Introduzione
I pidocchi sono minuscoli insetti che vivono sul cuoio capelluto umano e che vengono trasmessi attraverso contatti ravvicinati con altre persone; vivono preferibilmente nei capelli e, solo occasionalmente, su ciglia e sopracciglia.
I pidocchi della testa, che affrontiamo in questo articolo, si concentrano principalmente sulla nuca e dietro le orecchie. Le piccole uova (lendini) sembrano granelli di forfora fra i capelli, ma la differenza principale è che, invece di cadere facilmente dal capello con un leggero tocco, ne rimangono fortemente ancorate.
L’habitat naturale del pidocchio è la cute, soprattutto quella del cuoio capelluto dove il calore, l’umidità ed il buio costituiscono un ambiente ideale per la riproduzione.
Possono sopravvivere fino a 30 giorni sull’ospite, mentre le uova necessitano di circa 2 settimane per schiudersi; è possibile venire contagiati quando si vive con una persona che già ne soffre o qualora si venga a stretto contatto i suoi capi di abbigliamento o di biancheria da letto. È chiaro quindi che i bambini in età scolare rappresentano un facile terreno di conquista e diffusione.
Sono causa di intenso prurito, ma non espongono al rischio di complicazioni severe perché, a differenza dei pidocchi del corpo, quelli della testa non sono collegati alla diffusione di altre malattie.
Perché vengono i pidocchi?
Molte mamme si chiedono da dove nascano questi fastidiosi parassiti, o da dove arrivino; la risposta è invariabilmente una, dal contagio da parte di un altro soggetto che ne è colpito.
I pidocchi NON possono generarsi dal nulla a causa di scarsa igiene od altro, ma la trasmissione può anche avvenire per contatto indiretto attraverso lo scambio di indumenti o effetti personali (sciarpe, cappelli, giubbottini, …). Colpiscono prevalentemente i bambini per le loro modalità di interazione, in parole più semplici perché passano molto tempo in comunità (scuola e asili) a stretto contatto tra loro (giocando, studiando, mangiando, …).
Non è invece considerata plausibile la trasmissione attraverso l’acqua delle piscine, in quanto è stato dimostrato che in acqua il parassita rimane completamente immobile e quindi incapace di infettare un altro soggetto.
I dati relativi alla diffusione dell’infestazione a livello mondiale dicono che dai 6 ai 12 milioni di bambini tra i 4 e gli 11 anni ne vengono colpiti ogni anno. Si propagano solo per contatto diretto (i pidocchi non volano da una testa all’altra!) e possono colpire chiunque, indipendentemente dall’età e dal grado di igiene. È importante sfatare il mito che la pediculosi sia indice di scarsa pulizia, infatti sembra che il capello più sporco, cioè con maggiore quantità di sebo sulla sua superficie, possa addirittura rendere più difficile l’adesione del parassita.
È inoltre impossibile essere infestati dai pidocchi degli animali, come quelli del cane ad esempio, in quanto l’infestazione è specie-specifica (ogni specie ha i suoi pidocchi).
Immagini e foto
Sintomi
I sintomi più comuni causati dai pidocchi dei capelli sono:
- intenso prurito del cuoio capelluto,
- piccoli rigonfiamenti rossi sul cuoio capelluto, collo e spalle,
- i rigonfiamenti possono avere croste e produrre liquido,
- presenza di piccoli puntini bianchi (uova, o lendini) verso la radice del capello, che risultano difficili da rimuovere (a differenza della forfora).
Riconoscere i pidocchi
I pidocchi possono essere difficili da vedere, a meno che l’infestazione non sia particolarmente severa, ma se vedete qualcosa che si muove, è probabilmente un pidocchio.
Per vedere i parassiti è necessario guardare da vicino. Utilizzate guanti monouso e guardate la testa della persona sotto una luce forte. Il pieno sole o le luci più forti della vostra casa durante il giorno sono la soluzione migliore, magari insieme ad una lente d’ingrandimento. Ripartite i capelli fino al cuoio capelluto in piccolissime sezioni, cercando sia il movimento dei pidocchi sia le loro uova e guardate quindi l’intera testa.
Fate attenzione nella parte superiore del collo (nuca) e alle orecchie, i posti dove è più comune si trovino le uova.
Il trattamento è consigliato anche se si trova un unico uovo.
Uova dei pidocchi
I parassiti depongono le uova ancorandole al fusto dei capelli (o dei peli), soprattutto a livello della nuca e dietro le orecchie, grazie a una sorta di colla molto resistente; la scelta della radice del capello è dettata dall’esigenza di trovare una localizzazione ideale temperatura e umidità, al fine di favorirne la schiusa.
Le uova, o più correttamente lendini, si presentano di colore chiaro, con forma a pinolo e di dimensione pari a circa 1 mm. Le uova di tutti i pidocchi schiudono a distanza di 7 giorni dalla deposizione.
La principale differenza tra forfora e uova è che la prima si stacca con grande facilità dal capello, anche solo attraverso un leggero movimento, cosa che non avviene per le lendini.
Ciclo vitale
Il ciclo vitale del pidocchio passa essenzialmente attraverso tre stadi consecutivi:
- La femmina depone le lendini (uova) sui capelli dell’ospite, assicurandosi di attaccarle fermamente attraverso sostanze cheratiniche presenti nella saliva (che possono essere disciolte con una soluzione di aceto e acqua); la maggior concentrazione si osserva sulla nuca e dietro le orecchie.
- La schiusa delle uova avviene 7-10 giorni e le ninfe che ne vengono fuori si nutrono già di sangue.
- Nell’arco di 7-15 giorni la ninfa matura e diventa adulta.
Ogni pidocchio femmina è in grado di deporre nell’arco della sua vita, che dura all’incirca 3-4 settimane, fino a 300 uova.
I pidocchi possono sopravvivere e riprodursi solo a contatto con il corpo umano e non sono invece in grado di contagiare gli animali domestici eventualmente presenti in casa; abbandonano la testa dell’ospite solo se costretti, per esempio in caso di febbre alta e prolungata o nel caso di anziani in caso di morte.
Sopravvivenza del parassita
Ninfa e pidocchio adulto devono tassativamente nutrirsi per sopravvivere; in assenza di pasti (quindi in ambiente diverso dal capo umano) possono resistere al più per 24-30 ore; le uova sono invece più resistenti, essendo capaci di sopravvivere vitali fino a tre giorni (ma non in grado di schiudersi lontano dall’ospite, per questioni di temperatura).
In acqua (a prescindere da temperatura, clorazione dell’acqua ed eventuale salinità) il pidocchio è in grado di sopravvivere per diverse ore (spesso più di 8), per questo non è pensabile liberarsi dell’infestazione attraverso un semplice bagno.
I rimedi per eliminare i pidocchi
Il primo passo per liberarsi di questi fastidiosi parassiti consiste in un’attenta scelta del prodotto da usare, magari facendosi consigliare dal farmacista; tra le preparazioni ad uso topico sono da preferire shampoo, creme, gel o schiume, mentre le lozioni potrebbero risultare più irritanti per per i bambini e per alcuni soggetti asmatici. Le polveri sono invece in genere poco consigliate, soprattutto nei bambini, per il rischio legato alla possibile inalazione.
Le istruzioni d’uso sui prodotti vanno seguite scrupolosamente, sia nei tempi che nei metodi di applicazione, in quanto molti insuccessi sono dovuti proprio ad un errato utilizzo dei preparati antiparassitari.
Anche il fenomeno della resistenza è abbastanza noto: per il malathion e per vari piretroidi sono stati documentati diversi casi di resistenza da parte del parassita. In questo caso si deve scegliere un altro prodotto, magari di un’altra classe, per debellare l’infestazione.
Rimozione manuale
L’NHS inglese suggerisce come primo approccio un tentativo di rimozione esclusivamente manuale; è necessario dotarsi di un pettine a maglie molto fini (ne esistono di specifici per il trattamento della pediculosi), da usare dopo aver lavato i capelli con un normale shampoo, seguito da quantità abbondanti di balsamo.
A questo punto è necessario trattare con il pettine l’intera capigliatura, dalle radici alle punte; è in genere necessario un tempo variabile tra i 10 minuti per i capelli corti, fino a 30 minuti o più per capelli lunghi e ricci.
Il trattamento va ripetuto scrupolosamente ogni 4 giorni per 5 volte, rimuovendo sia le lendini che i parassiti vitali.
Farmaci tradizionali
Il ciclo vitale del pidocchio è di circa 1 mese e si sviluppa in 3 fasi:
- la fase delle uova (o più correttamente lendini),
- la fase delle ninfe
- ed infine la fase adulta.
Quando viene riscontrata la presenza dei pidocchi e/o delle lendini deve essere subito intrapresa una terapia adeguata. In Italia la maggior parte dei farmaci antipediculosi sono commercializzati come preparazioni parafarmaceutiche o da banco (OTC), quindi senza obbligo di prescrizione. Quasi tutti i prodotti disponibili sono attivi su tutte e tre le forme del parassita, ma poiché talvolta le lendini sopravvivono al trattamento è indispensabile procedere a una seconda applicazione del prodotto scelto a distanza di 7-10 giorni dalla prima, così da colpire eventuali ninfe prima della deposizione di nuove uova.
Prodotti ad uso esterno
Le sostanze chimiche alla base di tutti i prodotti topici in commercio possono essere classificate in 3 categorie:
- piretrine naturali,
- piretroidi (piretrine di sintesi),
- malathion.
Esistono poi altre sostanze che vengono impiegate, sempre a livello topico, la cui azione però è meno efficace di quella delle sostanze appena citate. Un composto antipediculosi è considerato buono se è in grado di eliminare sia le lendini (le uova), sia le ninfe ed i pidocchi adulti: in altre parole se riesce ad avere un’attività pediculocida ed ovicida insieme.
Fra queste sostanze più blande si può citare il crotamitone che agisce per lo più sui sintomi: lenisce il prurito ma ha un effetto pediculocida scarso.
Il dimeticone, derivato dal silicone e noto per le sue proprietà antimeteoriche, deve essere applicato sul cuoio capelluto e per tutta la lunghezza dei capelli. Ricoprendo il pidocchio completamente ne favorisce l’eliminazione per soffocamento. Quest’ultimo principio attivo è stato introdotto in tempi relativamente recenti e, essendo ben tollerato e privo di effetti collaterali importanti, è indicato per i bambini piccoli (dopo i 6 mesi di età) e in gravidanza.
Lo stesso principio di azione è condiviso da altre sostanze come il dimeticonolo, il bicarbonato di sodio e il biossido di silicio.
Ma ora vediamo più da vicino le tre categorie di principi attivi precedentemente citate, che stanno alla base della maggior parte dei prodotti in commercio per il trattamento dei pidocchi.
Le piretrine naturali sono degli esteri ( composti chimici derivati dall’unione di una molecola di alcool ed una di acido) che si estraggono dal piretro, ricavato dai fiori di alcune specie di Chrisantemum.
Si possono citare la piretrina I e II, la cinerina I e II, la jasmolina I e II. Queste sostanze sono sensibili all’esposizione diretta di luce ed al calore e la loro attività antiparassitaria si esaurisce con la rimozione dalla zona di applicazione; è forse per questo che i prodotti a base di piretrine naturali sono in genere ben tollerati e non danno fenomeni di resistenza.
Vengono scarsamente assorbiti tramite la cute dell’uomo, infatti sono rari i casi di dermatiti e/o riniti. Queste sostanze uccidono il pidocchio in quanto neurotossiche per il sistema nervoso del parassita, che assorbendole per contatto muore paralizzato. Esistono poi dei prodotti a base di piretrine naturali potenziati dall’aggiunta di piperonilbutossido, sostanza che facilita l’accumulo del principio attivo nel parassita, determinando così una maggiore efficacia di azione e nello stesso tempo permettendo l’utilizzo dello stesso in una percentuale ridotta rispetto ad un altro prodotto non potenziato.
I piretroidi, piretrine di sintesi, sono uguali nell’efficacia e nel meccanismo di azione alle piretrine naturali, tuttavia risultano più stabili (sono meno sensibili al calore ed alla luce) ed hanno un’azione più prolungata nel tempo che rimane anche dopo la rimozione del prodotto.
Questo aspetto è positivo per quanto riguarda l’efficacia, che risulta migliorata, ma costituisce anche un potenziale problema in quanto può indurre fenomeni di resistenza. Fra i piretroidi più utilizzati ci sono la permetrina (miscela di sei piretrine modificate), la fenotrina, la sumitrina, la cipermetrina e la deltametrina.
Per questi prodotti si rende necessario ripetere il trattamento dopo una settimana, questo perché le piretrine artificiali svolgono la loro azione prevalentemente sul pidocchio adulto e sono meno efficaci sulle uova.
I piretroidi in genere possono causare irritazioni e pruriti locali che scompaiono nel giro di un giorno. Si è sperimentato che un’ingestione o un’esposizione prolungata ed ad alte dosi di permetrina può indurre alcuni sintomi come nausea e vomito, ipersalivazione, dolori addominali, rialzo termico, tremori e convulsioni fino ad arrivare a paralisi. Per quanto riguarda la tossicità in gravidanza non ci sono studi che dimostrino una sua mutagenicità.
Il malathion è un anticolinesterasico organofosforico, che provoca la paralisi respiratoria del pidocchio. I suoi effetti collaterali sono più marcati rispetto alle piretrine: se viene assorbito per via cutanea può provocare ipersudorazione, ipersalivazione e ipermobilità intestinale. Se nell’adulto è molto difficile che accada, per i bambini il suo uso è sconsigliato vista la maggiore permeabilità del cuoio capelluto in età pediatrica.
Se viene ingerito accidentalmente è invece grave il rischio di crisi respiratoria. In commercio si trovano gel a base di malathion (0,5%) disciolto in isopropanolo (usato come solvente), alcol infiammabile che ne esalta la potenza. Di solito questi prodotti a base di malathion vengono scelti solo se altri trattamenti non hanno dato gli esiti sperati, visti questi possibili effetti collaterali di superiore gravità.
Prodotti orali
Se le infestazioni da pidocchi si dimostrano molto resistenti, il medico può decidere di prescrivere dei prodotti ad uso orale. Uno dei due prodotti più usati è un antibiotico, il sulfametossazolo+trimetropim (Bactrim), che una volta ingerito dal parassita tramite il circuito ematico uccide la flora batterica a livello gastrointestinale, causando la morte del pidocchio per deficit di vitamina B.
Questo prodotto è quasi sempre tollerato anche se sono state riscontrate delle reazioni allergiche in soggetti predisposti.
L’altro prodotto noto è l’ivermectina, in Italia commercializzato solo per uso veterinario, che agisce solo sulle ninfe e sul pidocchio adulto e non sulle lendini.
Prodotti naturali
Alcuni oli essenziali come il timo, la lavanda,l’origano, l’anice e la noce di cocco hanno proprietà antimicrobiche ed insetticide dimostrate da prove in vitro, anche se purtroppo non disponiamo di studi sufficientemente approfonditi da dirimere il dibattito sulla loro reale efficacia. In particolare uno studio ha messo in evidenza che una miscela di anice, noce di cocco e ylang-ylang ha avuto un effetto pediculocida superiore a quello del già citato malathion. Molti di questi oli entrano già nella composizione di shampoo e schiume per capelli. Gli oli essenziali, inducendo crisi respiratoria nel parassita, favoriscono il distacco delle uova. Tra i prodotti contenenti queste sostanze ricordiamo per esempio Paranix.
I prodotti naturali come la maionese ed altre soluzioni simili sono rimedi popolari che però non sono efficaci nel debellare la pediculosi, tuttalpiù possono alleviare i sintomi come prurito ed irritazione cutanea.
Come togliere i pidocchi dai capelli
Una parte fondamentale del trattamento consiste nella rimozione delle lendini dopo l’applicazione del prodotto.
- È possibile rimuovere le uova con un pettine fitto. Prima di fare questa operazione, strofinate l’olio d’oliva nei capelli o fate passare il pettine di metallo attraverso la cera d’api. Questo contribuisce a rendere le uova più facili da rimuovere. Utile anche l’uso dell’aceto di mele, che scioglie la cheratina usata dal parassita per attaccarsi al capello.
- I pettini di metallo a denti molto fini sono più forti e più efficaci di quelli fatti di plastica.
- La rimozione delle uova, può impedire il ritorno dei pidocchi se il farmaco non riesce a ucciderli tutti.
- Curate i bambini e gli adulti affetti dai pidocchi prontamente e accuratamente.
- Lavate tutti i vestiti e la biancheria da letto in acqua calda con del detergente. Questo aiuta a prevenire la diffusione dei pidocchi anche alle altre persone durante il breve periodo in cui pidocchi possono sopravvivere al di fuori del corpo umano.
- Ripetere la pettinatura contro le lendini dopo 7-10 giorni, ossia il tempo di incubazione delle uova.
Prognosi
Un’infestazione da pidocchi viene facilmente risolta se si effettua un corretto trattamento; tuttavia, in alcuni ambienti come una scuola con molti bambini infetti, non è raro osservare reiterate infestazioni. Quando viene individuato un caso in una famiglia o in una scuola o in un centro per bambini, ogni bambino dovrebbe essere esaminato. Questo può aiutare a prevenire un’ulteriore diffusione.
Complicazioni
Alcuni soggetti svilupperanno una infezione secondaria della pelle dovuta ai graffi: in questi casi degli antistaminici prescritti dal medico possono all’occorrenza contribuire a liberare dal prurito e un eventuale trattamento antibiotico locale porterà alla risoluzione dell’infezione.
Quando contattare un medico
Chiamate il vostro medico di famiglia se i sintomi continuano dopo il trattamento a casa,o se si osserva pelle infiammata e fragile, segno di una possibile infezione.
Lo specialista che si occupa della pediculosi è il dermatologo.
Prevenzione e trattamento preventivo
Per prevenire i pidocchi è necessario un continuo controllo, soprattutto sui bambini che frequentano gli asili e la scuola. Una volta diagnosticata la pediculosi si deve procedere immediatamente ad un trattamento farmacologico; è poi molto utile:
- pettinarsi spesso ed accuratamente con pettini a denti molto fitti, che contribuiscono a staccare le lendini;
- lavare scrupolosamente con detersivo tutto ciò che è entrato in contatto con il soggetto colpito;
- controllare i familiari a stretto contatto;
- chiudere ermeticamente in sacchetti di plastica per 2 settimane tutti quegli oggetti che non si possono lavare, come alcuni giocattoli ad esempio.
È da ricordare che non serve a niente trattare preventivamente i soggetti che non hanno ancora contratto i parassiti, è invece controproducente perché potrebbe indurre resistenza per un futuro trattamento.
Mai condividere spazzole per capelli, pettini, accessori per capelli, cappelli, biancheria da letto, asciugamani, o indumenti con qualcuno che ha pidocchi.
Se il bambino ha i pidocchi, assicuratevi di controllare le politiche delle scuole, delle baby-sitter, degli asili e degli asili nido. Molti non consentono ai bambini infetti di essere a scuola fino a quando i pidocchi sono stati completamente debellati.
Alcune scuole possono avere politiche per accertarsi che l’ambiente sia pulito dai pidocchi. A volte, gli insetti o le loro uova si nascondono in posti come i tappeti. La frequente pulizia dei tappeti e di tutte le altre superfici nei centri dove ci si prende cura dei bambini, impedisce la diffusione di tutti i tipi di malattia, tra cui i pidocchi.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Come sono i pidocchi? Come riconoscerli?
I pidocchi sono piccoli insetti che si nutrono di sangue prelevato dal cuoio capelluto dell’uomo; è un parassita obbligato, questo significa che non può sopravvivere a lungo lontano dall’ospite. Predilige in particolare la zona della nuca e dietro le orecchie, è visibile ad occhio nudo e tipicamente è possibile osservarlo in movimento. Sono lunghi pochi millimetri, privi di ali e di colore tipicamente grigio-rossastro (la sfumatura può cambiare a seconda dell’ambiente di osservazione). Da un punto di vista empirico, se si muove è probabilmente un pidocchio.
Come si prendono?
Il contagio avviene a seguito di contatti ravvicinati con soggetti infetti (o con oggetti contaminati, come ad esempio cappellini, sciarpe, …), mentre non hanno alcuna relazione con il grado d’igiene.
Come eliminare i pidocchi?
In genere il trattamento più efficace prevede l’utilizzo di un qualsiasi shampoo antiparassitario, seguito da un’attenta e scrupolosa rimozione di parassiti (vivi e morti) e lendini attraverso l’utilizzo di un pettine a maglie molto fini. L’intero trattamento va ripetuto dopo 7 giorni (prima in caso di nuovi riscontri, e poi di nuovo a 14 giorni).
Come prevenire la pediculosi?
Purtroppo non c’è nulla che si possa fare, l’unica strategia utile è una regolare osservazione che preveda un tempestivo trattamento in caso di riscontro.
In quanto tempo si eliminano i pidocchi?
A meno di nuovi contagi, è in genere sufficiente un unico trattamento, da ripetere a distanza di 7 giorni per eliminare eventuali parassiti nati da lendini (uova) non rimosse durante la prima applicazione. Il problema nel caso dei bambini è che spesso il piccolo paziente va incontro a nuovi contagi frequentando pazienti che presentano ancora i parassiti (in questi casi è utile un trattamento coordinato della classe).
Dopo quanto tempo si schiudono le uova?
7 giorni circa.
Come si riconoscono le lendini (uova)?
Le lendini si concentrano soprattutto sulla nuca e dietro le orecchie; possono essere scambiate per forfora, ma la grande differenza è che rimangono saldamente attaccate al capello e necessitano dell’uso di un pettine a maglie fini (o delle unghie) per essere rimosse.
Dopo quanti trattamenti muoiono i pidocchi?
Se correttamente applicato in genere è sufficiente un unico trattamento, da ripetere dopo 7 giorni per eliminare eventuali parassiti nati da uova sopravvissute al primo trattamento.
Come distinguere le lendini vive da quelle morte?
In genere non è possibile e, in ogni caso, andrebbero rimosse tutte per scrupolo.
Quanto vive un pidocchio sul cuscino?
Il parassita deve nutrirsi per sopravvivere, quindi in assenza di pasti (lontano dal capo, per esempio sul cuscino o su un vestito) può sopravvivere al massimo 24-30 ore; le uova sono invece più resistenti, essendo capaci di sopravvivere vitali fino a tre giorni (ma non in grado di schiudersi lontano dall’ospite, per questioni di temperatura).