Dorsalgia (dolore dorsale): sintomi, pericoli e rimedi

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Introduzione

Il dolore dorsale, anche detto “dorsalgia” o più semplicemente mal di schiena, è un disturbo molto diffuso tra la popolazione adulta o anziana e rappresenta, in età lavorativa, la prima causa di assenza dal lavoro.

Per dorsalgia si intende nello specifico una sensazione di dolore che viene avvertita a livello della colonna vertebrale o nei distretti adiacenti, a livello del dorso, la zona anatomica che sulla schiena riflette quello che è il torace nella vista frontale.

Dorsalgia

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La colonna vertebrale è divisa in diverse parti:

  • Zona cervicale, che si trova subito sotto il cranio
  • Zona dorsale (corrispondente alle vertebre toraciche), al centro delle scapole, da cui la condizione chiamata dorsalgia, che va dalla vertebra D1 alla D12
  • Zona lombare, il cui dolore viene denominato lombalgia
  • Zona sacrale e coccigea
Anatomia della colonna vertebrale

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Il dolore dorsale può avere un’origine:

  • Muscolare (quindi dai muscoli della schiena)
  • Articolare (dalle articolazioni vertebrali in primis)
  • Ossea (dalle vertebre dorsali e dalle loro strutture di sostegno)
  • Nervosa (dai nervi o dallo stesso midollo spinale)

Considerando le diverse origini del dolore dorsale, le possibili cause sono quindi piuttosto numerose e la frequenza con cui questo disturbo si presenta nella popolazione raggiunge il 90% di incidenza relativamente al primo episodio.

Il quadro clinico della dorsalgia è spesso arricchito da diversi altri sintomi, tra i quali spiccano, per importanza e frequenza:

  • Parestesie, ovvero la sensazione di formicolio a livello di arti superiori e inferiori, spesso anche con senso di “addormentamento” temporaneo
  • Debolezza muscolare, con incapacità a svolgere le normali attività quotidiane
  • Dolore che si irradia al collo, alla testa, ai glutei e alle gambe
  • Impossibilità di movimento della schiena, che sembra quasi “bloccata”

Nella maggior parte dei casi il dolore dorsale tende ad autorisolversi nel giro di qualche giorno o settimana, semplicemente con il riposo (che tuttavia non dovrebbe essere assoluto, salvo eventualmente i primi giorni) e l’eventuale ricorso a farmaci analgesici/antinfiammatori.

Nel caso di persistenza nel tempo, e magari refrattaria alla terapia antidolorifica, è sempre opportuno rivolgersi ad un medico per chiarirne l’origine; è possibile per questo ricorrere ad esami strumentali e non, al fine di poter formulare una diagnosi precisa, atto necessario ad intraprendere il trattamento risolutivo più efficace.

La prognosi del dolore dorsale è tendenzialmente buona, nonostante per alcuni casi il disturbo possa necessitare di una risoluzione chirurgica con periodi di riabilitazione anche piuttosto lunghi per la guarigione completa.

Classificazione

Il dolore dorsale presenta una serie di caratteristiche specifiche semeiologiche che permettono di classificarlo come:

  • Dolore acuto: si tratta di un dolore descritto come trafittivo o urente (ovvero con sensazione di bruciore), che compare improvvisamente in stato di pieno benessere, in seguito ad un qualche particolare evento traumatico (in caso di un incidente automobilistico, in caso del cosiddetto “colpo della strega”, che tuttavia è più spesso relativo alla zona lombare, in caso di sollevamento di un peso eccessivo, …). Pur dipendendo dalla sua gravità, tende ad affievolirsi di intensità e all’autorisoluzione nel giro di qualche giorno.
  • Dolore subacuto: è un tipo di dolore che può permanere da 1 a 3 mesi con diversi livelli di intensità; richiede l’attenzione di un medico sia per una diagnosi precisa e di un trattamento mirato, che per via della disfunzione sociale e lavorativa che provoca.
  • Dolore cronico: è un dolore di tipo sordo, gravativo e costante nel tempo che può durare dai 4 ai 12 mesi, ma con possibilità che diventi persistente nel tempo, solo con brevi intervalli di remissione. Spesso alla base vi è uno stile di vita ed un lavoro eccessivamente sedentario, associati ad un’insufficiente attività fisica.

Cause

Il dolore dorsale è un sintomo particolarmente comune nella popolazione, che può essere espressione di numerose patologie di varia gravità, ma che comunemente è indotto da

  • Mantenimento di una postura errata durante il giorno o la notte durante il riposo. Dopo diverse ore o al risveglio, può comparire in maniera acuta una dorsalgia.
  • Contratture e spasmi muscolari: sono due tra le più frequenti cause di dorsalgia; la contrattura di muscoli dorsali contigui alla colonna vertebrale provocano uno squilibrio meccanico della colonna, la quale, in alcuni punti, subisce una maggiore pressione.
    In alcuni disturbi come l’ernia del disco o patologie del midollo spinale, i muscoli si contraggono in maniera spontanea ed involontaria irrigidendo la colonna allo scopo di protezione. Altre cause di contrattura di muscoli dorsali possono essere l’influenza nelle sue fasi iniziali, il cosiddetto “colpo d’aria” o il “colpo della strega”.
  • Degenerazione del disco intervertebrale: col passare dell’età il disco intervertebrale (ovvero un cuscinetto fibroadiposo che si trova tra due vertebre adiacenti) va incontro a disidratazione diminuendo di volume e diventando meno elastico; col tempo può andare incontro a danni di diversa entità (ad esempio protrusione discale), fino ad una vera e propria rottura, con fuoriuscita del suo nucleo polposo (da cui il termine “ernia del disco”). L’erniazione del nucleo polposo del disco intervertebrale può arrivare a comprimere i nervi spinali lì presenti, provocando il tipico dolore dorsale.

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio più rilevanti in grado di predisporre allo sviluppo di dolore dorsale si annoverano:

  • Vita sedentaria e scarsa attività fisica.
  • Lavoro sedentario, come quello di ufficio, insegnamento, studio, autotrasportatore, …
  • Lavoro eccessivamente logorante (agricoltori, operai edili, …)
  • Sovrappeso e obesità
  • Familiarità per patologie vertebrali, reumatiche ed osteo-articolari.

Cause più rare

Il dolore dorsale è tipicamente legato a patologie osteomuscolari; cause meno frequenti di quelle esposte, ma ancora di competenza ortopedica sono:

  • Malformazioni vertebrali congenite o acquisite, che provocano uno squilibrio nella biomeccanica della colonna con conseguente alterazioni della sua curvatura fisiologica (cifosi, lordosi, scoliosi, …) e comparsa di dolore.
  • Spondilite anchilosante: si tratta di una patologia infiammatoria cronica autoimmune che esordisce spesso con un quadro di dolore dorsale che col tempo può diventare cronico.
  • Spondiloartrosi: è una forma di artrosi (degenerazione della cartilagine articolare) che si localizza a livello delle articolazioni tra le vertebre. È tipica dei soggetti anziani, con dolore che si presenta al mattino con l’inizio delle attività quotidiane e si associa a rigidità muscolare e alla limitazione funzionale dei movimenti. A riposo il dolore tende a cessare.
  • Spondilolistesi: consiste nello scivolamento anteriore di una vertebra rispetto a quella sottostante.
  • Osteoporosi: patologia caratterizzata dalla riduzione della massa ossea tipica degli anziani, caratterizzata da un aumento del rischio di fratture soprattutto a livello vertebrale. Coinvolge, per questioni ormonali, soprattutto le donne in post-menopausa.
  • Osteomielite: trattasi di un’infezione piuttosto grave che può coinvolgere i diversi distretti ossei di un soggetto, con prevalenza a livello dell’arto inferiore. Gravi complicanze possono essere la necrosi ossea e la sepsi con rischio di exitus in caso di immunodepressione.
  • Stenosi spinale: si intende un restringimento di una o più zone del canale vertebrale che provoca compressione a livello dei nervi spinali. Il dolore è maggiore in posizione seduta e diminuisce in posizione eretta o durante la deambulazione.

È infine possibile sviluppare dolore in sede dorsale, come riflesso da altri distretti o relativamente a patologie originate da organi interni; in questi casi la dorsalgia è in genere solo uno dei numerosi sintomi espressi:

Dorsalgia: può essere un tumore?

Un mal di schiena avvertito a livello dorsale può manifestarsi anche a causa di tumori ossei primitivi o, più comunemente, metastasi.

Se un tumore primitivo è un cancro che origine in sede dorsale a livello osseo, le metastasi ossee sono localizzazioni neoplastiche secondarie a partenza da tumori gastrointestinali, da tumori della mammella, della prostata, della tiroide o del sistema nervoso centrale.

Può essere associato a sintomi sistemici, come ad esempio un’inspiegabile perdita di peso.

Sintomi associati

Il dolore dorsale rappresenta di per sé un sintomo presente in svariate condizioni patologiche, più o meno gravi. Quasi sempre la dorsalgia tende tuttavia ad associarsi ad un corteo sintomatologico, variabile in base alla causa, che può comprendere ad esempio:

  • Parestesie (ovvero sensazione di formicolio) e senso di addormentamento a livello di arti, spesso indicativo di un coinvolgimento di una radice nervosa o di un nervo periferico (ad esempio in caso di protrusione od ernia del disco).
  • Debolezza o rigidità muscolare
  • Dolore che si irradia alle altre zone della colonna vertebrale e agli arti
  • Impossibilità dei movimenti del dorso nei vari piani dello spazio
  • Irrigidimento di tutta la colonna con difficoltà anche alla deambulazione che risulta alquanto dolorosa.

Quando preoccuparsi

Nonostante il dolore dorsale possa essere spesso un segnale di un disturbo lieve e temporaneo, a volte si presenta con delle caratteristiche tali che necessita quanto prima dell’attenzione di un medico per una diagnosi e per le cure appropriate.

Situazioni allarmanti che necessitano un tempestivo contatto con un medico o con un Pronto Soccorso sono:

  • Parestesie gravi e persistenti nel tempo
  • Dolore acuto o cronico che non viene alleviato dai comuni farmaci analgesici
  • Debolezza muscolare fino alla paresi o addirittura alla paralisi
  • Perdita rapida di peso: può indicare la presenza di un tumore misconosciuto sino a quel momento
  • Febbre: può essere segno di un quadro di osteomielite o di patologie reumatiche
  • Dorsalgia che si presenta in maniera acuta dopo una caduta, incidenti d’auto, trauma fisico e altre condizioni con aumentato rischio di fratture e di lesioni midollari concomitanti. Questi sono casi da non sottovalutare e che richiedono sempre un accesso presso un Pronto Soccorso per escludere la presenza di complicanze sottostanti, eventualmente mediante allerta di un’ambulanza per garantire una previa immobilizzazione del paziente.

Diagnosi

La diagnosi si fonda su anamnesi ed esame obiettivo.

Durante il processo di anamnesi il medico formula una serie di domande che indagano su:

  • storia clinica del paziente
  • presenza di fattori di rischio
  • caratteristiche del dolore
    • quando compare
    • che cosa lo scatena
    • se viene alleviato da una determinata posizione
    • se è comparso in maniera acuta o cronica
    • se è continuo nel tempo o presenta fasi di remissione
    • se sono presenti sintomi associati
  • presenza di patologie sottostanti (soprattutto di un eventuale tumore già trattato in precedenza)
  • presenza di traumi, incidenti o altre cause che possano essere alla base dell’insorgenza della dorsalgia
  • pregressi interventi chirurgici a livello della colonna vertebrale.

Con l’esame obiettivo invece si procede a verificare, ad esempio mediante manovre diagnostiche, la presenza o assenza nel paziente di specifici segni indicativi di alterazione rispetto alla condizione di normalità fisiologica.

Per quanto riguarda gli esami strumentali, possono risultare certamente utili alla diagnosi le principali tecniche di imaging:

Meno comunemente, ed in presenza di specifici sintomi suggestivi, possono essere richieste:

  • Scintigrafia ossea, utile nel sospetto di metastasi ossee
  • Mineralometria ossea (MOC), per escludere o confermare un quadro di osteoporosi
  • Esami generali del sangue

Rimedi e cura

Nella maggior parte dei casi la comparsa di un dolore dorsale non deve destare troppa preoccupazione, poiché rappresenta un sintomo molto frequente che quasi sempre si risolve spontaneamente in pochi giorni perché innescato da un disturbo temporaneo poco importante.

Nei casi in cui non si tratti di un breve episodio e si ripresenti nel tempo, o alla base si sospetti una patologia degna di nota, è invece raccomandabile contattare un medico per impostare il percorso diagnostico – terapeutico più opportuno ed efficace, evitando invece trattamenti “fai da te” o terapie prive di base scientifica, che potrebbero peggiorare il quadro clinico ed allungare i tempi di guarigione (non fosse altro che per un colpevole ritardo nella diagnosi).

Gli obiettivi della terapia sono:

  • Riduzione e scomparsa del dolore, evitando che si ripresenti a distanza di tempo
  • Ripristinare il corretto funzionamento sociale e lavorativo dell’individuo
  • Modificare lo stile di vita se non salutare

Dal punto di vista terapeutico uno dei rimedi più utilizzati consiste nell’applicazione del freddo sotto forma di ghiaccio o del calore con la borsa d’acqua calda, dove la scelta dipende dal meccanismo che ha scatenato il dolore: in linea generale in caso di presenza di infiammazione acuta si preferisce il freddo tramite del ghiaccio (come nel caso di un trauma fisico accorso durante un’attività fisica), mentre superati i primi giorni può trovare applicazione il ricorso al caldo per favorire il rilassamento muscolare e la vasodilatazione dei vasi sanguigni.

Per la terapia del caldo si può ricorrere anche a bagni termali o docce/bagno con acqua calda.

Dal punto di vista farmacologico si utilizzano prevalentemente farmaci antinfiammatori come i FANS, antidolorifici come il paracetamolo (Tachipirina®), e farmaci miorilassanti.

Fondamentale in molti tipi di mal di schiena, la fisioterapia è utile per ridurre il dolore, migliorare gli atteggiamenti posturali e rafforzare le masse muscolari ipotrofiche; si fonda su esercizi fisici e stretching, massaggi e manipolazioni vertebrali. È molto importante rivolgersi a personale qualificato specializzato in Fisiatria o in Fisioterapia, le figure sanitarie di riferimento in Italia perché le uniche il cui percorso di studi si basi su solide basi scientifiche condivise a livello internazionale.

In casi selezionati, a seconda della causa, può rendersi necessaria una risoluzione chirurgica del dolore dorsale, che prevede in primis interventi di tipo Ortopedico o Neurochirurgico.

Qualora il dolore sia invece riferito a patologie di natura diversa è necessario agire in modo più mirato in base alla diagnosi.

Fonti e bibliografia

  • NHS
  • Manuale di ortopedia e traumatologia di AA.VV. Ed. Elsevier
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