Introduzione
La parotite, il termine medico scientifico che identifica i cosiddetti orecchioni, è una malattia causata da un virus che si diffonde attraverso la saliva e i cui sintomi tipici sono
Solo in una seconda fase compare il sintomo più caratteristico, ossia il gonfiore delle ghiandole salivari sotto le orecchie, che può manifestarsi su uno o entrambi i lati del viso.
I sintomi passano in genere dopo un decorso che va dai 7 ai 10 giorni e complicazioni gravi sono fortunatamente rare.
Una volta superata la malattia si acquisisce l’immunizzazione che mette al riparo l’organismo da nuovi contagi da parte dello stesso virus, anche se altre infezioni possono tuttavia causare gonfiore alle ghiandole salivari, ed è questo il motivo per cui diversi genitori pensano erroneamente che il proprio bambino abbia avuto gli orecchioni più di una volta.
Non esiste un trattamento specifico, mentre è talvolta necessario trattare i singoli sintomi o le eventuali complicazioni.
Da diversi anni è disponibile un efficace vaccino (obbligatorio) che copre da morbillo, parotite, rosolia e grazie a questo si tratta di un’infezione ormai rara in Italia.
Cause
Il microrganismo responsabile della parotite è il virus parotitico, un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae; il virus è in grado di farsi strada dal tratto respiratorio (dove avviene l’infezione) fino alle ghiandole parotidi, in cui inizia a riprodursi freneticamente causando così il caratteristico gonfiore.
Talvolta è in grado di raggiungere anche il liquido cerebrospinale, il fluido che circonda e protegge il sistema nervoso centrale; in questi casi può riuscire a diffondersi nell’intero organismo, raggiungendo
- cervello,
- pancreas,
- testicoli
- e ovaie.
Contagio e trasmissione
Il virus responsabile degli orecchioni si può trasmettere quando:
- un soggetto infetto tossisce, starnutisce, parla, … rilasciando minuscole goccioline di saliva in cui è presente il virus e che possono essere respirate da un’altra persona;
- un soggetto infetto tocca il proprio naso o la bocca, raccogliendo così una carica virale sufficiente, per poi diffonderla attraverso le mani su oggetti di qualsiasi tipo (maniglie, tavoli, superfici di lavoro, …); chi “raccoglie” il virus e porta a sua volta le mani a contatto con una mucosa (naso, bocca, occhi, …) può venirne contagiato;
- vengono condivisi posate, bicchieri, piatti, …
I soggetti colpiti da parotite sono contagiosi da qualche giorno prima della comparsa del gonfiore fino a qualche giorno dopo, il virus è stato infatti isolato nei tamponi faringei da 2 giorni prima fino a diversi giorni dopo l’inizio della parotite.
Nei soggetti con interessamento delle ghiandole salivari, il virus è stato isolato nella saliva 2-6 giorni prima dell’inizio dei sintomi e fino a 4 giorni dopo.
Il virus responsabile degli orecchioni può diffondersi anche da persone che sono infette pur non presentandone i sintomi.
Il rientro in comunità (scuola, lavoro, …) è consigliabile che avvenga indicativamente 9-10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi.
Sintomi
I sintomi degli orecchioni compaiono da 14 a 25 giorni dopo il contagio (tempo d’incubazione), mediamente dopo circa 17 giorni.
Nei giorni che precedono la comparsa del gonfiore è possibile manifestare i sintomi della fase prodromica, che comprendono:
- febbre in genere non elevatissima che dura 3-4 giorni,
- dolori muscolari,
- mancanza di appetito,
- sensazione di malessere e mal di testa.
Il sintomo chiave è tuttavia la comparsa di gonfiore di una o di entrambe le ghiandole parotidi, le ghiandole che si occupano della produzione di saliva e che si trovano indicativamente da orecchio e mascella. Può essere accompagnato anche dolore, che peggiora quando il paziente mangia, parla, mastica, beve bevande o succhi di frutta acidi (come il succo d’arancia).
Inizialmente il gonfiore è visibile sotto l’orecchio, ma si estende rapidamente verso il basso e in avanti nell’arco di 1-3 giorni. In alcuni casi il gonfiore delle due ghiandole compare in tempi diversi e in circa un paziente su 4 viene colpito un unico lato.
Raramente vengono colpite anche le restanti ghiandole salivari (sotto la lingua).
Nella migliore delle ipotesi la malattia dura due giorni, ma molto più spesso la durata è superiore (fino a 10 giorni); in alcuni casi è possibile che compaia esclusivamente con sintomi aspecifici e si stima che nel 30% dei casi si contragga senza poi sviluppare alcun sintomo.
L’infezione da parotite è spesso confusa con il gonfiore dei linfonodi del collo, che tuttavia si presenta in modo molto più limitato nella posizione e dalla mancanza di interessamento dell’orecchio.
Complicazioni
Gli orecchioni possono portare ad infiammazione e gonfiore del cervello e di altri organi, anche se questa sintomatologia è fortunatamente piuttosto rara:
- encefalite (infiammazione del cervello)
- e meningite (infiammazione del rivestimento del cervello e del midollo spinale)
sono infatti entrambe complicazioni rare.
Altrettanto raro, ma possibile, è l’interessamento del pancreas che può sfociare in pancreatite, con
Circa un soggetto su 20, infine, può andare incontro a una diminuzione temporanea dell’udito; danni permanenti si verificano solo in un caso su 20000.
Uomini
La parotite negli adolescenti e negli adulti maschi può anche comportare lo sviluppo di orchite, un’infiammazione dei testicoli che colpisce circa un paziente su 4 (ovviamente fra quelli di sesso maschile). Di solito un testicolo diventa gonfio e dolorante dopo circa 7-10 giorni che si sono gonfiate le parotidi, accompagnato da
- febbre alta,
- brividi,
- mal di testa,
- nausea, vomito
- e dolore addominale (che può essere a volte scambiato per appendicite se il testicolo interessato è il destro).
Dopo 3-7 giorni il dolore ed il gonfiore testicolare si calmano, di solito in contemporanea all’abbassamento della febbre. In alcuni rari casi possono essere coinvolti entrambi i testicoli, ma la sterilità rimane in ogni caso un’eventualità piuttosto remota.
Donne
In circa un caso su 20 le pazienti si sesso femminile in età fertile possono andare incontro a infiammazione delle ovaie, che può causare:
- dolore addominale e/o pelvico,
- febbre alta,
- nausea.
Quando contattare il medico
Grazie alla capillare diffusione della vaccinazione è ormai raro trovarsi di fronte alla malattia, ma si raccomanda di contattare il medico o il pediatra in caso di sospetta infezione da parotite; generalmente la malattia non è pericolosa, ma ha sintomi simili a patologie che potrebbero creare qualche problema ed è quindi bene poter disporre di una diagnosi certa. Si consiglia di contattare telefonicamente il medico, per evitare contagi di altri pazienti non vaccinati.
Poiché la parotite può coinvolgere anche il cervello e le sue membrane, si raccomanda di contattare immediatamente il Pronto Soccorso se il paziente manifesta:
- torcicollo,
- convulsioni (crisi epilettiche),
- letargia (estrema sonnolenza),
- grave mal di testa,
- cambiamenti dello stato di coscienza (lipotimia e svenimento).
La presenza di dolore addominale può significare il coinvolgimento del pancreas in entrambi i sessi od il coinvolgimento delle ovaie nelle donne. Negli uomini si raccomanda attenzione alla febbre alta con dolore e gonfiore dei testicoli.
Gravidanza
In passato si pensava che lo sviluppo degli orecchioni durante la gravidanza aumentasse il rischio di aborto spontaneo, ma ad oggi non ci sono prove sufficienti per sostenerlo con certezza; in ogni caso, per scrupolo, è consigliabile che le donne in gravidanza escludano stretti contatti con soggetti colpiti da infezione in corso.
Cura
Poiché la parotite è causata da un virus, non può essere trattata con antibiotici.
Il trattamento degli orecchioni è invece focalizzato sull’obiettivo di dare sollievo ai sintomi, nell’attesa che il sistema immunitario del paziente riesca a sconfiggere l’infezione; si consiglia quindi:
- riposo;
- assunzione di antidolorifici se necessario; nel caso di bambini è possibile utilizzare farmaci che non siano aspirina, come ad esempio paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, …) od ibuprofene. Questi medicinali aiuteranno anche ad abbassare la febbre;
- mantenere il paziente idratato con acqua, evitando bevande acide che possono irritare le ghiandole parotidi,
- applicare impacchi caldi e/o freddi,
- adottare una dieta con cibi morbidi, che non richieda molta masticazione.
Quando la parotite coinvolge i testicoli il medico può prescrivere farmaci più forti per il dolore e il gonfiore e fornisce istruzioni su come applicare impacchi per calmare la zona e come fornire un sostegno supplementare per i testicoli.
Un bambino con orecchioni non ha necessariamente bisogno di rimanere a letto, ma può giocare tranquillamente.
Vaccino
La parotite può essere efficacemente prevenuta attraverso la vaccinazione, che può essere somministrato da solo o come parte dell’immunizzazione morbillo-parotite-rosolia (MPR) generalmente somministrata ai bambini tra i 12 e i 15 mesi di età. Una seconda dose di MPR viene data solitamente dai 5 ai 6 anni.
Come per tutti i programmi di immunizzazione, vi sono importanti eccezioni e circostanze particolari da considerare con il proprio pediatra di fiducia.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Come si manifestano e come capire quando si tratta di orecchioni?
La parotite è in genere riconoscibile dalla comparsa di un doloroso gonfiore delle ghiandole parotidi (nella parte del viso sotto le orecchie), che conferiscono al paziente un caratteristico aspetto spesso paragonato al viso di un criceto; altri sintomi possono comprendere mal di testa, dolori articolari e febbre, che compare già qualche giorno prima del gonfiore delle parotidi.
Come si trasmette la parotite?
Il virus della parotite si replica nel tratto respiratorio superiore e viene trasmesso da un soggetto all’altro attraverso il contatto diretto con la saliva o con le goccioline emesse dal paziente affetto mentre parla, ride, tossisce, …; il rischio di diffusione del virus aumenta tanto più è stretto e prolungato il contatto con il soggetto infetto.
Il periodo infettivo si stima che vada da 2 giorni prima a 5 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi.
Il vaccino contro la parotite è compreso fra quelli obbligatori?
Sì, è obbligatorio.
Quanto dura?
Il caratteristico gonfiore di solito raggiunge il picco in 1-3 giorni e poi si attenua durante la settimana successiva; i sintomi prodromici possono tuttavia comparire già nei giorni precedenti.