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Introduzione

L’influenza è un’infezione contagiosa del naso, della gola e dei polmoni causata dai virus influenzali.

I sintomi dell’infezione, che hanno insorgenza improvvisa e sono più severi rispetto a quelli del raffreddore, possono includere:

  • dolori muscolari,
  • brividi,
  • tosse,
  • febbre,
  • mal di testa,
  • gola infiammata.

Milioni di persone in Italia contraggono l’influenza ogni anno e, se la maggior parte migliora entro una settimana o due, una percentuale inferiore richiede il ricovero in ospedale e purtroppo in alcuni pazienti a rischio si verificano anche complicazioni fatali.

La strategia di prevenzione più efficace è rappresentata dal vaccino, ma anche un frequente lavaggio delle mani è di grande aiuto nella riduzione della diffusione dell’influenza stagionale.

Fotografia di una famiglia a letto con l'influenza (papà, mamma, due figlie piccole)

iStock.com/ElenaNichizhenova

Il freddo è causa di influenza e raffreddore?

Questa domanda è stata posta probabilmente quando, per la prima volta, l’influenza ha fatto ammalare qualcuno. Dopo tutto la stagione del raffreddore e dell’influenza è quella fredda, così possiamo affermare che esiste sicuramente una relazione certa, corretto?

No, non sempre.

Quante volte tua mamma o tua nonna ti hanno detto di non uscire perché potevi buscarti un raffreddore o un’influenza… in realtà non è proprio così.

La verità è che entrambe le infezioni sono provocate da virus e ci si ammala più spesso in inverno semplicemente perché si è più esposti agli attacchi esterni rispetto alle altre stagioni. Quando fuori fa freddo le persone invece se ne stanno in casa e questo è il luogo dove ci sono e si diffondono più facilmente i microrganismi patogeni.

Anche a scuola i bambini sono vicini gli uni agli altri tutto il giorno e, con così tante persone in ambienti chiusi, il rischio di contagio è molto più elevato quando fuori fa freddo rispetto a quando fa caldo e c’è la possibilità di stare più tempo all’aperto.

I virus si diffondono poi più facilmente con l’aria secca: quando fuori fa freddo l’aria è più secca sia all’esterno che all’interno (dove si tiene il riscaldamento acceso) e questa condizione potrebbe aiutare batteri e virus a passare da un paziente all’altro.

In ultimo, ma non per importanza, il freddo è in grado di abbassare le difese immunitarie, rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni esterne, per esempio aumentando la vasocostrizione a livello nasale (al fine di trattenere il calore) e riducendo così l’attività dei globuli bianchi.

Quindi non è la stagione fredda di per sé a provocare il raffreddore, ne favorisce solo la possibilità di contagio.

Nelle aree tropicali la stagione dei raffreddori e dell’influenza generalmente è quella delle piogge ma, anche in questo caso, le malattie non sono provocate dalla pioggia in sé; sono solo più frequenti perché le persone vivono in un contatto più stretto rispetto alla stagione secca.

L’aspetto importante è che, durante le stagioni di raffreddore e influenza, è necessario  proteggersi contro questi attacchi quando siamo accanto ad altre persone; i virus vengono trasmessi attraverso il contatto con altre persone, così è per esempio buona norma assicurarsi di lavarsi spesso le mani.

Sono invece gli sbalzi di temperatura a favorire la penetrazione del virus; una variazione sensibile delle temperature ambientali è infatti in grado d’interferire con il rinnovo del muco presente naturalmente nel tratto respiratorio.

Sintomi

Il tempo d’incubazione tipico dell’influenza è considerato pari a 1-4 giorni (mediamente 2 giorni). Alcuni lavori di buona qualità e relativi all’influenza A riportano che il virus poteva in alcuni pazienti essere isolato anche 8 giorni prima della comparsa dei sintomi e fino 21 giorni dopo.

L’influenza di solito inizia bruscamente, con una febbre tra i 38 ed i 42 C°, con i bambini che manifestano in genere valori superiori.

Altri sintomi comuni includono

Alcuni pazienti manifestano anche vertigini e, soprattutto i bambini, diarrea.

La febbre alta di solito dura per un giorno o due, ma non è raro rilevare anche 5-7 giorni di alterazione della temperatura corporea.

Da 2 a 4 giorni dopo la comparsa della malattia tutti i sintomi cominciano ad alleviarsi e quelli respiratori iniziano a prendere il sopravvento. Il virus dell’influenza può attaccare qualsiasi parte del tratto respiratorio, manifestandosi come

Il più comune dei sintomi respiratori è di solito rappresentato da una tosse secca e fastidiosa. La maggior parte delle persone sviluppa anche mal di gola e mal di testa, ma anche scolo nasale (naso chiuso e che cola) e starnuti sono comuni.

Questi sintomi, tosse a parte, di solito scompaiono entro 4 – 7 giorni. A volte è possibile che compaia nuovamente febbre, mentre tosse e stanchezza di solito durano almeno ancora una settimana dopo la scomparsa degli altri sintomi.

Spesso raffreddore e influenza vengono confusi tra loro perché condividono alcuni sintomi e si verificano in genere durante lo stesso periodo. Le due malattie sono tuttavia molto diverse: la maggior parte delle persone ha o può avere il raffreddore più volte ogni anno, mentre l’influenza solo una volta ogni molti anni.

Popolarmente si usa il termine “influenza intestinale” per descrivere una malattia virale in cui il vomito o diarrea sono i principali sintomi; ciò non è però esatto, perché i sintomi allo stomaco non sono causati dal virus. Le infezioni influenzali sono in primo luogo infezioni respiratorie.

Riassumendo, i sintomi dell’influenza possono essere:

Durata

Nella maggior parte degli individui sani, l’influenza scompare entro 7-10 giorni.

Trasmissione

Il modo più comune per prendere l’influenza è respirare goccioline provenienti dalla tosse o dagli starnuti si soggetti infetti. Più raramente si diffonde in modo indiretto, toccando una superficie, come ad esempio la manopola del rubinetto o il telefono cellulare, contenenti il virus, che può facilmente e involontariamente essere portato dalla mano a contatto con una mucosa (bocca, naso, occhi).

I soggetti infetti sono più contagiosi nei primi 3-4 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, ma di fatto possono essere in grado di infettare altri soggetti già a partire da 1 giorno prima dello sviluppo dei sintomi e fino a 5-7 giorni dopo la risoluzione della malattia. I bambini e i pazienti con sistema immunitario indebolito possono rimanere contagiosi anche più a lungo.

Di fatto è quindi importante ricordare che si può essere contagiosi già prima di manifestarne i sintomi e questo rende conto della facilità di diffusione nel periodo epidemico.

Poiché l’influenza si diffonde attraverso l’aria ed è molto contagiosa, spesso colpisce nelle comunità (scuole, ospedali, …). Questo crea assenze di scuola e dal lavoro a grappolo.

Pericoli

Chiunque a qualsiasi età può andare incontro a gravi complicanze dovute ad influenza, ma le categorie maggiormente a rischio includono:

  • pazienti con più di 50 anni,
  • bambini tra i 6 mesi e 2 anni,
  • donne con più di 3 mesi di gravidanza durante la stagione influenzale,
  • chiunque viva in una struttura d’assistenza a lungo termine,
  • chiunque abbia malattie croniche al cuore, polmoni, reni o condizioni quali il diabete, o il sistema immunitario indebolito.

Le possibili complicazioni, in particolare per coloro che sono ad alto rischio, comprendono:

Diagnosi

La valutazione di un individuo con sintomi influenzali dovrebbe includere un approfondito esame fisico e, nei casi in cui si sospetti la polmonite, una radiografia del torace.

Esami del sangue supplementari si rendono saltuariamente necessari, possono includere un emocromo, coltura ematica, e analisi della saliva.

Il metodo più comune per la diagnosi di influenza è un test di rilevamento antigene, effettuato con un tampone su naso e della gola e poi inviando il campione in laboratorio.

I risultati di questi test possono essere disponibili rapidamente, e possono aiutare a decidere se sia necessario un trattamento specifico. Quando tuttavia l’influenza sia molto diffusa nella comunità, la diagnosi può essere spesso fatta semplicemente identificando i sintomi senza ulteriori prove.

Cura e terapia

Se avete contratto la malattia in forma lieve e non appartenente alle categorie ad alto rischio, i principali consigli sono:

  1. Riposare.
  2. Prendere farmaci che allevino i sintomi e aiutino a riposare.
  3. Bere abbondante di liquidi.
  4. Evitare l’aspirina al di sotto dei 16 anni.
  5. Evitare l’alcool e il tabacco
  6. Evitare gli antibiotici (da usare solo se necessari per un’altra malattia)

Se l’influenza è diagnosticata entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, specialmente se siete ad alto rischio di complicazioni, i farmaci antivirali possono aiutare ad abbreviare la durata dei sintomi di circa un giorno.

Lo U.S. Centers for Disease Control and Prevention, così come i principali organismi sanitari europei, consiglia di utilizzare oseltamivir (Tamiflu) o zanamivir (Relenza), che sono attivi contro l’influenza A e B per i pazienti che devono essere trattati. Questi farmaci attaccano diversi virus. Ciascuno di questi farmaci ha diverse vie di somministrazione e diversi effetti collaterali, ma è doveroso sottolineare che negli ultimi anni sono emersi seri dubbi sulla reale efficacia di questi farmaci.

Il trattamento non è solitamente necessario per i bambini ma, se la malattia è diagnosticata precocemente e il paziente è a rischio di sviluppare complicazioni, può essere avviato comunque. Oseltamivir (Tamiflu) è la scelta migliore per i bambini dai 12 anni in su. Zanamivir (Relenza) non è approvato dalla FDA americana per i bambini al di sotto dei 7 anni d’età.

Il trattamento è efficace solo se iniziato precocemente e solo se la malattia è davvero influenza, non avrà alcun beneficio nel trattamento di raffreddori o altre sindromi virali.

Alimentazione

La cosa migliore da fare quando hai la febbre o un raffreddore è di assumere continuamente liquidi. Se non hai fame, non preoccuparti di mangiare lo stesso, bevendo abbastanza acqua puoi tranquillamente evitare di mangiare finché non ti senti di farlo.

Quindi ricordati di:

  1. Bere più del solito.
  2. Bere acqua o bevande sportive, ricche di sali minerali.
  3. Non bere bevande che contengono caffeina come tè, caffè o cola perché aumentano il rischio di disidratazione.
  4. Non bere alcool, ti disidraterà e interferirà con gli antipiretici che ti ha prescritto il medico.
  5. Se ti senti di mangiare un po’, fallo tranquillamente, ma senza abbuffarti.

Prevenzione

Vaccino per influenza

Vaccino per influenza (http://www.flickr.com/photos/alvi2047/3483848619/sizes/s/)

Il vaccino è la più sicura forma di prevenzione da attuare, specialmente per gli individui a rischio.

Non sono stati identificati studi inerenti all’esclusione dei casi. Tuttavia, la chiusura della scuola o della classe possono essere efficaci nel controllo di focolai di influenza stagionale, dipendentemente dalla tempistica della misura adottata e dalla valutazione dell’efficacia.

Si consiglia inoltre di:

  1. Evitare il contatto ravvicinato con i malati.
  2. Se possibile evitare il contatto con altre persone in caso di contagio.
  3. Coprirsi naso e bocca quando si tossice/starnutisce, così da ridurre il rischio di contagio per chi sta accanto.
  4. Lavarsi spesso le mani aiuta a proteggersi dai virus, anche influenzali.
  5. I germi in molti casi si diffondo perché si tocca qualcosa di contaminato e subito dopo gli occhi, il naso o la bocca.
  6. Pulire e disinfettare le superfici con cui si entra spesso in contatto in casa, sul posto di lavoro e a scuola, in particolare se c’è qualcuno malato.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Come sarà la prossima influenza?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Benché si possa provare a fare ipotesi sull’andamento della successiva stagione influenzale in base alla tipologia di virus attesa, le previsioni non consentono di di fornire realmente affidabili su diffusione e sintomi.