Cosa significa oliguria?
Conosciuta e studiata da millenni (già Ippocrate sottolineava l’importanza della valutazione della quantità di urina emessa), l’oliguria è oggi definita come una produzione di urina particolarmente ridotta, inferiore a 400 ml al giorno (o inferiore a 20 ml all’ora) ed è uno dei primi segni di compromissione della funzionalità renale.

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Cause
L’oliguria può essere il risultato di varie condizioni che possono essere eclatanti o sub-cliniche (ovvero prive di sintomi evidenti), ma la prima distinzione importante riguarda il meccanismo della riduzione di produzione di urina, che può essere:
- fisiologico, ovvero del tutto normale e reversibile, qualora l’organismo si trovi nella condizione di dover risparmiare liquidi (banalmente in caso di disidratazione, oppure più pericolosamente in caso di emorragia, ad esempio),
- patologico, quando persisterebbe la necessità di produrre urina, ma il corpo ne diviene incapace.
Più in generale è poi possibile operare una classificazione che prenda invece in esame il distretto responsabile del sintomo:
- Cause prerenali:
- Ipovolemia, ovvero la diminuzione della quantità di sangue in circolo, che può a sua volta originare da
- insufficiente assunzione di liquidi,
- emorragia,
- perdita di liquidi gastrointestinali (diarrea o vomito),
- precedente aumento della diuresi perdite renali (ad esempio in caso di assunzione di diuretici o di grave iperglicemia, che si traduce poi in glicosuria),
- accumulo di liquidi in specifici distretti dell’organismo (ascite, versamento pleurico),
- traumi,
- interventi chirurgici,
- ustioni,
- sepsi (una grave infezione diffusa nel sangue),
- shock anafilattico, una gravissima reazione allergica,
- insufficienza epatica,
- sindrome nefrosica,
- assunzione di farmaci vasodilatatori o anestetici;
- Incapacità del cuore di pompare il sangue con adeguata forza:
- Patologie vascolari:
- occlusione dell’arteria renale o della vena renale dovuta a trombosi, tromboembolia, stenosi grave,
- alterata autoregolazione renale secondaria alla somministrazione di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
- Ipovolemia, ovvero la diminuzione della quantità di sangue in circolo, che può a sua volta originare da
- Cause renali (quando è il rene a perdere la capacità di funzionare correttamente):
- vasculite,
- glomerulonefrite,
- sclerodermia,
- ipertensione maligna,
- nefrite interstiziale,
- morte delle cellule renali (necrosi tubulare acuta) conseguente ad ischemia (interruzione dell’afflusso di sangue) o a causa dell’assunzione di sostanze nefrotossiche;
- Cause post-renali (la produzione di urina è regolare, ma non è possibile espellerla all’esterno):
- Ostruzione delle vie urinarie.
L’oliguria cronica, ovvero persistente nel tempo, è infine osservata nei pazienti in dialisi a lungo termine.
Fattori di rischio
Nonostante il lungo elenco di possibili cause, l’oliguria (soprattutto nelle sue forme più gravi) è una condizione comunemente osservata nei pazienti anziani e/o ospedalizzati (quasi la metà dei pazienti ricoverati in reaprti di terapia intensiva sviluppano il disturbo).
Sintomi
L’oliguria è una di per sé un sintomo, non una malattia, quindi eventualmente altre manifestazioni associati rappresentano l’espressione della condizione scatenante.
Prognosi
L’oliguria non è una malattia, ma il sintomo espresso da una condizione a monte; l’evoluzione è quindi strettamente legata alla causa, ma in linea generale una correzione tempestiva consente di ridurre il rischio di progressione verso uno stato di insufficienza renale acuta che espone il paziente a gravi rischi sistemici, quali ad esempio:
- Squilibrio elettrolitico (aumento dei valori di potassio e riduzione del calcio nel sangue, con diverse conseguenze nella gestione dei liquidi nell’organismo),
- Manifestazioni neurologiche (sonnolenza, confusione, convulsioni ed eventualmente coma),
- Complicazioni cardiovascolare, ad esempio alterazioni severe della pressione del sangue,
- Alterazioni gastrointestinali (nausea e vomito, emorragia gastrointestinale, gastrite),
- Difficoltà respiratorie,
- Sintomi muscoloscheletrici (debolezza, fino alla o paralisi muscolare).
Diagnosi
Il primo passo per una corretta diagnosi delle cause di oliguria consiste invariabilmente in un’approfondita anamnesi, ovvero una sorta di intervista medico-paziente per raccogliere preziose informazioni sullo stato di salute e sulla storia clinica del soggetto.
Dopo aver valutato sommariamente lo stato di idratazione (ad esempio osservando il turgore della pelle e l’aspetto delle mucose), il medico potrebbe voler valutare la vescica alla palpazione che, se piena, potrebbe indicare un’oliguria da ritenzione urinaria (cause post-renali). Lo stesso obiettivo è perseguibile mediante ecografia.
Il passo successivo consiste nella valutazione delle analisi di laboratorio ed in particolare:
- esami del sangue
- creatinina,
- urea e/o azoto ureico (due modalità di esprimere lo stesso concetto, poiché l’urea rappresenta la molecola di trasporto utilizzata dall’organismo per rimuovere l’eccesso, di azoto),
- elettroliti
- analisi delle urine, che consente di raccogliere preziose informazioni per la diagnosi (le capacità di riassorbimento del rene rimangono normali quando questo sia perfettamente funzionante), ad esempio:
- Il peso specifico delle urine è spesso più elevato quando la causa sia prerenale,
- Il valore della concentrazione urinaria di sodio inferiore nelle cause prerenali,
- Il rapporto tra creatinina urinaria e plasmatica è più elevato in caso di condizioni prerenali.
A seconda di quanto emerso in fase di anamnesi potrebbero essere richiesti esami più specifici, come ad esempio valutazioni alla ricerca di marker autoimmuni nel sangue
L’ecografia renale con doppler può aiutare nella valutazione della perfusione renale (afflusso di sangue all’organo), ma in alcuni pazienti potrebbe essere utile il ricorso ad indagini di secondo livello come TC dell’addome.
Cura
L’approccio terapeutico non può che dipendere dalle cause dell’oliguria, ad esempio:
- In caso di disidratazione si procede all’infusione di liquidi per endovena,
- ma se la somministrazione di fluidi non riattivasse la diuresi potrebbe esserci la necessità di stimolazione mediante diuretici,
- qualora la causa fosse un’ostruzione nelle vie urinarie (causa post-renale) potrebbe essere sufficiente ricorrere all’irrigazione del catetere in caso di occlusione (od una semplice manipolazione in piega), mentre la presenza di iperplasia prostatica benigna, tumori o calcoli potrebbe richiedere a seconda dei casi un approccio farmacologico e/o chirurgico.
Fonti e bibliografia
- Oliguria – Mobeen Z. Haider; Ahsan Aslam.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.