La fibromialgia: sintomi, cura, cause e diagnosi

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Cos’è la fibromialgia

La fibromialgia è una sindrome muscolo-scheletrica a lungo termine che causa dolore ed affaticamento. Solo negli ultimi 20 anni si è potuto approfondire la conoscenza di questa malattia, che in Italia interessa circa 1.5-2 milioni di persone, sopratutto di sesso femminile (alcuni ricercatori sono tuttavia convinti che, a causa delle difficoltà di diagnosi, sia anche più diffusa).

Ricevo e pubblico volentieri da una lettrice colpita dalla fibromialgia:


Vorrei aiutare con alcuni fatti sulla fibromialgia.

Sono in Sud Africa e ne soffro da più di dieci anni. Non soffriamo di depressione, bensì di una frustrazione che ci porta alla tristezza, perchè la mente è molto attiva e il corpo non risponde e ci tradisce con dolori estremi e sintomi che i dottori non capiscono. L’esercizio aiuta solo all’inizio di questa patologia, ma poi contribuisce ancora di più a far star male.

Parlo da persona molto attiva, facevo yoga, mi piaceva ballare ed anzi lavoravo sul palcoscenico come cantante. Ora mi è difficile camminare in casa da una stanza all’altra.

Ho cercato di continuare con gli esercizi sino a che ho potuto, ma poi è subentrata la post-exertional fatigue, che menzionano in molti siti (nel mondo) per cui un minimo sforzo fisico provoca giorni di dolori e ricadute.

Vorrei poter aiutare, confermando i sintomi della fibromialgia e raccontando la mia storia personale, …

Ho avuto analisi praticamente di tutto e dovrei essere la persona più sana del mondo, anche come dieta. Eppure mi posso a malapena muovere. Riesco a guidare forse una volta ogni due settimane per andare al supermercato e poi sono completamente esausta. Questa malattia è avanzata gradualmente e vedo che peggiora con il tempo. Essendo da sola e senza aiuto mi preoccupo per il futuro naturalmente.

Non si guarisce da questo. Ho avuto sintomi di fibromialgia per un paio d’anni quando ero più giovane, poi è sparita per ritornare più grave dopo i quaranta.
[…]

Solo provando questo livello di dolore e di infermità si può davvero capire quello che soffriamo noi pazienti tutti i giorni. Gli antidolorifici e simili non aiutano e farmaci come Lyrica danno effetti collaterali (almeno a me) insopportabili.

Viviana C.


Ad essere colpiti sono sopratutto muscoli e tendini ma, nonostante assomigli ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle articolazioni.

Il sintomo chiave della fibromialgia è la presenza di specifici punti (su collo, spalle, braccia, gambe, schiena e fianchi) dolorosi alla pressione, ma spesso sono presenti anche altri sintomi come:

Alla luce della varietà dei segni e sintomi con cui si presenta viene talvolta indicata come sindrome fibromialgica (in medicine il termine sindrome viene usato per indicare un insieme di sintomi e segni clinici costituenti le manifestazioni cliniche di una malattia).

Non esiste ad oggi una cura per guarire dalla fibromialgia, ma i medici hanno a disposizione molteplici farmaci e opzioni terapeutiche per aiutare a controllare e gestire i sintomi, tra cui anche

  • l’esercizio fisico,
  • le tecniche di rilassamento
  • e la riduzione dello stress.
Infografica di sintomi comuni della fibromialgia

Alcuni dei sintomi comuni della fibromialgia (iStock.com/VectorMine)

Cause

La causa esatta della fibromialgia è tuttora sconosciuta, ma al momento le ipotesi più accreditate vertono su possibili:

  • alterazioni a livello dei neurotrasmettitori (soprattutto relativi al dolore),
  • disequilibri ormonali che coinvolgono:
    • umore,
    • appetito,
    • sonno,
    • comportamento,
    • risposta a situazioni stressanti,
  • alterazioni e disturbi del sonno,
  • predisposizione genetica,
  • stress.

Non è quindi ancora stato chiarito il meccanismo esatto alla base della comparsa della condizione, ma è parere diffuso che possa essere il risultato dell’azione combinata di diversi fattori. In molti pazienti è peraltro possibile individuare un evento scatenante, che può essere per esempio:

  • infortunio,
  • infezione virale,
  • parto,
  • intervento chirurgico,
  • la rottura di una relazione affettiva,
  • vivere una relazione violenta,
  • morte di una persona cara,

ma in altri casi non è possibile risalire ad alcuna situazione specifica.

Una delle teorie più recenti ipotizza che una ridotta percezione del dolore sia causa di una maggiore sensibilità muscolare a ripetuti microtraumi, che potrebbero derivare da situazioni più o meno banali come malattie, traumi fisici, stress (per lavoro, lutti, famigliare, …), affaticamento, umidità e freddo, sindrome premestruale.

Concludiamo infine questa disamina riportando il risultato di un lavoro molto recente, pubblicato in giugno 2019, che indaga una possibile correlazione tra l’alterazione del microbioma intestinale e la comparsa della condizione; si tratta in realtà di uno studio assolutamente preliminare, in cui si è semplicemente osservata una correlazione, ed è quindi troppo presto per dire se

  • sia causa od effetto,
  • sia propria della sola fibromialgia o anche di altre sindrome dolorose,
  • possa rappresentare uno strumento diagnostico (l’aspetto che sottolineano gli autori) e/o anche terapeutico,

ma certamente rappresenta un filone di ricerca particolarmente interessante e per certi versi promettente.

Fattori di rischio

Chiunque può sviluppare la sindrome fibromialgica, ma di fatto si verifica 7 volte più frequentemente nelle donne che negli uomini.

Compare in genere tra i 30 e i 50 anni, ma sono possibili casi a qualsiasi età (bambini e anziani compresi).

Sintomi della fibromialgia

Il principale sintomo della fibromialgia è il dolore, che si può concentrare in collo, spalle e braccia o coinvolgere tutto il corpo. La gravità del sintomo può variare in base a fattori quali

  • stress,
  • clima,
  • sonno,
  • livello di attività fisica,
  • orario.

Fino al 90% dei malati di fibromialgia accusa affaticabilità, stanchezza e difficoltà nel dormire, in forma di :

I sintomi possibili sono molteplici ed estremamente vari, ma non si riscontrano mai tutti quanti in uno stesso paziente; soggetti differenti possono manifestare disturbi diversi, che possono essere così raggruppati:

  • dolore diffuso (sintomo che caratterizza la sindrome, diffuso in tutto il corpo o concentrato in alcune aree; continuo o variabile nel tempo, può manifestarsi anche come sensazione di bruciore o fitte acute e lancinanti),
  • eccessiva ed aumentata sensibilità:
    • iperalgesia: estrema sensibilità al dolore,
    • allodinia: percezione di dolore in seguito a stimoli normalmente innocui, come un tocco molto leggero,
  • rigidezza muscolare e articolare, talvolta con presenza di spasmi,
  • affaticamento e stanchezza eccessivi e continui,
  • peggioramento della qualità del sonno,
  • alterazioni cognitive (memoria, capacità di concentrazione, apprendimento, …),
  • compresenza di altri disturbi e alterazioni dell’umore.

Da un punto di vista più specifico possono quindi comparire:

Pericoli

Il dolore e la mancanza di sonno associati alla fibromialgia possono interferire sulle relazioni interpersonali e soprattutto professionali; spesso il soggetto fibromialgico va anche incontro ad ansia e depressione, causate dalla frustrazione dell’assenza di cure mirate.

Non si conoscono patologie che siano una diretta conseguenza e/o complicazione, ma spesso la fibromialgia è associata ad altre patologie come ad esempio

Diagnosi

Lo specialista d’elezione cui fare riferimento per la diagnosi di fibromialgia è il reumatologo.

Il primo passo dell’iter diagnostico della fibromialgia prevede l’esclusione di altre malattie in grado di poter spiegare i sintomi accusati dal paziente, come ad esempio:

Non esistono esami di laboratorio specifici, ma ne vengono di norma richiesti per escludere queste ed altre patologie (come ad esempio l’ipotiroidismo).

Per formulare la diagnosi vera e propria non esiste un unico criterio universalmente adottato, ma per esempio l’NHS inglese prevede che:

  • sia presente un dolore severo in 3-6 diversi distretti, oppure un dolore lieve in 7 o più distretti;
  • i sintomi persistano dal almeno 3 mesi,
  • siano state escluse altre patologie in grado di spiegarne la presenza.

Tender Points

La diagnosi in passato prevedeva la presenza di dolore diffuso e particolarmente rilevante in punti specifici sollecitati dal reumatologo (tender points), simmetrici su entrambi i lati del corpo:

  • alla base del cranio,
  • alla base del collo,
  • in cima alla spalla,
  • fra la clavicola e la spina dorsale,
  • sulla cassa toracica,
  • sul bordo esterno dell’avambraccio,
  • nella parte superiore dell’anca,
  • nella parte alta dei glutei,
  • sul ginocchio.

Cura e terapia

Alla terapia farmacologica è indispensabile associare attività fisica ed una completa e costante informazione ed educazione del paziente, per esempio sull’igiene del sonno, in grado di migliorare od eliminare i fattori scatenanti e/o in grado di peggiorare la sintomatologia.

Per quanto riguarda i farmaci sono utilizzati

  • paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, Acetamol), antinfiammatori, antidolorifici (ad esempio il tramadolo, nome commerciale Contramal);
  • per migliorare la qualità del sonno si prescrivono spesso antidepressivi e miorilassanti (Flexiban, Lyseen, Muscoril);
  • gabapentin (Neurontin) e pregabalin (Lyrica), ossia farmaci per il dolore neuropatico, danno risultati apprezzabili solo in una parte di pazienti.

Come detto non si può prescindere poi da una moderata ma periodica attività fisica: nonostante la riluttanza ad intraprendere del movimento fisico a causa del dolore, quest’ultimo migliora rapidamente donando sollievo al paziente. Negli ultimi anni, fra le attività consigliate, si è inserito per la sua efficacia anche lo Yoga.

Alcuni medici provano inizialmente un approccio naturale che prevede innanzi tutto riposo (però senza immobilizzazione, causa di peggioramento della sintomatologia); in seguito stretching ed un’attività fisica da aumentare gradatamente. È possibile poi ricorrere a massaggi rilassanti per migliorare la qualità del sonno.

Vengono talvolta prescritti integratori vitaminico-minerali, senza una reale prova di efficacia e con risultati contrastanti.

È infine recente la proposta del ricorso a una terapia combinata laser-ultrasuoni per il trattamento del dolore; la particolarità di questo approccio è che viene diretto sui palmi delle mani del paziente, anziché sui punti dolenti. Il ridotto numero di pazienti che hanno preso parte allo studio (48 donne, suddivise in tre gruppi) deve tuttavia indurre a grandi cautele ed evitare facili entusiasmi.

Centri di cura

Segnalo che all’Istituto Gaetano Pini c’è dal 2005 un centro di riferimento regionale e nazionale per la fibromialgia, che per la ricerca si affida a un board di specialisti di tre Università: Milano, Bruxelles e Tel Aviv.

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Domande e risposte
  1. Cos’è la fibromialgia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      È una condizione cronica che può causare numerosi sintomi, primi fra tutti dolore diffuso e problemi di affaticamento, sonno, memoria e umore.

  2. Come riconoscerla?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La diagnosi di fibromialgia è molto complessa e spesso frutto soprattutto di un’esclusione delle altre possibili cause dei disturbi lamentati; in passato veniva valutata la risposta alla pressione di 18 punti specifici sul corpo, mentre le linee guida più recenti richiedono la persistenza di un dolore diffuso per più di tre mesi non spiegabile da altre condizioni patologiche.

  3. Come si cura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non esiste cura per guarire dalla malattia, quindi le diverse opzioni terapeutiche si concentrano soprattutto sul sollievo dai sintomi; è possibile valutare il ricorso a modifiche dello stile di vita, farmaci e percorsi di supporto psicologico.

  4. Quali sono i sintomi della fibromialgia?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      I possibili sintomi sono decine, ma quali e come si manifestano cambiano da un paziente all’altro; tra i più comuni ricordiamo una maggiore sensibilità al dolore, stanchezza severa, rigidità muscolare, disturbi del sonno, difficoltà di memoria e concentrazione, mal di testa, sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

  5. Anche i bambini possono soffrirne?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo sì, anche se non è sicuramente comune; compare in genere nell’adolescenza e soprattutto fra le ragazze.