Introduzione
Il morbillo è un’infezione respiratoria altamente contagiosa causata da un virus, il cui sintomo caratteristico è un rash cutaneo che inizia dalla testa e si diffonde poi in tutto il corpo; è spesso accompagnato da sintomi simil-influenzali, tra cui
- febbre,
- tosse,
- naso che cola,
- senso di malessere,
- congiuntivite.
Le complicanze del morbillo si verificano più comunemente nei bambini piccoli, nelle donne in gravidanza e nei bambini malnutriti o immunocompromessi; possono interessare la maggior parte dei sistemi e degli organi, con la polmonite che rappresenta la causa della maggior parte dei casi fatali di infezione, a causa di infezione da parte del virus stesso o per sovrainfezione batterica.
Poiché il morbillo è causato da un virus, non esiste alcun trattamento medico specifico e l’infezione deve fare il suo corso, ma essendo collegato a potenziali complicazioni anche molto serie è consigliabile ricorrere alla vaccinazione per prevenire il contagio fin da bambini; con l’approvazione del decreto Lorenzin il vaccino fa infatti ora parte di quelli obbligatori e verrà somministrato insieme a quelli per parotite, rosolia e varicella.
Proprio grazie alla diffusione della vaccinazione la malattia era stata pressoché eradicata dal suolo italiano, purtroppo a causa del calo della percentuale dei bambini vaccinati al di sotto della soglia critica del 95%, indicata come obiettivo minimo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infezione sta prepotentemente tornando a diffondersi creando rischi non indifferenti. Anche a livello europeo e mondiale l’infezione è prepotentemente alla ribalta, interessando soprattutto popolazioni non vaccinate (sia adulti che bambini); grandi epidemie con decessi sono in corso in Paesi che avevano precedentemente eliminato o interrotto la diffusione endemica.
Il morbillo è la malattia infettiva più facilmente trasmissibile negli esseri umani e rimane una delle principali cause di morte nei bambini in tutto il mondo; l’OMS stima che nel 2015 ci siano state più di 130000 morti nel mondo connesse al morbillo, 15 ogni ora; grazie alla diffusione della vaccinazione si era verificato un crollo delle morti, che nel 2000 erano circa l’80% in più. Si ritiene che grazie al vaccino si siano salvati in questi 15 anni più di 20 milioni di bambini ed è per questo che è importante non abbassare la guardia proprio ora. Circa 90000 persone sono invece morte nel 2016, per lo più bambini di età inferiore ai 5 anni, nonostante la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace.
Una volta contratta e superata la malattia se ne diventa immuni, non è quindi di norma possibile ripetere per una seconda volta la malattia.

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Cause, trasmissione e contagio
Il morbillo è una malattia altamente contagiosa causata dal virus Paramyxovirus, che viene trasmesso attraverso tosse e starnuti di un soggetto infetto.
Il virus è in grado di sopravvivere fino a due ore e più nell’ambiente, rendendo così possibile anche un contagio indiretto (per esempio toccando superfici infette con le mani e portando poi queste a contatto con mucose, tipicamente bocca, naso oppure occhi).
Non sono conosciuti intervalli certi del periodo di contagiosità o della durata della dispersione, tuttavia ci sono dati sull’isolamento del virus nelle secrezioni respiratorie da 3-4 giorni prima dell’insorgenza della febbre fino a 10 giorni dopo; in altre parole il soggetto affetto da morbillo diventa contagioso già a partire da 4 giorni prima della comparsa dei sintomi.
Possiede un indice di contagiosità pari al 97-98%, ossia quasi tutti i soggetti non immuni che vengono a contatto il paziente vengono contagiati a loro volta.
Si tratta di un virus esclusivamente umano, non è quindi possibile né contagiare né essere contagiati da animali.
Sintomi
Il periodo di incubazione riportato in letteratura è compreso in un intervallo di 9-20 giorni, con un valore mediano di circa 13 giorni.
I sintomi caratteristici del morbillo sono:
- febbre alta (fino a 40° e oltre),
- tosse,
- naso che cola,
- starnuti,
- occhi che lacrimano e/o congiuntivite,
- palpebre gonfie e infiammate,
- sensibilità alla luce (fotofobia),
- macchie bianche in bocca,
- dolore diffuso,
- perdita di appetito,
- stanchezza,
- irritabilità,
- eruzione cutanea (che compare 2-3 giorni dopo i precedenti sintomi).
I primi sintomi sono quindi simil-influenzali e non, come spesso si pensa, il tipico rash cutaneo, rash che è caratterizzato da un’eruzione di colore rosso o marrone-rossastro con aspetto a macchia, che compare inizialmente sulla fronte per poi propagarsi verso il basso sul viso, collo (secondo giorno) ed infine sul tutto il corpo, fino a braccia ed i piedi (terzo giorno). Raramente è accompagnato da prurito.
I puntini tendono poi a unirsi fra loro prima di sfumare gradualmente dopo qualche giorno, insieme alla scomparsa della febbre.
Si raggiunge il picco di malessere attorno al primo-secondo giorno dopo la comparsa dell’eruzione.
Una caratteristica indicativa di morbillo sono le macchie di Koplik, piccole macchie rosse con centro blu-bianco che compaiono all’interno della bocca 1-2 giorni prima dell’esantema.
La malattia dura in genere dai 7 ai 10 giorni.
Pericoli
Il morbillo in alcuni casi può diventare causa di gravi complicazioni, qualsiasi sia l’età del soggetto colpito, ma sono esposti a un maggior rischio:
- bimbi con meno di un anno,
- bambini malnutriti,
- soggetti con sistema immunitario indebolito,
- adolescenti e adulti.
Le complicanze più comuni sono:
- infezioni dell’orecchio (1 bambino su 10), che nei casi più gravi possono portare a sordità permanente,
- diarrea, che colpisce poco meno di un bambino su 10 (con il rischio di disidratazione nei bimbi più piccoli).
I pericoli maggiori sono fortunatamente più rari, ma particolarmente temibili:
- un caso su 20 sviluppa in genere polmonite, la causa più comune di morte a causa del morbillo,
- un caso su 1000 sviluppa encefalite (gonfiore e infiammazione del cervello) che può causare convulsioni e disabilità intellettiva permanente.
Sono infine possibili gravi complicazioni
- della vista (che possono portare a cecità),
- cardiache
- ed epatiche.
La mortalità legata al morbillo è stimata in circa 1-2 casi su 1000 (fonte CDC), mentre altre fonti risultano più caute ipotizzando 1 morte ogni 5000 casi.
Esiste infine il rischio di sviluppare panencefalite subacuta sclerosante (PESS), una malattia degenerativa cronica del sistema nervoso centrale che può manifestarsi a distanza di molti anni dal morbillo (1 caso ogni 10.000).
Nel caso di donne in gravidanza che contraggono l’infezione esiste la possibilità di andare incontro ad aborto, parto pretermine e neonato con basso peso alla nascita.
Quanto contattare il medico
È consigliabile contattare il medico non appena sorga il dubbio di morbillo, che tuttavia è poco probabile che si manifesti nei soggetti vaccinati; si raccomanda che il primo contatto avvenga telefonicamente, per evitare di esporre al rischio di contagio eventuali altri pazienti e parenti presenti in studio.
Nel caso di soggetto a cui è stato diagnosticato il morbillo si raccomanda di contattare il 118 in caso di:
- mancanza di fiato,
- dolore al petto che peggiora con la respirazione,
- tosse con sangue,
- sonnolenza,
- confusione,
- convulsioni.
Cura e terapia
Non esiste alcun trattamento medico specifico per il morbillo, per cui in genere l’approccio si limita alla gestione dei sintomi attraverso:
- riposo,
- abbondante idratazione,
- farmaci sintomatici.
Febbre e dolore vengono in genere trattati con paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan) o ibuprofene, mentre va evitata l’aspirina al di sotto dei 16 anni per il rischio di sviluppo della sindrome di Reye.
I bambini con il morbillo devono essere attentamente e costantemente seguiti, a causa della possibilità di sviluppo delle gravi complicazioni descritte in precedenza (otite media, laringite, diarrea, polmonite, encefalite, …), che possono richiedere l’ospedalizzazione e/o l’uso di antibiotici.
Nei Paesi in via di sviluppo la vitamina A è utilizzata per ridurre le complicanze e le morti associate con le infezioni da morbillo, mentre nei Paesi occidentali può essere presa in considerazione per ridurre il rischio di cecità.
Vaccino e prevenzione
I neonati sono generalmente protetti dal morbillo per 6 mesi dopo la nascita, perché l’immunità viene loro trasmessa dalle madri, se vaccinate o se immunizzate dalla malattia quando contratta in passato.
A parte evitare contatti con pazienti affetti dall’infezione, lo strumento di elezione per la prevenzione è il vaccino: la vaccinazione contro il morbillo, effettuata con due dosi, ha un’efficacia del 98 – 99 % e l’immunità dura tutta la vita.
Con l’introduzione del vaccino nella lista di quelli obbligatori (giugno 2017), il vaccino per il morbillo è parte della vaccinazione morbillo-parotite–rosolia (MMR) o della vaccinazione morbillo-parotite-rosolia-varicella (MMRV) e viene somministrato dai 13 ai 15 mesi di età e di nuovo dai 4 ai 6 anni di età (la seconda dose è ritenuta indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento di un’immunizzazione ottimale); di fatto quindi i bambini non ancora sottoposti alla prima dose di vaccino potrebbero essere suscettibili di contagio, problema che potrebbe diventare molto grave a causa della recente recrudescenza della malattia a causa della diminuzione di adesioni alla vaccinazione.
A causa di questo rischio in speciali circostanze può essere somministrata una prima dose a partire dai sei mesi di età, per esempio quando il bimbo sia venuto a contatto con un paziente affetto dall’infezione.
Il vaccino è efficace anche post-esposizione, a patto che venga somministrato entro 72 ore dal contatto.
Le reazioni avverse importanti sono molto rare; molti bimbi manifestano una leggera febbre e dolore nel sito di iniezione, ma reazioni potenzialmente letali si verificano in meno di un caso per milione di vaccinazioni (<0,0001%), ossia in numero sensibilmente inferiore al rischio di morte a causa di complicazioni per l’infezione (0,02% nella migliore delle ipotesi).
Come con tutti i programmi di immunizzazione vi sono importanti eccezioni e circostanze particolari da considerare. Il vaccino contro il morbillo non deve essere somministrato
- alle donne in gravidanza,
- ai bambini con
- tubercolosi,
- leucemia,
- altri tumori non curati,
- soggetti il cui sistema immunitario è compromesso per qualsiasi motivo.
Il vaccino infine non dovrebbe essere somministrato ai bambini con una storia di grave reazione allergica alla gelatina o all’antibiotico neomicina, in quanto sono a rischio di gravi reazioni al vaccino.
Un articolo di Lancet, ampiamente screditato e ritirato nel 1998, ha innescato un vortice di grave disinformazione, suggerendo un legame tra il vaccino MMR e l’autismo, che ha portato a un calo dei tassi di vaccinazione; molti studi successivi hanno inconfutabilmente chiarito l’assenza di legami causali tra condizione e vaccinazione.
Riammissione a scuola
La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 5 giorni dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Come si manifesta il morbillo?
I sintomi iniziali del morbillo si sviluppano circa 10 giorni dopo l’infezione e possono includere: sintomi simili al raffreddore (naso che cola, starnuti e tosse), occhi rossi e dolenti che possono essere sensibili alla luce, febbre anche elevata, piccole macchie bianco-grigiastre in bocca.
Pochi giorni dopo fa seguito la caratteristica eruzione cutanea, tipicamente dalla testa a scendere verso il resto del corpo.
Quanto dura?
A meno di complicazioni in genere l’infezione dura 7-10 giorni.
Come si trasmette?
Il virus del morbillo è particolarmente contagioso e diffuso attraverso minuscole goccioline emesse da naso e bocca quando il paziente tossisce o starnutisce; si viene contagiati respirando queste goccioline o toccando una superficie su cui si siano precedentemente depositate e portando quindi le mani a contatto con una mucosa (come bocca o naso).
Si è contagiosi dall’esordio dei sintomi fino a circa 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.
Come si cura?
Non esiste trattamento specifico, ma la malattia generalmente migliora entro 7-10 giorni; è importante il riposo e, se necessario, è possibile somministrare farmaci sintomatici per dare sollievo ai sintomi.