Ecco le risposte ai dubbi più comuni relativi al cortisone, tra utilizzi, benefici ed effetti collaterali.
Domande e risposte
Cos'è il cortisone?
Cortisone è un termine che nel linguaggio comune viene in genere usato per indicare un insieme di farmaci, anche se in realtà in campo medico e chimico indica una precisa molecola che viene anche prodotta dall'organismo, oltre ad essere usata come medicinale.
L'insieme dei farmaci affini al cortisone sono invece più correttamente definiti corticosteroidi (spesso popolarmente chiamati anche cortisonici).
L'insieme dei farmaci affini al cortisone sono invece più correttamente definiti corticosteroidi (spesso popolarmente chiamati anche cortisonici).
A cosa serve?
L'effetto principale quando usato in forma di medicinale è la riduzione della risposta infiammatoria dell'organismo, in ogni sua forma (muscolo-articolare, allergica, immunitaria); per questa ragione quando usato come medicinale il cortisone e le molecole affini sono prescritte come:
- antinfiammatorio, antiallergico e immunosoppressore: Le infiammazioni sono la risposta dell'organismo a un danno dell'organismo, ma in alcuni casi ci troviamo di fronte a reazioni immotivate e/o esagerate. I cortisonici sono capaci di una spiccata azione antinfiammatoria, che deriva anche da una soppressione del sistema immunitario, sfruttata ad esempio per malattie
- reumatiche: infiammazioni muscolo-articolari (artrosi, tendinite, borsite, gotta, ...)
- respiratorie: asma bronchiale, polmonite, tubercolosi, ...
- della pelle: eczema, psoriasi, orticaria, sarcoidosi, ...
- digestive: morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, ...
- endocrine: tiroidite, ...
- dell'occhio: cheratite, ulcerazioni, ...
- autoimmuni: artrite reumatoide, ...
- allergiche: allergie stagionali, dermatite allergica, ...
- terapia sostitutiva: nei pazienti in cui la produzione da parte dell'organismo sia ridotta (ad esempio nel caso del morbo di Addison)
- trapianto d'organo, per ridurre il rischio di rigetto (viene sfruttato l'effetto di depressione del sistema immunitario.
Quando è meglio prendere cortisone?
A differenza di quanto si pensa i cortisonici non predispongono allo sviluppo di ulcera gastrica e non richiedono gastroprotezione, tuttavia in genere si consiglia l'assunzione dopo un pasto per ridurre il rischio di effetti collaterali gastrointestinali (tipicamente al mattino dopo la colazione in caso di monosomministrazione).
Quanto impiega a fare effetto?
Dipende dalle patologie, ma è in genere molto veloce; ad esempio in caso di reazione allergica poche ore per dare sollievo al prurito (anche meno se iniettato), qualche giorno nel caso di malattia reumatiche infiammatorie caratterizzate da forte dolore.
Quanto tempo dura?
Dipende dal tipo di somministrazione, dalla dose e dalla molecola usata.
Cosa succede quando si smette di prendere?
In caso di assunzione locale (ad esempio spray nasale) in genere non ci sono rischi alla sospensione, così come per terapie sistemiche (ad esempio per bocca) limitate a pochi giorni.
Nel caso di terapie sistemiche di lunga durata è necessario scalare gradualmente per ridurre il rischio di sviluppare la sindrome da sospensione, caratterizzata da calo dell'appetito, nausea, vomito, stanchezza, dolori articolari e muscolari, mal di testa, perdita di peso, depressione, sonnolenza.
Nel caso di terapie sistemiche di lunga durata è necessario scalare gradualmente per ridurre il rischio di sviluppare la sindrome da sospensione, caratterizzata da calo dell'appetito, nausea, vomito, stanchezza, dolori articolari e muscolari, mal di testa, perdita di peso, depressione, sonnolenza.
Come smettere di prenderlo e scalarlo correttamente?
La pianificazione dell'interruzione dell'assunzione deve essere concordata con il medico, perché variabile in base a farmaco, durata e forma della terapia (per terapie brevi o locali non è necessaria una sospensione particolare).
Perché gonfia?
- ritenzione idrica (accumulo di liquidi),
- mobilizzazione dei grassi, che vengono redistribuiti nell'organismo (in seguito a variazioni del metabolismo di proteine, glucidi e grassi).
Chi prende cortisone è immunodepresso?
In caso di assunzione sistemica, ad esempio per bocca, e per lunghi periodi sì, può vedere le proprie difese immunitarie indebolite.
Quanto prenderne?
La dose viene quasi sempre personalizzata dal medico, in base a valutazioni relative a:
- età (i bambini assumono proporzionalmente dosi maggiori)
- peso
- gravità dei sintomi
- rischio di effetti indesiderati.
A cosa serve in gravidanza?
L'uso più caratteristico è legato alla stimolazione della maturità polmonare del feto nel terzo trimestre, quando ci sia il rischio di parto prematuro.
Quali sono gli effetti collaterali?
L'efficacia è in generale molto elevata e, quando usato solo localmente (ad esempio in forma di crema, collirio, supposta, spray nasale o puff) gli effetti collaterali minimi (il principale limite è in questi casi la tolleranza, ossia una riduzione di efficacia se usato cronicamente).
Quando viene invece assunto per via sistemica (per bocca o iniettato) il rischio di effetti indesiderati aumenta soprattutto nel caso di terapia cronica (mentre non sussistono in genere grossi rischi in caso di occasionali e brevi terapie); tra i potenziali effetti collaterali legati all'uso a lungo termine ricordiamo:
Quando viene invece assunto per via sistemica (per bocca o iniettato) il rischio di effetti indesiderati aumenta soprattutto nel caso di terapia cronica (mentre non sussistono in genere grossi rischi in caso di occasionali e brevi terapie); tra i potenziali effetti collaterali legati all'uso a lungo termine ricordiamo:
- nausea, gonfiore, ulcerazioni su esofago e stomaco
- riduzione delle difese immunitarie verso minacce esterne
- sviluppo di diabete mellito di tipo 2
- ritardo nella guarigione delle ferite
- aterosclerosi (deposito di placche grasso nei vasi sanguigni)
- osteoporosi (indebolimento delle ossa)
- viso tondeggiante e gobba a causa delle ritenzione idrica e della mobilizzazione dei grassi
- pelle fragile e acne
- irritabilità ed altre alterazioni dell'umore e del comportamento
- disturbi della vista (glaucoma, cataratta, ...).
- dipendenza e tolleranza al farmaco (necessità di assumerlo per evitare malessere e riduzione dell'efficacia)
- effetto rebound (peggioramento improvviso dei sintomi alla sospensione).
A cosa serve il cortisone prodotto dall'organismo?
Insieme all'adrenalina, i corticosteroidi (ivi compreso il cortisone) sono ormoni prodotti dal corpo in grado di esercitare effetti in qualsiasi distretto dell'organismo; sono prodotti soprattutto in risposta allo stress e, da un punto di vista biologico, sono correlati alla risposta di reazione o fuga. L'esempio più comune è quello relativo all'uomo primitivo che si trova di fronte ad un animale feroce, dovendo quindi necessariamente scappare o affrontarlo; nella nostra società invece i livelli di cortisone (e del suo principale derivato, il cortisolo) possono aumentare in seguito a stress quali paura, ansia, improvvisi cambi di temperatura, traumi, interventi chirurgici, ...
Avendo radici evolutive che poggiano sulla necessità di fuga o combattimento, gli effetti fisiologici sono volti a massimizzare l'efficacia di queste reazioni:
Avendo radici evolutive che poggiano sulla necessità di fuga o combattimento, gli effetti fisiologici sono volti a massimizzare l'efficacia di queste reazioni:
- aumento della glicemia (zucchero nel sangue) per fornire energia,
- aumento della pressione del sangue
- aumento della frequenza del battito cardiaco
- aumento della frequenza respiratoria (tachipnea)
- spostamento di parte del sangue da organi digestivi ai muscoli,
- dilatazione delle pupille,
- aumento dell'attenzione e dei riflessi,
- ...
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.