Glucosio nelle urine alto: cosa significa e quando preoccuparsi

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Introduzione

L’analisi del glucosio nelle urine è volta a determinare l’eventuale presenza della sostanza nelle urine e, in alcuni casi, l’esatta quantità.

Il glucosio è un tipo di zucchero, che rappresenta la principale moneta energetica del nostro organismo; è normalmente presente nel sangue (è possibile misurarne la quantità con l’esame della glicemia) in concentrazione strettamente controllata:

  • quantità eccessive nel sangue sono pericolose per l’organismo,
  • quantità insufficienti nel sangue non consentono lo svolgersi delle reazioni biochimiche necessarie alla sopravvivenza.

Normalmente l’urina non contiene glucosio, se non in tracce, perché si tratta di una molecola preziosa per l’organismo che in caso di quantità eccessive viene semplicemente immagazzinata per il futuro.

Quando l’organismo diventa incapace di mantenere un’adeguata concentrazione di glucosio nel sangue mediante i meccanismi ormonali preposti (ad esempio con il rilascio dell’insulina) e questo aumenta pericolosamente oltre una certa soglia (attorno ai 180 mg/dL), al corpo non resta che un’unica strada per abbassarlo e contenere così i danni, eliminarlo attraverso le urine.

In altre parole, la presenza di glucosio nelle urine, sopratutto se in grandi quantità, è in genere indicativo di troppo glucosio nel sangue (iperglicemia), condizione tipicamente associata al diabete mellito.

Analisi del glucosio nelle urine

Shutterstock/caifas

Valori normali

Di norma le urine risultano prive di glucosio, che dovrebbe quindi risultare assente (tecnicamente in realtà vengono normalmente perse tracce di glucosio, che tuttavia risultano essere inferiori alla soglia di sensibilità dello strumento; in alcuni laboratori potrebbe per questa ragione essere presente un diverso intervallo di riferimento).

Glucosio alto (presenza di glucosio nelle urine)

La glucosuria, ovvero la presenza di glucosio nelle urine, si rileva quando venga superata la soglia renale per il glucosio, tipicamente 180 mg/dL nel sangue, ovvero quando il rene non sia più in grado di trattenerlo a causa dell’eccessiva quantità disciolta; la causa più comune è ovviamente il diabete mellito, seppure non l’unica.

Si noti che la diagnosi di diabete può essere posta in caso di:

  • glicemia al mattino, misurata dopo almeno 8 ore di digiuno, per valori uguali o superiori a 126 mg/dL, in almeno due circostanze,
  • oppure glicemia pari o superiore a 200 mg/dL misurata in qualunque momento (in almeno due circostanze).

Poiché questi valori non coincidono con la soglia renale, è necessaria qualche cautela nell’interpretazione ed è anche per questo che l’esame non viene più usato per la diagnosi definitiva (ad esempio un pasto molto abbondante potrebbe indurre un aumento della glicemia compreso tra 180 e 200 mg/dL).

Più raramente la presenza di glucosio nelle urine può essere conseguente di condizioni renali, in cui il glucosio viene ad essere escreto nelle urine nonostante valori nel sangue normali; questo si verifica a causa di un difetto delle cellule tubulari dei reni, che ne impedisce un corretto e completo riassorbimento. Alcune forme di glicosuria renale sono associate a malattie ereditarie, mentre in altri pazienti si parla di forme  acquisite (effetti indesiderati di farmaci o patologie che danneggiano i tubuli renali).

Glucosuria o glicosuria?

Glicosuria è il termine usato per indicare la presenza di zuccheri nel sangue (glucosio, galattosio, fruttosio, …), mentre glucosuria si riferisce esclusivamente alla presenza di glucosio.

Glucosio nelle urine in gravidanza

Fino alla metà delle gestanti viene trovata positiva alla presenza di glucosio nelle urine almeno una volta nell’arco della gravidanza e, in alcune di essere, questo potrebbe essere suggestivo di diabete gestazionale.

Altri fattori

La presenza di corpi chetonici nelle urine potrebbe riduree la sensibilità dell’esame: livelli moderatamente elevati di chetoni (pari o superiori a 40 mg/dl) possono causare falsi negativi per campioni contenenti piccole quantità di glucosio (75-125 mg/dl), ma la combinazione di tali livelli di chetoni e bassi livelli di glucosio è metabolicamente improbabile nello screening.

Quando viene richiesto

Se in passato il test del glucosio nelle urine è stato utilizzato come screening del diabete ed per il successivamente monitoraggio del paziente, ad oggi si preferisce a questo scopo la misurazione nel sangue (interessante notare che il diabete mellito è così chiamato perché l’aggettivo mellito significa dolce, ad indicare proprio il sapore dolciastro assunto dalle urine dei pazienti affetti).

Ad oggi viene quindi utilizzato solo qualora la valutazione nel sangue sia per qualche ragione impedita (in alcuni pazienti si procede ad una valutazione qualitativa, ovvero sommaria, mediante strisce reattive).

Tra i possibili sintomi suggestivi di diabete mellito si annoverano:

Raccolta del campione

L’esame viene condotto in genere su un campione di urina raccolto in provetta; si raccomanda di seguire scrupolosamente le istruzioni ricevute, che potrebbero comprendere:

  1. Praticare un’adeguata igiene intima.
  2. Lavarsi le mani accuratamente, con acqua e sapone, ed asciugarsele.
  3. Aprire la provetta senza toccare l’interno.
  4. Iniziare ad urinare per pochi secondi, dopodiché interrompere il flusso.
  5. Ricominciare a urinare, questa volta nel contenitore (raccolta del mitto intermedio). Evitare se possibile che il contenitore tocchi il corpo.
  6. Una volta riempito fino all’indicazione di norma presente, terminare di urinare normalmente.
  7. Chiudere accuratamente la provetta e consegnarla rapidamente al laboratorio.

Non è in genere necessario il digiuno, se non espressamente richiesto.

Fonti e bibliografia

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