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- A cosa serve la metformina
- Metformina senza diabete
- La metformina fa dimagrire?
- Prezzo: quanto costa metformina?
- Prima o dopo i pasti? Come e quando si assume?
- La metformina è pericolosa? Gli effetti collaterali
- Controindicazioni
- Dieta e alimentazione durante la terapia con metformina
- Alcool: si possono bere alcolici?
- Come funziona metformina?
- Sovradosaggio
- Fonti e bibliografia
- Le domande più frequenti
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A cosa serve la metformina
La metformina è un farmaco prescritto, da solo o in combinazione con altri medicinali per trattare il diabete tipo 2, una condizione in cui l’organismo non è più in grado di gestire adeguatamente l’insulina e diventa quindi incapace di regolare efficacemente la glicemia.
Il farmaco viene prescritto solo quando la dieta e l’esercizio fisico da soli non sono stati sufficienti. È usata in particolare nei pazienti in sovrappeso.
Appartiene ad una categoria di medicinali denominata biguanidi ed è considerato un medicinale di prima linea (è cioè la prima scelta per quasi tutti i pazienti al momento della diagnosi di diabete di tipo 2).
Non può invece essere usata per trattare il diabete tipo 1, perché in questo caso l’organismo non produce più insulina.
I vantaggi
La storia della metformina inizia più di 100 anni fa, anche se l’utilizzo nella pratica clinica va fatto risalire agli anni ’50 del secolo scorso; si rivela particolarmente adatta ai pazienti in sovrappeso, ovvero la stragrande maggioranza dei soggetti a cui viene diagnosticato il diabete di tipo 2.
Fa stabilmente parte della lista di farmaci essenziali stilata dall’OMS e per certi versi è il prototipo del farmaco ideale:
- è efficace,
- costa poco (l’equivalente di € 2-3 a confezione, ma è ovviamente mutuabile),
- è ragionevolmente ben tollerato,
- di per sé non causa quasi mai ipoglicemia, un effetto collaterale potenzialmente grave di altre classi di antidiabetici,
- può essere associata ad altri farmaci antidiabetici.
Non è ovviamente un medicinale perfetto, ha controindicazioni, effetti collaterali e nelle forme severe non è sufficiente.
Metformina senza diabete
Se il trattamento del diabete di tipo 2 è la sua indicazione classica, oggi viene usata spesso anche off-label, ovvero al di fuori delle sue indicazioni registrate, ad esempio in caso di:
- Prediabete: In questa fase, caratterizzata da livelli glicemici elevati ma non ancora diagnosticabili come diabete, la metformina può rallentare o addirittura prevenire l’evoluzione verso il diabete conclamato (sebbene con una probabilità di successo inferiore alla modifica dello stile di vita).
- Diabete gestazionale: Durante la gravidanza, alcune donne sviluppano temporaneamente alti livelli di zucchero nel sangue. La metformina si rivela utile nel gestire la glicemia in queste situazioni transitorie (studi recenti hanno dimostrato l’assenza di controindicazioni specifiche).
- Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): Questo disturbo, che colpisce prevalentemente donne giovani causando cisti ovariche multiple, irregolarità mestruali e problemi di fertilità. La terapia anti-diabetica è stata proposta sin dalla fine degli anni ’80 per il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), una condizione spesso associata con la resistenza all’insulina. Una revisione della Cochrane Collaboration ha dimostrato che la metformina migliora l’ovulazione e la fertilità, soprattutto quando prescritta in combinazione con il clomifene (Clomid). È utile anche nel favorire la perdita di peso, ma anche in questa condizione i risultati migliori si ottengono in associazione alle modifiche dello stile di vita.
- Aumento ponderale indotto da antipsicotici: Gli antipsicotici, farmaci potenti utilizzati in psichiatria, possono causare un notevole incremento di peso. La metformina ha dimostrato di poter mitigare questo effetto collaterale in alcuni pazienti.
Altro
- Alcune ricerche dimostrano che contribuisce all’abbassamento dei valori di colesterolo LDL, quello cattivo, e questa è una delle ragioni per cui riduce anche il rischio di eventi cardiovascolari come infarto e ictus.
- È poi allo studio come farmaco antinvecchiamento, sebbene sussistano alcuni dubbi. Ci sono sospetti sul fatto che in realtà il miglioramento della sensibilità all’insulina si osservi solo in caso di pazienti effettivamente prediabetici o diabetici, non in quelli sani che potrebbero addirittura veder peggiorata la propria capacità metabolica. Inoltre è stato dimostrato che interferendo con la produzione di energia all’interno dei mitocondri (le centrali energetiche della cellula) riduca la capacità aerobica e il guadagno muscolare in caso di attività fisica, riducendone così gli adattamenti positivi.
- È inoltre oggetto di ricerca come forma di prevenzione di numerosi tumori.
La metformina fa dimagrire?
Sì, la metformina fa dimagrire, producendo un effetto modesto ma comunque clinicamente significativo. Probabilmente si tratta dell’espressione di meccanismi d’azione che vanno al di là di quelli più noti.
La riduzione della resistenza all’insulina, comune nei soggetti obesi, è sicuramente una spiegazione, ma è possibile che si benefici anche di:
- una certa soppressione dell’appetito,
- alterazioni positive della flora batterica intestinale,
- e forse anche un aumento dell’espressione del fattore di crescita e differenziazione 15 (GDF15). Le funzioni non sono ancora chiarissime, ma che sembra essere in grado di ridurre appetito e favorire l’ossidazione dei grassi accumulati.
Non si rilevano quindi effetti eclatanti come semaglutide (Ozempic®) e altri agonisti del recettore GLP-1, ma effettivamente nel suo piccolo la metformina può avere senso in pazienti selezionati, come ad esempio in pazienti obesi ad alto rischio di sviluppo di diabete, ad esempio in caso di
- alterata glicemia a digiuno,
- ridotta tolleranza al glucosio,
- ovaio policistico.
È importante NON aspettarsi una riduzione drammatica del peso corporeo e, soprattutto, dovranno comunque essere intreprese modifiche degli stili di vita, adottando una corretta alimentazione e la pratica regolare di attività fisica.

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Prezzo: quanto costa metformina?
Il prezzo di metformina è leggermente variabile a seconda del dosaggio e del numero di compresse contenute, ma in genere costa l’equivalente di € 2-3 a confezione (è ovviamente mutuabile).
Prima o dopo i pasti? Come e quando si assume?
La metformina è disponibile sotto forma di compresse da assumere per bocca, di solito durante o dopo i pasti, due o tre volte al giorno.
Di norma quando si inizia un trattamento con metformina si comincia somministrando 500/850 mg del farmaco subito dopo il primo pasto della giornata (colazione) e poi, se nel giro di alcuni giorni i livelli di zucchero nel sangue non fossero rientrati nei valori normali, è possibile incrementare gradualmente il dosaggio frazionando le dosi negli altri due pasti della giornata.
La dose massima giornaliera è 3000 mg, assunta in 3 dosi separate.
È molto importante che l’assunzione della metformina avvenga esattamente come prescritto, ovvero senza assumerne meno o più spesso di quanto stabilito dal medico oppure dosi differenti da quanto prescritto.
La metformina è pericolosa? Gli effetti collaterali
La metformina, come tutti i farmaci, può causare effetti collaterali. Informare il medico nel caso in cui tali sintomi siano importanti, persistenti, od anche solo intermittenti.
Tra i più comuni ricordiamo:
- diarrea,
- gonfiore,
- mal di stomaco,
- flatulenza,
- indigestione,
- costipazione,
- sapore metallico in bocca,
- cefalea,
- rossore della pelle,
- dolori muscolare.
Gli effetti gastrointestinali interessano circa 2-3 pazienti su 10, ma in genere si risolvono in pochi giorni.
Interrompere l’assunzione di metformina e contattare immediatamente il proprio medico in caso di:
- stanchezza estrema,
- debolezza o malessere,
- nausea e/o vomito,
- mal di stomaco,
- eccessiva riduzione dell’appetito,
- respiro ansimante o affanno,
- vertigini,
- senso di stordimento,
- battito cardiaco accelerato o rallentato,
- rossore della pelle,
- dolori muscolari,
- senso di freddo,
- dolore toracico,
- eruzioni cutanee.
La metformina può causare in alcuni soggetti anche altri effetti collaterali, chiamare il medico nel caso compaiano problemi non usuali durante il trattamento con il farmaco.
Metformina e vitamina B12
L’uso prolungato di metformina è stato associato ad una diminuzione dell’assorbimento di vitamina B12; si raccomanda quindi di verificarne periodicamente i livelli e integrare se necessario.
Acidosi lattica
L’acidosi lattica è una complicanza metabolica rara ma grave (alto tasso di mortalità in assenza di rapido trattamento), che può insorgere in seguito ad un accumulo di metformina.
Colpisce circa un paziente su 30.000, ma i casi riportati di acidosi lattica in pazienti trattati con il farmaco si sono verificati in particolare in pazienti diabetici con una significativa insufficienza renale.
L’incidenza dell’acidosi lattica può e deve essere ridotta valutando anche altri fattori di rischio associati, come
- diabete non controllato,
- chetosi,
- digiuno prolungato (serve cautela in caso di digiuno intermittente),
- eccessiva assunzione di alcol,
- insufficienza epatica
- ed eventuali altre condizioni associate all’ipossia (carenza di ossigeno nel corpo).
Diagnosi e sintomi
Si deve considerare il rischio di acidosi lattica nel caso siano presenti segni aspecifici quali crampi muscolari uniti a disturbi dell’apparato digerente, come dolore addominale e astenia grave.
Questi sintomi possono essere seguiti da
Gli esami diagnostici di laboratorio mostrano
- una diminuzione del pH nel sangue,
- livelli di lattato plasmatico superiori a 5 mmol/l,
- aumento del gap anionico e del rapporto lattato/piruvato.
In caso di sospetta acidosi metabolica, la metformina deve essere sospesa e il paziente deve essere ricoverato immediatamente.
Controindicazioni
La metformina è principalmente controindicata in soggetti con condizioni che potrebbero aumentare il rischio di acidosi lattica, come per esempio
- disturbi renali (definiti arbitrariamente come clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min),
- malattie epatiche (del fegato),
- eccessivo consumo di alcool
Secondo il foglietto informativo, l’insufficienza cardiaca (in particolare, l’insufficienza cardiaca congestizia instabile o acuta) aumenta il rischio di acidosi lattica con la metformina, tuttavia, una revisione sistematica degli studi controllati condotta nel 2007, sembra suggerire che la metformina sia l’unico farmaco anti-diabetico non associato a danni oggettivi in soggetti con insufficienza cardiaca e che possa ridurre la mortalità rispetto a qualunque altro anti-diabetico.
Mezzo di contrasto
La somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto iodati negli studi radiologici può portare a un’insufficienza renale, che può determinare accumulo di metformina e può esporre il paziente ad acidosi lattica.
La somministrazione di metformina viene quindi spesso interrotta prima o al momento dell’esame; inoltre non deve essere ripresa prima di 48 ore dopo l’esame, e solo dopo aver controllato se la funzione renale è tornata normale.
Chirurgia
La somministrazione di metformina deve essere interrotta 48 ore prima di interventi chirurgici programmati in anestesia generale, spinale o peridurale.
Il trattamento può essere nuovamente iniziato non prima di 48 ore dopo l’intervento o dopo la ripresa dell’alimentazione orale, e solo dopo che sia stato accertato che la funzione renale è normale.
Si raccomanda comunque di attenersi sempre e soltanto alle indicazioni del medico o del chirurgo, soprattutto in caso di disposizioni diverse.
Dieta e alimentazione durante la terapia con metformina
Assicurarsi di osservare tutte le raccomandazioni del medico e del dietologo inerenti l’attività fisica e l’alimentazione. È importante seguire una dieta sana per un controllo ottimale del diabete, a prescindere dall’uso dei farmaci.
Alcool: si possono bere alcolici?
Informare il medico se si bevono abitualmente alcolici o se occasionalmente se ne bevono grandi quantità in poco tempo.
L’alcool aumenta il rischio di sviluppare acidosi lattica, ma può anche causare una brusca riduzione della concentrazione di zucchero nel sangue.
Chiedere al medico quanto alcool sia possibile bere senza rischi in terapia con metformina.
Come funziona metformina?
Più avanzano gli studi su metformina, più si scoprono nuovi meccanismi di azione; tra i più noti e rilevanti figurano:
- diminuzione della produzione di zucchero nel fegato (gluconeogenesi),
- diminuzione dell’assorbimento intestinale dei carboidrati
- soprattutto aumento della sensibilità all’insulina, contrastando cioè la resistenza all’insulina, quel fenomeno per cui in presenza di glicemia elevata, ovvero troppo zucchero nel sangue, l’insulina prodotta dal pancreas non è più in grado di convincere le cellule di muscoli e fegato a farsene carico.
L’effetto complessivo è quindi di abbassare efficacemente la glicemia sia dopo il pasto, sia nelle ore di digiuno grazie agli effetti che si protraggono nel tempo.
Riducendo la glicemia e migliorando la sensibilità insulinica si riduce anche la produzione di insulina e questo spiega anche gli effetti positivi nelle donne affette da ovaio policistico, che potranno beneficiare di una miglior regolazione della produzione degli ormoni sessuali che dettano i tempi del ciclo mestruale.
Metformina inoltre
- non può quasi mai causare ipoglicemia, ovvero un eccessivo e pericoloso abbassamento della concentrazione di zucchero nel sangue, perché semplicemente ottimizza quelli che sono i processi normali,
- per la stessa identica ragione non induce diminuzione della glicemia in persone non diabetiche, a meno che non ne vengano assunte dosi eccessive.
Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio chiamare subito il centro antiveleni più vicino. Nel caso si verifichi un collasso o un arresto respiratorio, chiamare subito il pronto intervento medico (112).
I sintomi di sovradosaggio possono consistere in ipoglicemia (la metformina comporta meno rischi di ipoglicemia delle sulfaniluree, benché l’ipoglicemia si sia sviluppata occasionalmente durante attività fisiche intense, deficit calorici o quando il farmaco è associato ad altri ipoglicemizzanti), ma anche:
- stanchezza estrema,
- debolezza,
- malessere,
- vomito e nausea,
- dolore di stomaco,
- riduzione dell’appetito,
- respiro ansimante,
- affanno,
- vertigini,
- senso di stordimento,
- battito cardiaco accelerato o ridotto,
- rossore della pelle,
- dolore muscolare,
- senso di freddo.
Fonti e bibliografia
Le domande più frequenti
Qual è il nome commerciale della metformina?
Metformina e diarrea: cosa fare?
Guarisce il diabete?
Serve ricetta?
Dose dimenticata: cosa fare?
Pillola anticoncezionale: ci sono controindicazioni?
Causa ipoglicemia nel paziente NON diabetico?
La metformina fa dimagrire?
Dopo quanto tempo la metformina inizia a far dimagrire?
Si può prendere la metformina per dimagrire senza avere il diabete?
Quali sono gli effetti collaterali della metformina?
È normale avere nausea durante i primi giorni di assunzione della metformina? Cosa si può fare?
È possibile che esistano differenze tra le varie marche di metformina e che alcune possano causare meno effetti collaterali?
Qual è la differenza tra Glucophage e Glucophage Unidie?
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.