Introduzione
La diarrea è un’alterazione della della defecazione caratterizzata da un aumento della quantità giornaliera di feci, che appaiono meno consistenti e poco formate; si manifesta in genere associata anche a un aumento della frequenza di scariche, benché sia possibile anche il singolo evento occasionale.
In alcuni casi il soggetto colpito può lamentare anche altri sintomi, a seconda della causa scatenante; si tratta di un disturbo che può colpire chiunque e in genere non è legato a motivi di reale preoccupazione, anche se ovviamente può essere causa di disagio e fastidio notevole fino a guarigione, che si verifica in genere entro pochi giorni o una settimana al massimo (diarrea acuta).
In genere l’unica complicazione possibile è la disidratazione, che tuttavia può essere grave se non viene riconosciuta e trattata rapidamente soprattutto in pazienti fragili, quali anziani, bambini e portatori di malattie croniche.
La diarrea che dura più di qualche giorno (cronica) può essere segno di un problema più grave che va sempre approfondito con l’aiuto del medico.

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Cause
La diarrea (dissenteria, se presente anche sangue), ovvero la defecazione frequente, liquida o acquosa, di solito è provocata da infezioni gastrointestinali, a loro volta sostenute da
- virus,
- batteri,
- parassiti.
Piuttosto diffusi sono gli episodi di diarrea da riferire a colpi di freddo o a manifestazioni psicosomatiche.
È normale che le infezioni con diarrea facciano parte della vita di molti bambini e adulti, ma in alcuni pazienti può essere un sintomo indicativo della presenza di una malattia infettiva, specialmente quando dura per diverse settimane o più.
Può in alternativa esse conseguente a
- allergie a determinati alimenti,
- intolleranza al lattosio
- o malattie del tratto gastrointestinale, come
- la celiachia
- e le malattie infiammatorie dell’intestino (morbo di Crohn e proctite ulcerosa).
I batteri in grado di causare diarrea possono variare a seconda di
- zone geografica,
- livelli di igiene e di sviluppo economico.
Ad esempio nei Paesi in via di sviluppo che presentano misure igieniche carenti o in cui gli escrementi sono usati come fertilizzante, spesso si verificano vere e proprie epidemie di diarrea, quando i batteri o parassiti intestinali contaminano i terreni agricoli o l’acqua.
Nei Paesi sviluppati, compresa l’Italia, le epidemie di diarrea sono collegate molto più di frequente a
- infezioni dovute a contatti interpersonali nei luoghi pubblici, come gli asili,
- intossicazioni alimentari (quando ci si ammala a causa di cibi non correttamente trattati o conservati, contaminati da batteri).
Le infezioni che causano la diarrea sono generalmente molto contagiose; la maggior parte dei casi non scompare finché c’è almeno una persona malata e alcune infezioni possono persistere anche per più tempo.
Una causa frequente della diarrea è la gastroenterite virale (spesso definita influenza intestinale), che può anche causare nausea e vomito. La gastroenterite virale può essere provocata da molti virus diversi che possono essere trasmessi in casa, a scuola, o in ospedale perché la malattia è altamente contagiosa. Sebbene i sintomi di solito durino solo pochi giorni, i bambini (in special modo i neonati) colpiti che non sono in grado di assumere da soli un’adeguata quantità di liquidi possono soffrire di disidratazione.
L’infezione da rotavirus è una causa frequente della gastroenterite virale nei bambini. Il rotavirus, che di solito provoca scariche di diarrea acquosa, negli Stati Uniti infetta quasi tutti i bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni, ma non tutti presentano una sintomatologia chiara. Il rotavirus solitamente causa “epidemie” di diarrea in inverno e nei primi mesi di primavera, soprattutto negli asili e negli ospedali infantili.
Un altro gruppo di virus che può causare la diarrea nei bambini, soprattutto nei mesi estivi, è quello degli enterovirus, in particolare il coxsackievirus.
Le malattie gastrointestinali e la diarrea possono essere causate da molti tipi diversi di batteri e parassiti. Ecco un breve elenco di quelli che probabilmente avete già sentito nominare.
E. coli (batterio)
La maggior parte delle infezioni da Escherichia Coli si diffonde attraverso gli alimenti o l’acqua contaminati, come ad esempio carne poco cotta (in particolare gli hamburger, in cui la carne è stata tritata) o la frutta non lavata entrati in contatto con escrementi animali. Le infezioni da E. Coli, che di solito colpiscono i bambini fino a 5 anni, possono anche diffondersi tramite l’acqua contaminata delle piscine e il contatto con gli animali.
Salmonella (batterio)
Nei paesi industrializzati questi batteri (che si trovano per esempio nel pollo e nelle uova contaminati, sia crudi che poco cotti) sono una grave causa di intossicazione alimentare, soprattutto nei mesi estivi.
Campylobacter (batterio)
I bambini e le persone giovani sono le categorie colpite più di frequente da queste infezioni, soprattutto durante l’estate. I batteri spesso si trovano nel pollo crudo e poco cotto.
Shigella (batterio)
Le infezioni da shigella (definite shigellosi) si diffondono con facilità nell’ambito famigliare, negli ospedali e nelle scuole dell’infanzia. I bambini dai 2 ai 4 anni hanno le maggiori probabilità di essere colpiti dall’infezione.
Il periodo di incubazione delle varie specie di Shigella osservato in due studi è stato di 1-6 giorni, con una media/mediana di circa 2. Non sono stati trovati dati sul periodo di infettività dei casi, ma il periodo di dispersione variava da 1 a 10 giorni dall’inizio di terapia e studio. La trasmissione cessava entro due giorni dopo l’arresto dell’esclusione dei casi e il ritorno a scuola, con terapia antimicrobica adeguata una volta terminata la diarrea e successivo isolamento in un ambiente separato fino a ottenere due colture fecali consecutive negative, oppure dopo chiusura della struttura fino a ottenere due colture fecali consecutive negative dopo terapia antimicrobica.
Giardia (parassita)
L’infezione da Giardia (definita giardiasi) si diffonde facilmente attraverso gli ambienti e l’acqua contaminata, specialmente nei parchi acquatici e nelle piscine (i batteri sono resistenti al cloro), attraverso le installazioni negli acquari pubblici, nei musei e pure tramite i ruscelli e laghi contaminati.
Cryptosporidium (parassita)
Presente soprattutto nell’acqua, sia essa potabile o meno, questo parassita spesso è il responsabile delle epidemie di diarrea nelle scuole e negli altri luoghi pubblici. La cryptosporidiosi spesso causa scariche di diarrea acquosa che possono durare per due settimane o anche di più.
Sintomi
La diarrea è di per sé un sintomo e, come tale, può essere accompagnata da:
- dolore addominale,
- crampi
- e urgenza di evacuazione.
Può in alcuni casi comparire anche incontinenza fecale, ossia incapacità di trattenere l’evacuazione.
Le infezioni (da virus, ma soprattutto da batteri e parassiti) che causano la diarrea possono manifestarsi anche attraverso la comparsa di sintomi sistemici come
- febbre,
- perdita dell’appetito,
- nausea e vomito,
- perdita di peso,
- presenza di sangue nelle feci,
- disidratazione.
Spesso, nel caso della gastroenterite virale, i bambini presentano febbre e vomito come primi sintomi, e solo in un secondo momento la diarrea.
Complicazioni
A prescindere dalle complicazioni delle diverse cause scatenanti (per esempio alcune infezioni possono avere conseguenze pericolose in gravidanza), il rischio maggior associato alla diarrea è quello di andare incontro a disidratazione, soprattutto nel caso di bambini e anziani.
Alcuni dei primi segni della disidratazione comprendono
Nei lattanti è inoltre possibile osservare
- fontanella infossata sul cranio,
- assenza di lacrime durante il pianto,
- riduzione della quantità di urina nel pannolino,
- letargia (sonnolenza severa).
Tra le conseguenze più temibili della disidratazione ricordiamo:
- disturbi renali (infezioni del tratto urinario, calcoli renali e persino insufficienza renale),
- perdita di coscienza e convulsioni dovute alla perdita di elettroliti (potassio e sodio su tutti),
- shock ipovolemico, la complicazione più temuta e grave, potenzialmente fatale se non trattata (tragicamente comune nei Paesi meno sviluppati).
Trasmissione
Le infezioni che causano la diarrea si possono diffondere attraverso:
- mani poco pulite,
- alimenti o acqua contaminati,
- alcuni animali,
- contatto diretto con escrementi (ad esempio con pannolini sporchi o con la superficie del gabinetto).
A differenza di quello che si pensa normalmente, anche in caso di gastroenterite virale (influenza intestinale) il contagio diretto attraverso i contatti ravvicinali è poco probabile, perché la carica virale è presente soprattutto nel vomito (quando presente) e nelle feci; il rischio nasce quindi per esempio da un’igiene insufficiente (non lavarsi le mani dopo l’evacuazione). Tutto ciò con cui entrano i contatto i germi infetti può essere contaminato, ad esempio i giocattoli, le superfici su cui si appoggiano i vestiti sporchi, le superfici dei bagni, e persino le mani di chi prepara i cibi.
I bambini possono per esempio facilmente contrarre l’infezione se toccano una superficie contaminata, come un gabinetto o un giocattolo, e poi mettono le dita in bocca.
Cura e terapia
Bambini
La diarrea di lieve intensità di solito non deve destare preoccupazione, soprattutto se il bimbo si comporta normalmente, giocando e mangiando/bevendo adeguatamente abbastanza; può essere utile la frequente somministrazione di liquidi reidratanti, acquistabili in farmacia o preparabili anche anche a casa (a giudizio del pediatra!), con formule simili a quelle suggerite dall’OMS:
- 1 litro di acqua (o spremuta d’arancia),
- 1 cucchiaio di zucchero,
- 1 cucchiaino di sale,
- una puntina di bicarbonato.
L’acqua da sola non è sufficiente a reidratare, perché non contiene i necessari sali e zuccheri persi con le scariche.
Un bambino che presenta una diarrea lieve, non è disidratato e non vomita può continuare ad alimentarsi normalmente, senza la necessità di sospendere il latte o altri alimenti; può essere magari utile ridurre leggermente la quantità di fibra (frutta e verdura).
I farmaci antibiotici o antivirali non sono prescritti nei casi di diarrea causati da batteri e virus, perché la maggior parte dei bambini guarisce spontaneamente. Gli antibiotici vengono prescritti ai bambini molto piccoli oppure ai bambini con un sistema immunitario debole per evitare che le infezioni batteriche (come la salmonellosi) si diffondano nel loro corpo.
Se la malattia è causata da un parassita può essere trattata con farmaci antiparassitari per curarne o abbreviarne il decorso. Il medico potrebbe prescrivere un esame delle feci, in cui un campione sarà esaminato in laboratorio per identificare nello specifico il responsabile della diarrea (batterio, virus o parassita).
I medicinali antidiarroici da banco non devono essere somministrati ai bambini se non dietro stretto controllo medico.
I bambini colpiti da diarrea grave potrebbero aver bisogno di flebo in ospedale per alcune ore, per combattere la disidratazione.
Il modo migliore per combattere la diarrea di vostro figlio dipende dalla gravità, da quali germi l’hanno causata, dall’età, dal peso e dai sintomi del bambino, quindi chiedete sempre consiglio al medico riguardo la terapia da seguire, soprattutto nel caso di neonati e lattanti con meno di 12 mesi.
Adulti
Negli adulti le cause più frequenti di diarrea sono infezioni batteriche o virali, assunzione di alimenti deteriorati o, in alcuni casi, come conseguenza di alcuni farmaci (per esempio antibiotici).
In presenza di diarrea è di norma sufficiente adottare una dieta leggera, prevalentemente liquida (escludendo latte e brodo di carne a taglio grasso) con bevande zuccherate, brodi vegetali, evitando carni, uova e formaggi.
È possibile eventualmente ricorrere ad alcuni farmaci per alleviare i sintomi o combattere l’eventuale infezione. È possibile dividere in 3 categorie i farmaci di libera vendita:
- Sostanze che rallentano i movimenti intestinali, da assumere ai primi sintomi quando si ha la certezza che la dissenteria non dipenda da infezioni o parassitosi.
- sostanze in grado di assorbire i liquidi in eccesso,
- fermenti lattici.
Nei casi più gravi, dietro prescrizione medica, è possibile ricorrere ad antibiotici intestinali in caso di infezioni particolarmente ostinate.
È di fondamentale importanza associare anche ad un’eventuale terapia farmacologica l’assunzione di abbondanti liquidi ricchi di sali minerali.
Cosa mangiare
L’aspetto alimentare che riveste maggior importanza durante gli episodi di diarrea è in realtà quello che si beve, perché il rischio maggior è legato a una possibile disidratazione.
Se nei bambini vanno evitate bevande troppo dolci (c’è il rischio di innescare nuove scariche di diarrea), negli adulti c’è maggior margine di manovra, ovviamente ad eccezione di alcolici e eccessive quantità di caffeina.
Nei bambini l’ideale è quindi somministrare bevande reidratanti specifiche a volontà, alternate magari a brodini caldi, mentre nel caso degli adulti possono essere tranquillamente assunte anche le bevande saline per sportivi, ricche di zuccheri e sali minerali.
Per quanto riguarda invece l’alimentazione propriamente detta la classica dieta in bianco consigliata tassativamente in passato è ormai un concetto in parte superato, in quanto la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che sia sufficiente consumare piccoli pasti leggeri ed evitare cibi grassi, piccanti o eccessivamente ricchi di fibra (come la verdura).
In generale i cibi salati aiutano maggiormente a trattenere i liquidi.
Per approfondire si rimanda all’articolo dedicato.
Prevenzione
Fondamentalmente sono solo due le forme che possono essere prevenute:
- la diarrea da rotavirus,
- la diarrea del viaggiatore,
attraverso la somministrazione dei relativi vaccini.
Più in generale si consiglia di:
- lavarsi frequentemente le mani con il sapone, soprattutto dopo essere andati in bagno e prima di toccare del cibo,
- lavare i sanitari con disinfettanti dopo ogni scarica di diarrea,
- evitare l’uso condiviso di asciugamani, posate, bicchieri, … durante episodi di diarrea,
- evitare il ritorno a scuola o al lavoro possibilmente per almeno 48 ore dopo l’ultima scarica.
Quando chiamare il medico
Per quanto riguarda gli adulti è bene rivolgersi al medico in caso di episodi prolungati di diarrea oppure, in caso di pazienti anziani, ai primi sintomi di affaticamento e disidratazione:
- giramenti di testa,
- mal di testa,
- stanchezza,
- bocca secca,
- produzione scarsa di urina, che assume un colore giallo scuro.
In caso di disidratazione grave, che richiede il Pronto Soccorso, può comparire:
- letargia (grave sonnolenza),
- vertigini severe,
- insufficiente produzione di urina,
- polso debole e accelerato,
- convulsioni,
- perdita di conoscenza.
Contattare il medico anche in caso di:
- sangue nelle feci,
- vomito persistente e intrattabile,
- perdita di peso,
- assunzione recente di antibiotici (possibilità di infezione da Clostridium D.),
- feci di colore nero (melena).
Nel caso dei lattanti è opportuno contattare urgentemente il pediatra in caso di sei o più scariche di diarrea in 24 ore, o in caso di 3 o più episodi di vomito sempre in 24 ore; in caso di sintomi di disidratazione rivolgersi in Pronto Soccorso. Tra i segnali cui prestare attenzione ricordiamo:
- fontanella infossata,
- assenza o scarsità di lacrime durante il pianto,
- bocca secca,
- pannolini bagnati in modo insufficiente,
- urina gialla scura,
- sonnolenza,
- respiro accelerato,
- manine e piedini freddi.
Per quanto riguarda i bambini si raccomanda di contattare il medico in caso di diarrea persistente e/o:
- 6 o più scariche in 24 ore,
- diarrea e vomito,
- diarrea acquosa,
- sangue nelle feci,
- severo e continuo dolore addominale,
- sintomi di disidratazione.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Cosa mangiare in caso di diarrea?
Come sottolinea anche l’Istituto Superiore di Sanità non necessario modificare in modo sostanziale le normali abitudini alimentari quotidiane, anche se devono essere evitati, sopratutto nei bambini, alimenti e bevande dolci.
Le diete restrittive non si sono dimostrate utili e andrebbero quindi evitate, mentre è sufficiente mangiare in modo sano consumando pochi alimenti solidi o addirittura nessuno finché non venga recuperato l’appetito.
È invece di fondamentale importanza garantire una corretta reidratazione, soprattutto nei bambini.
Cosa fare in caso di diarrea?
Come consiglia l’NHS inglese si invita a:
Cosa prendere in caso di diarrea?
Per il trattamento della diarrea esistono essenzialmente tre tipi di farmaci:
Come fermare la diarrea?
La diarrea è un meccanismo di difesa dell’organismo, per questa ragione andrebbe quando possibile lasciata sfogare; quando necessario, in accordo con il medico, è possibile ricorrere a farmaci antidiarroici come la loperamide.
Quando preoccuparsi?
I comuni episodi di diarrea in genere durano al massimo 5-7 giorni, ma in caso di sintomi anomali (letargia, confusione, …) o segni indicativi di disidratazione si raccomanda di rivolgersi al curante o in Pronto Soccorso (in base alla gravità della situazione).