Introduzione
Le principali cause in grado di spiegare la presenza di feci nere sono:
- consumo di liquirizia,
- assunzione di integratori a base di ferro,
- melena.
Il termine melena deriva dal greco mélaina che significa “nero” e si riferisce all’emissione di feci nere, lucide e pastose a causa di un sanguinamento intestinale acuto, al di sopra del legamento di Treiz (flessura duodeno-digiunale).
I sanguinamenti intestinali superiori rappresentano il 90% dei sanguinamenti intestinali totali e interessano
- cavità oro-faringea,
- esofago,
- stomaco,
- prima porzione del duodeno.
Il caratteristico colore nero è dovuto all’azione dagli acidi e degli enzimi gastrici sui pigmenti dell’emoglobina del sangue che, da rosso brillante, diventano neri. Bastano 50 ml di sangue a livello gastrico per far sì che lo stomaco digerisca l’emoglobina e provochi la tipica colorazione delle feci.
La melena è indicativa di un’emorragia recente che può rappresentare una potenziale emergenza e come tale deve essere trattata.
Le emorragie gastrointestinali sono classificate in tre gruppi in base all’attività del sanguinamento:
- Tipo I: sanguinamento attivo.
- Tipo II: sanguinamento inattivo.
- Tipo III: sanguinamento passato ma che, al momento dell’indagine, non presenta segni visibili di recidiva
Occasionalmente, anche il tratto digerente inferiore (digiuno, ileo, cieco, colon e retto) può provocare melena, ad esempio se il transito intestinale è rallentato l’emoglobina ha il tempo per essere metabolizzata e per colorare le feci di rosso.
Le complicanze più importanti del sanguinamento intestinale sono:
- Shock ipovolemico: perdita critica del volume ematico
- Ipossiemia: diminuzione della saturazione di ossigeno nei tessuti
- Decesso
Cause
Le cause di melena e quindi di sanguinamento gastrointestinale superiore sono numerose:
- Ulcera peptica: la causa più comune, è una ferita della mucosa e si forma nello stomaco e nel duodeno in seguito a ipersecrezione acida, infezione batterica da Helicobacter Pilori, o utilizzo senza precauzioni di farmaci antiinfiammatori.
- Sindrome di Mallory-Weiss: lacerazione e sanguinamento della mucosa a livello della giunzione esofago-gastrica dopo violenti attacchi di vomito ripetuto in presenza di abuso di alcol
- Varici gastro-esofagee e gastropatia congestizia: frequenti nella cirrosi epatica e nell’ipertensione portale, sono cause molto comuni di sanguinamenti spesso molto pericolosi
- Esofagite e gastrite: infiammazione della muscosa esofagea e gastrica dovuta alla risalita degli acidi gastrici nel reflusso gastro-esofageo.
- Tumori intestinali: alcuni tumori possono ulcerarsi e sanguinare.
Differenza fra melena ed ematochezia
Per ematochezia s’intende la presenza di feci frammiste a sangue rosso vivo; rappresenta la manifestazione delle emorragie del colon, spesso dovute a:
- Diverticolite: infiammazione e perforazione dei diverticoli del colon.
- Malformazioni artero-venose: le pareti fragili delle neoformazioni possono rompersi facilmente provocando dei sanguinamenti.
- Neoplasie e coliti ischemiche (meno frequentemente).
Sebbene la melena indichi la perdita ematica dal tratto intestinale superiore, in alcuni casi l’emorragia è così massiccia e la velocità di transito così alta da non permettere agli enzimi gastrici di digerire l’emoglobina, con il risultato di un’emissione di feci rosse; d’altra parte, in presenza di un rallentato transito intestinale, un’emorragia del tratto intestinale inferiore si può manifestare con melena.
Sintomi
I sintomi del sanguinamento si rendono evidenti quando l’emorragia è già avvenuta ed è stato perso più del 15% del sangue coporeo; in questi casi i meccanismi compensatori cominciano a non essere più in grado di mantenere il volume ematico costante.
I sintomi della melena sono:
- anemia:
- dolore toracico,
- dolore addominale,
- tachicardia (aumento dei battiti cardiaci),
- ipotensione,
- sete,
- dispnea (difficoltà respiratorie),
- svenimenti.
Dopo la perdita del 40-50% del volume ematico, o se non s’interviene tempestivamente per arrestare l’emorragia e non viene ripristinato il volume sanguigno perduto, compaiono i sintomi caratteristici di una severa ipoperfusione periferica, poiché i tessuti non sono più nutriti e non possono funzionare in maniera appropriata. Questi sono:
- shock ipovolemico: perdita critica del volume ematico con gravi disfunzioni multiorgano,
- ipossiemia tissutale (carenza di ossigeno a livello dei tessuti),
- acidosi lattica,
- decesso.
Oltre ai sintomi dell’emorragia saranno presenti quelli specifici della malattia concomitante come ad esempio la cirrosi e ipertensione portale.
Diagnosi
La diagnosi di melena si avvale dei dati clinici ed è confermata attraverso esami di laboratorio e strumentali, in modo da avere la certezza di non tralasciare lesioni potenzialmente pericolose che possono però essere trattate in maniera non invasiva.
In rari casi è necessaria la chirurgia a causa della gravità del sanguinamento.
- Diagnosi clinica
- Analisi delle feci, che appaiono nere, pastose, lucide e dal caratteristico odore.
- Sintomi di ipovolemia (perdita di sangue) come ipotensione, sudorazione, tachicardia, e svenimenti.
- Storia e sintomi di ulcera peptica, varici gastro-esofagee, esofagiti, sindrome di Mallory-Weiss, …
- Diagnosi di laboratorio, utili ad indagare l’entità dell’anemia e la patologia sottostante come ipertensione portale, cirrosi o neoplasie:
- emocromo con conta piastrinica,
- funzionalità epatica,
- markers tumorali o di epatite,
- fattori della coagulazione,
- …
- Diagnosi strumentale: diversi esami possono essere richiesti in base all’ipotesi clinica, all’entità del sanguinamento e alla sede sospetta:
- Sondino nasogastrico: un tubicino flessibile viene inserito attraverso il naso e fatto avanzare fino allo stomaco per evidenziare l’emorragia e aspirare il contenuto gastrico
- Esofagogastroduodenoscopia: è il metodo di scelta per la diagnosi delle emorragie gastrointestinali alte e per la terapia endoscopica
- Rettoscopia e colonscopia: per il sanguinamento da emorroidi, lesioni del retto, malattie infiammatorie intestinali, diverticoli o tumori.
- Angiografia, utile se il sanguinamento è in corso.
- Tac addominale.
Prognosi e complicanze
Il sanguinamento cessa nella maggior parte dei pazienti, ma è comunque sempre necessario che la persona sia monitorata nel lungo periodo ed educata a riconoscere i sintomi di recidiva, in modo tale da intervenire tempestivamente se necessario.
I sanguinamenti intestinali massicci possono complicarsi e provocare:
- shock ipovolemico,
- decesso.
La mortalità è dell’8-10% e dipende dalla presenza di patologie concomitanti che compromettono i meccanismi compensatori e peggiorano la prognosi:
- disturbi della coagulazione,
- insufficienza renale,
- scompenso cardiaco,
- cirrosi,
- ipertensione portale,
- neoplasie,
- età avanzata.
Cura
Spesso il sanguinamento intestinale si arresta spontaneamente, ma se ciò non accade è necessario un trattamento immediato che dipenderà da fattori quali:
- entità dell’emorragia,
- sede,
- patologie associate.
In molti casi il trattamento può essere somministrato in concomitanza alle stesse procedure diagnostiche (ad esempio durante la gastroscopia o la colonscopia).
In base all’entità dell’emorragia, gli obiettivi del trattamento sono:
- Arresto del sanguinamento acuto e ripristino del volume ematico attraverso liquidi endovenosi o trasfusioni.
- Localizzazione della sede dell’emorragia.
- Trattamento della causa del sanguinamento:
- riduzione dell’acidità gastrica,
- trattamento endoscopico delle ulcere e varici gastro-esofagee,
- trattamento dell’ipertensione portale,
- chirurgia,
- …
- Trattamento a lungo termine della malattia sottostante.
Fonti e bibliografia
- “Checklist Medicina Interna” di Johannes-Martin Hahn, sesta edizione, CIC ed. internazionale
- Mayo Clinic
- National Centre for Biotechnology Information – NCBI
Autore
Dr.ssa Roberta Kayed
Medico chirurgoSpecializzanda in Psicoterapia e Medical Writer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bologna n. 17114.