Introduzione
Il termine dismenorrea significa “mestruazione dolorosa”.
La dismenorrea non può essere identificata come una patologia vera e propria, ovvero come una malattia, ma piuttosto rappresenta una condizione clinica più o meno stabile nel tempo. In parole più semplici la dismenorrea è “il sintomo” di una patologia sottostante che dobbiamo essere in grado di identificare.
Il livello di dolore da considerare non più normale (patologico) è estremamente soggettivo e correlato al livello di sopportazione di ogni singola donna durante l’arco della vita; nel momento in cui però tale dolore diventa invalidante e costringe la paziente a ricorrere costantemente, di mese in mese, a farmaci importanti per ridurre la sintomatologia, è ovviamente un quesito clinico da prendere in considerazione.
Per molte donne un certo grado di dolore durante il flusso mestruale è del tutto normale, ma si raccomanda di contattare il medico in caso di:
- inefficacia degli antinfiammatori da banco nel controllarlo,
- dolore che influisce significativamente sulla qualità di vita (per esempio diventando causa frequente di assenza da scuola o dal lavoro),
- comparsa inaspettata di crampi molto più forti rispetto al passato,
- concomitante presenza di febbre,
- presenza di dolore pelvico anche in fasi diverse rispetto alle mestruazioni.
Orientandosi nella diagnosi, grazie soprattutto al racconto della paziente ed al riscontro di altri sintomi (magari più lievi, meno invalidanti e pertanto spesso tralasciati in secondo piano), il ginecologo è spesso in grado di individuare la reale causa del dolore e trattarla in modo mirato; quando al contrario non sia possibile individuare una patologia di fondo, è solamente possibile alleviare sintomi e disagi.
È molto frequente, nel caso di condizioni cliniche vaghe quali appunto il riscontro di un dolore aspecifico e cronico, non riuscire a formulare uno specifico quadro diagnostico, in questi casi la terapia diventa quindi un delicato equilibrio tra
- i benefici della terapia sintomatica (quali ad esempio i farmaci analgesici)
- ed i loro rischi (soprattutto tossicità a carico di alcuni organi come stomaco o fegato).
Gravidanza
Prima di addentrarci nell’analisi della cause e dei rimedi disponibili per trattare mestruazioni particolarmente dolorose può essere utile dare risposta a una domanda che comunemente si pone una donna di fronte a un ritardo o a una mestruazione imminente.
La presenza/assenza dei tipici dolori mestruali senza ancora la presenza della mestruazione, permette di escludere una gravidanza?
La risposta è no, finché non compare un flusso mestruazione normale per durata e soprattutto intensità, non è possibile esprimere ipotesi su un’eventuale gravidanza in corso.
Cause
Il sintomo “dolore” durante la mestruazione è una condizione clinica estremamente frequente e di conseguenza purtroppo molto vaga, ma è utile innanzi tutto individuare due tipi di dismenorrea:
- La dismenorrea primaria è la forma più comune ed è un dolore mestruale non legato ad altra condizione; la causa biochimica è in genere da cercare in un’eccessiva produzione di prostaglandine, sostanze chimiche prodotte dall’utero ed in grado di causare la comparsa di dolorose contrazioni muscolari. Il dolore può iniziare un giorno o due prima della comparsa della mestruazione e durare generalmente qualche giorno. È molto comune rilevarne la presenza fin dai primi cicli in età adolescenziale, mentre tende a ridursi con il passare degli anni e spesso a seguito del primo parto.
- La dismenorrea secondaria è invece più comune che faccia la sua comparsa più avanti negli anni, in quanto generalmente legata a condizioni che interessano utero e altri organi del sistema riproduttivo.Questo tipo di dolore può iniziare prima della comparsa della mestruazione e durante anche dopo, peggiorando con il passare del tempo.
Tra le patologie che più comunemente sono causa di dolore secondario ricordiamo:
- Endometriosi: è la spiegazione più frequenze per un dolore che tenda a presentarsi durante il flusso mestruale (dismenorrea), durante i rapporti (dispareunia) e sia accompagnato da alterazioni della fertilità femminile. È una patologia in cui il tessuto che riveste l’utero si ritrova anche in altri distretti anatomici, dove normalmente non dovrebbe essere presente, come ad esempio sulle ovaie.Tale tessuto (endometrio) risponde al rialzo mensile degli estrogeni, provocando dolore con la mestruazione.
- Adenomiosi: è una condizione molto simile all’endometriosi, in cui si riscontra nuovamente del tessuto endometriale ectopico al di fuori della sua normale sede. In questo caso tuttavia il tessuto endometriale rimane all’interno dell’utero, ma spingendosi più in profondità fino a invadere il tessuto muscolare dell’organo (miometrio). All’analisi ecografica il fenomeno è facilmente osservabile grazie alla presenza del cosiddetto “effetto tigrato”.
- Fibromatosi uterina: è sicuramente la patologia ginecologica benigna di riscontro più frequente nella popolazione femminile, pur non essendo la la prima causa di dolore mestruale in quanto spesso asintomatica e di riscontro casuale. Nel corso della vita fertile di una donna possono formarsi dei miomi, singoli o multipli, i quali con l’alternarsi del ciclo mestruale possono infastidire la donna provocando dolore.
- Infezioni pelviche, di differente natura, possono interessare gli organi del basso addome provocando dolore durante la mestruazione.
- Alterazioni cervicali: aderenze, fibrosi, malformazioni di varia natura possono provocare dolore
- Imene imperforato: condizione clinica di riscontro non così frequente, diagnosticabile soprattutto in ragazze molto giovani, soprattutto alla comparsa del menarca (la prima mestruazione).
Sintomi
Oltre al classico dolore durante il flusso mestruale, in caso di dismenorrea secondaria è spesso possibile individuare alcune piccole manifestazioni cliniche, di rilevanza minore.
- In caso di endometriosi possiamo avere dismenorrea associata a
- dispareunia (dolore durante i rapporti),
- senso di tensione addominale,
- infertilità,
- irregolarità mestruali,
- …
- Nel caso di adenomiosi le manifestazioni sono spesso molto simili, la differenza principale è essenzialmente la diversa tipologia di riscontro ecografico.
- Nelle pazienti interessate da fibromatosi vengono a mancare di solito le manifestazioni tipiche di endometriosi ed adenomiosi, ma la donna potrebbe lamentare gonfiore addominale a causa della presenza ingombrante di alcuni miomi particolarmente grandi e di nuovo un’immagine totalmente diversa a livello ecografico.
- Infezione o infiammazioni pelviche più o meno estese possono associarsi a
- febbre,
- malessere generalizzato,
- astenia,
- inappetenza e inspiegabile calo ponderale (calo di peso),
- …
Diagnosi
Una volta eseguita un’attenta anamnesi, che rappresenta un momento fondamentale del processo diagnostico di qualunque patologia (ma soprattutto di condizioni cliniche così aspecifiche come la dismenorrea), è possibile ricorrere ad esami più mirati quali:
- Esami di laboratorio: di semplice impiego e molto utili, soprattutto per escludere un rialzo degli indici infiammatori ed infettivi. Nel caso poi di endometriosi è possibile rilevare un aumento del marker Ca125.
- Ecografia transvaginale: rappresenta sicuramente il tassello essenziale per differenziare le tre condizioni principali:
- Endometriosi: si riscontrano spesso cisti (soprattutto nell’ovaio) di tipo “ground glass”, a vetro smerigliato.
- Adenomiosi: utero tigrato.
- Fibromatosi uterina: utero con miomi.
- Tecniche di imaging di secondo livello, più approfondite, come risonanza magnetica pelvico-addominale, nel caso in cui all’ecografia sia stata riscontrata una condizione di endometriosi profonda ed estremamente diffusa. Alcuni quadri possono addirittura creare aderenze addominali tra i vari visceri (intestino compreso) e parete addominale, quasi da congelare la pelvi al pari di alcune patologie neoplastiche ed in grado quindi di ingenerare grande ansia nella paziente.
Nei casi dubbi è infine possibile ricorrere all’indagine chirurgica (tipicamente in laparoscopia diagnostica), associata a biopsia o asportazione della lesione e successivo esame istologico definitivo, che permette la formulazione del verdetto finale di certezza.
Cura e rimedi
Come sempre di fronte a multiple patologie di base esistono differenti approcci terapeutici.
Dismenorrea primaria
In caso di dismenorrea primaria è in genere sufficiente il ricorso ad antidolorifici più o meno aggressivi (ibuprofene, ketoprofene, paracetamolo, …) o, in assenza di controindicazioni, alla pillola contraccettiva. L’uso dell’aspirina è generalmente controindicato per il suo effetto fluidificante sul sangue, che aumenterebbe la quantità di sangue perso.
Per trovare sollievo durante la fase acuta è inoltre utile:
- ricorrere alla terapia del caldo, appoggiando una borsa dell’acqua calda (o simile) a livello pelvico, in grado di favorire il rilassamento della muscolatura addominale e uterina,
- concedersi un bagno o una doccia calda, senza eccedere per evitare di favorire l’emorragia,
- praticare una leggera attività fisica,
- praticare tecniche di rilassamento e meditazione,
- riposare adeguatamente,
- assunzione di tisane e infusi caldi in grado di ridurre la tensione addominale,
- evitare fumo e alcolici.
Dismenorrea secondaria
- In caso di endometriosi ed adenomiosi la soluzione è duplice:
- Terapia ormonale, quindi farmacologica, in grado di ridurre la stimolazione estrogenica (alla quale soprattutto l’endometriosi e l’adenomiosi rispondono con un aumento della sintomatologia).
- Terapia chirurgica:
- enucleazione della cisti, per l’endometriosi;
- isterectomia per l’adenomiosi;
- miomectomia o addirittura isterectomia nel caso di fibromatosi uterina avanzata.
- In caso di infezioni la terapia è ovviamente, almeno inizialmente, farmacologica di tipo antibiotico/antivirale/antimicotico a seconda del patogeno isolato, associato ad eventuale supporto antinfiammatorio e/o antipiretico se necessario.
Autore
Dr.ssa Raffaella Ergasti
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma n. 62907