Aumentare le difese immunitarie basse in bambini e adulti

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Il sistema immunitario

Il sistema immunitario è costituito da una sofisticata rete di cellule, tessuti e organi il cui lavoro combinato difende l’organismo dagli attacchi di possibili minacce, tra cui microrganismi (quali batteri, parassiti e funghi) e virus, in grado di causare infezioni.

Il corpo umano fornisce un ambiente di riproduzione ideale per molti microrganismi ed è compito del sistema immunitario impedire che questi tentativi abbiano successo, ovviamente a meno che la convivenza non rappresenti un vantaggio reciproco (come accade nell’intestino e nell’ecosistema vaginale) o quantomeno un innocuo equilibrio (come in bocca e sulla pelle).

Purtroppo in alcuni casi il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo, tanto da accanirsi contro bersagli sbagliati, come accade

  • nelle malattie autoimmuni (artrite reumatoide, diabete mellito di tipo 1, …), dove si osserva una violenta reazione verso tessuti dell’organismo stesso,
  • nelle allergie, dove ad essere prese di mira sono sostanze innocue, come ad esempio i pollini, ma con il problema della reazione infiammatoria associata che diventa responsabile dei fastidiosi sintomi come possono essere il prurito, gli starnuti, la lacrimazione eccessiva, …

Altrettanto pericoloso è poi il caso di un sistema troppo debole, come accade per i malati di AIDS.

Un sistema immunitario sano è quindi straordinariamente complesso, tanto da essere in grado di riconoscere e ricordare milioni di nemici diversi e capace di produrre quasi in tempo reale munizioni specifiche per ognuno di essi.

Il segreto del suo successo è una rete di comunicazione elaborata e dinamica, milioni e milioni di cellule organizzate in insiemi e sottoinsiemi, che si riuniscono come nuvole di api attorno a un alveare scambiandosi continuamente nuove informazioni. In caso di allarme le cellule si attivano e producono sostanze chimiche che, attraverso raffinati e granulari meccanismi, producono e regolano crescita e comportamento delle cellule difensive, arruolano altre cellule del sistema immunitario e dirigono le nuove reclute nei focolai di crisi.

Anche se gli scienziati hanno imparato molto sul sistema immunitario, la ricerca continua a studiare come il corpo coordini gli attacchi che distruggono i microbi invasori, le cellule infette e i tumori, ignorando i tessuti sani. Perché sì, il sistema immunitario è responsabile anche di individuare le cellule tumorali, con il difficile compito di distinguerle da quelle sane.

La combinazione di nuove tecnologie l’aumento della conoscenza sull’informazione genetica ci permetteranno di comprendere ancora meglio il funzionamento di quest’affascinante complesso, ma concentriamoci ora su cosa possiamo fare concretamente per rafforzare le nostre difese.

  • Forse migliorando la dieta?
  • Oppure assumendo integratori vitaminici/erboristici?
  • O ancora cambiando lo stile di vita nel complesso?

La possibilità di rinforzare il sistema immunitario è affascinante, ma l’idea di riuscirci per davvero è abbastanza problematica per diversi motivi. Il sistema immunitario è definito tale, ovvero un sistema, perché non è semplicemente un singolo organo, ma un insieme di organi, tessuti cellule e proteine che lavorano in concerto tra loro e, proprio come una ricca orchestra, per funzionare bene richiede soprattutto equilibrio e armonia.

I ricercatori hanno ancora molto da scoprire sulle complesse interconnessioni della risposta immunitaria, ma è utile fare il punto su quello che è stato scoperto fino ad oggi.

Rappresentazione grafica delle cellule del sistema immunitario in azione

iStock.com/Ugreen

Adottare uno stile di vita sano

La prima difesa contro le malattie è l’adozione di uno stile di vita sano, non solo perché consente di esercitare un effetto di prevenzione attiva, ma soprattutto perché in un corpo in salute ogni sistema/apparato è messo nella condizione di lavorare al meglio delle proprie possibilità:

  1. Non fumare.
  2. Seguire una dieta sana, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, e povera di grassi saturi.
  3. Praticare esercizio fisico regolarmente.
  4. Mantenere il peso forma.
  5. Tenere sotto controllo la pressione.
  6. Se si consumano alcolici, farlo con moderazione.
  7. Dormire a sufficienza.
  8. Adottare semplici precauzioni igieniche contro le infezioni, ad esempio lavarsi spesso le mani e cuocere sempre bene la carne.

Anche se ottimizzare tutti questi punti dovrebbe essere il vero obiettivo a cui tendere, è importante ricordare che anche solo un piccolo cambiamento può essere meglio di nessun miglioramento; ad esempio è stato dimostrato che perdere anche solo una parte del peso in eccesso contribuisce ad un sostanziale miglioramento in termini di di prevenzione cardiovascolare e metabolica.

Sistema immunitario e dieta

Una corretta nutrizione è importante per ogni organismo vivente, perché il cibo permette di estrarre i nutrienti di cui cellule e tessuti necessitano per rimanere in buona salute, crescere e funzionare correttamente.

Gli alimenti sono costituiti da sei classi di nutrienti, ciascuno con il proprio ruolo particolare e insostituibile nel corpo:

  1. Le proteine sono i mattoni per costruire muscoli forti e difese reattive e letali verso le aggressioni esterne.
  2. I carboidrati (presenti in verdura, ma soprattutto frutta e cereali) ci danno energia.
  3. I grassi sono una fonte di energia supplementare ed il punto di partenza per la sintesi di ormoni ed altre preziose molecole, anche direttamente coinvolte nel sistema immunitario, come la vitamina D che introduciamo solo in minima parte con la dieta.
  4. E a proposito di vitamine, sono numerose quelle che invece troviamo negli alimenti e non siamo in grado di produrci da soli, assolutamente indispensabili perché regolano e coordinano tutti i processi metabolici dell’organismo.
  5. I minerali sono coinvolti in moltissimi processi biochimi e fanno parte del materiale di cui sono fatti numerosi tessuti.
  6. L’acqua, che dà forma alle cellule e fornisce il substrato in cui avvengono tutte le reazioni biochimiche necessarie.

Godere di una buona alimentazione significa mangiare i giusti tipi di alimenti nella giusta quantità, in modo da ottenere tutti i nutrienti necessari.

Da molto tempo i ricercatori sanno che le persone povere e denutrite sono più vulnerabili alle malattie infettive, anche se va detto che abbiamo la certezza che l’aumento dell’incidenza delle malattie sia effettivamente causato dall’effetto della malnutrizione sul sistema immunitario o da altri fattori confondenti.

Alcune ricerche indicano tuttavia che diverse carenze di micronutrienti (ad esempio di zinco, selenio, ferro, rame, acido folico, e vitamine A, B6, C ed E), alterano la risposta immunitaria negli animali, tuttavia il reale impatto di questi cambiamenti del sistema immunitario è meno chiaro e l’effetto di carenze simili sulla risposta immunitaria nella specie umana deve ancora essere valutato.

Che cosa fare, quindi?

L’ampia letteratura disponibile dimostra senza possibilità di replica il beneficio associato all’adozione del modello alimentare mediterraneo, quantomeno dal punto di vista cardiovascolare; numerosi studi hanno inoltre chiarito che gli integratori non sono in grado di sortire gli stessi effetti dell’assunzione delle preziose molecole attraverso la dieta, probabilmente a causa di effetti sinergici tra micronutrienti e fitocomposti, che agiscono sia a livello di assorbimento che di effetto.

L’esercizio fisico fa bene o male al sistema immunitario?

Non ci sono dubbi sull’utilità dell’esercizio fisico in termini di prevenzione cardiovascolare, ma cosa sappiamo dei suoi effetti sul sistema immunitario?

Come una dieta sana, anche l’esercizio fisico può contribuire a mantenersi in salute, ad esempio da un punto di vista molto pratico favorendo la circolazione e garantendo così che le cellule del sistema immunitario e altre sostanze coinvolte riescano a muoversi liberamente nell’organismo potendo esercitare il ruolo previsto.

Non ci sono moltissimi lavori di qualità in letteratura che possano fornire informazioni precise, ma è disponibile per esempio una ricerca del 2010 su circa mille persone che sembra dimostrare una riduzione della gravità e del numero di episodi di raffreddore per i soggetti impegnati in diversi livelli di attività fisica.

Sono state poi pubblicate alcune ricerche che hanno preso in esame atleti professionisti, ma proprio per questo potrebbero essere meno generalizzabili alla popolazione nel suo complesso.

La conclusione è che, anche se ad oggi non è stato provato un collegamento diretto, è ragionevole pensare che l’esercizio fisico regolare di intensità moderata sia di grande beneficio per il sistema immunitario, che in ogni caso anche grazie a questo si troverà a lavorare in un organismo più in salute.

Una triste prova di questo legame è emersa recentemente, quando in occasione della pandemia da COVID-19 è stato verificato che “la costante adesione alle linee guida sull’attività fisica è risultata strettamente associata ad un rischio ridotto di complicazioni da COVID-19 tra gli adulti infetti”.

E se mi viene il raffreddore?

I raffreddori sono più comuni in inverno, ma non richiedono necessariamente di dover interrompere l’esercizio; se i sintomi non sono gravi e ci si sente in grado di muoversi in genere i medici sono concordi nel dare il via libera, ovviamente in assenza di febbre.

Età e sistema immunitario

I ricercatori ritengono che il processo di invecchiamento porti in qualche modo ad una riduzione della capacità di risposta immunitaria, che a sua volta può predisporre a un aumento

  • delle infezioni,
  • delle malattie infiammatorie,
  • dei tumori.

Nei Paesi sviluppati, man mano che l’aspettativa di vita cresce, aumenta anche la diffusione di malattie legate all’invecchiamento.

È esperienza comune che le scuole siano un vero ricettacolo di batteri e virus e che i bambini si passino questi germi tra loro ogni volta che studiano, mangiano o giocano insieme; per un ragazzo prendere un raffreddore può non essere un grosso problema e in un paio di giorni il suo sistema immunitario si occupa di sconfiggere la minaccia.

Per i loro insegnanti più anziani e i nonni, invece, ogni inverno è una sfida più impegnativa; può servire una settimana o più per un recupero completo.

Questo significa che il sistema immunitario si indebolisce con l’età?

Questo è ciò che i geriatri stanno cercando di capire, anche sulla base di alcune osservazioni:

  • Il sistema immunitario diventa più lento a rispondere e questo aumenta il rischio di ammalarsi. È stato inoltre dimostrato che i vaccini per l’influenza o altre malattie determinano una risposta meno efficace o meno duratura nel paziente anziano.
  • Si è più esposti ad alcune malattie autoimmuni.
  • L’organismo guarisce più lentamente perché ci sono meno cellule a difesa.
  • La capacità del sistema immunitario di individuare e correggere i difetti delle proprie cellule declina e questo spiega l’aumento del rischio di tumore.

Alcune persone si mantengono in buona salute anche quando invecchiano, ma la conclusione di molte ricerche è che, rispetto alle persone più giovani, gli anziani corrono un rischio sensibilmente aumentato di contrarre malattie infettive.

Le infezioni respiratorie, l’influenza e in particolare la polmonite, sono una delle principali cause di morte degli over 65 in tutto il mondo. Nessuno sa con certezza perché ciò avvenga, ma alcuni scienziati osservano che questo maggior rischio è correlato con una diminuzione dei linfociti T, forse perché il timo si atrofizza con l’età e produce meno cellule T per combattere l’infezione.

Il sistema immunitario adattativo è più complesso rispetto al sistema immunitario innato e comprende timo, milza, tonsille, midollo osseo, sistema circolatorio e sistema linfatico. Queste diverse parti del corpo lavorano insieme per produrre, immagazzinare e trasportare tipi specifici di cellule e sostanze in grado di combattere le minacce per la salute e rappresentano un interessante campo di studi dedicato agli eventuali cambiamenti che intervengono con gli anni. Alcuni ricercatori sono per esempio interessati all’eventuale diminuzione dell’efficienza del midollo osseo nella produzione di cellule staminali che danno origine alle cellule del sistema immunitario.

Altri ricercatori stanno infine esaminando il collegamento tra nutrizione e immunità negli anziani, che tendono a mangiare meno e spesso in modo poco sano o quantomeno poco vario. Questo può esporli a carenze di specifici micronutrienti (come per esempio alcune vitamine e minerali) che potrebbero in qualche modo essere collegati all’attività del sistema immunitario.

Farmaci

Ad oggi non esiste alcun farmaco, in grado di stimolare efficacemente le difese immunitarie in soggetti sani, che trovi un riscontro unanime nella letteratura scientifica; i medicinali che più si avvicinano a questo obiettivo, comunemente prescritti anche in Italia ad adulti e bambini, sono i cosiddetti lisati batterici, formulazioni contenenti frammenti di batteri e somministrati con l’idea di sottoporre all’attenzione del sistema immunitario parti innocue di batteri per stimolare la produzione di globuli bianchi ed anticorpi che possano essere pronti in caso di reale minaccia.

Si tratta di farmaci che richiedono ricetta medica (Broncho-Munal®, Broncho-Vaxom®, Ismigen®, …) e che vengono prescritti in genere in autunno, con l’obiettivo di preparare l’organismo all’imminente stagione fredda.

Una recente revisione condotta dall’EMA ne ha limitato la prescrizione alle indicazioni di prevenzione, mentre in precedenza riportavano anche la possibilità di essere prescritti durante gli episodi acuti d’infezione, ma soprattutto le reali evidenze di efficacia sono, nella migliore delle ipotesi, un po’ debolucce, per la stessa ragione per cui anche sugli integratori persiste più di un dubbio.

Integratori erboristici e vitaminici

Molti prodotti che si vedono nei supermercati e nelle farmacie vantano in modo più o meno diretto la capacità di poter rinforzare o aiutare il sistema immunitario, ma questo concetto in realtà non ha molto senso dal punto di vista scientifico.

In realtà aumentare il numero di cellule nell’organismo, siano esse del sistema immunitario o di altro tipo, non è necessariamente una cosa buona e non garantirebbe di per sé una miglior risposta difensiva, data la grande specificità delle cellule.

Sappiamo invece che, al contrario, una diminuzione eccessiva delle cellule del sistema immunitario può essere causa di grandi problemi, e lo sappiamo perché quando il numero di linfociti T in un paziente affetto da HIV/AIDS si abbassa sotto a un certo livello, il paziente si ammala perché non riesce più a difendersi dalle aggressioni esterne.

Anche ammettendo che una sostanza possa aumentare il numero dei globuli bianchi e/o degli anticorpi, quindi, non è detto che sia per questo in grado di conferire reali benefici al sistema immunitario in generale. Anzi, è ormai noto come il numero di globuli bianchi in circolo sia da considerare come un marker d’infiammazione, osservabile ad esempio in pazienti affetti da una cronica infiammazione sistemica senza sintomi ma potenzialmente in grado di favorire l’insorgenza di numerose complicazioni.

A questo proposito è poi molto importante chiarire un punto fondamentale dell’approccio scientifico, che vale tanto per i farmaci quanto per i rimedi erboristici e anche per le medicine complementari.

Se un tuo conoscente assume da anni un rimedio omeopatico e da allora non ha più contratto l’influenza significa che ha beneficiato di un aumento delle difese immunitarie grazie al rimedio?

Non necessariamente, perché sono tante e tali le variabili che non abbiamo modo di sapere se e come la somministrazione abbia in qualche modo influito. Per verificarlo è necessario testare il rimedio su 1000, 10000 o 100000 persone e verificarne gli effetti su vasta scala.

Anche ammesso che la sostanza sia attiva per una singola persona, si tratta di un fatto ininfluente per la ricerca (segnalazione aneddotica): diventa degno di nota se l’effetto si ripete in molte persone, diventando cioè riproducibile e quindi prevedibile con buona sicurezza.

I ricercatori hanno esaminato il potenziale di diverse erbe e vitamine di influenzare il sistema immunitario. Molte di queste ricerche hanno riguardato gli anziani, i bambini, o persone con sistema immunitario compromesso, ad esempio i pazienti sieropositivi. Molte di esse sono viziate da difetti di progettazione, e questo significa che sono necessarie altre ricerche per confermare o smentire i risultati, quindi le scoperte non devono essere considerate universalmente valide e applicabili.

Tra gli integratori su cui si sono concentrate le ricerche vale la pena di ricordare:

  • Aloe vera. Attualmente non ci sono prove che l’aloe vera sia in grado di modulare la risposta immunitaria. Nelle ricerche sono state usate formulazioni e composti diversi, quindi è difficile comparare i risultati. Tuttavia alcune ricerche indicano che l’aloe vera per uso topico è efficace per scottature, ferite o congelamento di lieve entità, e anche per le infiammazioni della pelle, in combinazione con l’idrocortisone. Le ricerche hanno dimostrato che l’aloe vera non è il modo migliore per curare il tessuto del seno in seguito alla radioterapia.
  • Astragalo. L’astragalo, derivato dalla radice della pianta, è commercializzato come stimolante del sistema immunitario, ma le ricerche che dimostrano le sue proprietà immunostimolanti sono di scarsa qualità. L’astragalo, inoltre, può essere pericoloso.
  • Echinacea. Sono stati versati fiumi d’inchiostro sulle presunte proprietà immunostimolanti dell’echinacea, perlopiù riguardanti la sua presunta capacità di prevenire o limitare i raffreddori. La maggior parte degli esperti non consiglia di assumere l’echinacea per molto tempo per prevenire i raffreddori. Un’équipe di medici della Harvard Medical School nota che le ricerche che esaminano le capacità di prevenzione dei raffreddori dell’echinacea non sono ben progettate, e altre affermazioni sull’echinacea non sono ancora state dimostrate. L’echinacea può anche causare effetti collaterali potenzialmente gravi. Chi soffre di allergia all’ambrosia corre un rischio maggiore di reazioni allergiche all’echinacea, e ci sono stati casi di shock anafilattico. Le iniezioni di echinacea, in particolare, hanno causato reazioni gravi. Una ricerca ben progettata da pediatri dell’University of Washington di Seattle ha scoperto che l’echinacea non riesce a diminuire la durata e la gravità dei sintomi del raffreddore in un gruppo di bambini. Anche una ricerca del 2005 su 437 volontari ha scoperto che l’echinacea non modifica l’incidenza dei raffreddori, né la loro progressione né la loro gravità.
  • Aglio. L’aglio potrebbe essere almeno parzialmente in grado di combattere le infezioni. Nei test di laboratorio i ricercatori hanno visto che l’aglio è efficace contro batteri, virus e funghi. L’aglio è un candidato promettente, ma attualmente non ci sono ancora abbastanza studi ben progettati sulla specie umana per capire se dà davvero dei benefici. Una ricerca del 2006 che ha esaminato l’incidenza di alcuni tipi di tumore e il consumo di aglio e cipolla in alcune popolazioni dell’Europa meridionale ha scoperto che esiste un’associazione tra la frequenza di consumo dell’aglio e delle cipolle e un minor rischio di alcuni tipi di tumore frequenti. È troppo presto, tuttavia, per consigliare l’aglio come modo di curare o prevenire le infezioni o di prevenire i tumori.
  • Ginseng. Il funzionamento della radice di ginseng non è chiaro, ma, tra i molti motivi per cui se ne consiglia l’uso, si pensa che possa stimolare la funzionalità immunitaria. Nonostante le indicazioni a favore del ginseng di diverse ricerche, perlopiù su piccola scala, il National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM) sostiene che finora ci sono stati pochi studi di qualità su vasta scala che dimostrino queste affermazioni. L’NCCAM attualmente sta finanziando diverse ricerche per capire meglio il come funziona il ginseng.
  • Radice di liquirizia (Glycirrhiza glabra). La radice di liquirizia è usata nella medicina tradizionale cinese per curare diverse malattie. La maggior parte delle ricerche sulla liquirizia ha esaminato anche altre erbe, quindi non è possibile verificare se gli effetti sono attribuibili alla radice di liquirizia in sé. Tuttavia la liquirizia non andrebbe consumata, per via del rischio di effetti collaterali e perché si sa ancora troppo poco sui suoi eventuali benefici per la stimolazione della funzionalità immunitaria.

Probiotici

Nell’apparato digerente trovano dimora numerose specie diverse di batteri fondamentali per la digestione. Attualmente i ricercatori stanno scoprendo prove sempre più convincenti di una relazione tra i batteri “buoni” e il sistema immunitario.

Ad esempio si sa che alcuni batteri dell’intestino influenzano lo sviluppo di vari aspetti del sistema immunitario, perché ad esempio correggono le carenze e aumentano il numero di alcuni tipi di linfociti T. Non si sa con certezza come avvenga l’interazione tra i batteri e le varie componenti del sistema immunitario.

Man mano che vengono scoperte nuove prove a supporto dell’ipotesi che i batteri intestinali rinforzano il sistema immunitario, si è portati a pensare che assumere più batteri buoni faccia bene alla salute. Almeno, così vorrebbe farci pensare chi commercializza prodotti probiotici.

I probiotici sono batteri buoni, come il Lactobacillus e il Bifidobacterium, per cui esistano provi convincenti di un effetto positivo per l’organismo.

Anche i “prEbiotici”, sostanze nutrienti per i batteri buoni, stanno spuntando come funghi in farmacie, nei supermercati e in erboristeria.

Sfortunatamente non è stato dimostrato nessun collegamento diretto tra l’assunzione di questi prodotti e un miglioramento della funzionalità immunitaria, quantomeno non in modo realmente convincente.

Le ricerche, inoltre, non hanno dimostrato che l’assunzione di probiotici possa reintegrare i batteri buoni che vengono distrutti insieme agli altri durante le terapie antibiotiche. Notiamo infine un altro motivo che dovrebbe indurci alla cautela: la qualità di dei probiotici spesso è diversa da quella indicata sulle etichette. Alcuni prodotti a base di probiotici contengono quel che dicono di contenere, ma altri no, soprattutto in termini di quantità di microrganismi in grado di raggiungere realmente in forma attiva e vitale l’intestino.. In un rapporto del 2006, l’American Academy of Microbiology ha posto dubbi sia sull’efficacia che sulla sicurezza legata all’assunzione dei fermenti lattici.

Assumere i probiotici quindi è inutile?

Forse no, ma dipende dal contesto e dal ceppo somministrazione, ma in generale alcune affermazioni trionfalistiche sui loro poteri curativi appaiono quantomeno sovrastimate. Allo stesso modo non dobbiamo riporre un’eccessiva aspettativa sul consumo di alimenti fermentati e quindi ricchi di microrganismi vivi, penso a crauti, tempeh, kefir, yogurt, … ma è opinione diffusa che un loro consumo regolare, di cui peraltro si trovano prove di un consumo secolare quando non addirittura millenario un po’ in tutte le culture, sia un importante tassello del regime alimentare ideale. In questo senso anche la fibra, consumata attraverso cereali integrali, legumi, frutta e verdura, sembra che debba almeno parte dei suoi effetti positivi sulla salute proprio agli effetti prebiotici esercitati sulla flora batterica intestinale.

E perché allora scegliere integratori quando è possibile optare per un’introduzione molto più naturale mediante l’alimentazione?

E la vitamina C?

È credenza comune che l’assunzione di dosi più o meno alte di vitamina C possa ridurre il rischio di contrarre il raffreddore e/o favorirne la guarigione.

Ad oggi la letteratura scientifica non ha ancora chiarito la questione e presenta lavori con conclusioni non chiare o conflittuali tra loro; l’orientamento attuale è che:

  • possa ridurre la durata del raffreddore,
  • mentre non sia in grado di prevenirne il contagio.

Stress e sistema immunitario

Che sia per motivi economici, per un parente malato o per il lavoro, praticamente ognuno di noi si trova a fare i conti con più o meno stress; la medicina moderna, che un tempo considerava con scetticismo il collegamento tra le emozioni e la salute fisica, ora è molto più incline ad accettare l’idea che lo stress possa causare cambiamenti sia a breve che a lungo termine a corpo e mente. Più comprendiamo come lo stress ci colpisce, più impariamo su come affrontarlo al meglio.

I nostri corpi si sono evoluti milioni di anni fa per essere finemente in sintonia con l’ambiente e, per esempio l’attacco di un predatore, è causa di rilascio immediato nel sangue di grandi quantità di ormoni come l’adrenalina, per aumentare la frequenza cardiaca, focalizzare la nostra attenzione sul pericolo e preparare muscoli e polmoni alla fuga. Per garantire questo risultato vengono sottratte energie a tutti gli apparati ed i processi non necessari in quel preciso istante, quindi ad esempio la digestione, la produzione di urina e, tra i tanti altri, anche il sistema immunitario.

Lo stress è stato, ed è tuttora, fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma la vita moderna ci pone tuttavia di fronte a stimoli diversi, magari meno intensi, ma cronici e il fatto di non avere tempo per recuperare alla fine può essere causa di complicazioni significative.

È per esempio noto da tempo che la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo aumentano nelle persone sottoposte a stress continui e gli studi hanno statisticamente collegato la presenza di stress cronico con problemi cardiovascolari severi come infarto e ictus.

Anche il sistema immunitario è influenzato dallo stress ed è stato dimostrato in diversi contesti, ad esempio

  • ferite che guariscono più lentamente,
  • parenti di persone affetti da malattia di Alzheimer che hanno maggiori probabilità di contrarre influenza e raffreddore oltre che una ridotta risposta anticorpale in caso di vaccinazioni.

Una causa di queste difficoltà potrebbero essere gli elevati livelli circolanti di cortisolo, l’ormone che più di ogni altro è stato associato allo stress.

Si osservano poi effetti indiretti: i soggetti molto stressati si espongono a ulteriori rischi, per esempio sfogano le difficoltà nell’alimentazione sotto forma di cibi dolci e grassi e questi sono causa di diabete di tipo 2 e obesità, oppure tendono a bere e fumare di più.

La ricerca sulla relazione tra lo stress e la risposta immunitaria presenta tuttavia alcune sfide non banali. Da un lato, lo stress è difficile da definire. Ciò che può apparire come situazione stressante a una persona, non lo è per un’altra. Quando i pazienti sono esposti a situazioni che vivono come stressanti, è difficile misurare obiettivamente lo stress provato, e per i ricercatori è difficile sapere se l’impressione soggettiva della quantità di stress è accurata e quindi valida ai fini della ricerca. I ricercatori possono soltanto misurare alcuni indicatori dello stress, ad esempio il numero di battiti cardiaci al minuto, ma questi indicatori possono anche riflettere altri fattori.

Sulle basi di alcuni esperimenti, le ricerche hanno tratto le conclusioni seguenti:

  • Le situazioni stressanti create sperimentalmente ritardano la produzione di anticorpi e sopprimono l’attività dei linfociti T.
  • Lo stress sociale può essere ancora più deleterio di quello fisico.
  • Anche l’isolamento può sopprimere la funzionalità immunitaria

Molti ricercatori riferiscono che le situazioni stressanti possono far diminuire diversi aspetti della risposta immunitaria cellulare. Un’équipe della Ohio State University che ha lavorato a lungo su questi temi suggerisce che lo stress psicologico influisce sul sistema immunitario perché interrompe le comunicazioni tra il sistema nervoso, il sistema endocrino (ormonale), e il sistema immunitario. Questi tre sistemi “parlano” tra di loro usando messaggi chimici naturali e devono lavorare in stretta coordinazione per essere efficaci. L’équipe di ricercatori ipotizza inoltre che lo stress sul lungo periodo e di conseguenza la cascata innaturalmente protratta di ormoni dello stress, in particolare i glucocorticoidi, agisca sul timo, dove vengono prodotti i linfociti, e inibiscono la produzione di citochine e interleuchine, che stimolano e coordinano l’attività dei globuli bianchi. Questa stessa équipe e altre hanno inoltre osservato che:

  • Gli anziani che si prendono cura di parenti affetti dal morbo di Alzheimer presentano livelli superiori alla norma di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, e forse proprio questa è la spiegazione di una ridotta produzione di anticorpi in risposta al vaccino dell’influenza.
  • Alcune misurazioni dell’attività dei linfociti T risultano inferiori nei pazienti depressi rispetto a quelli non depressi, e negli uomini separati o divorziati rispetto a quelli sposati.
  • In una ricerca annuale su persone che si prendono cura dei coniugi affetti dal morbo di Alzheimer, i cambiamenti della funzionalità dei linfociti T sono maggiori nelle persone con meno amici e minor aiuto dall’esterno.
  • Quattro mesi dopo il passaggio dell’uragano Andrew in Florida, le persone residenti nelle zone più colpite presentavano una diminuzione dell’attività in diverse misurazioni del sistema immunitario. Risultati simili sono stati ottenuti da una ricerca compiuta sul personale ospedaliero dopo un terremoto a Los Angeles.

Se prendo freddo rischio di ammalarmi?

Tutte le mamme l’hanno sicuramente detto almeno una volta: “Copriti, altrimenti ti ammali!” Ma hanno ragione?

La maggior parte degli esperti è concorde nell’affermare che la ragione per cui l’inverno è la stagione del raffreddore e dell’influenza non sta nel freddo, ma nel fatto che si trascorre più tempo al chiuso, a stretto contatto con altre persone che possono trasmettere i germi.

Esistono poi ulteriori ipotesi tuttora al vaglio dei ricercatori, si pensa per esempio che il freddo possa ridurre la capacità di affrontare le infezioni e nonostante alcuni esperimenti sull’uomo (in alcuni casi anche piuttosto curiosi) non si è ancora ottenuta una risposta definitiva.

Le ricerche indicano inoltre che l’esposizione al freddo aumenta i livelli di alcune citochine, proteine ed ormoni che fanno da messaggeri nel sistema immunitario, ma non è chiaro il modo in cui questo possa influire sulla salute.

Ad oggi si ritiene quindi che il freddo di per sé non influenzi il funzionamento del sistema immunitario, ma coprirsi bene d’inverno o comunque in caso di esposizione al freddo rimane indispensabile per evitare disturbi come geloni e ipotermia.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Dottore cosa ne pensa dell’uso di anticoncezionali in relazione alle difese immunitarie? È vero che le abbassa? Cosa posso fare eventualmente?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Buonasera, la pillola anticoncezionale ha sicuramente un ruolo nel modificare la mucosa genitale, creando un microambiente a volte favorevole alle infezioni, ma non sono effetti comuni, se però si è predisposti e si verificano questi episodi, bisogna valutare la situazione col ginecologo. Invece le difese immunitarie vere e proprie non sono intaccate dall’assuzione della pillola. Saluti.

  2. buona sera dottore ho 61 anni circa un mese e mezzo fa ho avuto diarrea con strizzoni , che non riuscivo ad eliminare pur facendo orobicin e poi normix 2 + 2 al di’ per 6 giorni niente premetto che soffro di colon irritabile e ansia. cosi che ho fatto ricerca su feci per candida intestinale risultando positiva la gastenterologa mi ha curato con diflucan e dieta senza lieviti e zuccheri ora il mio intestino è tornato alla normalità continuo con la dieta cicli di fermenti .vorrei sapere siccome ho le difese immunitarie basse cosa posso fare siccome il 18 luglio mi devo operare di protesi parziale del ginocchio per essere in buona salute per questo intervento perché’ ho paura che avendo le difese basse con antibiotici e altri medicinali che mi daranno sia prima che dopo l ‘intervento possa causare qualcosa infettiva o altro potrei prendere qualcosa di fitoterapia tipo immunomix o altro oppure non servono a niente grazie per la sua disponibilità. attendo sua risposta di nuovo grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Migliori lo stile di vita, è la pratica più efficace per aumentare le difese.

  3. Buonasera! Io vorrei ringraziarlo! Magari tutti i dottori avrebbero un po di tempo per poter spiegare, aiutare , informare su diverse malattie, dare diversi consigli! Invece lei lo fa! In più gli vorrei dire un altra cosa: per me personalmente un farmacista a volte è molto più informato di un dottore perché viene aggiornato su tutte le nuove medicine , deve sapere indicazioni , controindicazioni , , quando come si amministra , quindi,,,,,, vale più di un dottore!!!!”oggi giorno al dottore ,,,devi avere soldi e devi curarti da solo, perché ormai la medicina è diventato un bisness!! Parlo così, perché sono affettata di una malattia poco conosciuta, richiede tanti soldi per accertamenti e poca attenzione da parte dei dottori! L’ importante è che in 2016 andiamo avanti con la tecnologia e la medicina la lasciamo indietro!!! Povero mondo!! Buona serata e grazie per l’ attenzione

    1. Dr. Roberto Gindro

      Grazie di cuore per le sue parole.

  4. Dottore buonasera volevo sapere se avendo il ferro e l emoglobina bassa (ferritina 1,5 emoglobina 8.4) e possibile che io mi ammalo piu spesso

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      No, a meno che non ci siano alterazioni degli indici immunitari.

  5. Salve
    Sono una ragazza di venticinque anni da 5anni a questa parte mi viene l influenza 3 volte all anno
    (Anni fa avevo l emoglobina bassa così prendo acido folico sempre) come posso prevenire, mi consiglia farmaci,integratori ,aloe o vacino
    Grazie

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, il consiglio è quello di mantenere una alimentazione sana e completa in modo tale da dare all’organismo tutti i nutrienti necessari per far funzionare bene il sistema immune. Se poi è predisposta a frequenti episodi influenzali , è consigliabile fare il vaccino.Saluti

  6. Scusate ma ho letto tutti gli interventi del Dottore (farmacista) e le relative domande dei pazienti. Innanzi tutto tengo a raccontarvi una mia esperienza personale, e cioè che sono un’allergica: sulfamidici e allergie varie, come le polveri in generale, e non solo, a seguire, da poco mi è venuta la rinite cronica…che però non ho curato da subito e me la sto trascinando dietro da un anno!…fra spray nasali e, antistaminici di sorta che, sono serviti a poco, poiché ancora non ho risolto il problema. Nonostante i miei piccoli problemi di salute, la casualità della sorte ha voluto che io superassi i test alla facoltà di medicina, così ora sono una studentessa prossima a diventare un medico…(spero in buona salute). L’unica cosa che posso dire ai signori sopra che, le allergie ai medicinali come gli antibiotici sono curabilissimi, l’importante è fare prima delle analisi allergologiche specifiche, e capire i componenti che sono all’interno di questi antibiotici che, possono dare fastidio o creare reazione allergica (ad esempio molte persone non sopportano la penicillina, oppure i derivati come le ampicillina, gli antibiotici di solito ne sono carichi). Per quanto riguarda le cure immunitarie, prescritte dagli immunologi, è bene seguirle senza problemi e, stati d’ansia sbagliati, solo perché all’interno del medicinale, nel foglietto delle spiegazioni, c’è scritto che fa potrebbe far venire uno shock anafilattico!…su via, non siamo così esagerati…lo shock anafilattico è una crisi respiratoria molto grave e va associata generalmente a componenti che sono mischiati all’interno dei medicinali. Se non si hanno mai avuti problemi seri di salute con valori del sangue sballati ecc… non fatevi prendere dal panico! capisco la preoccupazione, ma bisogna parlare innanzi tutto apertamente con il medico specialistico, e chiederli nei particolari le eventuali reazioni a questi farmaci prima di assumerli e poi, farsi fare degli esami del sangue specifici, per capire se si è allergici a questi componenti. Le reazioni allergiche (solo alcune) le più gravi avvengono subito, altre impiegano 24-48 ore dall’assunzione di un farmaco o il contatto con l’agente che lo provoca. Forza e coraggio!…bisogna avere più stima di se stessi e non pensare solo all’ansia, ma semplicemente a voler guarire (perché si cura anche l’ansia) da qualsiasi tipo di problema di salute, ovviamente con l’obiettivo di stare in futuro meglio. Ok? Buona serata a tutti

  7. Buonasera dott. sono affetto da alcune patologie, e il medico mi ha prescritto farmaci per alcune di queste, tranne per la depressione (disturbo bipolare ) in sostanza assumo 13 compresse al giorno da circa 3 mesi, prima curavo l’ipertensione e il disturbo bipolare, ultimamente ho dopo un ecografia all’addome
    colecisti piena di calcoli e prostata ingrossata, ho letto il bugiardo di tutti i farmaci che assumo e sono pieni di contro indicazioni e sinceramente ho timore che tutti questi farmaci mi avvelenano l’organismo, anche perché’ le transaminasi sono un po’ alte (hcv) mi può’ dare un consiglio, magari curandomi con altri metodi, tipo integratori ho altri. la ringrazio

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, mi fiderei del medico, se ha coesistenza di diverse patologie vanno curate, e spesso i rimedi naturali o blandi non sono efficaci nei quadri conclamati. Si valuta sempre rischio/beneficio, e gli effetti collaterali sono solitamente molto minori rispetto ai benefici delle terapie prescritte. Saluti.

  8. Salve, ho partorito nel 2015 e mi è stata riscontrata la sindrome di Hellp (fegato , rene (essendo monorenale per incidente) e al sangue). Passato un anno ho rifatto tutti i controlli e ho scoperto di avere il papilloma , ho avuto un problema alle unghie riscontrata la candida famata ed oggi ritiro l urinocultura ed è presente la klebsiella pneumoniae . Ho avuto la febbre alta anche in quest anno . Finora non avevo mai avuto nulla di tutto cio. Forse è il caso di fare una accurata visita al mio sistema immunitario? Forse c’è qualcosa che non va e che il mio dott / ginecologo non prendono sul serio

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, intende il papilloma virus genitale? sia questo che la klebsiella però non ci fanno pensare per forza a un deficit immunitario, dove solitamente si hanno infezioni ricorrenti e da patogeni solitamente poco comuni.

    2. Si quel tipo di papilloma, ceppo E18. C’è quindi secondo lei qualche altro fattore che bisognerebbe prendere in esame? Nello specifico cosa dovrei fare?
      La ringrazio cmq della disponibilità

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Valutare col ginecologo, ma se l’ha già fatto e non ha mostrato preoccupazioni mi fiderei.

  9. Qual è il miglior integratore per aumentare le difese? Lo prenderei in autunno per prepararmi all’inverno.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Uno stile di vita sano, fatto di rinuncia a fumo e alcolici, abbondante consumo di frutta e soprattutto verdura e una ragionevole attività fisica.

      Onestamente non credo molto agli immunostimolanti e in letteratura non si trova traccia di molecole realmente efficaci.

  10. Non sono d’accordo, è 4 anni che prendo vitamina C tutti i giorni e il numero di episodi di raffreddore è molto diminuito.

    1. Dr. Roberto Gindro

      La ringrazio per la sua testimonianza e per la sua opinione, per cui nutro assoluto rispetto; da un punto di vista scientifico in realtà il singolo paziente non rappresenta una prova, perché non sappiamo né possiamo stimare quanti episodi di raffreddore avrebbe avuto se non l’avesse assunta, quindi non possiamo dire se e come siano cambiate le sue difese immunitarie.