Antinfiammatori naturali: quali funzionano davvero?

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Introduzione

L’uso delle erbe medicinali o dei loro estratti a scopo antinfiammatorio risale a tempi antichi e molti farmaci antinfiammatori sono stati sviluppati a partire da estratti naturali, prima fra tutti l’aspirina.

Negli ultimi anni lo studio sulle proprietà delle piante medicinali ad azione antinfiammatoria è stato oggetto di rinnovato interesse, in ragione soprattutto della facile reperibilità, del costo contenuto e dell’assenza o minor frequenza di effetti collaterali indesiderati – il che ha fatto sì che sempre più persone scelgano di affiancare alla terapia farmacologica quella con derivati naturali. Ciò ha dato nuovo slancio alla ricerca scientifica: molti lavori di recente pubblicazione hanno come oggetto lo studio dei meccanismi d’azione e l’identificazione dei componenti naturali responsabili dell’effetto biologico [1,2].

Secondo un lavoro di revisione pubblicato nel 2016, sarebbero più di 600 le piante naturali utilizzate nel mondo, nelle diverse tradizioni popolari, per trattare disturbi infiammatori [3]: non di tutte, però, esiste una solida evidenza scientifica e, laddove essa risulti presente, lo è in modo talvolta lacunoso o insufficiente.

Nei paragrafi successivi saranno prese in considerazione le piante ed erbe medicinali ad azione antinfiammatoria più conosciute e comunemente utilizzate.

Aloe

Pianta di aloe vera su sfondo bianco

iStock.com/Nenov

Appartenente alla famiglia delle liliacee e utilizzata soprattutto nelle sue varietà Arborescens e Miller, l’Aloe vanta numerose proprietà, tra cui spiccano quelle antinfiammatorie, soprattutto per uso topico (creme, unguenti, …):

Sull’uso sistemico i risultati della ricerca scientifica sono più contrastanti, ma nella tradizione popolare l’Aloe trova comunque utilizzo per il trattamento di disturbi gastro-intestinali di tipo infiammatorio, quali

L’aloe si assume per bocca come succo concentrato ricavato dalle foglie, oppure come gel ad uso topico (applicato cioè sulla cute).

Vale la pena notare da aprile 2021, in seguito a una decisione della Commissione europea, sono stati ritirati i prodotti e le preparazioni a base di foglie di specie di Aloe contenenti derivati dell’idrossiantracene (sostanza da tempo associata a rischi di salute).

Per una trattazione completa sugli utilizzi dell’Aloe si rimanda all’articolo dedicato.

Arnica

Immagine del fiore di arnica montana

Originaria delle zone montuose dell’Europa centrale, l’Arnica è una pianta perenne appartenente al genere delle Compositae.

È usata principalmente ad uso topico come antidolorifico e antinfiammatorio in caso di traumi fisici di varia natura, come

oppure come rimedio in caso di

  • punture di insetti
  • leggere infiammazioni cutanee.

Il principio attivo responsabile dell’effetto antinfiammatorio è stato identificato nell’Elenanina, un lattone sesquiterpenico in grado di inibire il fattore di trascrizione NF-kb, un mediatore dell’infiammazione: grazie all’azione dell’Elenanina, il meccanismo infiammatorio viene bloccato a monte.

Un’applicazione interessante riguarda quella dell’Arnica in caso di osteoartrite, un comune disturbo articolare che colpisce in prevalenza dopo i 65 anni e fino all’80% delle persone oltre i 75 anni di età; la condizione si caratterizza per degenerazione articolare, perdita di cartilagine, modificazioni ossee. Secondo alcuni studi, l’Arnica risulterebbe efficace in caso di osteoartrite lieve o moderata, al pari dei comuni farmaci di sintesi, e ben tollerata.

Dal punto di vista dell’utilizzo sistemico (assunzione per bocca), se l’ingestione a diluizioni omeopatiche non comporta rischi per la salute (ma d’altra parte nemmeno esistono evidenze di efficacia), al contrario l’ingestione del preparato non diluito (ad esempio in forma di tintura madre) che può avere effetti pericolosi per la vita (paralisi e tachicardia) tanto da essere stata in passato usata addirittura come veleno. Si ribadisce invece l’innocuità delle preparazioni semisolide (creme, gel, …).

Per una trattazione più approfondita si rimanda all’articolo dedicato.

Artiglio del diavolo

Fiore di artiglio del diavolo

iStock.com/4FR

L’Artiglio del diavolo (Harpagophytus procumbens) è una pianta perenne originaria del Sudafrica, appartenente alla famiglia delle Pedaliaceae, conosciuta e utilizzata nella medicina popolare come analgesico e antinfiammatorio, in particolare per uso topico nei disturbi articolari, quali

Da un recente articolo di revisione [4] sugli studi scientifici condotti finora sia in vitro che in vivo, l’artiglio del diavolo potrebbe risultare efficace per uso sistemico nelle seguenti patologie:

Si tratta tuttavia ancora di studi preliminari, la maggior parte dei quali non ancora confermata a livello clinico.

Il componente responsabile dell’effetto terapeutico sarebbe l’arpagoside, un glicoside iridoide: per questa ragione il suo contenuto è utilizzato come standard di riferimento per i prodotti in commercio.

Per approfondimenti si rimanda all’articolo dedicato.

Calendula

Prato fiorito di calendula

iStock.com/lubilub

La calendula (Calendula Officinalis L.) è una pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Asteracee, con caratteristici fiori giallo-arancio che fioriscono tutto l’anno.

L’uso topico della calendula è quello su cui si è ottenuto il maggior riscontro a livello di ricerca scientifica, tanto che l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ne ha approvato l’uso per il trattamento delle infiammazioni cutanee e delle ferite di lieve entità, e per le infiammazioni lievi del cavo orale e della gola. Pur ritenendo ancora insufficienti i test clinici, l’EMA ritiene plausibile l’efficacia della calendula e ne evidenzia l’elevato grado di sicurezza sulla base dell’utilizzo consolidato nella medicina tradizionale [5].

Le preparazioni a base di fiori di calendula (tinture, creme, lavaggi) per le patologie della pelle sono note sin dai tempi antichi e costituiscono ancora oggi l’ambito di elezione per l’utilizzo di questa pianta. In particolare, le applicazioni topiche di preparati a base di calendula sono consigliati in caso di:

Usi particolari, ancora oggetto di studio, riguardano

Per una trattazione più approfondita sugli utilizzi della calendula si rimanda all’articolo dedicato.

Curcuma

Fotografia della spezia accanto a un insieme di capsule a base di curcumina

iStock.com/Doucefleur

La curcuma è una spezia di colore giallo arancio che si ottiene dal rizoma essicato della Curcuma Longa, una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Zinziberacee (la stessa dello Zenzero), originaria dell’India e coltivata in alcune aree tropicali dell’Asia e in America Centrale.

Ingrediente principale del curry (masala indiano), la curcuma è usata e conosciuta come spezia aromatica, ma anche come integratore alimentare per una serie di patologie, in virtù delle sue proprietà

  • Antiossidanti
  • Antinfiammatorie
  • Immunostimolanti

In particolare, nella medicina tradizionale indiana e cinese [1], la curcuma è usata da centinaia di anni per problemi riguardanti diversi distretti corporei, tra cui:

La curcuma si trova in commercio come polvere per uso alimentare o formulata in capsule come integratore, spesso associata ad un estratto di pepe nero (od in forma di piperina purificata) che ne aumenta significativamente l’assorbimento.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo dedicato.

Malva

Fiore di malva su sfondo bianco

iStock.com/scisettialfio

Tipica delle regioni tropicali e temperate, la famiglia delle Malvaceae conta più di 4200 specie. Tra esse, la Malva Sylvestris e la Malva Parviflora sono state studiate per il loro potenziale effetto antinfiammatorio e cicatrizzante.

Nella medicina popolare la malva è utilizzata come antinfiammatorio nelle affezioni della bocca, della gola e delle prime vie respiratorie (tonsilliti, bronchiti), ma anche nelle infiammazioni intestinali e vaginali, in virtù dell’azione emolliente e protettiva nei confronti delle mucose da parte delle mucillagini in essa contenute [6,7].

Si assume come tisana, decotto o tintura madre.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo dedicato.

Moringa oleifera

Moringa foglie e frutti

iStock.com/SUSANSAM

Nota anche come albero del rafano o albero delle bacchette (drumstick tree, per via della forma caratteristica dei suoi frutti), la Moringa oleifera è una pianta originaria del nord est dell’India, poi diffusasi nelle regioni tropicali e subtropicali di Africa, sud-est asiatico, sud America e isole caraibiche. Appartiene al genere delle Brassicacee, la stessa dei broccoli, con i quali condivide molte delle proprietà benefiche per la salute: oltre ad essere un cibo d’uso quotidiano nelle regioni d’origine, infatti, la Moringa è utilizzata da secoli per le sue proprietà curative (è conosciuta come “l’albero dei miracoli”)

Di essa vengono utilizzate le foglie fresche e i frutti oppure l’estratto secco in polvere, tal quale o formulato in compresse.

Esistono innumerevoli testimonianze nella medicina tradizionale sul potere curativo della Moringa oleifera e un altrettanto elevato numero di ricerche scientifiche che, a partire dagli anni ’50, hanno cercato di approfondire e verificare tali proprietà. La Moringa è stata studiata, tra le numerose applicazioni, come

  • antibiotico
  • antifungino
  • antinfiammatorio

Gli studi non sono ancora conclusivi, ma i risultati sembrano promettenti.

Per una trattazione più completa degli utilizzi della pianta si rimanda all’articolo dedicato.

Reishi

Reishi su sfondo bianco

iStock.com/obewon

Il Reishi (nome giapponese), o Ling Zhi (nome cinese) o Ganoderma Lucidum (nome botanico), è un fungo medicinale di origine cinese, utilizzato da secoli in Cina, Giappone e Corea come elisir di salute e longevità, tanto da meritarsi la fama di “fungo dell’immortalità”.

L’estratto secco di Ganoderma Lucidum contiene circa 400 composti bioattivi, tra cui:

  • Triterpenoidi (140 tipi diversi)
  • Polisaccaridi (più di 100 tipi diversi, tra cui betaglucani-utili per il sisterma Immunitario- e glicoproteine)
  • Nucleotidi e nucleosidi (tra cui l’adenosina, che ha effetto vasodilatatore)
  • Steroli
  • Acidi grassi
  • Proteine/peptidi
  • Minerali (Potassio, Magnesio, Calcio, Zinco, Ferro, Manganese, Rame e il raro Germanio)

Sono proprio questi componenti (soprattutto i triterpenoidi e i polisaccaridi) i responsabili dei promettenti risultati ottenuti in vitro con questo fungo, che riguardano, tra le altre numerose funzioni, il potenziale effetto antinfiammatorio e antimicrobico.

A fronte delle numerose indicazioni terapeutiche – che arrivano principalmente dalla Medicina Tradizionale Cinese – occorre specificare che, ad oggi, la maggior parte delle evidenze scientifiche sull’efficacia del fungo riguarda prove in vitro o in vivo su animali: per quanto promettenti, i risultati devono essere confermati sull’uomo prima di poter dare indicazioni certe sull’efficacia del fungo e, soprattutto, sul suo profilo di sicurezza.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo dedicato.

Rosmarino

Pianta di rosmarino con fiori

iStock.com/Angelafoto

Originario delle regioni Mediterranee e del Sud Europa, il Rosmarino è ampiamente conosciuto e utilizzato a scopo alimentare come insaporitore, ma possiede numerosi effetti benefici per la salute, secondo la tradizione popolare.

Diversi studi preclinici (in vitro e in vivo su animali) sono stati condotti sul rosmarino e sui suoi estratti alcolici o acquosi, evidenziandone le potenzialità terapeutiche e confermando, in taluni casi, gli utilizzi della medicina popolare. In merito all’effetto antinfiammatorio, il rosmarino è utilizzato in preparazioni topiche per il trattamento di

  • Piaghe
  • Ferite
  • Scottature

e come pianta balsamica in caso di

Si può assumere come infuso di foglie essiccate o come estratto idroalcolico. Per uso topico si trova formulato in preparazioni semi-solide o liquide (olio essenziale).

Per approfondire le proprietà del rosmarino si rimanda all’articolo dedicato.

Alga spirulina

Fotografia di spirulina in polvere e in forma di compresse

iStock.com/egal

La Spirulina (o Arthrospira) è un’alga verde-azzurra originaria di Asia, Africa e Centro-Sud America, dove da secoli viene raccolta e consumata a scopo alimentare e terapeutico.

Negli ultimi anni, in virtù del proliferare di testimonianze favorevoli al consumo di alghe verdi-azzurre, si sono intensificati gli studi scientifici sul loro utilizzo, per verificarne i presunti benefici in termini nutrizionali e terapeutici. Gli studi sono ancora limitati e spesso carenti in termini di rigore scientifico (spesso si tratta di esperimenti su un numero esiguo di soggetti e senza il confronto con placebo), ma ci sono alcuni risultati interessanti, tra i quali l’effetto antinfiammatorio, antiossidante e immunostimolante.

Esistono infatti numerosi studi sulle potenzialità antinfiammatorie e antiossidanti della Spirulina, che pare sia in grado di agire su più fronti tramite

  • attivazione di enzimi cellulari antiossidanti (superossido dismutasi e catalasi)
  • blocco dei radicali liberi (sottoprodotti del metabolismo, fortemente ossidanti)
  • inattivazione della perossidazione dei lipidi (i grassi ossidati sono una delle cause di danno per il DNA cellulare)
  • riduzione dell’espressione delle citochine coinvolte nella risposta infiammatoria.

La Spirulina si trova in commercio come integratore sotto forma di compresse o capsule, da sola o in combinazione con altri derivati vegetali.

Per approfondire le proprietà dell’alga Spirulina si rimanda all’articolo dedicato.:

Salvia

Foglie di salvia officinalis

iStock.com/Margherita22

La Salvia Officinalis o Salvia comune è una pianta appartenente alla famiglia delle Labiatae (come il timo e la menta). Originaria del Medio Oriente e del Mediterraneo, oggi è diffusa pressoché in tutto il mondo.

Conosciuta e utilizzata in cucina per insaporire le pietanze, la salvia è altresì nota come rimedio nella medicina popolare per le sue proprietà

  • antinfiammatorie
  • antisettiche
  • digestive
  • diuretiche
  • cicatrizzanti

La salvia contiene molti componenti biologicamente attivi, tra cui ricordiamo

  • Acidi fenolici, tra cui acido caffeico e rosmarinico
  • Flavonoidi
  • Monoterpeni, diterpeni,triterpeni

Per quanto riguarda l’azione antinfiammatoria, la salvia per uso orale (come tisane, olio essenziale, estratto secco in capsule) è utilizzata come rimedio per curare le infiammazioni orofaringee (bocca, gola e primo tratto respiratorio), mentre per uso topico (foglie tal quali o infuso) trova utilizzo come disinfettante delle ferite.

Per approfondimenti si rimanda all‘articolo dedicato.

Spirea ulmaria

Spirea ulmaria su sfondo bianco

iStock.com/spline_x

Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, la Spirea Ulmaria (Filipendula ulmaria) è un’erba medicinale utilizzata sin dai tempi delle popolazioni celtiche del nord Europa come antinfiammatorio e antifebbrile. L’effetto terapeutico è probabilmente dovuto all’elevata presenza di polifenoli, noti per le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Un curiosità: la moderna aspirina deve le sue origini (e il nome) all’acido salicilico isolato agli inizi del 1800 proprio dalla spirea ulmaria, che ne è particolarmente ricca – e questo rende conto della sua azione antipiretica (contro la febbre).

Come vantaggio non trascurabile, si è visto che, nonostante il contenuto in salicilati, la spirea non provoca irritazione a livello gastrico, anzi: secondo alcuni studi potrebbe addirittura avere effetto antiulcera, probabilmente grazie alla presenza di mucillagini che esercitano attività protettiva sulla parete gastrica.

I test clinici sull’efficacia della spirea sono ancora limitati, per cui l’utilizzo e le applicazioni derivano prevalentemente dalla tradizione popolare.

La Commissione E tedesca (organo di riferimento per preparati fitoterapici della tradizione occidentale), tuttavia, ne ha approvato l’utilizzo come terapia di supporto in caso di raffreddore e influenza, proprio in ragione dell’uso consolidato nella medicina popolare – e nei test condotti in vitro e in vivo su animali [8].

Sempre nella tradizione popolare, la Spirea è nota, oltre che come antinfiammatorio e antipiretico, anche come

  • Antiacido
  • Antidiarroico
  • Analgesico
  • Epatoprotettore
  • Disinfettante delle vie urinarie in caso di infezioni
  • Antiacne (riduzione dell’infiammazione e delle infezioni batteriche)

La Spirea si assume in genere come infuso oppure estratto secco in capsule.

Zenzero

Fotografia della radice di zenzero

iStock.com/Photopips

Originario dell’estremo oriente, conosciuto e utilizzato da millenni nella medicina ayurvedica e cinese, lo Zenzero (Zingiber officinalis) è oggi conosciuto in tutto il mondo ed è una delle spezie più utilizzate in ambito gastronomico (specie nella cucina orientale), per insaporire zuppe e salse, grazie al suo sapore leggermente piccante.

Oltre che come spezia e come aromatizzante per le bevande (pensiamo al famoso Ginger Ale), lo Zenzero è conosciuto e utilizzato da lungo tempo nella medicina popolare come

In commercio si trova come radice fresca o essiccata, candito oppure come estratto in polvere (in genere sotto forma di capsule).

Per approfondimenti sullo Zenzero si rimanda all’articolo dedicato.

Fonti e bibliografia

  1. Molecules. 2016 Oct 1;21(10). Anti-Inflammatory Activity of Natural Products. Azab A, Nassar A, Azab AN.
  2. Recent Pat Inflamm Allergy Drug Discov. 2018;12(1):39-58. Anti-Inflammatory Drugs and Herbs with Special Emphasis on Herbal Medicines for Countering Inflammatory Diseases and Disorders – A Review. Yatoo MI, Gopalakrishnan A, Saxena A, Parray OR et al
  3. Nat Prod Res. 2016 Jun;30(12):1343-52. Medicinal plants with anti-inflammatory activities. Maione F, Russo R, Khan H, Mascolo N.
  4. Phytother Res. 2019 Sep;33(9):2152-2162. Devil’s claw (Harpagophytum procumbens) and chronic inflammatory diseases: A concise overview on preclinical and clinical data. Menghini L, Recinella L, Leone S, Chiavaroli A, Cicala C, Brunetti L et al.
  5. European Medicinal Agency – Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC)
  6. Phytother Res. 2019 Nov 11. Malva species: Insights on its chemical composition towards pharmacological applications. Sharifi-Rad J, Melgar-Lalanne G, Hernández-Álvarez AJ, Taheri Y et al.
  7. Molecules. 2017 Nov 3;22(11). Anti-Inflammatory Effect of Malva sylvestris, Sida cordifolia, and Pelargonium graveolens Is Related to Inhibition of Prostanoid Production. Martins CAF, Campos ML, Irioda AC, Stremel DP, Trindade ACLB, Pontarolo R.
  8. Herbs and Natural Supplements- An evidence-based guide,4th ed.
    L.Braun, M.Cohen. Elsevier Editions.

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