Aftir (malation), rimedio per i pidocchi: funziona?

Ultima modifica

Introduzione

Sinonimi: Malation, Malatione, Malathion, 0,0 – dimetil ditiofosfato del dietil mercaptosuccinato

Il malatione è un insetticida appartenente alla famiglia degli organofosfati, con tossicità relativamente bassa per l’uomo, che viene utilizzato per il trattamento della pediculosi (pidocchi del capo). Il farmaco, in grado di uccidere sia il parassita adulto che le uova (lendini), è reperibile in Italia con il nome commerciale di Aftir, sotto forma di gel, mentre gli altri prodotti della linea (come lo shampoo e la lozione) sono prodotti cosmetici per la prevenzione dall’infestazione.

Pur avendo un odore particolarmente sgradevole, manifesta una buona efficacia nel contrastare i parassiti, così come un’elevata tollerabilità quando usato correttamente: per una riuscita ottimale del trattamento è fondamentale lasciare il prodotto a contatto con la capigliatura a lungo (il prodotto venduto in Italia riporta l’indicazione di 10 minuti), poiché l’azione insetticida sulle uova richiede più tempo.

In caso di difficoltà si raccomanda di rivolgersi allo specialista (che nel caso della pediculosi è il dermatologo).

Fotografia di una bambina che si gratta i capelli a causa della presenza di piddochi

iStock.com/STUDIO GRAND OUEST

Meccanismo d’azione

Il malathion uccide i parassiti attraverso un’azione di disturbo perpetrata sul loro sistema nervoso, impedendo una corretta trasmissione dei segnali e causando paralisi e blocco della respirazione.

Persone e animali domestici possono essere colpiti allo stesso modo in caso di esposizione a quantità massive di antiparassitario, ma un utilizzo corretto dei prodotti in vendita in genere esclude a priori quest’evenienza grazie ad un assorbimento cutaneo del tutto trascurabile.

Rischi e tossicità del malation

Tutti i prodotti antipediculosi, se utilizzati seguendo le indicazioni della casa produttrice o del pediatra/famacista, non hanno generalmente effetti collaterali degni di nota; è tuttavia importante sottolineare che si tratta di formulazioni potenzialmente pericolose per l’ambiente, per cui l’utilizzo va limitato ai casi di effettiva infestazione e mai a scopo preventivo se non espressamente prescritti dal pediatra/dermatologo.

Il malation di per sé non è tossico per l’uomo quando utilizzato esternamente, tuttavia l’ingestione o l’assorbimento all’interno del corpo umano porta conseguenze immediate nel metabolismo a causa del malaossone, sottoprodotto del malatione, che è tossico se presente in quantità elevate.

Non esiste ad oggi una letteratura solida sugli effetti negativi per la salute dell’esposizione cronica al malation, mentre l’esposizione acuta a livelli estremamente elevati causa sintomi la cui intensità dipende dalla gravità dell’esposizione.

Possibili sintomi di intossicazione comprendono

Gli animali domestici esposti alla sostanza (ad esempio in caso di ingestione) manifestano generalmente sintomi sovrapponibili a quelli appena elencati e necessitano d’immediato intervento veterinario.

Con le modalità di applicazione topica (sui capelli) normalmente consigliate è ovviamente impossibile incorrere in avvelenamenti seri, mentre possono comparire irritazione cutanea e mucosa soprattutto in soggetti sensibili. La maggior parte dei sintomi tendono comunque a risolversi entro alcune settimane.

Il malation presente in acque non trattate viene convertito in malaossone durante la fase di clorazione del trattamento delle acque, perciò l’antiparassitario non dovrebbe essere utilizzato in acque che possono essere utilizzate come fonte per l’acqua potabile, o qualsiasi acqua a monte.

Nel 1976, numerose persone impegnate nello studio della malaria in Pakistan sono state avvelenate da isomalathion, un contaminante presente in alcune preparazioni a base di malation. Si è scoperto che le pratiche di lavoro avevano portato ad un eccessivo contatto diretto della pelle con l’isomalathion contenuto nelle soluzioni di malation. Applicazione di pratiche di lavoro più igieniche e la contemporanea cessazione dell’uso di malation contaminato con isomalathion ha portato alla scomparsa dei casi di avvelenamento.

Un unico trattamento è sufficiente?

Poiché il tempo di schiusa delle uova è pari a circa una settimana, si consiglia in genere di ripetere il trattamento a distanza di 7-10 giorni per colpire eventuali pidocchi nati da lendini sopravvissute al primo trattamento.

Approfondimenti

Fatti salvi questi casi estremi, riportati più che altro a titolo di curiosità, si sottolinea che l’antiparassitario rimane un prodotto con un ottimo profilo rischio-benefici per l’uso domestico; per approfondire segnalo infine un’interessante revisione del problema dei pidocchi, sul sito Medico e Bambino, redatto in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri.

Fonti e bibliografia

Le domande più frequenti

Risposte a cura del Dr. Roberto Gindro

Come avviene il contagio di pidocchi e piattole?

Il contagio di pidocchi avviene principalmente attraverso il contatto diretto tra i capelli di persone infestate, mentre le piattole (pidocchi del pube) si trasmettono per lo più tramite contatto sessuale. Entrambi possono essere trasmessi anche condividendo oggetti personali come pettini, asciugamani o indumenti, ma questo è meno comune.

È necessario trattare tutti i membri della famiglia in caso di pidocchi del capo?

In caso di pidocchi del capo è consigliabile controllare tutti i membri della famiglia, ma trattare solo chi ha effettivamente i pidocchi. Tuttavia, oggetti come federe, cappelli e pettini dovrebbero essere lavati o disinfettati per prevenire una nuova infestazione.

Con quale frequenza va ripetuto il trattamento con shampoo e gel antiparassitari?

Il trattamento con gel e shampoo antiparassitari deve essere ripetuto ogni 7-10 giorni per garantire l’eliminazione non solo dei pidocchi adulti, ma anche delle eventuali lendini che potrebbero schiudersi successivamente.
Articoli Correlati
Articoli in evidenza