Introduzione
La scintigrafia è un esame di medicina nucleare che consiste
- nella somministrazione di una sostanza radioattiva (chiamata tracciante)
- la cui concentrazione all’interno dell’organismo viene misurata grazia ad un rilevatore (chiamato gamma-camera).
Ad oggi la scintigrafia viene utilizzata soprattutto per lo studio del funzionamento di:
- cuore,
- polmone,
- rene,
- tiroide,
- surrene,
- ossa,
- fegato,
- encefalo.
La scintigrafia è quindi una procedura relativamente moderna che permette lo studio di diversi organi al fine di estrarre informazioni su:
- sede, forma e dimensioni dell’organo oggetto di studio,
- localizzazione anomala di un tessuto (come in caso di endometriosi o tiroidi ectopiche),
- funzionalità dell’organo in base alla sua capacità di captare e metabolizzare il tracciante, come per il polmone, la tiroide o il rene,
- localizzazione di zone di tessuto non vitale patologico che capta il tracciante in modo inferiore rispetto al normale, come nelle embolie polmonari, nell’infarto cardiaco o negli ictus cerebrali,
- localizzazione di patologia tumorale che capta in eccesso il tracciante, come per tumori benigni o maligni.
A seconda dell’organo o della parte del corpo che si vuole analizzare si utilizzano diversi traccianti radioattivi specifici.
La scintigrafia è un esame del tutto indolore ed innocuo per il paziente e che arreca soltanto pochi fastidi. A differenza dei mezzi di contrasto (come il solfato di bario) utilizzati nella radiologia tradizionale, i traccianti radioattivi utilizzati per la scintigrafia non sono allergenici, per cui reazioni avverse o shock anafilattico sono estremamente rari; La quantità di radioattività dei traccianti è inoltre molto bassa e le radiazioni assorbite dal paziente sono minime ed equivalenti a quelle di altri esami radiologici.
In caso la scintigrafia si renda necessaria per donne in età fertile viene di solito consigliata l’esecuzione a distanza di pochi giorni dal termine delle mestruazioni per ridurre i rischi legati ad un’eventuale gravidanza in corso.
In caso di donne in fase di allattamento sarà il medico a decidere eventualmente di rimandare l’esecuzione della scintigrafia o provvedere alla sospensione più o meno prolungata dell’allattamento.
La scintigrafia può essere eseguita in particolari casi anche nei bambini.
Preparazione
Il paziente deve prepararsi alla scintigrafia evitando l’assunzione di cibi e bevande per almeno 4 ore prima dell’inizio dell’esame (è concesso dissetarsi con un po’ d’acqua).
Il medico che esegue la scintigrafia chiederà al paziente l’anamnesi farmacologica e in taluni casi provvederà alla sospensione di alcuni farmaci.
Come per gli esami TC o di risonanza magnetica è necessario togliersi gioielli, orologi ed altri oggetti metallici.
Procedura
La scintigrafia si esegue nei reparti ospedalieri di medicina nucleare o negli studi autorizzati.
La procedura comincia con il tracciante radioattivo somministrato per via endovenosa; in casi particolari e a seconda dell’organo oggetto di studio, il tracciante può essere somministrato per bocca o per aerosol. Una volta che il tracciante è entrato in circolo si distribuisce nell’organismo e, in base alla sua tipologia, andrà ad essere captato nel corso di qualche ora, dall’organo oggetto di studio.
Dopo un periodo di tempo prestabilito, diverso per ogni organo o malattia da studiare, il paziente viene fatto accomodare su un lettino e posto sotto un’apparecchiatura chiamata gamma-camera, che nel giro di diversi minuti misura le radiazioni emesse dal tracciante. Questa fase dell’esame è molto simile a ciò che avviene durante l’esecuzione di una TC.
Al termine della scintigrafia è utile bere molta acqua (almeno 1 litro) per favorire l’eliminazione dall’organismo con l’urina del tracciante radioattivo ancora in circolo.
Come per gli altri esami strumentali radiologici, il risultato della scintigrafia è di solito pronto al termine della procedura e viene stampato su carta semplice, su pellicola o memorizzato su supporto digitale; a questo punto il medico specialista in medicina nucleare potrà interpretare il responso dell’esame e stilare un referto scritto dove evidenzia il riscontro di eventuali situazioni patologiche.
Durata
Nella maggior parte dei casi la scintigrafia ha una durata di circa 15 minuti.
In alcuni casi può prolungarsi fino a diverse ore, come nella scintigrafia ossea total body o nella scintigrafia miocardica.
Nella scintigrafia recettoriale inoltre può rendersi necessario effettuare un controllo nelle 24-48 ore successive.
Controindicazioni
Basandosi la scintigrafia sull’utilizzo di sostanze radioattive, è controindicata in caso di gravidanza o allattamento.
Inoltre, per le norme di radioprotezione, i pazienti devono evitare nella stessa giornata cui si sottopongono all’esame di
- frequentare luoghi affollati (cinema, ristoranti,…),
- stare vicino i bambini o donne in età fertile, ancor di più se in gravidanza.
Casi specifici
Scintigrafia ossea
Quasi sempre si tratta di una scintigrafia ossea total-body, ovvero mirata allo studio dell’intero apparato scheletrico. Rispetto alla radiografia classica è un esame molto più sensibile, che permette l’individuazione di lesioni patologiche già in stato precoce. Con la scintigrafia ossea è possibile studiare:
- fratture occulte,
- condizioni infiammatorie a carico di ossa o articolazioni (come in caso di artrosi),
- tumori primitivi delle ossa,
- metastasi ossee da localizzazioni secondaria di tumori primitivi di altri organi.
La scintigrafia ossea oggi ha acquisito oggi un importanza cruciale nella cura dei tumori, divenendo uno strumento indispensabile dell’oncologo. Quando viene diagnosticata una forma tumorale, l’oncologo richiede sia la TC che la scintigrafia ossea total body, allo scopo stadiare la patologia (ad esempio vedendo se ci sono già metastasi ossee) ed impostare il trattamento più adeguato ed efficace per il paziente.
Scintigrafia miocardica
Permette lo studio del flusso delle coronarie permettendo la discriminazione tra:
- aree perfuse normalmente,
- aree con perfusione ridotta o del tutto assente, come in caso di infarto.
Il tracciate radioattivo nella maggior parte dei casi è il sestamibi marcato con Tecnezio-99 metastabile (99mTc).
Grazie alla scintigrafia cardiaca è possibile:
- confermare o escludere un’insufficienza cardiaca quando altri esami hanno fornito risultati dubbi,
- valutare l’estensione dell’infarto,
- valutare l’efficacia di una procedura di rivascolarizzazione qualora persistano i sintomi,
- confermare o escludere di un infarto in assenza alterazioni all’ECG o di aumenti della troponina.
Scintigrafia polmonare
Permette lo studio di 3 aspetti funzionali fondamentali:
- perfusione polmonare,
- ventilazione polmonare,
- presenza di cellule nell’interstizio.
Un’alterazione della perfusione polmonare può aversi in caso di embolia polmonare: l’embolo impedisce al tracciante di raggiungere una parte del polmone, che quindi non verrà visualizzato alla scintigrafia. Altre cause di alterazione della perfusione polmonare riconoscibile all’esame scintigrafico sono
- versamento pleurico,
- broncopatia cronica,
- linfoadenopatie del mediastino.
Alterazioni scintigrafiche della ventilazione polmonare si hanno in caso di
- ostruzioni bronchiali,
- bronchiectasie,
- enfisema polmonare.
Infine la presenza di cellule nell’interstizio possono essere indicative di
- granulomatosi,
- pneumoconiosi,
- carcinosi.
Scintigrafia renale
Si divide in une due tipologie specifiche, che richiedono l’uso di diversi traccianti:
- Scintigrafia renale statica: utilizza un tracciante che viene captato dal rene ed eliminato lentamente. Permette uno studio soprattutto anatomico del rene individuando:
- agenesia monolaterale,
- ptosi renale,
- rene a ferro di cavallo,
- patologia tumorale,
- quadro di pielonefrite,
- Scintigrafia renale dinamica: utilizza un tracciante che viene eliminato molto rapidamente, permettendo uno studio maggiormente funzionale:
- ipertensione nefrovascolare,
- monitoraggio di un rene trapiantato,
- valutazione funzionalità residua.
Scintigrafia tiroidea
Prevede l’utilizzo del radio-Iodio come tracciante, essendo lo Iodio utilizzato in maniera esclusiva dalla tiroide. La scintigrafia permette uno studio anatomico e funzionale della tiroide:
- agenesia della tiroide o sede ectopica,
- identificazione e caratterizzazione dei gozzi uni o plurinodulari,
- studio dei noduli tiroidei, che vengono definiti “caldi” o freddi” in base alla maggiore o minore captazione del tracciante,
- ricerca delle metastasi da tumore della tiroide dopo intervento di tiroidectomia totale.
Fonti e bibliografia
- Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica
Autore
Dr. Ruggiero Dimonte
Medico ChirurgoIscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Barletta-Andria-Trani n. 2130