Noduli alla tiroide: sintomi, quando preoccuparsi e cura

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Introduzione

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, posta sul davanti del collo appena sotto la laringe. Produce i due ormoni tiroidei

  • triiodiotironina (T3)
  • tiroxina (T4).

T3 e T4 vengono secreti nel sangue per essere trasportati in tutto il corpo, dove aiutano a

  • regolare il metabolismo, ossia le modalità con cui l’organismo usa e immagazzina energia,
  • mantenere una corretta temperatura corporea,
  • favorire il funzionamento di cuore, cervello, muscoli e altri organi.

I noduli tiroidei sono masse solide o piene di liquido che si formano all’interno della ghiandola; sono clinicamente importanti per varie ragioni, possono causare disfunzioni della tiroide e, seppure raramente, sintomi legati alla compressione delle strutture circostanti, ma più di tutto a causa del loro potenziale maligno, in grado di evolvere cioè a tumore tiroideo.

La gran parte dei noduli tuttavia non è pericolosa e non causa sintomi; la prevalenza di neoplasia nei noduli tiroidei valutata mediante biopsia varia dal 4,0% al 6,5% ed è indipendente dalla dimensione del nodulo.

I noduli tiroidei sono più comuni nelle donne e nella popolazione anziana; spesso vengono scoperti casualmente durante un esame medico di controllo, alcuni tuttavia possono diventare abbastanza grossi da essere visibili a occhio nudo e/o arrivare ad ostacolare la deglutizione o il respiro.

Lo scopo della valutazione del nodulo tiroideo è ovviamente determinare quali noduli siano maligni e richiedano quindi attenzione; le opzioni terapeutiche dipendono dal tipo riscontrato, l’approccio di elezione per quelli pericolosi è di tipo chirurgico.

La più efficace forma di prevenzione dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi, ossia l’assunzione di adeguate quantità di iodio, facilmente raggiungibile attraverso il consumo di sale iodato.

Noduli tiroidei

Shutterstock/rumruay

Cause

Un nodulo tiroideo è una proliferazione di tessuto ghiandolare o una cisti piena di liquido che forma una massa nella tiroide.

I noduli sono molto frequenti e le possibilità di svilupparli aumentano con l’età (si stima che per la popolazione con più di 60 anni circa un soggetto su due possa presentare almeno un nodulo). Benché in genere non diano sintomi, un nodulo di grosse dimensioni può talvolta causare dolore o raucedine, nonché interferire con la deglutizione o il respiro.

La preoccupazione medica relativa ai noduli è legata alla loro occasionale natura cancerosa. Il cancro della tiroide viene riscontrato in circa l’8% dei noduli nei maschi, nel 4% nelle donne.

Da questi valori si deduce che più del 90% di tutti i noduli tiroidei è benigno (non canceroso).

La carenza di iodio nella dieta è una causa comune, in quanto predisponente alla formazione di gozzo, ma nella maggior parte dei casi non è possibile individuare la ragione esatta.

Spesso si rileva una certa tendenza alla famigliarità, mentre tra le altre cause possibili ricordiamo:

  • Iperproliferazione del normale tessuto tiroideo; non ne è chiaro il motivo, ma questo tipo di crescita, talvolta chiamato adenoma tiroideo, non è canceroso e non è ritenuto importante a meno di sintomi fastidiosi legati alle dimensioni.
  • Cisti tiroidea; cavità cistiche (formazioni ripiene di liquido) si formano perlopiù a seguito di processi degenerativi di adenomi tiroidei.
  • Infiammazione cronica della tiroide (tiroidite); il morbo di Hashimoto, la più comune causa di ipotirodismo, può causarne l’infiammazione e determinare accrescimenti nodulari.

Nodulo freddo e nodulo caldo

Risulta particolarmente utile distinguere i cosiddetti noduli caldi e freddi e la distinzione viene operata grazie alla scintigrafia tiroidea, che consente lo studio della captazione dello iodio da parte della ghiandola e dei noduli presenti.

  • Noduli caldi: generalmente benigni, esibiscono un’elevata captazione di iodio (prelevano lo iodio disponibile) e successiva produzione ormonale. Nonostante non si tratti di tumore, a differenza del tessuto ghiandolare normale i noduli caldi potrebbero produrre ormoni tiroidei senza tuttavia rispondere ai meccanismi di controllo responsabili della produzione, inducendo così lo sviluppo di ipertirodismo.
  • Noduli freddi: sono i più comuni (95% dei noduli) ma inducono a qualche cautela, perché rivelano alterazioni anomale della funzionalità cellulare (tuttavia solo una minoranza dei noduli freddi è effettivamente cancerosa, circa il 5%).

Sintomi

La maggior parte dei noduli della tiroide non causa segni o sintomi e viene scoperta in modo casuale durante controlli di routine o accertamenti per altri disturbi.

In alcuni casi possono tuttavia aumentare di dimensione tanto da

  • essere visibili esternamente, alla base del collo,
  • essere percepibili alla palpazione,
  • comprimere le vie aeree o l’esofago, causando un fastidio in gola, affanno o difficoltà a deglutire.

Alcuni noduli (quelli caldi)  producono quantità aggiuntive di tiroxina, uno degli ormoni secreti dalla ghiandola; questo aumento delle quantità circolanti può essere causa della comparsa di sintomi di ipertiroidismo, come:

Raramente può essere causa di raucedine (più spesso in caso di forma tumorale, ma non solo).

Occasionalmente possono essere una manifestazione tumorale (noduli maligni), ma non è possibile stabilirlo in base ai sintomi. La maggior parte dei noduli maligni cresce lentamente e può essere piccola quando rilevata. I cancri tiroidei aggressivi sono rari, ma possono essere grossi, solidi, fissi e crescere rapidamente.

Quando chiamare il medico

Benché la maggior parte dei noduli tiroidei sia benigna (quindi, non cancerosa) e non causi problemi, è indispensabile far valutare al medico qualunque gonfiore non usuale del collo, specie se associato a problemi di deglutizione o respiro. È importante considerare la possibilità di un eventuale cancro.

Può indurre a ipotizzare un nodulo la presenza di:

  • raucedine che non passa da un mese,
  • difficoltà a deglutire.

Consultare il medico anche a fronte dell’insorgenza di sintomi di ipertiroidismo, quali:

Complicanze

I noduli più grossi o il gozzo multinodulare (ingrossamento della ghiandola, disseminata di noduli distinti) potrebbero arrivare a interferire con la deglutizione o con il respiro.

In caso di nodulo attivo potrebbe comparire l’ipertiroidismo con i relativi sintomi.

Diagnosi

La maggior parte dei noduli viene scoperta durante un esame obiettivo di routine. Il medico, a seguito di tale reperto, prescriverà una serie di esami di laboratorio (esami del sangue) per capire se il nodulo è iperfunzionante (nodulo “caldo”, secernente ormoni tiroidei in eccesso) o ipofunzionante (nodulo “freddo”, non secernente ormoni).

Questi test non sono tuttavia sufficienti a escludere il cancro tiroideo. Per caratterizzare meglio il nodulo il medico potrà ricorrere a uno o più esami tra i seguenti.

Esami del sangue

Tra gli esami del sangue più comunemente prescritti per studiare il funzionamento della tiroide ricordiamo il dosaggio degli ormoni tiroidei e soprattutto del TSH; viene spesso valutata anche l’eventuale presenza di anticorpi antitiroidei.

Ecografia

L’ecografia tiroidea è l’esame d’elezione e viene adoperata per ottenere un quadro morfologico preciso (ossia studiare la forma della ghiandola) e valutare se il nodulo sia solido o riempito di liquido (cistico), oltre a verificarne l’esatta dimensione.

Permette inoltre di scoprire noduli non percepibili alla palpazione.

Benché l’ecografia non consenta di stabilire se un nodulo è maligno, è di grande utilità per guidare l’ago nel prelievo (aspirazione) di cellule dai noduli. Questa procedura viene detta agoaspirato con biopsia eco-guidata.

L’ecografia, un esame assolutamente indolore, può anche essere usata in seguito per monitorare nel tempo i noduli trovati.

Scintigrafia

La scintigrafia tiroidea impiega piccole quantità di iodio radioattivo e un rilevatore speciale (gamma camera) per produrre un’immagine della tiroide e stabilire la funzionalità (iper o ipo) del nodulo. Il livello di attività può fornire indizi sull’esistenza o meno di un cancro tiroideo.

In genere viene preferita l’ecografia, ma questo approccio può risultare utile nei casi in cui siano presenti evidenze di ipertiroidismo.

Biopsia

L’agoaspirato con biopsia impiega un ago sottile per prelevare campioni di cellule o liquido dal nodulo. Questo esame identifica i noduli cancerosi o sospetti con estrema accuratezza.

Biopsia con ago aspirato

Shutterstock/rumruay

Cura

Il trattamento dipende dal tipo di nodulo tiroideo riscontrato.

Gli esperti consigliano la rimozione chirurgica della tiroide in caso di noduli maligni o anche solo sospetti. Dopo l’asportazione chirurgica può essere indicata la radioterapia con iodio radioattivo per distruggere eventuali cellule cancerose residue.

Di solito la ghiandola viene rimossa nella sua totalità o quasi; dopo l’intervento, sarà necessario sottoporsi alla terapia ormonale sostitutiva per il resto della propria vita. La maggioranza dei cancri tiroidei è comunque scoperta precocemente e gode di una buona prognosi.

I noduli benigni alla biopsia o troppo piccoli per essere verificati con questo esame andranno monitorati con un’ecografia ogni 6-12 mesi, oltre a una visita annuale con l’endocrinologo. Se il nodulo cresce, potrà essere necessario ripetere l’agoaspirato. Anche se l’esame bioptico mostra una natura benigna del nodulo, il medico può suggerirne l’asportazione chirurgica nel caso si ingrossi.

Noduli anche non cancerosi possono richiedere la rimozione se diventano troppo grossi e causano problemi di deglutizione o respiro.

I noduli iperfunzionanti non sono praticamente mai cancerosi, ma possono causare ipertiroidismo (troppi ormoni tiroidei nell’organismo), a sua volta motivo di problemi di salute e sintomi più o meno fastidiosi. Questi noduli possono essere rimossi chirurgicamente o trattati con iodio radioattivo.

Più raramente è infine procedere alla rimozione di noduli benigni la cui dimensione crea sintomi legati alla compressione delle strutture circostanti (causando per esempio problemi di deglutizione o respirazione).

Fonti e bibliografia

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Salve, è possibile avere dei noduli che producono maggiori quantità di ormoni tiroidei, seppur dalle analisi ciò non venga evidenziato?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, se la produzione di ormoni fosse aumentata emergerebbe dalle analisi del sangue.

  2. Buongiorno dottore, dall’ecografia evidenzia tiroide simmetrica di volume appena accentuato (DAP DX e SN= cm 1.7 circa) caratterizzata da struttura disomogenea e dalla presenza di immagini nodulari che misurano nel lobo DX mm19x11 e ne SN 9mm. All’ecocolordoppler la vascolarizzazione dei noduli appare prevalentemente periferica. Trachea in asse. Non sono evidenti linfoadenomegalie paracarotidee ma soltanto alcune immagini di linfondi di aspetto reattivo ciascuna intorno al centimetro. Su indicazioni cliniche medico curante o endocrinologo posso essere utili ulteriori approfondimenti diagnostici.
    Non mi sembra che ci sia da preoccuparsi, ma io non ho capito niente lei mi riesce a spiegare cosa vuol dire?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, si nulla di preoccupante, avere qualche nodulo tiroideo è molto comune, i suoi non mostrano caratteristiche di sospetto; deve solo proseguire controlli nel tempo su giudizio del curante, ripetendo ecografia ed analisi per valutare la funzionalità tiroidea. Saluti.

  3. Buongiorno dottore dalla visita dall’endocrinologo risulta che la pastiglia sta funzionando. Però mi ha scritto soffio vascolare al collo che cos’è?

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, probabilmente ha posto il fonendoscopio a livello delle carotidi e ha sentito un soffio. Potrebbe essere utile fare un ecocolordoppler dei vasi del collo per escludere alterazioni delle pareti vasali (placche). Ne parli con il suo medico di famiglia. Saluti

  4. Salve dottore. Uomo ultra settantenne con disturbi lievi al collo..ha fatto ecografia per tiroide con conclusioni: noduli tiroidei.
    Al lobo sx: volumetria modicamente aumentata con presenza di nodulo iperecogeno orletto anecogeno, del diametro di 0.8 cm, di un nodulo ipoecogeno del diametro di 1.8 cm.
    Istmo: di normale volumetria con presenza di un nodulo ipoecogeno del diametro di 0.7 cm.
    È stato inviato dal medico curante.
    La conclusione del referto come detto è noduli tiroidei…c’è da preoccuparsi?

    Aggiungo che non ha alcun sintomo di tutti quelli descritti..né perdita di peso o altro…e che un leggerissimo fastidio al collo non sempre presente che probabilmente nemmeno c’entra ma che ha consentito di appurare grazie alla eco i tre noduli descritti. Nemmeno ghiandole del collo ingrossate…vive in alta montagna e in famiglia mai stati casi tumorali in merito…una sorella aveva il gozzo ma non derivante da forme maligne etc…ovvio che c’è uno scarso apporto di iodio nella dieta.
    Saluti

    1. Grazie gentilissimo..allora attendo risposta sull’altro post. Saluti

  5. Buonasera sono alla 18ssettimana di gravidanza, gli esami evidenziano la tireotropina con valore 4.68 (valori normali 0.270-4.200) e tiroxina libera nella norma… È preoccupante?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non è un aumento drammatico (probabilmente si tratta di ipotiroidismo subclinico) e non sembra nulla di preoccupante, ma raccomando comunque di verificare con il medico.

    2. Tendenzialmente in gravidanza si punta a valori un po’ più bassi, per la salute di entrambi; corretto quanto le è stato consigliato, meglio fare il punto con il suo ginecologo.

  6. La presenza di un nodulo alla tiroide è sempre segno di tumore?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, in molti casi si tratta di reperti benigni e non preoccupanti; ovviamente vanno sempre approfonditi ed eventualmente monitorati con l’aiuto dell’endocrinologo.

    2. Stai tranquillo anonimo, come ti ha detto il dottore in molti casi sono del tutto benigni. Io ne ho uno invece che lascia ancora qualche dubbio, ma procedo semplicemente a periodiche visite per verificarne l’andamento ed è da anni che non cambia nulla (ormai non ci penso nemmeno più 🙂 ).