Prurito senile: cause, cura e rimedi efficaci

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Introduzione

Il prurito è uno dei disturbi cutanei più comuni nei soggetti di età superiore a 65 anni e risulta ancora oggi una sfida sia diagnostica che terapeutica.

Pur venendo spesso sottovalutato o considerato un problema secondario, può in realtà risultare debilitante e avere un impatto significativo nella qualità di vita dell’anziano.

Anziana che si gratta le gambe

Shutterstock/CGN089

Cause generali

Il prurito è una fastidiosa sensazione di pizzicore cutaneo che evoca il desiderio di grattarsi. In genere viene ricondotto a

  • una problematica dermatologica (malattia della pelle),
  • ma può anche essere una manifestazione di una malattia sistemica sottostante (ovvero che coinvolge l’intero organismo),
  • può essere causato da un danno a carico del sistema nervoso (prurito neuropatico)
  • o essere connesso a patologie psichiatriche (prurito psicogeno).
  • Inoltre, anche alcuni farmaci possono causare prurito attraverso la liberazione di istamina o per lo sviluppo di reazione allergica.

Le principali patologie della pelle che causano prurito sono:

Le cause non dermatologiche di prurito includono:

I farmaci che possono associarsi a prurito sono per esempio oppioidi (potenti antidolorifici prescritti in alternativa ai tradizionali antinfiammatori), penicillina (antibiotici), ACE-inibitori (farmaci molto usati per abbassare la pressione alta), statine, antimalarici e alcuni agenti antineoplastici.

Patogenesi

La sensazione di prurito origina da recettori localizzati a livello di epidermide e derma, collegati a fibre C afferenti non mielinizzate. Queste fibre trasmettono l’impulso dalla periferia verso il midollo spinale, fino al talamo e alla corteccia somatosensoriale primaria.

L’istamina è il principale mediatore della sensazione di prurito, che viene liberato dai mastociti in presenza di specifici stimoli.

Esistono anche altri mediatori che trasmettono l’impulso con meccanismi differenti, per questo motivo gli antistaminici non sono efficaci in tutti i casi.

Prurito senile: come scoprire la causa?

Il prurito senile è spesso multifattoriale e più complicato da inquadrare. Gli anziani hanno una maggiore suscettibilità alle dermatosi pruriginose a causa dei cambiamenti cutanei strutturali e fisiologici dell’invecchiamento, che si combinano con gli effetti cumulativi di patologie concomitanti e di trattamenti farmacologici. Infine, la mancanza di risorse, i problemi cognitivi, la depressione o la disabilità fisica, possono portare il soggetto a trascurare i normali processi di cura dell’igiene.

La causa più comune di prurito in questa fascia d’età, soprattutto nel periodo invernale, è la xerosi, ovvero la secchezza cutanea. La xerosi si localizza solitamente a livello delle gambe, ma può interessare anche gli arti superiori e la schiena.

Le patologie dermatologiche responsabili di prurito in genere si accompagnano ad altri segni come rash, eczema, pomfi o altre lesioni della pelle.

Un prurito non accompagnato ad alterazioni cutanee e con distribuzione dermatomerica potrebbe essere legato a una causa neuropatica.

In presenza di prurito associato a organomegalia (epatomegalia o splenomegalia, rispettivamente ingrandimento del fegato o della milza) o ingrossamento dei linfonodi, invece, è opportuno considerare una malattia sistemica come causa sottostante. I segni di allarme da non sottovalutare sono

Negli anziani, inoltre, è opportuno sospettare la presenza di una neoplasia, in particolare nel caso di prurito diffuso a tutto il corpo non riconducibile ad altre cause.

Dopo aver escluso cause organiche o farmaci è possibile considerare una forma di prurito psicogeno. Alcuni elementi suggestivi di prurito psicogeno sono la tendenza ad accentuarsi nei periodi stressanti e la localizzazione solo in siti accessibili dal soggetto come gli arti superiori o la parte superiore del tronco.

Vale infine la pena ricordare l’esistenza di patologie ancora poco comprese, come la notalgia parestesica, un disturbo che causa un prurito localizzato sulla schiena, da un solo lato e più in basso rispetto alla spalla (margine mediale della scapola inferiore), di cui non si conosce la causa (si sospetta un coinvolgimento di alcuni nervi), che interessa soprattutto donne in età anziana.

Complicazioni

Escludendo dalla trattazione le complicazioni relative alle patologie responsabili, in caso di prurito severo lo sfregamento cronico può portare alla formazione di escoriazioni, infezioni e lichenificazione.

Diagnosi

Quando si esamina un paziente anziano con prurito sono essenziali un’anamnesi dettagliata e un esame fisico e dermatologico completo. Il medico porrà al paziente o al suo caregiver alcune domande, come ad esempio:

  • Caratteristiche del prurito (sede, intensità, progressione, presenza di fattori aggravanti/attenuanti, durata);
  • Anamnesi patologica remota (storia di atopia, eczema, asma, raffreddore da fieno o malattie sistemiche);
  • Recente introduzione di nuovi farmaci, integratori o cambiamento nei dosaggi;
  • Applicazione di nuovi prodotti come creme o cosmetici;
  • Dieta abituale per individuare possibili carenze nutrizionali;
  • Cambiamenti inspiegati di peso, appetito, umore, sonno o altri segnali di allarme.

Successivamente il medico eseguirà una visita medica per rilevare la presenza di eruzione cutanea o altre lesioni che possano suggerire la causa del prurito. È importante valutare gli arti e il tronco, ma anche la pelle a livello delle pieghe (pieghe sottomammarie, interdigitali, ascellari, infraglutee e genitocrurali).

Potrebbe essere richiesta l’esecuzione di alcuni esami del sangue. L’emocromo è utile per escludere la presenza di neoplasie ematologiche come leucemia o policitemia vera. Gli esami della funzione epatica, renale, tiroidea e della glicemia a digiuno possono aiutare a valutare altre cause sistemiche di prurito.

Cura e rimedi

Il trattamento del prurito varia a seconda della sua eziologia e può includere modifiche dello stile di vita e farmaci specifici; quando il prurito è causato da una patologia sottostante il primo obiettivo della terapia è ovviamente la cura della causa a monte.

Da un punto di vista sintomatico tra gli accorgimenti più utili per ridurre il fastidio si annoverano in:

  1. Limitare la durata della doccia, utilizzare acqua tiepida o fredda (evitando cioè l’acqua troppo calda), detergere con saponi delicati, evitare lo sfregamento vigoroso della pelle.
  2. L’uso regolare di emollienti è il cardine del trattamento del prurito, con l’obiettivo di garantire un’idratazione ottimale della pelle e prevenire il ciclo prurito-graffio.
  3. Durante i mesi invernali è consigliato evitare un riscaldamento eccessivo dell’ambiente domestico, migliorare l’umidità dell’abitazione con un umidificatore, evitare l’utilizzo di coperte elettriche riscaldate e minimizzare il contatto diretto della pelle con lana o tessuti sintetici.

I trattamenti topici (creme, unguenti, lozioni, …) sono utili nel caso di prurito localizzato. Sono disponibili creme e lozioni a base di mentolo, pramoxina, capsaicina, antistaminici o corticosteroidi (questi ultimi andrebbero utilizzati solo in presenza di prurito associato a segni di infiammazione della pelle, anche perché un uso protratto può tra l’altro assottigliare la pelle, già di per sé più fragile nel paziente anziano). La capsaicina viene limitata al prurito localizzato intrattabile, in quanto il suo utilizzo può causare irritazione nella sede di applicazione.

I soggetti con prurito generalizzato o prurito locale resistente agli agenti topici possono beneficiare della terapia con farmaci sistemici:

  • Gli antistaminici sono i farmaci più comunemente utilizzati, ma andrebbero usati con cautela negli anziani per il rischio di cadute, in particolare per quanto riguarda gli antistaminici sedativi (le molecole di vecchia generazione causano una certa sonnolenza).
  • L’idrossizina (Atarax®), un antistaminico di prima generazione, risulta efficace per il prurito notturno favorendo anche il sonno (va assunto la sera), mentre antistaminici non sedativi come la cetirizina possono essere utili nel prurito diurno.
  • La colestiramina è indicata invece nei casi di insufficienza renale, colestasi e policitemia vera.

Fonti e bibliografia

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