Introduzione
La sensazione di avere una pancia gonfia e dura è un sintomo molto comune e frequente che può interessare soggetti di qualunque età e come conseguenza di innumerevoli cause; sebbene talvolta la sensazione sia causata da patologie piuttosto serie che richiedono una diagnosi tempestiva per un trattamento adeguato ed efficace, molto più spesso si tratta di una sensazione provocata da condizioni più comuni, come
- un normale accumulo di gas a livello gastro-intestinale,
- una dieta sbilanciata,
- aerofagia (deglutizione di eccessive quantità d’aria mangiando).
Meno frequentemente possono subentrare patologie o condizioni para-fisiologiche quali
- Intolleranze alimentari e celiachia
- Sindrome del colon irritabile
- Infezioni e intossicazioni gastro-intestinali
- Malattie infiammatorie croniche intestinali come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn
- Variazioni ormonali (come nel caso di mestruazioni, menopausa e gravidanza).
Cause fortunatamente meno comuni, ma decisamente più gravi, comprendono:
- Ascite
- Peritonite
- Occlusione intestinale
- Appendicite acuta
- Calcolosi della colecisti e del coledoco
- Patologia delle ovaie
- Malattie del metabolismo come in caso di una disfunzione tiroidea
Ad accompagnare il quadro clinico, caratterizzato dalla sensazione di un addome piuttosto duro, teso e dolente con gonfiore che si localizza su tutti i quadranti addominali, possono essere riscontrati ulteriori sintomi come:
- Meteorismo e flatulenza
- Senso di pienezza post-prandiale
- Distensione addominale
- Dolore addominale in diversi o su tutti i quadranti
- Alterazioni dell’alvo come diarrea o stipsi
La diagnosi è basata sul riconoscimento del quadro clinico sulla base dei sintomi soggettivi e dei segni oggettivi presentati dal paziente. L’ipotesi diagnostica, nei casi più delicati, potrebbe richiedere la conferma mediante esami ematochimici standard ed esami strumentali di I e II livello (ecografia, TC, risonanza magnetica, esame endoscopico).
Il trattamento e la prognosi dipendono dalla patologia sottostante, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione temporanea ed autolimitante che potrebbe richiedere nella peggiore delle ipotesi antidolorifici da banco per trattare il dolore spesso presente.
Nei casi di pazienti affetti da patologie più serie l’intervento medico può invece essere più rilevante, a livello farmacologico o chirurgico.
Cause
Il gonfiore addominale può presentare moltissime cause diverse, alcune tanto comuni quanto lievi, altre più rare ma allo stesso tempo più gravi.
Lo stato di tensione o gonfiore addominale con associata sensazione di pancia dura è causato fondamentalmente dall’aumento dei volumi degli organi addominali (stomaco e intestino soprattutto), che possono essere pieni da liquidi, solidi o tipicamente da gas. Alcuni pazienti mostrano infine condizioni più gravi, in cui il gonfiore addominale è causato da situazioni patologiche vere e proprie come l’accumulo di liquido libero in cavità addominale (ascite).
Tra le cause più frequenti, che colpiscono una buona percentuale di popolazione di tutte le età, possiamo ritrovare:
- Normale accumulo di gas: spesso vengono deglutiti gas durante il pasto o vengono prodotti nel lume intestinale durante i processi di digestione. Con un progressivo e rapido accumulo si determina la distensione “oltre il normale” degli organi addominali, accompagnata dalla sensazione di tensione alla pancia che si presenta più tesa, dura e gonfia. Normalmente il gas presente in eccesso viene eliminato attraverso i meccanismi di eruttazione e flatulenza che, se impediti per qualche ragione (o nel caso di accumulo rapido in poco tempo), possono determinare l’insorgenza dei fastidi.
- Dieta sbilanciata: l’ingestione di pasti particolarmente abbondanti, scarsamente digeribili, o di bevande gassate e di molecole irritanti per l’intestino come il caffè, l’alcol e la cioccolata, provoca una iper-produzione e la successiva ritenzione di gas. Altre cause possono essere il masticare le chewing-gum, una dieta povera o troppo ricca di carboidrati, un rapido aumento della quantità di fibre alimentari, l’ingestione di grandi quantità di legumi senza abitudine, …
- Ansia: l’intestino è fortemente controllato e coinvolto nell’azione del sistema nervoso, presentando tra l’altro una serie di neurotrasmettitori con la funzione di regolarne l’attività. Gli stati emotivi di ansia, stress, paura causano una alterazione nel normale equilibrio di queste molecole e ciò comporta un aumento dell’attività peristaltica, della produzione di muco e di gas.
- Aerofagia: durante i pasti, soprattutto se consumati in maniera rapida, o parlando il soggetto tende a deglutire aria in eccesso, che si accumula nel tubo digerente e ne causa la sovradistensione.
- Stitichezza: una dieta caratterizzata dallo scarso apporto di fibre e dalla scarsa idratazione determina un rallentamento della motilità intestinale con accumulo di materiale nel lume intestinale e quindi distensione dell’addome con pancia dura al tatto.
- Intolleranze alimentari: sono delle condizioni non prettamente patologiche caratterizzate dall’incapacità da parte dell’intestino di digerire determinati alimenti a causa della mancanza degli enzimi digestivi appropriati. Soggetti con intolleranza al lattosio, al glutine (e celiachia) o all’istamina, infatti, hanno come sintomatologia fondamentale il gonfiore addominale e sensazione di pancia dura, accompagnati da crampi, modificazioni dell’alvo con diarrea o stipsi e meteorismo (dilatazione dell’addome per la presenza eccessiva di gas nel canale digerente).
- Sindrome del colon irritabile: patologia i cui meccanismi eziopatogenetici non sono ancora chiari, ma che causa sintomi di irritazione intestinale come gonfiore, dolore addominale, stipsi o diarrea.
- Infezioni e intossicazioni: la gastroenterite virale è una malattia molto frequente che si presenta principalmente con vomito e diarrea, spesso associati a crampi addominali, gonfiore, dolore, meteorismo e flatulenza.
- Malattie infiammatorie croniche intestinali: malattie come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn possono presentarsi con un quadro sintomatologico caratterizzato da disturbi dell’alvo, gonfiore e dolore addominale. Le complicanze di queste patologie possono essere piuttosto gravi, richiedendo in taluni casi un intervento chirurgico in regime di urgenza nel caso di occlusione o perforazione intestinale.
- Compromissione della flora batterica intestinale: l’assunzione di farmaci antibiotici, in alcuni casi, può determinare una drastica riduzione della flora microbica intestinale, specialmente se non accompagnati da integratori di probiotici, per cui si manifesteranno sintomi intestinali come gonfiore, crampi, sensazione di pancia dura e dolente, stipsi o diarrea.
- Sovraccrescita batterica intestinale (SIBO – Small Intestinal Bacterial Overgrowth): in condizioni fisiologiche, la flora microbica risiede soltanto nell’intestino crasso. Se per varie cause (dietetiche soprattutto) questa va a colonizzare anche l’intestino tenue, attraverso la sua attività metabolica aumentata produce notevoli quantità di gas che determinano il gonfiore addominale associato a modificazioni dell’alvo e a crampi, con sintomatologia intestinale anche importante.
- Ciclo mestruale o menopausa: soprattutto in fase premestruale e dopo la menopausa, il corpo di una donna subisce importanti cambiamenti ormonali e ciò comporta nella menopausa una ridistribuzione del grasso a livello addominale; in entrambi i casi una maggiore ritenzione di liquidi e anche una compromissione della normale motilità intestinale porta alla difficoltà nella digestione e di conseguenza ad un accumulo di gas nell’intestino.
- Gravidanza: fisiologicamente durante tutta la gravidanza la donna avvertirà una sensazione di addome teso e duro al tatto correlata all’aumento di volume graduale dell’utero nelle diverse fasi della gestazione. A questo si sovrappone il cambiamento nel corpo da un punto di vista ormonale che comporta l’accumulo di liquidi e quindi ulteriore distensione addominale.
Esistono poi cause meno frequenti, ma più gravi, che possono determinare la sensazione di gonfiore e durezza a livello addominale, in quanto compromettono l’assorbimento dei gas o il loro smaltimento, come per esempio:
- Ascite: patologia caratterizzata dall’accumulo di liquido in cavità peritoneale derivante principalmente da malattie del fegato, del rene o del cuore. Queste causano una iper-filtrazione di liquidi da parte dei vasi sanguigni addominali che vanno a distendere l’addome, compromettendo anche la funzionalità degli organi in esso contenuti.
- Peritonite: infiammazione del peritoneo, a partenza da patologie di uno o più visceri addominali. Si presenta con distensione addominale e dolore vivo, solitamente molto intenso, associato alla contrattura difensiva della parete addominale che si fa piuttosto dura. Ogni caso di peritonite rappresenta un’urgenza che può richiedere quasi sempre un intervento chirurgico per la sua risoluzione.
- Occlusione intestinale: si intende un rallentamento fino ad un vero e proprio blocco del transito di feci e gas a livello intestinale. Causata da molteplici cause richiede una pronta diagnosi e nel caso di occlusione completa a feci e gas, può richiedere un intervento chirurgico in regime di urgenza.
- Appendicite: un’infiammazione della appendice vermiforme può causare una reazione peritoneale e quindi avere le stesse manifestazioni descritte in precedenza. In questo caso si può avere una alterazione dell’alvo con nausea e vomito ed un senso di gonfiore addominale diffuso; a livello del fianco destro e della fossa iliaca destra invece comparirà un quadro di peritonite localizzata con addome piuttosto teso, duro e dolente alla palpazione sia superficiale e profonda. Risulteranno positivi due segni semeiologici caratteristici come il segno di McBurney e il segno di Blumberg.
- Steatosi epatica: malattia del fegato causata dall’accumulo di trigliceridi nelle cellule epatiche. Questo accumulo determina l’aumento di volume dell’organo stesso che andrà a occupare spazio nella cavità addominale e darà la tipica sensazione di pancia gonfia.
- Calcolosi biliare: patologia caratterizzata dalla presenza di calcoli all’interno della colecisti o delle vie biliari che durante lo spostamento possono determinare un blocco nel deflusso della bile. Questa si accumulerà a monte e determinerà la distensione delle vie biliari, con ittero, dolore di tipo colico e sensazione di pienezza e gonfiore addominale.
- Patologie della vescica: la comparsa di un globo vescicale, ovvero l’aumento di volume della vescica a causa del blocco del flusso di urina verso l’uretra, determina un effetto massa all’interno della cavità addominale che perciò si espanderà e causerà una sensazione di pancia gonfia e dura al tatto.
- Patologia delle ovaie: alcune condizioni delle ovaie, primo tra tutti il tumore ovarico, si possono manifestare con sensazione di gonfiore e pienezza addominali a causa dell’effetto massa, associandosi anche ad altri sintomi di tipo intestinale.
- Malattie del metabolismo: una disfunzione tiroidea, come nel caso di marcato ipotiroidismo, può presentare nel suo corteo sintomatologico anche la sensazione di pancia gonfia e dura dovuta al rallentamento dell’attività dell’apparato gastro-enterico.
Sintomi
La pancia gonfia e dura viene avvertita come una sensazione spiacevole di gonfiore della cavità addominale, come se fosse “ripiena di aria”, con associata sensazione di dolore più o meno intenso. Il soggetto presenta un addome teso e duro al tatto.
A tale condizione si correlano spesso altri sintomi, quali:
- Flatulenza (eccessiva formazione di gas a livello gastro-intestinale con emissione per vie naturali)
- Senso di pienezza post-prandiale e dopo gli altri pasti principali
- Eruttazioni frequenti
- Distensione addominale (rilievo oggettivo di espansione interna della cavità dell’addome)
- Dolore addominale, nella maggior parte dei casi di tipo crampiforme (tipico degli organi cavi come il tubo digerente)
- Diarrea
- Stipsi
- Meteorismo
Accanto a questi sintomi intestinali tradizionali possono essere presenti altre manifestazioni correlate alla malattia di base, come ad esempio:
- dolore al basso ventre e a livello lombare in caso di mestruale
- nausea e vomito in caso di infezioni e le intossicazioni
- ittero e altri sintomi specifici per le malattie del fegato
- dolore di tipo colico per la calcolosi biliare
- …
Quando rivolgersi al medico
Quando il gonfiore addominale diventa continuo o estremamente frequente, non si risolve facilmente e si associa ad altri importanti sintomi, è raccomandabile rivolgersi al proprio curante per indagare le cause dei disturbi.
Più in particolare si raccomanda il parere medico in caso di
- gonfiore addominale persistente nel tempo
- sintomi così severi da compromettere la normale qualità di vita del paziente
- nausea e vomito che non si risolvono
- ittero (colorazione giallastra di cute e mucose)
- sintomi tipici di una malattia più grave
- improvvisi cambiamenti dell’alvo (diarrea e/o stitichezza)
- presenza di sangue nelle feci
- perdita di peso importante in poco tempo
Diagnosi
Se nella maggior parte dei casi la diagnosi sarà rapida e inerente patologie di comune riscontro, in alcuni pazienti potrebbe essere più ostica, soprattutto in assenza di sintomi più specifici
L’iter diagnostico inizia sempre da un’accurata anamnesi ed esame obiettivo.
Anamnesi
Durante l’anamnesi, attraverso una sorta di intervista al paziente, è compito del medico raccogliere diverse informazioni riguardo:
- modalità d’insorgenza del gonfiore addominale della sensazione di pancia dura
- localizzazione ed intensità del gonfiore e di eventuale dolore
- fattori che alleviano o esacerbano la sintomatologia presentata
- l’associazione dei sintomi all’assunzione di particolari alimenti
- presenza di patologie sottostanti
- assunzione cronica di farmaci
Esame obiettivo
Permette di valutare la presenza di
- masse addominali
- se sia presente aria libera in addome (scomparsa ottusità epatica alla percussione)
- vari segni semiotici specifici di talune patologie come:
- segno di Blumberg per la peritonite
- segno di McBurney per l’appendicite acuta
- segno di Murphy per la colecistite e colica biliare
- segno di Giordano per la pielonefrite e colica renale
Esami di laboratorio
Effettuando un semplice prelievo di sangue si possono valutare diversi parametri la cui alterazione può indicare una determinata patologia:
- Emocromo per valutare anemia o presenza di infezioni segnalati rispettivamente da una riduzione dei livelli di emoglobina e da un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi)
- Creatinina ed eGFR per valutare la funzionalità renale
- Bilirubina e transaminasi per la funzionalità epatica e per i casi di ittero
- Amilasi e lipasi per la funzionalità pancreatica
- Troponina I cardiaca per diagnosticare un infarto cardiaco
- Ricerca del Sangue Occulto nelle Feci (SOF) la cui positività indica un sanguinamento occulto (da ulcera gastrica, polipi intestinali, tumori dell’apparato digerente, …)
- Test di intolleranza alimentari
- Test per la celiachia
- Urea Breath Test per l’infezione gastrica da Helicobacter pylori
Esami strumentali
- Radiografia diretta addome: l’esame radiologico principale di I livello. Permette di valutare la presenza di livelli idroaerei che possono indicare un’occlusione, oppure una falce aerea sub-diaframmatica che indica la presenza di aria libera in addome conseguenza di una perforazione di un viscere addominale. Entrambe sono emergenze mediche che possono richiedere un immediato intervento chirurgico per la loro risoluzione,
- Ecografia addominale: molto utile in bambini e donne in gravidanza poiché rappresenta un esame che non prevede l’emissione di radiazioni. Può aiutare come primo approccio strumentale nello studio di svariate patologie (calcoli biliari, calcoli renali, pancreatite, patologie ginecologiche)
- TC addome: esame di II livello, è il gold standard per la diagnosi di moltissime patologie a carico degli organi addominali
- Risonanza Magnetica: utile solo in caso gli esami precedenti siano risultati negativi
- Gastroscopia e Colonscopia: per mezzo di un endoscopio flessibile dotato di telecamera, si possono visionare direttamente diversi tratti dell’apparato gastro-intestinale: esofago, stomaco, duodeno, colon fino all’ultima ansa ileale. Possono avere anche un ruolo terapeutico oltre che diagnostico. Permettono di eseguire biopsie per la diagnosi istologica di molte patologie (tumore dello stomaco, tumore del colon, …).
Cura e rimedi
Il trattamento della condizione di una pancia dura e gonfia, spesso con senso di tensione e dolore addominale, prevede la risoluzione della causa sottostante, ma spesso si tratta di situazioni assolutamente tranquille che si auto-risolvono nel giro di poche ore in modo spontaneo.
Dieta
Se la causa dei disturbi è la dieta, squilibrata e/o carente dal punto di vista nutrizionale, la cura è rappresentata da un semplice ma efficace riequilibrio dietetico. In questi casi va seguita una dieta normo-calorica evitando gli abusi alimentari e mangiando cibi semplici e facilmente digeribili. In pochi giorni l’intestino si regolarizza con la scomparsa dei sintomi più fastidiosi.
In caso di colon irritabile esistono approcci più specifici come la dieta FODMAP.
In caso di celiachia è opportuno eliminare dalla dieta qualsiasi alimento che possa contenere glutine.
Più in generale gli alimenti a maggior rischio di formazione di gas troviamo:
- Alcolici
- Bibite gassate
- Frutta cotta
- Prodotti lievitati
- Legumi con guscio e semi
- Cibi fritti e troppo grassi
- Formaggi stagionati
- Assunzione smodata di dolci
- Aumento repentino delle quantità di verdura consumata
Tra gli alimenti in grado di contribuire alla riduzione del gonfiore addominale e del senso di tensione troviamo:
- Frutta fresca come mela, mirtilli, frutti di bosco, ciliegie
- Verdure come sedano e finocchio
- Limone
- Zenzero
- Pesci e carni magre
La dieta dev’essere normo-calorica, senza zuccheri in eccesso, fondata su un corretto equilibrio tra i macro-nutrienti proteine, grassi e carboidrati. Una regolare pratica sportiva può favorire la corretta motilità intestinale.
Farmaci
Quando al gonfiore si associ un quadro di dolore addominale i farmaci da banco antidolorifici (FANS) come paracetamolo, ibuprofene, desketoprofene, … Per il trattamento specifico del gonfiore viene in genere prescritto il simeticone, molecola simile al carbone vegetale che aiuta il riassorbimento e l’espulsione dei gas intestinali.
Nei casi di patologie specifiche sarà invece necessario ricorrere ad approcci mirati.
Fonti e bibliografia
- Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale – Chirurgia specialistica vol.1-2 di Renzo Dionigi. Ed. Elsevier
- Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica.
- Semeiotica medica: G.Fradà & G. Fradà. Ed. Piccin
Autore
Dr. Ruggiero Dimonte
Medico ChirurgoIscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Barletta-Andria-Trani n. 2130