In corso di diabete mellito sono diversi i fattori che concorrono a determinare lo sviluppo del prurito: chi soffre di questa patologia presenta infatti problemi circolatori e di regolazione del sistema nervoso autonomo che determinano assenza o diminuzione della sudorazione e secchezza cutanea.

Questo sintomo si può verificare anche in seguito a malattie della tiroide, sia in caso di aumentata che di diminuita funzione tiroidea, o a deficit vitaminici.

Malattie neurologiche

In corso di sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa cronica, può essere percepito un prurito che è però spesso accompagnato anche da formicolii, bruciore e vero e proprio dolore. Si manifestano inoltre altri sintomi neurologici come perdita della sensibilità, debolezza e spasmi muscolari. Questi sintomi sono provocati dalle alterazioni delle vie nervose sensitive che si verificano in corso di tale patologia.

Gravidanza

Il prurito in gravidanza è provocato da delle alterazioni dell’assetto ormonale e corporeo che si manifestano durante la gestazione; l’aumento delle dimensioni dell’addome mette sotto tensione la cute che può peraltro dare origine allo sviluppo di smagliature, la cui rottura può essere preceduta da prurito.

I maggiori livelli di estrogeni e le aumentate dimensioni del feto contribuiscono a determinare la colestasi gravidica, condizione che è più marcata nell’ultimo trimestre.

Raramente in corso di gravidanza si possono manifestare due tipi di dermatiti specifiche, l’herpes gestazionale e la dermatite polimorfa gravidica, che causano prurito intenso, associato a papule eritematose, inizialmente localizzati all’addome e che tendono poi a diffondere nel resto del corpo.

Creme e pomate emollienti possono essere utilizzate per ridurre il prurito; le dermatiti si risolvono comunque tipicamente verso la fine della gravidanza o poco dopo il parto.

Prurito psicogeno

Il sintomo del prurito può manifestarsi sotto forma di un disturbo psicosomatico come risultato di condizioni di forte

La soglia della sensibilità al prurito è molto variabile da persona a persona ed il prurito può auto-alimentarsi grazie al grattamento, che determina un’irritazione della cute, con il conseguente rilascio di fattori e mediatori dell’infiammazione che contribuiscono a mantenere questa sensazione sgradevole e il desiderio di grattarsi.

Fattori aggravanti il prurito sono l’aumento della temperatura e l’umidità; è quindi consigliabile evitare docce troppo calde, limitare il più possibile il grattamento e mantenere la cute ben idratata.

Farmaci

Alcuni farmaci possono essere la causa del prurito qualora determinino l’insorgenza di reazioni allergiche o stimolino il rilascio di istamina.

I farmaci più frequentemente implicati in questo disturbo sono: morfina, aspirina, FANS (come ibuprofene, paracetamolo, diclofenac, …), barbiturici, penicillina, antifungini, agenti chemioterapici ed alcuni mezzi di contrasto.

Diagnosi

Sulla base dei dati raccolti il medico può ritenere necessario procedere ad un prelievo di sangue attraverso cui prendere visione di determinati valori che saranno diversi a seconda della patologia sospettata.

In caso di anemia sideropenica, ad esempio, si può rilevare un calo dell’emoglobina con diminuzione del volume dei globuli rossi, della sideremia e della ferritinemia ed un aumento dei valori di transferrina. Se la causa del prurito è invece la colestasi troveremo un aumento della fosfatasi alcalina e della gamma glutammil-transpeptidasi.

Le malattie infettive possono manifestarsi con un aumento dei globuli bianchi (leucociti) ed in particolare degli eosinofili in caso di parassitosi.

Malattie del sangue danno origine ad alterazioni dell’emocromo e i linfomi di Hodgkin possono essere evidenziati con una radiografia del torace.

Infine, se il sospetto propende per una patologia neurologica, come la sclerosi multipla, l’esame più indicato è la risonanza magnetica.

Rimedi e cure

Il trattamento del prurito dipende ovviamente dalla malattia che l’ha causato:

  • È possibile adottare degli accorgimenti per cercare di limitare l’irritazione e la secchezza cutanea, come l’utilizzo di creme emollienti ed idratanti.
  • Se l’origine del prurito è una malattia infettiva il trattamento prevede l’utilizzo di farmaci antimicrobici (antifungini, antiparassitari o antibiotici) specifici a seconda del caso.
  • Nelle dermatiti allergiche o irritative vengono spesso utilizzati farmaci antistaminici o cortisonici e risulta fondamentale cercare di allontanare l’agente allergizzante/irritante oltre che limitare il più possibile il grattamento.
  • È consigliato evitare l’utilizzo di prodotti per l’igiene personale troppo aggressivi, di scarsa qualità, o che contengano allergeni dei profumi o di altro tipo; può inoltre essere utile utilizzare indumenti di cotone o in fibre naturali, evitando le fibre sintetiche, che spesso risultano essere irritanti.

Fonti e bibliografia

  • Longo, Fauci, Kasper, Hauser, Jameson, Loscalzo. Harrison, Principi di Medicina Interna, IX edizione, Casa Editrice Ambrosiana, 2016.
  • Cainelli T, Giannetti A, Rebora A. Manuale di Dermatologia Medica e Chirurgica, IV edizione, McGraw-Hill, Milano, 2008.
  • Moroni, Esposito, De Lalla. Malattie infettive, VII edizione, Masson, 2008.
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