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Introduzione

La flora intestinale, o microbiota intestinale, consiste nella complessa comunità di microrganismi che vivono nei tratti digestivi dell’uomo e degli animali. Si tratta in gran parte di batteri che non solo non recano danno all’organismo, ma sono indispensabili al mantenimento di un buon stato di salute: molecole preziose come la biotina e la vitamina K sono sintetizzate dalla flora intestinale, che assolve tra l’altro anche a funzione digestiva e di difesa verso microrganismi patologici.

In alcuni pazienti si verifica un’anomala proliferazione batterica, che raggiunge livelli eccessivi: il termine SIBO (acronimo inglese che sta per “small intestinal bacterial overgrowth”) esattamente questa condizione, ossia una sindrome da sovra-crescita batterica intestinale caratterizzata da un aumento dei batteri commensali dell’intestino tenue sino ad almeno 105 unita formanti colonie (UFC) per millilitro.

Nello specifico si presenta una variazione sia quantitativa che qualitativa della flora batterica dell’intestino tenue, a livello di:

  • duodeno,
  • digiuno,
  • ileo.

Le cause di SIBO sono da ricondurre ad alterazione dei meccanismi di difesa che normalmente impediscono lo sviluppo di una sovra-crescita batterica intestinale; frequentemente la SIBO si presenta in caso di:

  • disturbi della motilità intestinale:
    • rallentamento della progressione intestinale,
    • neuropatia diabetica,
    • incontinenza della valvola ileociecale;
  • alterazione della secrezione acida gastrica,
  • interventi chirurgici con resezione di tratti gastro-intestinali,
  • morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa,
  • assunzione prolungata di protettore gastrico-IPP (inibitori di pompa protonica), farmaci che limitano la produzione di acidi gastrici.

Clinicamente la SIBO si manifesta con disturbi digestivi di varia entità:

  • meteorismo,
  • diarrea,
  • flatulenza,
  • dispepsia,
  • malassorbimento intestinale (nei casi più gravi) con
    • perdita di peso,
    • steatorrea,
    • malnutrizione,

La diagnosi è basata sul riconoscimento dei sintomi e sulla base della storia anamnestica del soggetto.

Attualmente la cura più efficace per la SIBO prevede l’utilizzo dell’antibiotico Rifaximina per almeno 2-3 settimane associato, all’assunzione di probiotici. Utile risulterà la rivalutazione della necessità di assumere inibitori di pompa protonica soprattutto quando si protrae da diversi anni, anche alla luce degli altri potenziali effetti collaterali.

Disegno di una lente d'ingrandimento sull'intestino, a evidenziare i batteri presenti

iStock.com/PrettyVectors

Cause

Solitamente la flora batterica assolve a ruoli chiave nella normale funzione intestinale, tra cui:

  • difesa contro altri microrganismi tramite meccanismo competitivo (ovvero la crescita di un batterio commensale impedisce la crescita di altri batteri che sarebbero patogeni per l’organismo),
  • sintesi di vitamine e nutrienti essenziali (acidi grassi a catena corta, folati, vitamina K),
  • funzione immunitaria (aiuta le cellule immunitarie a riconoscere i batteri patogeni dotati di comunanza antigenica),
  • normale trofismo della mucosa intestinale,
  • regolazione dell’attività motoria intestinale.

Il nostro organismo possiede dei meccanismi di difesa che costantemente evitano che si instauri una SIBO, come:

  • secrezione gastrica acida,
  • normale motilità intestinale,
  • sistema immunitario,
  • assenza di ostacoli meccanici alla progressione del contenuto intestinale,

tuttavia in specifiche condizioni questi processi risultano alterati o insufficienti, tanto da permettere lo sviluppo e la proliferazione eccessiva della flora batterica.

Le cause principali di SIBO sono:

Fattori di rischio

A soffrire di SIBO sono soprattutto gli anziani over 65,

  • nei quali aumenta l’incidenza di patologie mediche o di interventi chirurgici
  • e che spesso assumono numerosi farmaci, in primis gli inibitori di pompa protonica.

Proprio gli ultimi studi vedono gli IPP (inibitori di pompa protonica) come farmaci fortemente associati allo sviluppo di SIBO; gli IPP forniscono la protezione gastrica che viene sempre richiesta ogni qualvolta si renda necessaria una terapia farmacologica multipla, ma è stato dimostrato che almeno il 50% dei soggetti che li assumono da molto tempo sviluppa una SIBO nel corso degli anni, con la severità dei sintomi che aumenta proporzionalmente con la durata di terapia con questi farmaci

Sintomi

La SIBO si manifesta clinicamente con una serie di sintomi digestivi che possono andare dalla banale dispepsia (digestione difficoltosa) sino al più grave malassorbimento intestinale.

I sintomi principali e più frequenti sono:

  • difficoltà alla digestione con senso di peso post-prandiale,
  • diarrea e/o stipsi con periodi di alternanza tra le due condizioni,
  • dolore addominale vago, aspecifico, e non ben localizzabile,
  • meteorismo, ovvero addome rigonfio per presenza di aria nelle anse intestinali,
  • flatulenza,
  • malassorbimento intestinale, che può portare tra le altre alla carenza di vitamina B12 e conseguente
    • anemia,
    • malassorbimento di lipidi
    • e dispersione di proteine.

Diagnosi

Il percorso diagnostico inizia come sempre dall’anamnesi e dall’esame obiettivo.

  • Per anamnesi si intende una sorta di intervista medico-paziente che tramite la formulazione di una serie di domande specifiche permette la ricostruzione della storia clinica patologica sia remota che recente dell’ammalato.
    Nel caso della SIBO è importante indagare su:
    • età del paziente,
    • patologie sottostanti di tipo medico,
    • interventi chirurgici a livello intestinale,
    • assunzione di farmaci, soprattutto IPP,
    • alterazione dell’alvo non responsiva alla normale terapia medica.
  • Con l’esame obiettivo il medico reperta la presenza di sintomi soggettivi e di segni oggettivi del paziente, valutandoli con l’ispezione, la palpazione, la percussione e l’auscultazione.

Al termine di questa fase iniziale è già possibile ipotizzare la presenza di una SIBO, che tuttavia dovrà essere confermata mediante l’esame gold standard rappresentato dalla raccolta e coltura diretta del contenuto intestinale (che tuttavia si presenta invasiva e di difficile esecuzione per l’impossibilità di raggiungere i tratti intestinali più distali).

Altra metodica diagnostica utile alla diagnosi è il Breath Test, ovvero il test del respiro, che valuta dopo somministrazione di glucosio o lattosio il loro metabolismo a livello intestinale: alterazione dei livelli dei metaboliti eliminati attraverso il respiro dimostrano un’alterazione della flora batterica e possibile sovra-crescita batterica anomala.

Essendo la clinica della SIBO piuttosto aspecifica, andrà effettuata un’attenta diagnosi differenziale nei confronti di patologie come:

Cura

Il trattamento della SIBO è essenzialmente di tipo medico ed è basato sulla terapia farmacologica con l’antibiotico Rifaximina (Normix, Rifacol), al dosaggio di 3 compresse da 200 mg al giorno per 2 settimane. Questo antibiotico ha la capacità di non essere assorbito nel sangue, quindi si concentra ad alte dosi a livello intestinale dove espleta la sua funzione (inibire la sintesi di RNA di batteri aerobi e anaerobi).

Oltre a questo antibiotico risulta utile la terapia, per almeno 3 settimane, con probiotici attivi (fermenti lattici) che permettono il riequilibrio della flora batterica.

Dal punto di vista dietetico va impostata una dieta leggera per almeno 1 mese con pasti piccoli e frequenti e tendenzialmente poveri di zuccheri e grassi.

Dal punto di vista della prevenzione va sempre rivalutata dal medico la necessità di continuare la terapia con IPP soprattutto se portata avanti da diversi anni. Utile può essere, in caso di SIBO verificata, la sospensione degli IPP sostituiti eventualmente da altri farmaci simili con uguale efficacia.

Fonti e bibliografia

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