Cos’è l’eGFR?
GFR è un acronimo per Glomerular Filtration Rate (dall’inglese “tasso di filtrazione glomerulare”), a cui viene spesso apposta la lettera “e” con il significato di “estimated”; si tratta quindi di una sigla che viene utilizzata per fornire una stima della capacità filtrante del rene.
Il rene è infatti un organo complesso, che oltre alle sue innumerevoli altre funzioni svolge un compito fondamentale nella purificazione del sangue: in un individuo sano di 70 chili ogni minuto oltre un litro di sangue attraversa i glomeruli renali subendo un processo emuntorio di rimarchevole precisione; ciò significa che l’intero torrente ematico viene filtrato all’incirca ogni cinque minuti, e che ovviamente la grandissima parte di esso viene riassorbita. Volendo sviscerare ulteriormente questo concetto possiamo dire che il rene filtra circa 300 volte al giorno tutto il sangue presente in circolo: più di 1500 litri!
Tale esempio riguarda però un individuo sano: purtroppo il rene, come tutti gli organi, è soggetto ad usura e a stati patologici che possono alterarne il funzionamento riducendone la capacità filtrante. Per questo la filtrazione glomerulare non è uguale in tutti i pazienti, e misurarla consente di valutare in maniera sommaria quello che è lo stato di salute del parenchima renale.
A cosa serve “filtrare” il sangue?
La complessa architettura del rene (piuttosto suggestiva anche da un punto di vista visivo e non solamente anatomico) gli consente di espletare funzioni eterogenee, che vanno dalla regolazione della concentrazione elettrolitica nel sangue a quella della pressione arteriosa, e dalla filtrazione alla produzione dei globuli rossi. La filtrazione, in particolare, serve ad evitare l’accumulo di scorie indesiderate frutto dei processi metabolici dell’organismo.
Perché si stima la capacità di filtrazione glomerulare?
La capacità di filtrazione glomerulare rappresenta uno specchio piuttosto verosimile della salute del rene: la sua misurazione consente di stimare in maniera quantitativa il grado di funzionamento residuo e più in generale di stratificare i pazienti su diverse classi di rischio qualora sia presente un’insufficienza d’organo (insufficienza renale).
Valori di riferimento
Sono considerati nella norma valori compresi tra i 90 e i 120 ml/min.
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
La National Kidney Foundation, una delle società scientifiche più importanti per quanto concerne l’ambito della salute del rene, suggerisce poi dei valori di eGFR calibrati sulla base dell’età del paziente; questo perché un calo del filtrato glomerulare è da considerarsi fisiologico con l’avanzare degli anni e l’invecchiamento del rene.
Età (anni) | eGFR |
20–29 | 116 |
30–39 | 107 |
40–49 | 99 |
50–59 | 93 |
60–69 | 85 |
>70 | 75 |
Calcolo: GRF e eGFR
Il GFR è la velocità di filtrazione glomerulare ed è il miglior indicatore della salute/funzionalità renale; poiché una sua misurazione diretta risulta di fatto molto complessa, è stato sviluppato il concetto di eGFR è una stima del GFR ottenuta attraverso una formula matematica basata essenzialmente sulla misurazione della creatinina nel sangue e, a seconda degli approcci utilizzati, su altre variabili che tengano conto di parametri quali:
- età
- sesso
- etnia.
Tra le formule più comunemente utilizzate ricordiamo:
Il razionale alla base di questo approccio poggia sul fatto che che la creatinina è una sostanza di rifiuto prodotta dall’organismo in quantità prevedibile e smaltita, in modo altrettanto prevedibile, dai reni.
Nel caso in cui si rilevi un progressivo accumulo della molecola nel sangue, presumibilmente la ragione è che i reni non sono più in grado di smaltirla in modo efficace; la quantità che tende ad accumularsi può quindi essere messa in relazione alla funzionalità residua renale.
Interpretazione
La stima della capacità di filtrazione glomerulare è più efficace della sola misurazione della creatininemia nella valutazione della funzionalità renale residua; in particolare, valori inferiori ai 60 mL/min sono correlati ad una condizione di insufficienza renale franca.
Si noti che, a causa dei numerosi fattori in grado di influenzare l’esito della stima (vide infra), la valutazione dell’andamento e della tendenza nel tempo è spesso più informativa e clinicamente utile di un valore numerico rilevato in modo occasionale; in altre parole, un progressivo calo dell’eGFR è spesso più preoccupante rispetto ad un valore inferiore al minimo considerato normale ma stabile.
Valori alti
Valori di eGFR superiori al cut-off del laboratorio di riferimento sono da considerarsi fisiologici, ossia normale e non preoccupanti.
Valori bassi
Un valore inferiore al riferimento è indicativo di insufficienza renale; la patologia può essere classificata in cinque stadi sulla base del GFR secondo quanto riportato in tabella:
Stadio | Descrizione | GFR |
1 | GFR normale, funzionalità renale completa | 90+ |
2 | GFR lievemente alterato | 60-89 |
3 | GFR francamente alterato | 30-59 |
4 | GFR fortemente alterato | 15-29 |
5 | Insufficienza renale grave | <15 |
Fattori che influenzano l’esame
La stima del GFR risente di diverse variabili, di cui bisogna necessariamente tener conto nel corso della valutazione della funzionalità renale e che possono inficiarne il risultato in diversi modi; alcuni esempi sono:
- malnutrizione
- amputazione di arti (una ridotta superficie corporea si riflette in una fisiologica riduzione della produzione di creatinina)
- diversità etnica
- soggetti di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 75 anni (aventi massa muscolare ridotta al giovane adulto e all’adulto)
- massa muscolare particolarmente sviluppata (atleti, body builder, …) o molto ridotta (soggetti obesi, grandi anziani, pazienti oncologici, …)
- quantità di proteine presenti nella dieta
- sesso
- stati patologici cronici
- gravidanza
- assunzione di alcuni farmaci (gentamicina, cisplatino, cefoxitina…)
- misurazione della creatinina durante fasi di alterazione della funzionalità renale molto rapide (il calcolo dell’eGFR presuppone che il livello di creatinina nel sangue sia stabile, condizione che non si verifica ad esempio in pazienti con danno renale acuto o sottoposti a dialisi).
Quando viene richiesto l’esame
La malattia renale, in prima istanza, difficilmente ha manifestazioni cliniche evidenti; l’esame si prescrive quindi con regolarità nei soggetti a rischio per danni renali, quali ad esempio i soggetti affetti da:
- ipertensione,
- diabete,
- danni renali acuti (acute kidney injuries),
- patologie dell’apparato cardiovascolare (infarto del miocardio, scompenso cardiaco, …),
- familiarità per patologie del rene,
- lupus eritematoso sistemico,
- proteinuria (presenza di proteine nelle urine) di origine non definita,
L’esame fa parte poi della routine nei pazienti affetti da patologia renale già nota, al fine di valutarne l’andamento nel tempo ed adattare in caso l’approccio terapeutico.
Alcuni sintomi delle patologie renali sono:
- minzione poco frequente e poco abbondante
- urina ipercromica (scura)
- urina con sangue (ematuria)
- gonfiore alle estremità (tipicamente ad esempio piedi e caviglie)
- dolore all’ipocondrio (fianco)
- prurito
- stanchezza (astenia)
- parestesie alle estremità (formicolio ed altre alterazioni della percezione)
- ipertensione (pressione del sangue elevata).
Preparazione richiesta
Per l’esame non è necessaria alcuna preparazione particolare.
Dal momento che la stima della GFR si basa su di alcuni parametri biologici può essere importante per il paziente specificarli al Medico che prescrive l’esame o in laboratorio; in particolare, quelli più importanti sono:
- età
- sesso
- altezza
- peso
- etnia
Fonti
Le domande più frequenti
Come aumentare i valori dell'eGFR?
Tuttavia, adottare uno stile di vita corretto e seguire le indicazioni del proprio Medico curante, può prevenire l’insorgenza di queste patologie e soprattutto rallentarne il decorso in maniera determinante. Si consiglia ad esempio:
- mantenere il proprio peso forma
- mantenere la glicemia in range se si è diabetici
- mantenere la pressione sanguigna in range
- evitare i cibi ricchi in sodio (sale da cucina, ad esempio) e grassi animali
- svolgere attività fisica ogni giorno per almeno mezz'ora
- smettere di fumare
- evitare di consumare alcolici.
Autore
Iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Vicenza n. 6758.
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