Enfisema polmonare: sintomi, diagnosi, cura

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Introduzione

L’enfisema è una condizione che fa parte delle malattie che interessano i polmoni, classificata tra quelle di tipo polmonare ostruttivo; è una patologia caratterizzata da un progressivo e irreversibile danno agli alveoli, le piccole unità polmonari in cui avviene lo scambio ossigeno-anidride carbonica.

Struttura degli alveoli polmonari

iStock.com/VectorMine

Con la progressione dell’enfisema gli alveoli si trasformano in sacche più grandi e irregolari, con buchi all’interno delle pareti; il risultato pratico è che la superficie polmonare diminuisce e, conseguentemente, diminuisce anche la quantità di ossigeno che raggiunge il sangue.

Enfisema polmonare

iStock.com/ttsz

L’organismo non è cioè più in grado di assorbire la quantità di ossigeno necessaria e compaiono così tosse cronica e difficoltà respiratorie durante l’esercizio fisico.

La causa più comune è sicuramente il fumo di sigaretta e smettere di fumare è la miglior prevenzione praticabile, nonché la cura più efficace per rallentare il peggioramento della malattia.

La mancanza di respiro durante l’attività fisica è il sintomo principale e il primo a comparire; altri sintomi legati alle vie respiratorie (tosse secca o produttiva, dolore toracico) non sono particolarmente comuni, a meno che non sia presenta una contemporanea bronchite (peraltro comune nei fumatori).

Le lesioni ai polmoni causate dall’enfisema sono purtroppo permanenti e il danno può variare da lieve a molto grave.

  • Nei casi lievi la mancanza di respiro può verificarsi solo a seguito di esercizio o sforzi fisici,
  • mentre nei casi più avanzati il paziente può avere difficoltà respiratorie anche solo per spostarsi da una stanza all’altra, necessitando quindi costantemente di ossigeno.

Sfortunatamente, non esiste alcun trattamento per invertire o riparare il danno una volta che si è verificato, tuttavia smettere di fumare ed in generale evitare l’esposizione ad inquinanti può impedire che il danno peggiori.

Il trattamento farmacologico è basato sulla gestione dei sintomi e varia in base alla gravità di quest’ultimi; a disposizione dei medici e dei pazienti troviamo farmaci uso orale, da inalare e l’ossigeno.

La terapia può arrestare la progressione dell’enfisema, ma purtroppo non può far regredire le lesioni già presenti.

Polmoni

I polmoni sono due grandi organi situati nel petto che fanno parte dell’apparato respiratorio.

L’aria entra nel corpo attraverso il naso o la bocca, passa attraverso la trachea e i bronchi per giungere quindi ai polmoni.

Quando inspiriamo, i polmoni si espandono con l’aria ed in questo modo il corpo riceve l’ossigeno, mentre quando espiriamo l’aria esce da questi organi ed il corpo si libera dell’anidride carbonica.

Il polmone destro è costituito da tre parti (lobi), mentre quello sinistro è più piccolo ed è costituito da due soli lobi. Lo scambio di gas avviene in un mosaico di cellule specializzate che formano delle piccole sacche d’aria chiamate alveoli.

All’interno del torace due sottili strati di tessuto (pleura) li avvolgono separandoli dagli altri organi e permettendone il movimento.

Ricostruzione grafica dell'anatomia dei polmoni

iStock.com/Xtremest

Cause

La causa più comune alla base della comparsa di enfisema è senza dubbio il fumo, ma la malattia può derivare anche dall’esposizione prolungata ad altre sostanze aeree irritanti, come ad esempio:

  • inquinanti,
  • fumi e polveri industriali.

In rari casi l’enfisema è causato dalla carenza ereditaria di una particolare proteina che protegge le strutture elastiche dei polmoni: in questo caso si parla di enfisema da deficit di Alfa 1-antitripsina.

Per capire il tipo di danno possiamo immaginare il polmone come una sorta di spugna, costituito cioè da tanti piccoli buchini dove avviene lo scambio gassoso; l’enfisema è responsabile della distruzione delle pareti che separano i diversi buchi (alveoli), creando così buchi di dimensione maggiore. Il risultato finale è che, a parità di volume (la dimensione del polmone almeno inizialmente non cambia), diminuisce progressivamente la superficie di cellule in grado di assorbire ossigeno e viene quindi progressivamente ridotta la capacità polmonare di respirazione.

Il danno è poi peggiorato quando subentra un graduale e progressivo collasso del polmone, che avviene in una seconda fase.

Fattori di rischio

Tra i fattori che fanno aumentare il rischio di soffrire di enfisema ricordiamo:

  • Sesso. Non si rilevano differenze significative fra uomini e donne, se si prescinde dal fatto che tendenzialmente gli uomini sono più spesso fumatori.
  • Fumo. L’enfisema compare con maggior frequenza nei fumatori, con un rischio che è direttamente proporzionale al numero di anni di fumo e alla quantità di tabacco fumata. Anche l’esposizione al fumo passivo rappresenta un fattore di rischio.
  • Età. L’enfisema viene in genere diagnosticato a un’età compresa tra i 50 e i 70 anni.
  • Esposizione professionale ai fumi o alle polveri.
  • Esposizione all’inquinamento interno ed esterno.
  • Malattie genetiche, in particolare in caso di deficienza nella produzione dell’enzima Alfa-1-anitripsina, una proteina prodotta dal fegato in grado di proteggere i polmoni dai processi infiammatori causati da sostanze volatili irritanti.

Il rischio aumenta nel caso di compresenza di più fattori, per esempio un soggetto fumatore esposto a polveri industriali, a parità di altri fattori correrà un rischio maggiore rispetto a un soggetto fumatore che viva e lavori in una zona relativamente non inquinata.

Sintomi

Nelle prime fasi di sviluppo l’enfisema può passare completamente inosservato, perché il margine di tolleranza dei polmoni è piuttosto elevato e l’organismo riesce quindi a compensare i danni iniziali.

Possono poi comparire sintomi lievi, fino a quando non sia stato distrutto circa il 50% del tessuto polmonare, che comprendono

e che spesso vengono sottovalutati e scambiati per un banale malessere. Lo sviluppo dei sintomi è molto graduale e viene in genere notato un progressivo peggioramento del fiato corto nelle attività che richiedono uno sforzo maggiore (anche semplicemente salire le scale).

In seguito possono comparire anche:

Quando chiamare il medico

È consigliabile andare dal medico fin dalla comparsa di uno o più dei sintomi caratteristici di enfisema (il fiato corto nelle attività quotidiane è quello più comune); sottovalutare la situazione attribuendo la colpa all’invecchiamento, senza verificare, può essere causa di ritardo nelle cure e peggioramento irreversibile.

Chiamare il 118 in caso di:

  • comparsa di cianosi (colorazione bluastra della pelle, per esempio delle dita, dovuta a carenza di ossigeno),
  • aumento importante del battito cardiaco,
  • incapacità di parlare a causa della mancanza di fiato.

Pericoli

La presenza di enfisema aumenta il rischio di sviluppare:

  • polmoniti, ossia un’infezione che colpisce i polmoni,
  • bronchiti, ossia un’infezione che colpisce i bronchi,
  • altre infezioni polmonari,
  • pneumotorace (collasso dei polmoni), una complicazione potenzialmente letale
  • disturbi cardiaci, dovuti alla progressiva riduzione della quantità di ossigeno assorbita che obbliga il cuore a un super-lavoro per compensare la carenza.

Diagnosi

La diagnosi di enfisema non può essere formulata in base ai soli sintomi, anche se la contemporanea presenza di

  • abitudine al fumo,
  • età,
  • mancanza di fiato

risulta fortemente suggestiva.

Il medico procederà innanzi tutto a un’accurata anamnesi, cercando di raccogliere quante più informazioni possibili su tempi e modalità di comparsa dei sintomi.

Attraverso la visita obiettiva sarà possibile raccogliere ulteriori indizi, in particolar modo attraverso l’auscultazione del torace.

Per la diagnosi definitiva di enfisema il medico può avvalersi di diversi esami di imaging, esami di laboratorio ed esami della funzionalità polmonare.

  • Radiografia toracica. La radiografia toracica può essere utile per diagnosticare un enfisema in stadio avanzato ed escludere altre cause della mancanza di fiato, mentre non è particolarmente informativo nelle prime fasi.
  • Saturazione dell’ossigeno, per valutare la quantità di ossigeno presente nel sangue.
  • Spirometria, probabilmente l’esame di elezione, in grado di valutare la capacità polmonare residua, che è una buona approssimazione del volume polmonare.
  • Emogasanalisi, in grado di valutare ossigeno e anidride carbonica nel sangue arterioso.
  • Elettrocardiogramma, per escludere cause cardiache della mancanza di fiato.

Cura e terapia

Non esiste cura definitiva per l’enfisema, che come abbiamo visto consiste nell’irreversibile distruzione del tessuto polmonare; l’obiettivo è quindi quello di

  • gestire i sintomi,
  • migliorare la qualità di vita,
  • rallentare la progressione della malattia.

L’approccio prevede numerosi aspetti e differenti modalità, vediamo i principali.

È considerato particolarmente importante smettere di fumare, non è MAI troppo tardi per farlo e trarne benefici.

Farmaci

  • Farmaci per smettere di fumare. Alcuni farmaci con obbligo di ricetta, come il bupropione cloridrato (Zyban®, Wellbutrin®, Elontril®) e la varenichina (Champix®), possono aiutare il paziente a smettere di fumare.
  • Broncodilatatori, per favorire l’apertura dei bronchi e favorire così il passaggio di aria ricca di ossigeno. Sono farmaci usati regolarmente per l’asma e assunti per via inalante, così da ridurre il rischio di effetti collaterali.
  • Steroidi inalatori. Il cortisone sotto forma di spray inalante è di fondamentale importanza per ridurre l’infiammazione e l’irritazione delle vie aeree; quando assunti per via orale esiste la possibilità sul lungo periodo di indebolire le ossa e aumentare il rischio di ipertensione, cataratta e diabete.
  • Antibiotici. Gli antibiotici sono utili nel caso di infezioni batteriche, come la bronchite acuta o la polmonite.
  • Ossigeno. Nel caso di enfisema grave è possibile fornire al paziente ossigeno aggiuntivo, in alcune condizioni anche per 24/24h, generalmente attraverso cannule nasali.
  • È consigliabile sottoporsi annualmente alla vaccinazione antinfluenzale.

Intervento chirurgico

A seconda della gravità dell’enfisema, il medico potrà suggerire uno o più tipi di intervento chirurgico, ad esempio:

  • Riduzione del volume polmonare. In questo intervento i chirurghi rimuovono piccoli spicchi di tessuto polmonare danneggiato. Rimuovere i tessuti malati serve per aiutare i tessuti rimanenti a lavorare con maggiore efficienza e per migliorare la respirazione.
  • Trapianto di polmone, che ovviamente è preso in considerazione solo quando non rimangano alternative.

Altro

Una moderata attività fisica, compatibile con lo stato di salute, può aiutare a rinforzare i muscoli respiratori, aiutare il cuore e in generale alleviare i sintomi, permettendo così di migliorare la qualità di vita del paziente. Anche la ginnastica dolce e attività rilassanti come lo yoga possono aiutare, così come imparare le tecniche di rilassamento.

Prevenzione

Per prevenire l’enfisema il consiglio più importante è sicuramente quello di non fumare, o di smettere immediatamente; non è mai troppo tardi per smettere. Per farlo non si deve aver paura di chiedere eventualmente aiuto al medico e/o appoggiarsi a centri antifumo.

Smettere è davvero possibile.

Altrettanto importante è evitare l’esposizione al fumo passivo e ad altre sostanze irritanti, come l’inquinamento o inalanti irritanti presenti sul posto di lavoro.

Praticare esercizio fisico regolarmente può migliorare concretamente la capacità polmonare e previene anche gravi malattie cardiache causate dalla sedentarietà.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è l'enfisema polmonare?
L'enfisema è una condizione caratterizzata dalla progressiva distruzione del tessuto polmonare, che si traduce in una diminuzione della superficie disponibile a garantire lo scambio di gas necessari alla respirazione (assorbimento di ossigeno, smaltimento di anidride carbonica).

I danni sono permanenti.
Da cosa è causato?
Nella maggior parte dei casi è il risultato dell'esposizione al fumo (attivo o passivo).
Quali sono i sintomi dell'enfisema?
Se inizialmente può comparire solo la sensazione di fiato corto durante l'attività fisica (che può essere semplicemente anche salire le scale), in seguito il paziente sviluppa:
  • tosse grassa
  • respiro sibilante
  • affanno, nelle fasi avanzate anche a riposo
  • senso di oppressione al petto
Come si cura?
Purtroppo non c'è modo di riparare le lesioni occorse, quindi la cura è volta principalmente a dare sollievo ai sintomi e rallentare/fermare la progressione della malattia.
Al paziente viene prima di ogni altro approccio raccomandato di smettere di fumare, parallelamente possono essere prescritti farmaci (ad esempio spray in grado di favorire la respirazione) e, quando necessario, ossigeno o trattamenti più invasivi (come la chirurgia, per rimuovere le parti di polmone troppo danneggiate).
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Domande e risposte
  1. Salve ho fatto aerosol con fluspiral…dopo circa 4 ore dalla somministrazione ho fiato corto e dovrei fare un altra dose(visto che la dose di mattina lho posticipata il pomeriggio)sono preoccupata faccio la seconda dose anche se ho questo sintomo o sospendo…é preoccupante?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, per quale motivo segue questa terapia? difficile sia causato dal farmaco, potrebbe essere invece sintomo della patologia di base per cui sta assumendo il farmaco stesso.

    2. Catarro e infiammazione alle vie aeree.faccio la seconda dose nonostante il sintomo?ho iniziato la cura ieri sera

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Dovremmo valutare dal vivo, non so cosa intenda bene per “fiato corto”, non riesce a respirare? in tal caso in realtà a maggior ragione il cortisonico aiuterebbe, per cui sarebbe da continuare la terapia.

    4. Salve dottoressa,ho fatto la cura per 10 giorni ma il medico non ce e quindi non so posso staccare l assunzione del farmaco…ho dimezzato negli ultimi 2 giorni la dose da 500mcg 2 volte al di a 500mcg 1 volta al di…ho fatto bene?la ringrazio

    5. Dr. Roberto Gindro

      Non consiglio modifiche autonome alla terapia, il fatto che le manchi il fiato potrebbe dipendere dalla dose insufficiente; indispensabile farsi nuovamente visitare per fare il punto della situazione.

  2. Dovrei farla per 10 giorni matt e sera

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Appena può senta il medico che l’ha visitata e ha prescritto la terapia, ma può stare tranquilla per quel che posso valutare.

    2. Scusatemi c’ e’ differenza importante tra avere la BPCO a carattere prevalentemente enfisematoso ed avere enfisema ai primi stadi di manifestazione? inoltre i broncodilatatori ed i cortisonici fanno effetto positivo ,ma con il tempo possono perdere notevomente efficacia? e poi dopo si e’ costretti a passare all’uso di ossigeno. Sono circa 20 giorni che uso Brimica Genuair , ma ho sempre disturbi di fiato corto, fastidio al petto e in corrispondenza dietro alle spalle oltre un picco di tosse leggermente grassa, ho smesso di fumare da circa 10-12 gg. ma mi e’ aumentata la tosse, e’ normale?
      Grazie

    3. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, spesso l’enfisema fa parte delle caratteristiche della BPCO, intesa come ostruzione bronchiale, con limitazione del flusso aereo solo parzialmente o per nulla reversibile, lentamente progressiva. I farmaci broncodilatatori sono molto importanti per cercare di migliorare i sintomi e cercare di bloccare la progressione della malattia e necessitano soprattutto all’inizio controlli per valutarne l’efficacia. Continui a non fumare e se i sintomi non dovessero migliorare deve tornare dal medico per una nuova valutazione. saluti

  3. Salve! Mio fratello, di cinquant’anni, ha fatto una lastra del torace in seguito a un periodo di disturbi alle vie respiratorie, e ne risulta un intrappolamento di aria intraparenchimale. Mio fratello non fuma, ma purtroppo lavora in una fabbrica farmaceutica con esposizione a sostanze tossiche. Può trattarsi di enfisema? o anche di qualcosa di peggio? Sarebbe opportuno fare una tac? lo pneumologo gli ha solo chiesto esami del sangue.

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Buonasera. Un intrappolamento di aria fa pensare a enfisema e a bronchiectasie. Le sostanze tossiche inalate potrebbero aver avuto un ruolo ma se lo pneumologo non ha posto l’indicazione, verosimilmente al momento non serve fare una indagine di diagnostica più approfondita. saluti

  4. in una recente TAC eseguita per un altra motivo, mi hanno refertato quanto segue:
    quadro di diffuso enfisema centrolobulare e parasettale.
    Ho smesso di fumare da 11 anni, e non perchè respiravo male, ma solamente perchè volevo smettere, dopo un paio di tentativi ci sono riuscito.
    Vorrei sapere se è possibile, se c’è una cura abbastanza efficiente per intraprendere una terapia.
    Un ringraziamento per una eventuale risposta.
    Pino.M.

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Dipende dal quadro clinico, se non ha sintomi o deficit relativi non c’è bisogno di terapia, e comunque l’enfisema è un’alterazione anatomica causata dal fumo da cui non si guarisce, la terapia sarebbe atta a migliorare la respirazione, stante comunque l’enfisema.

    2. si, i sintomi ci sono così credo..
      Abito a quattro piani senza ascensore e quando arrivo al secondo ed al terzo piano, devo fermarmi perchè rimango a corto di aria, anche quando sono fuori e cammino un po più velocemente, devo fare una sosta respirando più velocemente, non è perchè io voglia respirare così, ma perchè sento che sono in deficit di aria.
      di nuovo grazie anche per la precedente risposta.
      Pino.M.

    3. Dr. Roberto Gindro

      Consiglierei di fare il punto con il medico segnalando queste difficoltà, verrà ponderato se prescrivere una terapia di supporto (al bisogno oppure cronica).

  5. Salve, ho 21 anni e da circa un mese o più ho cominciato ad accusare di un dolore toracico mediale intercostale. Questo nelle ultime settimane è andato diminuendo di intensità. Una cosa che ho notato è che si fa sentire principalmente quando fumo o dopo aver fumato. C’è da preoccuparsi?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, probabilmente soffre di gastrite e/o reflusso, che viene esacerbato dal fumo; proverei intanto a smettere di fumare per vedere se ci sono cambiamenti, e ne parlerei comunque col medico.

  6. Buonasera, dopo aver fatto degli rx torace, mi è stata consigliata una tac urgente vista la presenza di numerose ed importanti bolle parenchimiali. Ho fatto la tac e visita chirurgica. Ma alla fine di tutto, sono stata diciamo messa in attesa di avere un “pneumotorace” poiché l intervenire prima, nn risulta per il medico la miglior strada possibile. Ora, io l anno scorso a dicembre ho subito un brutto incidente stradale frontale. Fatalità avevo degli rx fatti a Novembre, quindi prima, ed i miei polmoni erano pressoché sani. Domanda: è possibile il mio stato attuale sia di origine traumatica? Se si vi potrebbe essere un rimedio? Grazie!

    1. Dr. Roberto Gindro

      Mi dispiace, ma non mi sento di esprimere giudizi.

    2. Qualcun altro medico in questo forum lo potrebbe fare?

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Buonasera, non ho capito cosa intende con ” messa in attesa di avere uno pneumotorace”, significa che pensano sia la diagnosi, o che rischia uno pneumotorace…? probabilmente la seconda ipotesi, perché solitamente lo pneumotorace, a meno di casi molto lievi, richiede un trattamento e ha dei sintomi abbastanza tipici. Non credo che il quadro sia attribuibili all’incidente di un anno fa, ma non sapendo nemmeno di cosa si tratta non possiamo esprimerci sulle cause possibili.

    4. Gentile Dott.ssa, cerco di spiegarmi meglio. Ho fatto rx torace e successivamente la TC in quanto, già dagli rx, erano evidenti delle formazioni parenchimali multiple. Dopo la tac, si è e vinto che tali formazioni sono multiple, bilaterali per enfisema parasettale. Mi è stato consigliato un consulto con un medico pneumotoracico. L ho fatto, e mi è stato detto che sono probabilmente dovute ad una lunga storia di fumo. Che probabilmente potrebbe accadere un pneumotorace ma che al momento, cioè finché non accade, non si interviene in nessun modo. Alquanto stranita dalla mia situazione attuale, ho smesso immediatamente di fumare, ma ho recuperato esami medici precedenti. E qui mi sorge il dubbio. Esattamente anno fa, ho eseguito un rx torace, e lo stesso era completamente privo di problemi. Avendo poi subito un incidente stradale, poco dopo tale esame, mi chiedo se potesse essere che la mia situazione attuale sia più causa di tale trauma piuttosto che dovute al fumo o ad altro. Spero di essere stata esaustiva. La RINGRAZIO d anticipo.

    5. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, quindi mi pare di capire che ha un enfisema; tale patologia è correlata a diverse cause, molto probabilmente il fumo nel suo caso, ma non ad incidenti, e non c’è nulla che si possa fare per prevenire uno pneumotorace, non capisco perché hanno posto l’accento su questa possibilità che è vero che è possibile negli enfisematosi, ma può accadere anche in situazioni piuttosto normali. Intanto ha fatto bene a smettere di fumare, perché si può evitare così di peggiorare la situazione.

    6. Grazie mille per la sua risposta, di certo rincuorante!!!!! Grazie ancora per la sua disponibilità.

    7. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Di nulla, si figuri, stia tranquilla.

  7. Gentili dottori, ho 25 anni e purtroppo fumo; da qualche giorno ho grosse difficoltà a salire le scale, perchè mi viene subito il fiatone. È vero che soffro d’ansia e mia mamma imputa a questo il sintomo, ma onestamente temo che possa trattarsi di enfisema in fase avanzata.

    Grazie mille per l’attenzione.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Improbabile che sia enfisema, mentre è ragionevole pensare all’ansia se ne soffre, ma raccomando di verificare con il medico.

  8. Ieri sera un mio amico sapendo del mio terrore (quasi ipocondria, direi) mi ha soffiato addosso del fumo cogliendomi alla sprovvista e quindi senza volerlo l’ho respirato. Dice che rischio di andare incontro a enfisema?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, non si preoccupi.

  9. Una seduta di aerosol con Clenil e Fluibron può causare la comparsa di fiato corto? Parliamo di un adulto.

    1. Dr. Roberto Gindro

      È poco probabile che si un effetto collaterale dei farmaci, anche se l’azione fludificante in qualche caso può causare questo problema; più verosimile invece che sia legato alla patologia che sta trattando, ma in ogni caso è consigliabile segnalare l’accaduto al medico.