Avvertenza
Il presente articolo non sostituisce il foglietto illustrativo dei farmaci né soprattutto il parere medico; le risposte alle domande più comuni sulle diverse referenze di Levopraid sono quindi fornite a solo scopo divulgativo e vanno intese come espressione del parere dell’autore, anche se formulate secondo scienza e coscienza e soprattutto in base a documenti ufficiali e letteratura scientifica disponibile.
In caso di dubbi s’invita quindi il lettore a fare riferimento al proprio curante.
Cos’è Levopraid?
Levopraid è il nome commerciale di un farmaco il cui principio attivo è la levosulpiride. È disponibile in diverse referenze:
- Levopraid 20 cpr 25 mg
- Levopraid 20 cpr 50 mg
- Levopraid 20 cpr 100 mg
- Levopraid gocce
- Levopraid 6 fiale iniettabili (IM e EV) 25 mg
- Levopraid 6 fiale iniettabili (IM e EV) 50 mg
Il presente articolo è incentrato sulle formulazioni a dosaggio inferiore (25 mg), le più comunemente prescritte e tipicamente usate per il trattamento di disturbi digestivi di vario genere, anche quando causate da disturbi somatoformi (come ansia e somatizzazioni in genere).
Serve ricetta?
Sì, per l’acquisto di tutte le referenze di Levopraid è necessaria la presentazione di ricetta medica ripetibile.
Non è mutuale in nessun caso.
È uguale a Levobren?
Sì, Levobren è un equivalente di Levopraid.
A cosa serve? Quali benefici?

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Levopraid contiene il principio attivo levosulpiride, molecola che fa parte della classe di farmaci definiti globalmente “psicolettici, antipsicotici (neurolettici)”, ma si tratta tuttavia di una sostanza un po’ atipica, che si presta ad essere prescritta anche in situazioni differenti, modulandone il dosaggio.
Le formulazioni a dosaggio inferiore (25 mg) possono infatti essere usate per il trattamento di (vedi dopo per la spiegazione dei sintomi):
- sindrome dispeptica
- vomito e nausea da farmaci oncologici
- vertigini e capogiri
sfruttando proprietà
- antiemetiche (antivomito),
- antidispeptiche (in grado di favorire la digestione)
- procinetiche (velocizza il transito gastrointestinale).
A dosaggi più elevati trova invece applicazione come antidepressivo, ansiolitico e neurolettico.
Sindrome dispeptica
La levosulpiride agisce stimolando la motilità dello stomaco e dell’intestino (procinetico gastrointestinale), favorisce cioè i movimenti muscolari involontari del tratto digerente; questo effetto la rende un’efficace opzione terapeutica per la sindrome dispeptica, un nome apparentemente complicato che racchiude un insieme di vari sintomi, riferiti genericamente a cattiva digestione:
- sia quanto sia causata da ragioni organiche (ad esempio lesioni oggettive di organi digestivi),
- sia quando sia legata a un cattivo funzionamento degli stessi organi (ad esempio conseguente a stili di vita errati, ma anche ansia e depressione) senza alterazioni organiche (oggettive e misurabili).
In genere non è considerato un farmaco di prima scelta e “viene prescritto dal medico [quando il paziente non abbia] risposto in precedenza alla terapia con altri medicinali” (fonte: Foglietto Illustrativo).
Può agire anche sul reflusso, quando questo sia causato da un rallentato svuotamento gastrico.
È tuttavia destinato al trattamento a breve termine.
Vomito e nausea da farmaci oncologici
Levopraid può essere utilizzato per il sollievo da vomito e nausea causati dall’assunzione di farmaci utilizzati per il trattamento dei tumori.
Anche in questo caso è tuttavia considerato un farmaco di seconda scelta, utile quando il paziente non abbia risposto adeguatamente ad altri principi attivi.
Vertigini e capogiri
Levopraid può infine essere prescritto per la terapia dalla sindrome di Mènière, condizione responsabile di sintomi quali:
- problemi di equilibrio (vertigini e capogiri)
- disturbi all’orecchio (come fruscii, fischi, crepitii),
- perdita di udito
- e nausea.
Cosa c’entra l’ansia? È un antidepressivo?
Alcuni disturbi psicologici come l’ansia e la depressione sono in grado di indurre alterazioni della funzione viscerale, riflettendosi anche sulla digestione; il transito attraverso stomaco e intestino risulta rallentato e il paziente può sviluppare:
- dolore e bruciore di stomaco,
- perdita di appetito,
- senso di tensione dello stomaco,
- eruttazione, flatulenza e gonfiore,
- mal di testa dopo i pasti,
- diarrea e/o costipazione.
Levopraid è in grado di offrire sollievo agli eventuali sintomi digestivi funzionali avvertiti dal paziente affetto da ansia/depressione, mentre l’effetto antidepressivo e antipsicotico viene espresso soprattutto a dosaggi superiori (solo in questo modo raggiunge i recettori della dopamina presenti a livello del sistema nervoso centrale).
Posologia: come si prende
- Levopraid 25 mg compresse: La dose raccomandata è di 1 compressa 3 volte al giorno prima dei pasti.
- Levopraid 25 mg/ml gocce orali, soluzione: La dose raccomandata è di 15 gocce 3 volte al giorno prima dei pasti.
- Levopraid 25 mg/2 ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare ed endovenoso: La dose raccomandata è di 1 fiala 2 o 3 volte al giorno, secondo prescrizione medica, fino a scomparsa dei sintomi. La somministrazione in fiala è utile nel caso di pazienti con nausea e vomito e conseguente difficoltà a trattenere le compresse o le gocce.
Il trattamento della nausea/vomito da chemio/radioterapia in genere prevede il ricorso a somministrazione mediante flebo in ambiente ospedaliero.
Si raccomanda di NON associare alcolici alla terapia con Levopraid.
Dopo quanto fa effetto
Levosulpiride, quando assunta per bocca, viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale e raggiunge la massima concentrazione nel sangue entro 3 ore dall’assunzione, ma ovviamente l’effetto viene percepito prima dal paziente.
Per quanto tempo va assunto?
Levopraid dev’essere assunto seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico; in genere si ricorre a brevi cicli terapeutici di 10-15 giorni, intervallati da pause di almeno 8-10 giorni prima di eventuali nuovi cicli.
Quali sono gli effetti collaterali?
Levopraid, soprattutto ad alte dosi, può causare sonnolenza, sensazione di intorpidimento e indurre movimenti involontari, è quindi controindicato mettersi alla guida o utilizzare macchinari potenzialmente pericolosi.
Il farmaco mostra nel complesso una buona tollerabilità, soprattutto alle dosi comunemente utilizzate nel trattamento dei disturbi gastrici (25 mg); come tutti i medicinali può tuttavia causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati anche con l’uso di altri medicinali della stessa classe e/o con somministrazioni prolungate:
- Raro (può interessare fino a 1 persona su 1.000):
- alterazioni del battito del cuore (prolungamento dell’intervallo QT, aritmie ventricolari come torsioni di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare), arresto cardiaco.
- Molto raro (può interessare fino a 1 persona su 10.000):
- sonnolenza, “parkisonismo” (sintomi simili a quelli presenti nella malattia di Parkinson quali, ad esempio tremore, difficoltà e rallentamento nei movimenti, rigidità e instabilità posturale); movimenti muscolari involontari (discinesie); tremore; movimenti di torsione ripetitivi o posizioni fisse anormali (distonia); Sindrome Maligna da Neurolettici
- casi di morte improvvisa
- Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili):
- assenza di mestruazioni in donne in età fertile (amenorrea), sviluppo delle mammelle
nell’uomo (ginecomastia), senso di tensione alle mammelle, fuoriuscita spontanea di latte dalle mammelle non associato a parto o allattamento (galattorrea), alterazioni del desiderio sessuale (libido). - formazione di coaguli (trombi venosi), specialmente nelle gambe (trombosi venosa profonda, i cui sintomi includono gonfiore, dolore, rossore della gamba), che possono arrivare ai polmoni e causare embolia polmonare (con dolore al torace e difficoltà di respirazione)
- sintomi da astinenza neonatale, disturbi del movimento (sintomi extrapiramidali).
- aumento dei livelli di prolattina nel sangue.
- assenza di mestruazioni in donne in età fertile (amenorrea), sviluppo delle mammelle
Controindicazioni: per chi è pericoloso?
Levopraid NON deve essere assunto nel caso di (elenco non esaustivo, si prega di fare riferimento al foglietto illustrativo):
- allergia al principio attivo (levosulpiride) o agli eccipienti
- pazienti a rischio di sviluppo di tumore delle ghiandole surrenali (feocromocitoma)
- epilessia
- disturbi dell’umore che possono far sentire eccitati (stati maniacali con iperattività,
irritazione, irritabilità o diminuito bisogno di dormire) - tumore al seno
- emorragie gastrointestinali, blocco intestinale (che può essere caratterizzato da crampi
addominali, vomito, costipazione) o ulcere (lesioni della parete dello stomaco/intestino) - gravidanza (anche solo in caso di sospetto) o allattamento al seno.
Si raccomanda grande cautela in caso di:
- demenza e altre patologie che possano ridurre la capacità di ricordare, parlare e ragionare
- età avanzata (pazienti anziani)
- predisposizione all’ictus cerebrale
- disturbi del cuore e/o della circolazione (comprese alterazioni del battito come la sindrome del QT lungo)
- precedenti episodi o familiarità per formazione di coaguli di sangue (trombi).
Segnalare al medico tutti i farmaci in uso prima di iniziare la terapia e in particolare medicinali:
- che agiscono sul sistema nervoso centrale usati per trattare disturbi psichiatrici, soprattutto se neurolettici
- che possono influire sui livelli di elementi minerali (elettroliti) presenti nel sangue,
- che alterano il battito del cuore (prolungano il QT), perché l’associazione con
Levopraid aumenta il rischio di insorgenza di anomalie al battito del cuore (aritmie cardiache) - anticolinergici
- narcotici (utilizzati per dormire)
- analgesici (utilizzati contro il dolore).
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.